IL DG NELL’EPOCA DI GUARASCIO. UN RUOLO (VOLUTAMENTE) IGNORATO

Coordinare e ottimizzare. Due sole, semplici parole per un ruolo complesso e delicato. Ed i molti casi CARDINE per una Società di Calcio. Sono queste le funzioni che un Direttore Generale deve avere, dato che si tratta di una figura che viene assunta e risponde solo al Presidente ed è responsabile di tanti altri settori, che sono a lui subordinati. Una figura che assume in sé tante responsabilità e poteri, al punto che a volte i confini che li tratteggiano non sono ben definiti.

Ci possono essere DG che hanno anche vasta mobilità per quanto riguarda la gestione prettamente sportiva della società, e chi meno. Dipende dalle scelte presidenziali, oltre che dalle attitudini proprio del dirigente. A volte può infatti capitare che il DG vada anche a a ricoprire il ruolo di DS, gestendo quindi in prima persona le operazioni di mercato. In una recente intervista, uno dei DG più famosi del calcio Italiano – Fabrizio Lucchesi – affermava questo:

“Se un DG è una figura fondamentale? Provo a spogliarmi di queste vesti, per cercare di essere il più oggettivo possibile e non solidale con la categoria. Direi che un coordinatore sia necessario non solo in una società calcistica, ma in ogni società ben strutturata, che voglia impostare un discorso basato sulla programmazione. Se tutti i reparti funzionano bene è merito di chi sa gestirli per loro, e poco importa se alla fine sia un Amministratore Delegato o un direttore generale: il ruolo è praticamente lo stesso, cambia solo il nome.“

Impostare e programmare. Altre due parole chiave, che nei 10 anni di Guarascio non si non mai viste! Eppure, dal giorno del suo insediamento, lo stesso Presidente non aveva fatto mistero di non sapere nulla di calcio. E allora? Come mai, non essendo del settore, non ha ritenuto necessario circondarsi ed affidarsi da SUBITO a persone adeguate a gestire una Società di Calcio? In realtà all’inizio sembrava che un’impostazione ci fosse, anche se non c’era comunque un DG. Ma la Società aveva almeno un Responsabile dell’area tecnica, cioè Stefano Fiore. Una garanzia, se consideriamo la storia calcistica e le origini (nato a Cosenza e prodotto del settore giovanile che impostò l’ultimo DG vero del Cosenza, Gianni di Marzio) della persona. Eppure non c’è voluto molto perchè le distanze (soprattutto culturali e di gestione) fra i due venissero fuori. Già a Febbraio 2012, Fiore – dopo un’importante vittoria – dichiarava: “Non dobbiamo stare qui a ribadire gli stessi concetti…. Spero con tutto il mio cuore che non sia il campionato dei rimpianti.”

Il primo campionato si chiuse effettivamente con un rimpianto. Cioè con i playoff vinti, ma con la promozione negata dal ripescaggio dal Presidente della C di allora. Ma il rimpianto più grosso si stava consumando dentro le stanze della Società. Con uno strappo insanabile. E quello strappo era un segnale che doveva farci già capire come si intendeva “gestire” la Società negli anni che sarebbero venuti. Perchè di lì a poco Fiore se ne sarebbe andato sbattendo la porta, seguito dopo qualche anno anche da chi gestiva la comunicazione della Società (questi ultimi, abbiamo scoperto di recente, per avere pagate le loro spettanze sono dovuti pure passare dal Tribunale) che sarebbe diventata sempre più lacunosa. Ma, intanto, come si andava avanti di anno in anno nella gestione Societaria? Senza un Direttore Generale. Quindi senza un’organizzazione chiara e precisa.

Fino al 2015 perciò la figura del DS (a cui dedicheremo un articolo a parte) al Cosenza sarebbe servito anche da collante fra i vari reparti, ma non colmando le tante (troppe) lacune che hanno caratterizzato la gestione di Guarascio. Perchè, come detto prima, un DG può fare anche il DS. Ma un DS non può fare il DG! Tali e tante sono le cose da seguire e coordinare nei vari reparti che compongono una Società che ha chiaro cosa si sta programmando per il futuro. Peccato che il proprietario non ne voleva minimamente sapere cosa si doveva programmare!

Nel 2016, con l’arrivo di Cerri come DS, si sarebbe cercato di mettere la proverbiale (e inutile) pezza, promuovendo il Dott. Carlo Federico come DG. Peccato che quest’ultimo – non avendo nessuna preparazione pregressa e competenze sul campo – si sarebbe dimostrato superfluo (nonostante il suo noto e riconosciuto attaccamento ai colori). Questo nonostante il solito cortigiano – senza arte né parte nel mondo pallonaro – che frequenta i salotti televisivi nostrani, s’inventi addirittura (senza guardare il periodo, e con che durata e risultati) che abbia svolto grandi compiti all’epoca! Infatti oggi Federico ricopre il ruolo di Responsabile delle Relazioni Istituzionali in Società, ruolo più specifico (e probabilmente anche più consono) alle sue reali capacità.

E arriviamo al Novembre 2019 dove, reduce dalla sua entrata nel mondo politico in prima persona, Guarascio nomina DG un personaggio che lo aveva seguito e supportato per tutta la sua campagna. Luca Petrone. Ex osservatore di varie squadre di calcio, Petrone non si presenterà – non avremo infatti modo di avere una sua conferenza ufficiale con la stampa – e verrà messo alla porta dopo due soli mesi con qualche riga che ne annuciano la scadenza di contratto. Non prima però che Guarascio – in una memorabile e ridicola intervista esclusiva ad Attilio Sabato – non avesse esaltato le sue capacità, annunciando addirittura che avrebbe fatto coppia con Trinchera nel mercato di riparazione!

E oggi, gran parte del vuoto creato dalla mancanza di una figura del genere in Società sono – assieme all’assenza di altre (DS e allenatore) che non vengono annunciate – la risultante di una scelta voluta dalla proprietà. Una scelta che ha creato e continua a creare scompensi e situazioni al limite del grottesco, che soprattutto adesso poteva servire per chiarire e risolvere questi silenzi, e che alimentano paura e malumore. E che, ogni giorno di più, rende questo atteggiamento di Guarascio inaccettabile.

Sinn Feìn

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