L’AURORA

Venne il giorno.
Venne, e passò senza dolore.
Al tirar delle somme, la conferenza stampa di presentazione di Ursino DG e Delvecchio DS ha sciolto il nodo che ci attanagliava tutti nel modo che tutti speravamo (e che da questo blog invocavamo a gran voce, mentre tutto intorno era una fuga di conigli al ritmo di slogan come siete pazzi, costa troppo): lo abbiamo capito fin dal momento in cui abbiamo visto Guarascio presenziare – lui che in passato ha anche lasciato che DS e allenatori si presentassero da soli… -, lo abbiamo capito fin da quando abbiamo visto che stavolta c’era anche lui, lo abbiamo capito fin da subito che ci sarebbe stato il sospirato annuncio del riscatto di Gennaro Tutino.
Avevamo paura, non lo nascondiamo.
Avevamo paura – ma anche speranza. Noi, forse unici nel panorama addirittura nazionale (tutte le testate si sono occupate della telenovela del riscatto del nostro numero 9) non abbiamo mai scritto che il Cosenza non riscatterà Tutino. Primo, perché ovviamente tutte le sparate uscite nelle ultime due settimane erano solo voci e nulla più (non credete agli amici che hanno amici che hanno amici che conoscono Tizio che gli ha detto…): nessuno sa cosa passa nella testa di Guarascio, e scrivere articoli di giornale su mere elucubrazioni o addirittura su bieche provocazioni per qualche click in più lo troviamo di una rara scarsezza deontologica, per chi si fregia dell’appellativo di giornalista (noi non monetizziamo e non monetizzeremo mai la nostra Bandiera: questo ci fa liberi e diversi dagli altri); secondo, molto più prosaicamente, perché noi che il Cosenza riscattasse Tutino ci abbiamo sempre sperato. Ma, appunto, questo avevamo: la speranza.
Era tanto e poco, ma c’era.
Abbiamo martellato a lungo in questi giorni sul dovere morale di Guarascio di tener fede alla parola data: si stava lavorando per le cose belle e le cose belle sono da fare insieme a Tutino per il settimo anno in serie B – parole troppo inequivocabili perché noi si potesse sopportare con pazienza tutti quelli che, non richiesti (nemmeno da Guarascio in persona) mettevano le mani avanti e si precipitavano a giustificare il presidente a priori (persino scrivendo che era stato frainteso…) nel caso non ci fosse stato il riscatto. Quelli sì, li abbiamo attaccati pesantemente – sgherri, lacchè, pecore – e continueremo a farlo per depurare Cosenza da questa gentaglia.
Guarascio, invece, a dispetto dei suoi stessi non richiesti difensori (!!!), ha mantenuto fede alla parola data. Un piccolo evento già di per sé, reso grande dalla portata dell’occasione e dall’importanza della scelta che si andava a fare. Nella conferenza stampa ha parlato dello sforzo economico per assicurarci il miglior giocatore della scorsa stagione di serie B, nonché vicecapocannoniere del campionato, come di un investimento importante: sì, presidente Guarascio, lo è. Hai fatto un investimento importante e ti viene giustamente riconosciuto, come sempre su questo blog si sono riconosciute le (al momento poche, ahinoi) cose buone – a nostro giudizio – fatte dalla società: vedi il plauso agli ingaggi, in passato, di giocatori come D’Urso e Pandolfi.
Questa vi si aggiunge e non è una cosa buona, è una cosa grandiosa. Finalmente. Ora la speranza che ciò possa rappresentare l’aurora di una nuova stagione a Cosenza, di un nuovo modo di guardare al calcio e all’imprenditoria calcistica, di un progetto che quest’anno già ci porti ad allestire una compagine che sia degna della classe cristallina di Tutino, non è più così peregrina. Ecco, appunto: se fino a ieri avevamo una fiammella di speranza, da oggi è un incendio.
Adesso non spegniamo quel fuoco, per favore.


Altre due parole sulla presentazione dello staff tecnico (in attesa dell’allenatore), pur riconoscendo che la notizia del riscatto di Tutino sia in grado di oscurare a Cosenza pure l’eventuale annuncio della pace tra Russia e Ucraina. Una notizia così bella (Tutino, intendiamo: di Russia e Ucraina ancora non sappiamo nulla) che ci fa guardare all’oggi, al futuro e al mondo con occhi carichi di ottimismo – per cui possiamo tranquillamente dire che Ursino e Delvecchio al momento hanno e meritano ampiamente la nostra massima fiducia.
Capiamoci: il dispiacere enorme per come è stato trattato Gemmi resta (e Bisoli e Zaffaroni in passato), così come fondata e vera era la preoccupazione per l’ennesima mancata continuità tecnica e per i rischi conseguenti che comportava la mancata riconferma del precedente DS. Ma è innegabile che, se proprio si deve smembrare l’area tecnica, sostituirla con la figura di un vero DG – che ci mancava dal 1914 – del calibro di Ursino costituisca quantomeno una garanzia fortissima, in grado di farci guardare con fiducia anche a un debuttante come Delvecchio.
Discorso a parte per Viali: ce lo saremmo tenuto volentieri, ma se è lui che proprio voleva andar via a tutti i costi (pregressi non felici con Ursino?) arrivederci & grazie. Continuità tecnica sì, ma a tutto c’è un limite: se c’è da attaccare la società quando sbaglia la si attacca pesantemente, se la società non ha responsabilità non la si attacca – il concetto che ci muove è da sempre questo. E la fiducia in Ursino e Delvecchio è anche sulla scelta del futuro allenatore.
Proprio le parole del DG, che ha mostrato di avere le idee chiarissime, rappresentano un ulteriore motivo per avere fiducia e guardare al futuro del Cosenza (a partire dal campionato che comincerà il prossimo agosto) con rinnovato ottimismo – finalmente, aggiungiamo anche in questo caso (questo avverbio che stiamo usando spesso riflette la soddisfazione che proviamo nel vedere la società fare le cose come sognavamo da tempo venissero fatte). Progettualità, sostenibilità, coraggio, anche inventiva (Delvecchio che parla seriamente di guardare al mercato estero, dando già l’idea di sapere benissimo chi e dove andare a cercare, altro che operazioni improbabili che evitiamo di ricordare perché oggi è un giorno di festa).
L’aurora, signori. Forse solo un primo baluginio, forse solo un primo fuggevole raggio di luce, forse uno di quei riflessi illusori che possono rivelarsi vani – non lo sappiamo. Ma può essere, può essere davvero l’aurora, la nostra.
Con questa promessa di futuro che per una volta ci riempie il cuore di speranza, lasciateci dire l’ultima cosa: in questi anni, consci di tante cose (non ultima la responsabilità di redigere il blog più letto e seguito dell’area cosentina e non solo), come Bandiera RossoBlù ci siamo guardati bene dall’invitare la gente a disertare lo stadio, anche quando la situazione magari davvero richiedeva risposte drastiche da parte della tifoseria – che infatti i gradoni li ha disertati quando la misura è stata colma e non le si è certo potuto dar torto, né ci sentiamo di contraddire chi dice che questo nuovo corso del Cosenza si deve al fatto che proprio dopo la feroce contestazione del tifo Guarascio avrebbe imparato la lezione. Ora, invece, quando si tratta di andare dalla parte opposta, ci sentiamo di esporci, seppure ancora con riserve: naturalmente siamo ancora al 15 giugno, non ci possono essere certezze, moltissime cose sono ancora al livello delle promesse, ma se (SE) quelle promesse, come sembrerebbe oggi, saranno mantenute, se (SE) la lezione si dimostrerà imparata fino in fondo, ebbene noi riteniamo che sia il caso, per tutto il popolo rossoblù, di stare fattivamente e concretamente dalla parte del club – dalla parte del Cosenza Calcio 1914.
Sta nascendo davvero un nuovo Cosenza? Non lo sappiamo ancora, ma dall’aurora che già ci scalda parrebbe di sì. Ma questo nuovo Cosenza, allora, meriterebbe (e speriamo meriterà) dieci, quindici, ventimila spettatori a sostenerlo dagli spalti del Marulla.
E che l’incendio divampi.

La Bandiera RossoBlù

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