LA ZONA MORTA #140 – FINIRA’ O PROSEGUIRA’ IL (NON) METODO GUARASCIO? IL SINGOLO PUNTO DI CEDIMENTO.

Nessuno sceglie un male capendo che è un male, ma ne resta intrappolato se, per sbaglio, lo considera un bene rispetto un male maggiore.Epicuro

Guarascio, più che alla pianificazione, si dovrebbe dare alla panificazione.” La battuta non è mia, ma merita per la sua sottigliezza – se sapete cos’è esattamente la panificazione – di essere resa pubblica. L’ho ascoltata qualche giorno fa, mentre passavo vicino ad alcune persone che commentavano il comunicato di addio di Roberto Gemmi al Cosenza. Il divorzio era già noto da giorni– diciamocelo chiaramente, forse pure da settimane – e neanche tanto sorprendente. Da più di un decennio ormai il gioco del silenzio che attua la Società (più precisamente Guarascio) è un modus operandi fin troppo noto. Una cosa che potrebbe essere inaspettata per altre piazze, ma per Cosenza in realtà rappresenta l’ennesima conferma. Dovendo tracciare un quadro per provare ad analizzare meglio come si muove l’attuale proprietario del Cosenza, ci sono tre dinamiche che fanno sempre cogliere cosa cova Guarascio dentro:

1 Non nominare mai la persona in questione. Nella promessa di riscattare Tutino – carta canta, c’è pure il video! – Gemmi non è nominato.

2 Prendere sempre tempo ( o forse sarebbe meglio dire tempi) infinito. Una tempistica troppo lunga genera sempre illazioni e sparate grosse su quello che si farà realmente. E il più delle volte non ci prende nessuno sulla scelta finale.

3 Dare troppo spazio a tutto quello – sensato o meno – che può far procrastinare/rimandare le decisioni cruciali.

Tutto questo, da sempre, ha portato a (de)generare il dibattito intorno alle scelte, senza che si riuscisse a mettere a fuoco il punto fondamentale della sua gestione: “A cosa ambisce questo Cosenza?”.

Ad ora, nonostante le premesse partite con l’arrivo del nuovo DG – era dai tempi di attimo fuggente Petrone che non succedeva, anche se nessuno ha mai capito se quella persona avesse realmente i titoli per ricoprire quel ruolo – e DS in seno alla Società, siamo ancora in una fase interlocutoria. Curiosamente, ambedue oggi si presenteranno alla stampa ed ai tifosi. Proprio quando le ore per riscattare Gennaro Tutino iniziano a diventare sempre meno. E su questo punto, l’attuale non metodo Guarasciano da oggi potrebbe subire una “mutazione”.


Ho messo qui sopra in sequenza chi si è occupato della gestione tecnica del Cosenza con Guarascio. Dal gruppo ho omesso volutamente Valoti e Cerri perché il loro incarico è durato pochi mesi per dare un giudizio a tutto tondo. Tutti loro però, a prescindere dalla categoria, hanno sempre portato avanti una certa idea. Idea che in alcuni casi era più che necessaria, ma che di fatto ha sempre determinato la chiusura dei rapporti. E cioè di migliorare la gestione societaria. Un passo logico se si ragiona con giudizio – non si è sempre detto che Guarascio ascolta? Finora mica tanto… – per rendere tutto più semplice ed efficace.

Nella gestione di una Società di Calcio ci sono dei fattori, delle variabili e delle considerazioni che non sono assolutamente dissimili da quella di una impresa. Quindi, possiamo dire che il controllo di gestione diventa strumento essenziale per controllare meglio 3 importantissime aree della tua impresa:
Pianificazione, Fabbisogno, Equilibrio. Il primo è un termine sconosciuto (se non proprio inviso, avete capito la battuta di prima?) a Guarascio, il secondo è stato molto strumentalizzato e abusato nel tempo per trovare scuse e non spendere quando si trattava di migliorarsi. Sul terzo, beh, non è un mistero che l’equilibrio è sempre stato precario! E i risultati stanno lì a dimostrare come i fatti non diano ragione al non metodo di Guarascio. Di più, l’attuale situazione, a cui siamo arrivati solo dato che la stagione appena chiusa è stata impostata così perché il presidente si era ripromesso di non fare più gli stessi errori, ha regalato una ghiotta occasione per proseguire in una crescita sul piano sportivo non indifferente! La mutazione di cui parlo verte proprio su questo punto. Ed è inutile che qualcuno provi pure a cercare di montare le teorie più bislacche per cui Tutino non può essere riscattato. Perchè sappiamo tutti che da questo movimento si imposterà tutta la nostra stagione.

Quando qualcuno ha scritto che non fare questo investimento sarebbe anche un modo per offendere la tifoseria, ha colto un nervo scoperto non indifferente. Se si ha memoria corta, vi faccio notare che le premesse della stagione 2023/24 sono partite dopo che eravamo usciti miracolosamente indenni dal secondo playout consecutivo, con una protesta pesante della tifoseria durante la stagione! O qualcuno si è già dimenticato il famoso appello pubblico di Guarascio per far tornare i tifosi allo stadio? Quegli errori da non ripetere pronunciati durante il sorteggio del calendario partivano soprattutto da questo, da un rapporto ormai logoro e pronto a spezzarsi definitivamente.

Qualcuno si diverte a dire che il Cosenza Calcio è di Guarascio. Balle. Il Cosenza, come tutte le Società di calcio, vive e si nutre essenzialmente del rapporto/supporto con la tifoseria! Senza, è solo una scatola vuota con uno stemma e dei colori sociali. E vale a tutte le latitudini.Le ciance da paesanotti lasciano il tempo che trovano. Stesso discorso si può fare su chi prova a mettere la difficoltà sull’eccessiva onerosità dell’operazione Tutino. Ma veramente dopo 7 anni di B, con entrate tenute sempre a freno, 2/3 milioni di € per avere la proprietà – e che proprietà! – di un giocatore del genere possono creare dubbi sul costo? Siamo una città di Lupi ma, fidatevi, a passare per pecore ci vuole veramente poco se si ragiona così. Questo, di fatto, si chiama punto di cedimento. Il rischio cioè di creare una reazione a catena tipo slavina con una sola scelta. Perché, se anche poi riesci a replicare una stagione simile senza Tutino, ogni volta che le cose non andranno bene, tutto convergerà su quella scelta non fatta, quella mancata occasione, quell’errore madornale. E allora si che il rapporto sarà spezzato per sempre.

La citazione con cui ho aperto il pezzo è di un famoso filosofo, uno che basava molto la sua logica sulla verità. Un qualcosa che per lui doveva servire alle persone per raggiungere il piacere. E questa scelta di non riscattare Tutino, di piacere ai tifosi ne toglierebbe parecchio. Quindi genererebbe male. Non il modo migliore per iniziare una stagione, visto che il presupposto dovrebbe essere migliorarsi. C’è poco da discutere quindi, sul perché certe frasi, proclami o annunci non possono passare inosservati, ma hanno un peso consistente. E si è tenuti a renderne conto. Se non si vogliono commettere gli stessi errori, la strada è tracciata. Se non si vuole tornare pesantemente indietro, è tutto chiaro. Altrimenti mi tornano in mente le frasi dell’addio di Ciccio Marino nel 2014, quando ancora eravamo passati dalla C2 alla C1: “Non è questione di essere dispiaciuto oppure no. Io ho cercato di svolgere il mio lavoro nel migliore dei modi, ma non è detto che un rapporto continui a prescindere. Come nel mio caso è meglio interromperlo, in fondo nel calcio ci sono cose che si possono dire ed altre no”. Sono passati 10 anni da queste parole. E ancora Guarascio, con noi tifosi, questo miglioramento nel rapporto non lo ha fatto. Fateci caso, è un non metodo pure questo.

Sinn Feìn

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