CHI BEN COMINCIA.

Finisce male la prima di campionato per il Cosenza, al ritorno in serie B da resuscitato in stile Lazzaro dopo due mesi trascorsi nell’inferno della terza serie nazionale, e fermato ad Ascoli da un gol di Bidaoui nel primo tempo e soprattutto dalla sua attuale insipienza – dovuta al solito, enorme, colpevole ritardo con cui si è affrontato l’inizio della stagione.

Ma andiamo con ordine.

Al Del Duca Zaffaroni ha mandato in scena il suo classico 3-5-2, con Vaisanen e Rigione all’esordio in rossoblu affiancando Minelli (preferito a Venturi) davanti a Saracco, a sua volta purtroppo preferito a Matosevic nonostante la buona prova del portiere sloveno a Firenze. Corsi, ogni anno puntualmente inamovibile, a presidiare come al solito la fascia destra, ed esordio anche per Sy a sinistra. Alla prima in rossoblu anche Carraro e Boultam in mezzo al campo, coadiuvati da uno splendido Florenzi (migliore in campo dei rossoblu). New entry infine anche davanti, con Gori che assaggia il mondo rossoblu andando a dare manforte a Sueva.

Il Cosenza, così ordinato e coperto, ha cercato di reggere l’urto dei marchigiani finché ha potuto, poi nel volgere di un minuto a metà primo tempo la fatale sliding door che ha cambiato la partita: prima Sueva, lanciato a rete da un bel recupero palla in zona offensiva di Gori, ha stoltamente concluso verso la porta da trenta metri – anziché avanzare e/o servire il compagno d’attacco liberissimo – con un tiro fiacco e impreciso che è uscito di tre metri a dieci all’ora, e sul capovolgimento di fronte Bidaoui si è infilato nell’errore di un meccanismo difensivo saltato per l’evidente ritardo di condizione e amalgama della squadra rossoblu e ha folgorato Saracco sul suo palo.

Da lì in poi i Lupi hanno provato ad alzare il baricentro, sfiorando la marcatura con Rigione sugli sviluppi di un calcio d’angolo, e poi prendendo coraggio si sono fatti avanti nel secondo tempo, quasi mai rendendosi sufficientemente pericolosi e palesando ulteriormente tutti i limiti di una squadra da cantiere aperto.

Raccontata così succintamente la partita, non resta che fare alcune considerazioni. Con un avvertimento: non piaceranno, ormai s’è capito, agli ottimisti a tutti i costi, a quelli per cui dovrebbe essere vietato criticare la società, a quelli pronti ad additare chiunque osi contestare. Siamo incontentabili, magari gaudenti quando il Cosenza perde, e in fondo se siamo così bravi perché non ci mettiamo noi i soldi per rilevare la società e subito dopo fare anche i DS?

A questi veri tifosi, quelli per cui si deve pensare solo a tifare, suggerisco di smettere qui la lettura: mai vorrei che si facessero il sangue amaro. Veramente, gente, internet è piena di siti rilassanti che raccontano favolette, tipo l’intramontabile sono stato rapito dagli UFO, il nuovo trend ecco tutta la verità su quello che non ci dicono riguardo il vaccino, il soprendente la Terra è piatta: ecco le prove, e ancora con El Allouchi l’accordo è raggiunto, domani firma pure Maistro. Lasciate questa valle di lacrime e recatevi in altri lidi, più consoni ai prati in fiore che riempiono il vostro sguardo ogni volta che lo volgete verso la vita e soprattutto verso Guarascio.

Per tutti gli altri, accomodatevi.

E scusate se da qui in poi vi sembrerò leggermente avvelenato. Forse nei prossimi giorni qualche altro redattore del blog più tranquillo di me scriverà un pezzo più soft.



Dunque, fatemi togliere subito il dente che fa al momento più male: è il terzo anno di fila che per noi le prime 4-5 partite di campionato servono da preparazione precampionato. Gli altri le affrontano per portare a casa punti, per noi sono giocoforza amichevoli precampionato per raggiungere l’amalgama e fare fiato entrando in condizione.

No, fermi: lo so già cosa mi state per obiettare. Lo so: guarda, NubeDT, questa critica è ingenerosa, Gravina ci ha ammesso in B da pochissimo, fino dieci giorni fa non sapevamo nemmeno in quale campionato avremmo militato, eccetera.

Non è vero.

Cercate di avere un minimo di memoria e logica: ce l’ha forse ordinato Gravina di presentarci all’inizio della stagione con sette giocatori sotto contratto, due dei quali lungodegenti e un altro, Moreo, chiaramente fuori dal progetto tecnico? Ce l’ha ordinato Gravina, nella scorsa stagione e negli anni, di non riscattare i prestiti, di non fare pluriennali, di cedere quei giocatori (Baez) che erano legati per altri anni a noi, di mandare a scadenza i giocatori che avevamo senza rinnovare loro il contratto? Ce l’ha ordinato Gravina di arrivare a luglio in queste condizioni?

Presentati ai nastri di partenza della stagione con 12-13 giocatori ancora in organico (non so, magari Antzoulas, Sciaudone, Bahlouli, Sacko, Legittimo, eccetera), come tutti, e vedrai che anche se ti riammettono in B il 3 di agosto (sono passati venti giorni, comunque…) in ogni caso un minimo di squadra ce l’hai già.

Ma va detto soprattutto che questo non è il primo anno che si verifica questo scempio: la squadra più o meno pronta per l’inizio del campionato la abbiamo avuta solo il primo anno di serie B, guarda caso quando il calciomercato si chiudeva prima che il campionato iniziasse (ricordiamoci del giorno di metà agosto in cui in fretta e furia portammo a casa sette giocatori, tra Verna, Varone, Garritano, Baez, Schetino e qualcun altro) e guarda caso, soprattutto, come preludio alla nostra migliore stagione di serie B.

Da allora in poi, anche quando non c’era pandemia, anche quando non c’era una riammissione da ottenere, il Cosenza si è sempre presentato in ritardissimo all’avvio del campionato e ha sempre buttato via le prime partite, perdendo punti preziosi – come se potessimo poi permettercelo… – a inseguire condizione e amalgama e ad aspettare dal mercato rinforzi.

Vi invito a ricordare l’ultimo giorno del calciomercato 19-20, con Machach raccattato non si sa bene come e perché, Nzola saltato all’ultimo per incomprensioni – diciamo così per carità di patria – con la proprietà del Trapani sul quanto pagarlo e come, il misconosciuto Rosseti che ci rifiuta (non smetterò mai di ringraziarlo), Tupta che salta perché il Verona non sa con chi sostituirlo e mancano solo quaranta minuti alla chiusura del mercato; e il cielo che si colora di rossoblu secondo il presidente, la duplice sconfitta interna con Salernitana e Pescara, finalmente arriva Rivière, ci mette anche lui un tot per entrare in forma, e il resto è storia.

L’anno scorso, più o meno di questi tempi, ci eravamo salvati per miracolo da tre settimane circa, si stava preparando la nuova stagione, ma c’era la pandemia, il campionato precedente era finito il 31 luglio, c’erano le cavallette, il cane aveva mangiato il quaderno dei compiti del presidente, e scusa dopo scusa, mentre le altre società lavoravano e preparavano la stagione, bellamente e languidamente noi facevamo un ritiro in otto giocatori.

Altre partite di avvio buttate per il ritardo mostruoso, un intero girone d’andata trascorso senza vincere in casa (e un allenatore totalmente inadeguato tenuto testardamente in panchina fino alla fine, non dimentichiamo nemmeno questo) e annata finita con una vergognosa retrocessione.

Conclusione: la società ce l’ha per vizio, di presentarsi in ritardo osceno ai nastri di partenza. Come detto, questo è il terzo anno di fila che succede. Altro che Gravina che ci ammette solo in pieno agosto.

Riguardo alla partita di Ascoli, quali pensieri mai mi fa insorgere?

Il primo riguarda Saracco. Quello che ahimè, da facile profeta avevo già indicato come portiere non affidabile proprio in un pezzo di due o tre giorni fa. E mica ce l’ho con lui: ma lo conosco. Dovremmo conoscerlo tutti. Dovremmo, ma ancora mi tocca leggere di gente che mi definisce ingrato perché dimentico che è con lui in porta che abbiamo conquistato le cinque vittorie consecutive e la miracolosa salvezza formato BBC. Io mi ricordo benissimo, invece: ricordo i punti persi con lui in porta nel primo anno di serie B (le varie uscite a vuoto, vedi gol subito a Brescia, i vari tiri non irresistibili che ci sono finiti in porta, vedi Carpi, gara in casa col Lecce, eccetera), ricordo che in quelle leggendarie cinque vittorie consecutive mi ha fatto di nuovo perdere anni di vita in casa col Perugia (altra uscita a farfalle e salvataggio sulla linea di Capela al 90’, stavamo prendendo il 2-2), mi ha fatto di nuovo bestemmiare divinità sincretiche di otto religioni diverse in casa con la Juve Stabia (immane boiata su calcio d’angolo per il loro gol), e via così.

E come ti sbagli? Ad Ascoli Saracco prende gol sul suo palo.

Ma queste righe non compaiono qui perché ce l’ho con Saracco. Queste righe le scrivo perché sono velenosamente incazzato con chiunque abbia deciso, mentre già si cercava un portiere titolare prima che si facesse male Del Favero, di andare a prendere Saracco dopo l’infortunio del giovane scuola Juve anziché accelerare per prendere già il titolare.

Santo Dio, ti manca il portiere titolare, ti si fa male una riserva, e invece di correre a prendere il titolare vai a prendere un’altra riserva e la metti in porta alla prima di campionato? Un portiere, ripeto, che non fa dell’affidabilità e della tranquillità da trasmettere alla difesa la sua dote migliore?

A proposito, la Samp presta di nuovo Falcone in B. Lo vuole la Ternana, ma a noi serve un portiere titolare. Falcone. La Samp lo presta in B. Non so, devo aggiungere altro?

Il resto della squadra scesa in campo al Del Duca ha soddisfatto qualcuno, beati i soliti ottimisti. Io ho visto che Corsi si è riconfermato come inadeguato alla serie B (a proposito, sul gol giunto dalla sua fascia, dove diavolo era? Nel replay si vede comparire nell’inquadratura dopo che la palla è già entrata e appare in posizione centrale, quasi all’altezza del dischetto: cosa stava facendo e da dove stava venendo?); che Gori è lontano dalla condizione ottimale, ha sparato in Riviera una punizione dal limite (e sì che l’ha tirata di precisione, senza cercare la potenza…) e comunque attualmente in carriera viaggia alla media di 3 gol a stagione; che Sueva è meglio che faccia l’esterno e non l’attaccante puro; che Boultam è meglio rivederlo in altre circostanze – anche lui quando sarà in forma -, perché a giudicarlo dalla non prestazione di Ascoli può fare al massimo la controfigura del fantasma in un remake di Ghostbusters, e lo stesso dicasi per Carraro.

Sy è andato in crescendo ma se non si disciplina farà più disperare che gioire, la difesa invece ha retto bene, al netto del meccanismo saltato, come detto, sul gol bianconero – evenienza prevedibile visto ovviamente che, non so se l’ho già detto, ci siamo presentati in ritardo di condizione e preparazione all’inizio del campionato. Confortanti le prestazioni di Vallocchia, entrato abbastanza bene in campo, e soprattutto di Florenzi. Da rivedere Caso, come gli altri ma con qualche luce in più: brevilineo e scattante, ottimi spunti ma deve dimostrare di essere concreto e non fumosamente legato ai suoi ghirigori e alle sue giravolte: da quel punto di vista abbiamo già dato in passato con troppi altri giocolieri.

Chiusura finale per la società e Goretti: aprire il portafogli & chiudere i contratti.

Nei prossimi giorni, in tempo per la trasferta di Brescia, devono arrivare almeno cinque giocatori e devono essere di categoria. VERAMENTE di categoria e di categoria OGGI, non cinque anni fa: per capirci, se va preso un centravanti va preso Rivière, NON Ardemagni.

Non aggiungo altro.

NubeDT

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