STRACCIOMERCATO

No, a mettere la sua foto con la maglia del Catanzaro non ce l’ho fatta

Nel fine settimana, a Cosenza lo sappiamo, il calciomercato si ferma. Un andazzo che abbiamo imparato a conoscere bene con Trinchera: che fosse la campagna acquisti estiva o quella invernale, le operazioni (o i tentativi di operazione) si svolgevano dal martedì – poiché il lunedì serviva a riallacciare i discorsi della settimana precedente e a riprendersi dagli ozi del weekend – al venerdì pomeriggio se proprio c’era la possibilità di chiudere qualcosa, altrimenti già a mezzogiorno di venerdì valigia chiusa, ritorno a casa (nello specifico, nel Salento) a fare due tuffi e poi se ne riparla.
Siccome ce lo possiamo permettere (così come, sempre grazie alla nostra eccellente classifica, ci possiamo permettere senza problemi che 21 membri tra squadra e staff siano stati evidentemente poco attenti alle precauzioni del caso e abbiano contratto il covid), per il fine settimana il nostro calciomercato si ferma. Sì, proprio quello più o meno mai partito.
Così esce questo articolo di domenica mattina con la certezza che intanto la situazione è rimasta la stessa. Hristov è giunto in città in settimana e ha svolto le visite mediche (del cui esito nessuno della società si è pregiato di informare stampa e tifosi ancora adesso mentre scrivo), Goretti si dice sicurissimo dell’investimento (mica sicuro che, non so, esagerando, ci possa portare in serie A, no: ho garantito al presidente che potremo rivenderlo a molto più di quanto lo abbiamo pagato, testuale ai tifosi al Sanvitino: la cosa importante è che ci porti soldi). Per Liotti si dice sia fatta da giorni, ma ovviamente non si chiuderà mica nel fine settimana.
Poi ci sono gli altri. Su Da Cruz, per il quale parimenti si diceva fosse fatta, ormai è nostro, ci sono il Vicenza e un tot di squadre straniere – specialmente olandesi, sua nazione di provenienza pur essendo originario dell’Africa – quindi, anche basandosi sul pessimismo lasciato trapelare dallo stesso Goretti sempre nello scambio coi tifosi al Sanvitino, diciamo pure che sull’olandese possiamo fare una croce sopra. Era un rinforzo vero, al netto della testa e del carattere? Eccome se lo era. Infatti quasi sicuramente lo prende qualcun altro.
Di Asencio s’è detto pure troppo.
Su Mazzocchi, scuola Atalanta, riserva della Ternana, giocatore di scorta diventato improvvisamente prima scelta per l’attacco (mi sembra di tornare ai tempi in cui si inseguivano mezze figure come Felice Foglia e Vittorio Torino per poi prendere un quarto di figura come Varricchio…), c’è forte la concorrenza dell’Alessandria, quindi c’è il rischio che pure la riserva della Ternana sia inaccessibile. Già passare da Da Cruz e Asencio a Mazzocchi era deprimente, ma così si configura proprio l’istigazione al suicidio. Casomai poi ci fosse il dubbio che per istinto di autoconservazione potrei anche scegliere di non ingerire una lattina di cicuta appena tolta dal frigorifero, la sicurezza che io mi tolga la vita qualcuno la raggiunge facendo circolare la voce che stiamo cercando di prendere Giovinco. No, non quello del Toronto, l’ex nazionale: il fratello, quello del Taranto. Sì, l’ex Catanzaro. Sì, un 31enne di un metro e 65 che va per i 32 e in vita sua ha visto solo la serie C.
Stappi la lattina di cicuta, stai per bere e dire addio a questa valle di lacrime, poi leggi che persino per Giovinco ci sono difficoltà (il Taranto non vuole perderlo e anzi lo dichiara incedibile) – dunque non sai più se finire definitivamente di suicidarti per la disperazione di non poter arrivare nemmeno a un profilo tanto esecrando, oppure rimandare l’inevitabile per la gioia del pericolo scampato perché, insomma, presentarsi in serie B con Giovinco junior
Poi c’è Masini, quando sei disperato, anzi no, il Lecco dice no – dice il DS dei lombardi che non ha sentito nessuno dei nostri e che comunque da lì il giocatore non si muove perché, testuale, non ha nessuna convenienza a venire in una piazza quartultima che sta tornando in serie C. Flavio Bianchi di nuovo sparito dai radar, come l’estate scorsa, e Casasola in probabile uscita da Frosinone e secondo qualcuno sulle sue tracce c’è anche il Cosenza, state a vedere come finisce. Forse prendiamo quel portoghese del Gladiator (non ho ancora trovato il coraggio di scoprire in che serie gioca oggi il Gladiator) e c’era pure un nero del Monopoli, manco il tempo di ricordarmene il cognome che tanto già non se ne parla più – il Monopoli è stabilmente nella parte alta della classifica di C da anni, i suoi giocatori più promettenti costano troppo per le casse del Cosenza di Guarascio.
Ah, poi c’è Sonny D’Angelo, quello che ti aspetteresti di vedere stampato con nome e faccia sulle copertine dei CD che si vendono negli autogrill – quelli che di solito si intitolano Dedicato a…, Quest’ammore grand’assai oppure Chell’ che non t’agg’ mai dett’. Invece è un centrocampista, pare ci interessi, ha segnato otto gol in 33 partite l’anno scorso (parecchi rigori, però), ma per liberarlo a gennaio gli irpini vorrebbero essere pagati (guarda tu) e neanche poco, tanto che o gli facciamo avere un bonifico a cinque zeri o gli giriamo il prestito di uno tra Gori e Caso (!!!): in sostanza, già sui media campani si rilancia la notizia che, testuale, il Cosenza non ha la forza economica per prendere D’Angelo dell’Avellino (un 27enne di serie C in scadenza). Magari però abbiamo 5 euro per comprare il suo CD a Sala Consilina.


Domenica mattina, la cappa di silenzio e rassegnazione calata sulla società Cosenza Calcio e sul suo calciomercato surreale – partito con la promessa di un mercato importante e segnato dalle parole di chi, per conoscenza diretta, racconta a mezza bocca che il budget è, beh, ehm, (colpo di tosse) discreto, non eccezionale… – aumenta ulteriormente la mia furia. Una città che latita, una tifoseria che dorme. Fuoco e fiamme e minacce di contestazioni durissime la scorsa estate (poi inizia il campionato e tutti contenti che siamo di nuovo in B), fiamme e fuoco e minacce di durissime contestazioni qualche settimane fa (ma serviva solo per far esonerare Zaffaroni e riportare all’ovile il buon Robbé, che va bene a certa parte della tifoseria organizzata per amicizie, e va bene alla società perché già si sa che in campagna acquisti si fa piacere persino Mbakogu), poi la quiete.
E non è un caso se scrivo che il buon Robbé è stato riportato all’ovile: in un ambiente così morto, così prono ai diktat di autocelebratisi capi ultrà – diktat imposti talvolta con metodi poco simpatici -, così disposto a farsi portare per il secondo anno consecutivo al macello (ma gli anni in realtà sarebbero di più, solo che le altre volte è andata di lusso e lo sappiamo bene), la sola metafora che regge il paragone è quella con la pecora, animale per destino rassegnato a una vita da gregge e a una sorte da vittima e che per indole verso questa sorte ci va senza manco ribellarsi. Quindi sì, parlando di ambiente Cosenza si può tranquillamente citare l’ovile.
Sono qui per smuovere quello che posso, insieme agli altri del blog.
Sono qui per cercare, nel mio piccolo, di costringere questa bancarella di società (scordatevi LungoCrati: sto parlando di quelle bancarelle a stento rintracciabili nei tuguri di Tangeri, dove laidi individui che si accoppiano tra consanguinei vendono carne di assai dubbia provenienza) a… vorrei scrivere darsi una svegliata, ma a me sembrano sveglissimi. Intenti a perseguire interessi da bottegai – guardando anche il centesimo – anziché badare a come migliorare i risultati sul campo, ma sveglissimi. Né certamente da soli, con un blog, abbiamo i mezzi per costringere chicchessia a fare alcunché. Vogliamo quantomeno fare opinione: ecco, diciamo che sono qui per questo. Perché si spezzi questo imbarazzante e imbarazzato silenzio che perdura da sempre su ogni mancanza grave di questa combriccola di diletànti (sulle mancanze meno gravi ormai sorvolo), e nello specifico di oggi questo vigliacco silenzio da parte di tutti su un calciomercato che – come ho già avuto modo di scrivere – quando non siamo nemmeno a una settimana dal suo inizio sembra già fragorosamente fallimentare.
Voglio fare vedere che non tutti accettano supinamente questo stato di cose – che c’è ancora qualcuno a Cosenza che se gli porti dal calciomercato Giovinco (e magari D’Angelo e Mazzocchi senza nessuno di più immediatamente pronto e all’altezza della categoria) ti sbrana i polpacci mentre ti fa scappare via dalla città. Perché sì, il DS è libero di seguire le sue intuizioni professionali (piuttosto crederei costretto dal budget pidocchioso) e ritenere che Giovinco possa risolvere i problemi offensivi di una squadra di serie B, ma io mi sento altrettanto libero di azzannargli un polpaccio appena torna dal calciomercato con Giovinco invece che con Da Cruz.
Patti chiari.
E allora, cara società, non ti dico sveglia!, perché svegli lì mi sembrate già tutti – svegli e contenti. Ti dico però che manco io sto dormendo – nemmeno la notte, perché se penso a come state conducendo l’ennesimo calciomercato alla vurri vurri (qualcuno lo traduca a Goretti) mi rigiro tra le lenzuola senza prendere sonno e digrignando i denti. Sono sveglissimo – qui c’è un blog che ha una redazione piena di gente che è sveglia proprio come voi. E come sempre controlla tutto, valuta tutto, si incarognisce su tutto. Però, siccome è fine settimana anche per me e non voglio avvelenarmi ulteriormente, per oggi in via del tutto eccezionale mi fermo qui.
Al massimo per stavolta vi posso cantare una canzone, che ne dici, eh, presidè? Ti va se la chiudo con una canzone? Senti che già parte la musica. Preparati, si intitola Chell’ che non t’agg’ mai dett’

NubeDT

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