CONTINUA L’AGONIA PLAYOUT PER UN COSENZA INCOMMENTABILE

Cosenza – Parma 1-3

COSENZA (3-5-2): Matosevic; Vaisanen (24′ st Di Pardo), Camporese, Venturi; Situm, Carraro (13′ st Liotti), Palmiero (39′ st Ndoj), Vallocchia (1′ st Florenzi), Caso (13′ st Pandolfi); Larrivey, Laura. A disposizione: Vigorito, Sarri, Hristov, Gerbo, Voca, Arioli, Zilli. Allenatore: Bisoli
PARMA (3-4-1-2): Turk; Del Prato, Danilo, Balogh (25′ pt Circati); Rispoli, Juric, Bernabè, Man; Vazquez (23′ st Brunetta); Tutino (1′ st Benedyczak), Pandev (23′ st Simy). A disposizione: Rossi, Camara, Sohm, Coulibaly, Valenti, Oosterwolde, Bonny, Correia. Allenatore: Iachini
ARBITRO: Marini di Roma
MARCATORI: 9′ pt Bernabè (P), 2′ st Danilo (P), 29′ st Larrivey (C, rig), 43′ st Bernabè (P)
NOTE: Spettatori: 2252. Tempo piovoso.
Ammoniti: Tutino (P), Vallocchia (C), Circati (P), Del Prato (P), Pandolfi (C), Benedyczak (P).
Angoli: 7-3 per il Cosenza.
Recupero: 3′ pt – 4′ st


…E chiarisco subito il primo concetto: se parlo di Cosenza incommentabile non utilizzo affatto in senso dispregiativo, come pure si potrebbe, questo aggettivo – ma nel suo senso più letterale. Si fa veramente difficile commentare una squadra che in campo lotta, costruisce, spreca pure, rimbalza innumerevoli volte davanti alla porta del Parma (come già avvenuto in altre circostanze), si vede respinti tiri, cross, filtranti e rasoterra sempre da uno stinco o da una tibia avversaria – insomma, una squadra che si potrebbe anche definire sfortunata, e difficilmente mi si potrebbe contestare che oggi il Cosenza meritava ben più del nulla che ha raccolto – e che però i gol agli avversari li regala per sue innegabili quanto incomprensibili amnesie. E’ successo col primo gol di Bernabè, che ha attraversato il campo dalla fascia destra dell’attacco gialloblù fino in area senza che a Vallocchia che gli stava dietro venisse in mente di fare fallo (e sì che si capiva benissimo la pericolosità dell’azione); è successo col raddoppio, giunto dopo poco più di un minuto nella ripresa, con la squadra ancora negli spogliatoi a lasciare incomprensibili autostrade prima a Benedyczak, liberissimo di stoppare e crossare facile, poi all’autore del gol Danilo, che veniva a rimorchio altrettanto libero e solo. Sul terzo gol, quello più crudele di tutti, che ha per l’ennesima volta in questo campionato chiuso i giochi e condannato i Lupi alla sconfitta, c’è lo slalom maradoniano dello stesso argentino Bernabè da applaudire (come abbiamo fatto in passato per Caso e Millico quando hanno segnato gol simili), diciamo che la squadra era sbilanciata alla ricerca di un pareggio che forse ci sarebbe stato anche stretto e lì magari possiamo soprassedere. Ma l’attitudine a regalare gol assurdi resta, segno di scarsa serenità ma anche di poca qualità.
Poco altro da dire per quella che doveva essere la partita del rilancio. Molti tifosi si aspettavano i tre punti da questa partita non tanto perché la tabella di marcia sperata li prevedeva inesorabilmente in quanto ormai indefettibili (e qui avevano ampiamente ragione), quanto perché improvvidamente, basandosi sulla classifica e sul rendimento tenuto fin qui in campionato, i ducali venivano da molti addirittura definiti una banda. A questi tifosi ottimisti vorrei ricordare che un conto è la classifica, col percorso in campionato di una squadra che per tanti motivi può anche essere accidentato, un conto è la partita secca – nella quale anche chi ha stentato per mesi può far valere il suo superiore tasso tecnico. Per capirci: il Parma, che pure doveva rinunciare addirittura a Buffon, a un certo punto nel secondo tempo ha sostituito Vazquez (!!!) e Pandev (!!!) con Brunetta (!!!) e Simy (!!!), mentre noi per massimizzare gli sforzi offensivi abbiamo dovuto buttare dentro Pandolfi. E all’intervallo Tutino (!!!) era stato sostituito da Benedyczak, under 21 polacco con già sei gol all’attivo in campionato nonostante solitamente gli tocchi di giocare solo scampoli di partita. Io credo che la differenza salti agli occhi.
Il Cosenza avrebbe dovuto vincere questa partita… perché? Se mi dite che era doveroso perché al punto in cui siamo non si può guardare in faccia a nessun avversario, sono stato io a scriverlo per primo in diverse occasioni. Se mi dite che questa partita andava vinta perché affrontavamo una banda che in campionato sta deludendo, beh, vi faccio notare che la banda è uno squadrone. Poteva incontrare a Cosenza le stesse difficoltà incontrate in altre circostanze e allora le cose avrebbero arriso a noi – ma se la cosa non succede e la cosiddetta banda si esprime al meglio del suo potenziale non c’è partita. Invece la partita c’è stata, in realtà, ma l’abbiamo persa comunque.


Altra piccola considerazione, sempre su quello che sta diventando il mio argomento preferito: anche oggi (col record di assistere alle stesse scene per due partite consecutive, era mai successo?) la var è intervenuta a togliere un rigore, quello del possibile uno a uno, che l’arbitro aveva concesso al Cosenza. Anche oggi un intervento della var ha fatto cambiare una decisione arbitrale che era stata a nostro favore. Anche oggi – e fino a oggi nn è MAI successo il contrario. MAI un arbitro è stato richiamato al monitor a verificare che sul rigore per il Lecce c’era Gargiulo in fuorigioco attivo, che sul rigore per il Frosinone forse il fallo Hristov lo subisce anziché commetterlo, che sullo zero a zero a Monza forse andava rivisto un fallo di mano in area brianzola, che sul gol dell’uno a zero per gli stessi brianzoli l’azione nasce da un fallo nettissimo su Millico lanciato a rete, che su Florenzi al 94′ a Pordenone l’intervento del difensore che lo falcia in piena area forse andava valutato con più attenzione, eccetera.
In tutte queste circostanze e altre MAI la var è intervenuta – non a correggere l’arbitro, ché non pretendo tanto, ma – a suggerire al direttore di gara di rivedere tutto al monitor. MAI. Invece quando si tratta di correggere una decisione a favore del Cosenza salta anche il protocollo, che vorrebbe che sui contrasti acclarati la var intervenga solo in caso di chiaro ed evidente errore e non quando l’entità del contrasto sarebbe a discrezione dell’arbitro.
Succede invece che, esattamente come a Reggio, un rigore concesso per fallo di Turk su Laura venga convertito dal replay addirittura in un fallo in attacco, nonostante sia stato il francese ad arrivare per primo sul pallone, sia stato il portiere ospite a travolgerlo e in ogni caso non possa esistere un fallo in attacco commesso da chi sta semplicemente andando sul pallone e viene travolto (nemmeno in caso il portiere tocchi anche il pallone). Nel secondo tempo, poi, mutismo assoluto della var su un fallo di mano in area ospite – o forse al limite, resta il dubbio, ma sicuramente non è la possibilità che il tocco irregolare sia stato fuori area (da protocollo non sarebbe competenza della var) a far mancare l’intervento degli addetti in sala var, perché non c’è stato nemmeno il silent check.
Fino a quando Larrivey non ha trasformato il sospirato rigore, conquistato da Florenzi per fallo di Benedyczak e che davvero non sarebbe stato possibile negarci, ho temuto fino all’ultimo che la rincorsa dell’argentino venisse interrotta dall’arbitro perché stava ricevendo qualche comunicazione in cuffia per qualche ciuffo d’erba fuori posto nell’azione del rigore.


Chiosa finale, più depressa del solito.
L’Alessandria va a punti con la SPAL in rimonta (ma era pure passata in vantaggio), il Vicenza domani tocca sperare che cada a Brescia, punto più punto meno siamo sempre lì con le giornate a disposizione che si assottigliano e sono sempre meno e da questo punto di vista, nonostante la caduta interna (l’ennesima), in fondo i playout non sembrano fuori portata. Speriamo nelle rondinelle bresciane domani, ovviamente, ma qualche considerazione va fatta se persino un battagliero come Bisoli in ogni conferenza stampa dice di credere fermamente nei playout.
Vi pare poco? A Cosenza nessuno parla neanche lontanamente di salvezza diretta, eppure se avessimo vinto oggi avremmo scavalcato i grigi – e ricordo che basterebbe arrivare quintultimi davanti di cinque punti rispetto alla quartultima per salvarsi direttamente. Eppure no, persino l’allenatore non crede alla salvezza diretta e a Cosenza l’ipotesi non è nemmeno presa in considerazione. Forse è solo realismo, scaramanzia non credo perché anzi, in questi casi si dice sempre urbi et orbi che si crede al massimo obiettivo raggiungibile – io lo devo proprio dire che resto sorpreso quando né l’allenatore né il direttore sportivo mostrano di credere alla salvezza diretta, nemmeno a parole. Crediamo al raggiungimento del playout, così, come se il raggiungimento dei playout fosse quello sì il massimo obiettivo possibile – e a che pro? I playout poi li devi giocare e vincere, altrimenti non servirà a nulla riuscire ad arrivarci. Invece qui pare che ci accontentiamo di arrivarci.
Sono dichiarazioni ufficiali, mica voci di corridoio.
Probabilmente sia l’allenatore che il DS in questo modo intendono coprirsi le spalle facendo trapelare nemmeno troppo subliminalmente nell’ambiente la consapevolezza che la squadra costruita col budget ridicolo di Guarascio più di questo non può fare a priori – e che anzi già arrivare ai playout sarebbe un miracolo. Certe recenti dichiarazioni dell’ex DS Trinchera già militano in questa direzione: ci aspettiamo tutti che anche Goretti, magari quando sarà pure lui ex (credo a fine stagione), racconti a mezzo stampa che con quattro spicci di budget sei un abusivo in serie B.
Qualcuno rimpiange persino Occhiuzzi, dando a Bisoli colpe che non ha. Vi ricordo che Bisoli ha perso, sì, ma con Frosinone e Parma, affrontato Reggina e Lecce (e in futuro Benevento, Cremonese, Pisa, Monza…), mentre Occhiuzzi ha avuto la strada in discesa nella parte teoricamente più semplice del campionato, eppure non è stato in grado di vincere in casa di ultima (anzi, a Pordenone perdeva e ha pareggiato con un solo tiro in porta da trenta metri) e penultima, di giocare per vincere in casa di un Cittadella ridotto in dieci (e lì ha tolto una punta per un centrocampista…) o contro un Brescia in dieci dopo soli quattro minuti, eccetera. E in tutto questo ha fatto quattro punti in otto partite senza vincere mai, tremo all’idea di dove saremmo oggi se fosse rimasto il cetrarese a giocarsela contro il Lecce e il Benevento. Mi fate tutti il favore di non nominarlo più?
Ora che succede, si va a Ferrara? La Spal altra banda, secondo alcuni tifosi, se non ci vinciamo siamo vergognosi. Invito questi tifosi ad andare a vedere il budget della Spal in sede di calciomercato e la sua rosa in termini di valore assoluto, al netto delle difficoltà che anche gli estensi hanno affrontato in campionato, e a paragonarla con la nostra costruita con quattro spicci.

NubeDT

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