#41 WAITING FOR THE BARBARIANS: MODENA

Dopo la bella trasferta di Benevento in cui, “Quelli della Bandiera” in formazione al completo hanno portato, con la loro presenza, benissimo, ci ritroviamo, ad una settimana esatta di distanza, a trattare della prima partita casalinga del campionato, che si disputerà tra le mura amiche del San Vito – Gigi Marulla. Il tutto mentre il calciomercato è ancora in corso – il mister, Dionigi, ha a più riprese chiarito che non apprezza affatto la circostanza di dover disputare partite con le trattative ancora aperto e le squadre incomplete – e con il Cosenza che si presenterà ancora al cospetto degli avversari senza tre o quattro titolari (posto che sul portiere, dopo l’ingaggio di Marson, sembra che la Società abbia fatto all-in su Matosevich, al quale è stato prolungato il contratto per un altro anno, quindi non dovrebbe arrivare un portiere di categoria a sostituirlo) con cantiere aperto ancora a centrocampo, sull’out sinistro e per una seconda punta, oltre che in difesa (nonostante i recenti arrivi di Gozzi e Merola). Probabilmente si attenderanno gli ultimi giorni, i saldi di fine stagione, perché arrivi qualche rinforzo serio, davvero di categoria, in perfetto stile Guarascio (VATTENE!). In attesa che si renda sul serio competitiva la squadra, pur avendo goduto con intensità sugli spalti del Vigorito (la capolista se ne vaaaa!) parimenti non ci esaltiamo né illudiamo dopo la prima vittoria, perché i limiti di questo gruppo, al di là del cuore e della maggiore vigoria atletica mostrata – segnali più che positivi, ma insufficienti nell’economia di un’intera stagione -, si sono visti tutti e le lacune aspettano di essere colmate in modo degno ed opportuno, ci troverà domani di fronte alla prima invasione barbarica in terra bruzia: quella del Modena.

Il Modena cominciò la sua avventura sportiva nel 1912 con la nascita dell’Audax Foot Ball Club che si fuse con l’Associazione Studentesca Calcio dando origine al Modena Football Club. Come tutte le squadre del tempo anche il Modena subì una sosta nell’attività sportiva con lo scoppio della Grande Guerra, ma negli anni Venti i canarini si proposero come una delle squadre più accreditate del palcoscenico italiano. Negli anni Trenta ci fu una prima flessione con la retrocessione in Serie B avvenuta nel 1932, e la squadra dovette cambiare nome in Modena Calcio a causa dell’anglofobia del regime fascista. I canarini tornarono in Serie A solo nel 1937-38 ma una vera ripresa di risultati si ebbe solo dopo la Seconda Guerra Mondiale quando nel 1946-47 i modenesi riuscirono a classificarsi terzi dietro al Grande Torino e alla Juventus. Anche nel 1947-48 i canarini si piazzarono nelle parti alte del campionato piazzandosi al quinto posto, ma poco dopo una durissima crisi societaria portò alla retrocessione in Serie B. Negli anni Cinquanta l’azienda Zenit unì il suo nome a quello della squadra ma nonostante il grande contributo finanziario il Modena fallì la promozione e la Zenit abbandonò il club condannandolo alla retrocessione in Serie C. Negli anni Sessanta il Modena ripartì e nel 1960-61 vinse la Coppa Italia di Serie C poi conquistando anche la promozione in Serie A. Negli anni successivi comunque i canarini retrocessero nella serie cadetta e vi rimasero a lungo scivolando persino in Serie C nel 1971-72. Ritornarono in Serie B solamente qualche anno dopo, per poi scivolare di nuovo in Serie C1 e poi persino in Serie C2. Un cambiamento societario diede nuova linfa ai modenesi che riuscirono a uscire dal pantano della Serie C negli anni Ottanta e anche a conquistare ben due Trofei Anglo-Italiani nel 1981 e 1982. Dopo gli anni Novanta passati nell’anonimato della Serie C con la presidenza Montagnani, i canarini riuscirono finalmente a centrare la promozione in Serie B e nel 2001-02 anche lo storico ritorno in Serie A con i Lupi nel destino dei modenesi: è il 12 maggio 2002 ed pareggio dei gialli a Marassi col Genoa non basta all’aritmetica, quindi per esultare si attende il risultato del San Vito, dove Cosenza-Napoli finirà 1-1. Quando arriva la notizia esplode la festa gialloblu con tanto di t-shirt celebrativa: LA LONGOBARDA HA COLPITO ANCORA. La gioia però durò il tempo di una stagione dato che nel 2003-04 i modenesi chiusero al terzultimo posto tornando di nuovo in Serie B. Nel 2012 il patron Cesari cedette la società all’imprenditore romano Stefano Commini che dopo un anno si fece da parte per cedere il ruolo di presidente al procuratore Antonio Caliendo. Negli anni successivi i modenesi si confermarono nella serie cadetta centrando la salvezza non senza qualche difficoltà, fino al campionato 2015-16, chiuso in 21° posizione, che le costò la retrocessione in Lega Pro. Il punto più basso della storia gialloblu arrivò l’anno successivo, quando dopo 105 anni di storia, il Club fallì, per risorgere l’anno dopo e disputare la serie D. Arrivando ai giorni nostri, dopo che il sodalizio rinato all’ombra della Ghirlandina era stato acquisito dalla Kerakoll spa, le azioni sono passate di mano, l’anno passato alla Rivetti srl, azienda della famiglia Rivetti operante nel mondo del tessile. Rivetex srl, holding che fa capo a Carlo Rivetti ed ex titolare del marchio Stone Island tramite Sportswear Company attraverso l’acquisizione del 100% delle quote del Modena FC, ha cominciato a reinvestire la liquidità, poco meno di 290 milioni di euro, generata dalla vendita di Sportwear Company (detentrice del marchio Stone Island, appunto) al gruppo Moncler. Grandi ambizioni e forte concretezza guidano gli attuali proprietari dei canarini, tant’è che nella prima stagione targata Rivetti il club ha vinto il campionato di C un avvincente campionato contro i corregionali della Reggiana ed aggiudicandosi anche la Supercoppa di categoria, portando avanti ed incrementando una tradizione sportiva che vanta 28 partecipazioni complessive al massimo livello calcistico italiano (ove il miglior piazzamento è un terzo posto nella Serie A 1946-1947). Nel palmarès dei “canarini” si annoverano inoltre la vittoria di due campionati di Serie B – campionato a cui, compreso l’attuale in corso, i gialli contano 51 presenze -, 5 Campionati di Serie C (con 25 partecipazioni alla terza divisione), una Supercoppa di Serie C e, in campo internazionale, due Coppe Anglo-Italiane Nel palmarès della squadra emiliana, oltre alla partecipazione 2 Coppa Anglo-Italiana: (1981, 1982), 2 Campionati di Serie B: (1937-1938,1942-1943), e 2 Supercoppe di Lega di Serie C: (2001 e 2022). Il nuovo corso, come abbiamo visto, è stato da subito vincente e probabilmente il segreto riposa nell’impegno dell’intera famiglia Rivetti alla guida del Club col capostipite Carlo, nel ruolo di presidente, mentre i figli Matteo (amministratore delegato), Silvio e Camilla (consiglieri), oltre ad Ilaria Mazzeo, moglie di Matteo, in qualità di vice presidente. Completa il board in consiglio d’amministrazione il presidente onorario (nonché ex patron con la sua Kerakoll) Romano Sghedoni, unico esterno ai Rivetti ad occupare un ruolo societario di rilievo. Nel programma dei Rivetti, nell’arco di tre anni, c’è la conquista della massima serie, quindi un target piuttosto ambizioso, ma da raggiungere per step.

Per centrare gli obiettivi societari, che per quest’anno sono volti a garantire una tranquilla permanenza in cadetteria, i Rivetti sono partiti da dove avevano lasciato, vale a dire dal regista dell’esaltante promozione, vale a dire il DS Davide Vaira. Un passato da giocatore (squadre minori, tra dilettanti e serie C, senza mai sfondare) poi eccolo dietro la scrivania. Non fa fatica ad ammettere, il giovane dirigente carrarino (classe 1984), che l’interesse a lavorare “dietro le quinte” è nato su Football Manager: “Mi sceglievo tutto l’organigramma, dallo staff tecnico a quello medico – ha dichiarato Vaira in un’intervista rilasciata al sito gianlucadimarzio.com –. Mi impersonificavo nel gioco, stavo attento minuziosamente al budget…”. Dal videogioco però poi si passa alla realtà con la prima chiamata al Rapallo Bogliasco e poi la grande occasione a Siena, a partire dal 2016. In Toscana realizza il suo primo capolavoro senza portarlo, per nostra fortuna, a compimento: nel 2018 i bianconeri raggiungono la finale play-off proprio contro il nostro Cosenza, persa poi – come sappiamo – per 3-1, nella per noi magica notte di Pescara. A giugno 2021 la chiamata del Modena è stata l’occasione per Vaira di migliorarsi con la promozione in Serie B. Un’altra mossa vincente che ha determinato il ritorno dei canarini nella Serie cadetta è stata l’avere affidato la squadra all’esperienza vincente di Attilio Tesser, l’uomo che in carriera aveva già vinto in C sulle panchine di Novara (alla guida dei piemontesi a dire il vero, fu autore del doppio salto, dalla C alla A), Cremonese e Pordenone. DS ed allenatore, di concerto ovviamente con la dirigenza, hanno deciso di condurre una campagna acquisti improntata sulla conferma di alcuni punti fermi, come ad esempio il portiere protagonista della promozione, Gagno, al quale è stato confermato il contratto, ovvero un ex della partita di domani, come Luca Tremolada. Altrettanto non è stato fatto per i giocatori con mercato in serie C, come Di Paola, finito alla Vis Pesaro, Nelli, in prestito al Piacenza, così come accaduto ad Ogunseye sbarcato a Foggia e a Tulissi, che vestirà sì il gialloblu, ma quello della Fermana. Una perdita importante è stata sicuramente quella del centrocampista Scarsella, ceduto a titolo definitivo all’ambizioso Vicenza, mentre Maggioni è approdato alla Juve Stabia. Minesso, Marotta, Ciofani e soprattutto Azzi, potrebbero essere anche loro con le valigie in mano ma, con particolare riferimento all’ultimo, le argomentazioni (8 milioni di euro, queste le richieste dei canarini) devono essere forti per convincere Rivetti a cederlo. Il lavoro di Vaira, tuttavia, si è concentrato anche sui nuovi arrivi, così sono giunti all’ombra della Ghirlandina i prestiti del difensore Cittadini e del centrocampista Panada, entrambi scuola Atalanta, oltre a De Maio dal Vicenza e soprattutto Davide Diaw, arrivato dal Monza. Le operazioni a titolo definitivo, invece, hanno riguardato gli svincolati Seculin e Narciso (entrambi portieri), il difensore Coccia, lasciato libero dal Frosinone, ma soprattutto quel Falcinelli che non ha trovato più spazio nella vicina Bologna. Infine, interessanti le operazioni effettuate a titolo definitivo, che hanno interessato i centrocampisti Gargiulo proveniente dal Lecce e Battistella dall’Udinese, oltre al difensore Coppolaro prelevato dalla Virtus Entella.

Detto delle operazioni di mercato finora condotte in porto da Vaira, di concerto con Tesser ed i Rivetti, andiamo ora a capire l’impianto tecnico-tattico adottato dal tecnico di Montebelluna per far giocare la sua squadra. Intanto, iniziamo col dire che lo schema di gioco – un vero e proprio marchio di fabbrica per il mister veneto – è il 4-3-1-2. Ciò detto, tuttavia, sarebbe corretto parlare di sistemi di gioco, al plurale, giacché se quello indicato è lo schema base, a seconda delle fasi della partita gli schemi cambiano. Così, in fase di possesso, ad esempio si vedono gli uomini disposti secondo un 2-3-3-2 oppure 2-1-5-2, mentre in fase di non possesso i gialli passano ad un più cauto 4-1-2-1-2. Ad ogni modo, i dati più significativi che delineano le caratteristiche del gioco di Tesser sono la bassa percentuale di possesso palla nella maggior parte delle partite, che sale se si contano solo le vittorie, e il numero di gol segnati nel gioco aereo. In fase di possesso la costruzione non viene fatta dal basso, quindi il portiere rinvia quasi sempre cercando la sponda o la spizzata della prima punta o del trequartista, che partono vicini per gli inserimenti di mezzali o seconda punta. La fase di sviluppo del gioco è sempre molto alta a seguito di un lancio lungo o in ampiezza, le mezzali si devono trovare già alte ed accentrate per ricevere una sponda della punta o per recuperare una seconda palla, quindi verticalizzare immediatamente o cercare i due esterni che si sono sovrapposti in ampiezza. Il trequartista si muove liberamente tra le linee di difesa avversaria alla pari dell’altro attaccante, entrambi pronti a ricevere un passaggio filtrante dei centrocampisti o una sponda della prima punta. I terzini secondo i dettami di tesser devono essere larghi e alti, pronti a ricevere palla in ampiezza per andare ai (molti) cross, mentre le mezzali sono chiamate a trasformare le sponde ricevute e le seconde palle recuperate in passaggi filtranti per il trequartista e le due punte, che giocano molto vicini. Il Modena finalizza in diversi modi, alcuni gol sono devono secondo il tecnico arrivare mediante tiri dal limite dell’area, comunque frutto di ripartenze fulminanti con palla subito in verticale. Un’altra via molto cercata è quella dei cross dei terzini all’interno dell’area di rigore, riempita sempre da cinque giocatori. Un dato significativo che mette in risalto la velocità di ripartire dei canarini è il rapporto tra possesso palla e conclusioni. Generalmente, ad un possesso palla di molto a favore degli avversari, il Modena arriva molto spesso al tiro sfruttando recupero palla e ripartenze fatte di verticalizzazioni fulminanti verso la porta avversaria. Per quanto concerne, invece la fase di non possesso i principi sono anche qui molto ben delineati e ben eseguiti dai giocatori in campo. Il compito principale degli uomini di Tesser è quello di chiudere le linee di passaggio centrali, concedendo le fasce laterali. Nella fase di impostazione della squadra avversaria, e quindi di prima difesa, il trequartista marca il regista avversario, mentre le due punte si posizionano davanti ai due difensori centrali indirizzando la giocata sui terzini. A questo punto le due mezzali escono sui terzini avversari per coprire la palla e permettere al terzino sul lato forte ed al mediano di accorciare sulla mezzala e sul trequartista, ed ai due difensori centrali di stringere la marcatura sui due attaccanti. La mezzala ed il terzino opposti stringono verso il lato forte, occupandosi della mezzala opposta avversaria e di dare copertura ai due difensori centrali impegnati nell’uno contro uno. In sintesi, i punti di forza del Modena di Tesser sono la pressione ben organizzata che indirizza la palla sugli esterni procurandosi la possibilità di coprire la palla e di poter giocare sull’anticipo; la forza fisica importante che porta a vincere molti contrasti, a recuperare tanti palloni e a ribaltare velocemente l’azione; il dominio sulle palle alte, sia in fase di sviluppo del gioco che di finalizzazione; il sincronismo perfetto delle catene laterali; il dinamismo dei giocatori offensivi che creano imprevedibilità; infine, una buona occupazione dell’area avversaria con molti uomini. Ovviamente, non mancano i punti di debolezza, sui quali sicuramente Dionigi avrà lavorato in settimana, vale a dire: in fase di transizione negativa spesso la squadra gialloblu è costretta al fallo tattico (occhio ai cartellini); pochissimo possesso palla anche quando non vi è pressione avversaria; il portiere non partecipa mai alla fase di impostazione; i difensori centrali sono spesso uno contro uno; la linea difensiva si schiaccia molto concedendo spazio al limite dell’area; effettuando densità in zona palla, soffre i cambi di gioco rapidi. In conclusione, possiamo riassumere dicendo che il gioco di Tesser è davvero molto ben organizzato e temibile, atteso che punta al minimo rischio dietro, propone aggressività e solidità in tutte le zone del campo, la chiusura delle linee di passaggio avversarie, la ricerca della seconda palla e le forti ripartenze. Sarà una partita dove dovremo stare davvero molto accorti.

Il Modena di Tesser domani al Marulla

Dopo la sconfitta subito in casa contro il Frosinone, mister Tesser ha parlato esprimendo rammarico per le occasioni sprecate, soprattutto nella ripresa, in cui sperava di ripetere la prestazione di coppa contro il Sassuolo (clamorosa vittoria nel derby per i modenesi), ma non ci sono riusciti. Sicuramente un po’ ha pesato l’esordio in B della squadra, quindi l’inesperienza (col Sassuolo, viceversa la mente dei giocatori era più leggera, non aspettandosi, né pretendendo nessuno alcunché) ma siamo certi che domani, una volta rotto il ghiaccio, i canarini saranno pronti a dare battaglia per cercare di strappare punti dalla trasferta in terra bruzia. Una cosa è certa, cioè che Tesser non rinuncerà al suo 4-3-1-2, rimane quindi da ipotizzare quali saranno gli uomini che saranno chiamati dal mister veneto ad interpretare i vari ruoli necessari. In porta non sembrano esserci dubbi circa la presenza in qualità di titolare del fresco di rinnovo Gagno. Davanti a lui i quattro dietro potrebbero essere quelli che hanno già giocato contro il Sassuolo ed il Frosinone, vale a dire il terzino Oukhadda sull’out destro, Cittadini ed il capitano Pergreffi, i due centrali di difesa, mentre il forte Azzi andrà a fare da cursore sulla fascia sinistra. Se il reparto arretrato non comporta dubbi in merito alle scelte di Tesser, altrettanto non dovrebbe essere, invece, per il centrocampo dove Gargiulo è a rischio posto a favore di uno tra De Maio o Battistella, con quest’ultimo, per noi, favorito. Ad affiancare l’ex Udinese, al centro della linea mediana, Gerli potrebbe lasciare il posto a Panada, mentre ad Armellino potrebbe essere preferito Magnino. Infine, nel reparto avanzato, l’unico dubbio potrebbe riguardare la casella del trequartista, dove Tremolada da ex della partita, partirebbe da titolare, invece di Mosti, mentre con ogni probabilità il tandem d’attacco sarà formato dai temibili Falcinelli e Diaw.

In conclusione, come di consueto, andiamo sulle notizie varie e su qualche curiosità. Come ad esempio il dato che vede l’età media delle rose dell’intera Serie B attestarsi su 26,1 anni, mentre il Modena con i suoi 27,5 anni di età media, risulta essere la seconda rosa più vecchia della cadetteria, esattamente al contrario dei Lupi che, con una media di 24,4 anni, è la terza rosa più giovane del campionato di seconda divisione. Altro curioso raffronto riguarda il numero di abbonati dove, sulle ali dell’entusiasmo della promozione, nella città emiliana, dopo una prima chiusura a 5.369 abbonati, per le pressioni della piazza, la Società ha pensato bene di riaprire per qualche giorno ancora la campagna. A Cosenza, invece, nonostante gli entusiasmi di una salvezza arrivata al fotofinish (per l’ennesimo anno!), evidentemente non è stata convinta dalla squadra finora allestita dal Club di via degli Stadi, che veleggia, circa il numero di tessere d’abbonamento vendute, su cifre che si attestano a circa un quinto di quelle sottoscritte all’ombra della Ghirlandina. Gli attenti lettori ormai sanno che un passaggio importante di questa rubrica è vedere com’è considerata la partita dagli specialisti del mondo delle scommesse: a stare con i bookmakers la gara sembrerebbe incredibilmente con i favori del pronostico appannaggio del Cosenza: tra la quotazione della vittoria dei Canarini (su dodici player analizzati le quote per il segno 2 oscillano tra 2,75 e 2,90) e quelle che vedono invece prevalere i Lupi (il segno 1 paga tra 2,48 e 2,65 la posta puntata) c’è poca differenza, quindi è previsto un sostanziale equilibrio tra le due squadre, anche se il pareggio è considerato il punteggio più difficile che esca, secondo gli specialisti del betting (il segno X è dato tra 2,90 e 3,24). Forse i siti di scommesse hanno preso legnate con noi contro il Benevento (vittoria dei lupi quotata a 7,25!) e memori dello scherzetto ora ci vanno più cauti. D’altra parte al San Vito le due squadre non hanno mai pareggiato nelle sei sfide disputate in Val di Crati, avendo noi ottenuto quattro vittorie e due sconfitte. Tuttavia, l’ultima gara che le due formazioni hanno giocato a Cosenza, si è disputata oltre 20 anni fa ed il Modena in quella circostanza conquistò l’intero bottino. La gara di domani, in programma con calcio d’inizio alle ore 20,45 nell’impianto cosentino di via Degli Stadi, sarà diretta da un arbitro esordiente, dunque alla sua prima gara in Serie B, vale a dire Ermano Feliciani della sezione di Teramo. La squadra arbitrale sarà completata dagli assistenti Fabio Schirru della sezione di Nichelino e Marco Ricci della sezione di Firenze, mentre il quarto ufficiale sarà Mattia Pascarella di Nocera Inferiore. Infine, in sala Var e Avar ci saranno, rispettivamente, Gianluca Manganiello di Pinerolo e Stefano Liberti di Pisa. A seguire la partita ci sarà un’ottima cornice di pubblico con sugli spalti almeno 8.000 spettatori. Per scaramanzia non aggiungiamo altro, solo la classica formula di esorcizzazione del barbaro che arriverà all’ombra della Sila: che Alarico sia con noi!

Sapiens

Un pensiero su “#41 WAITING FOR THE BARBARIANS: MODENA

  1. angelo guarascio

    scrivete GUARASCIO VATTENE,,squadra mediocre, non fara’ alcun punto,mancano giocatori di categoria,ma intanto pero’ scommettete sulla vittoria e incassate i soldini per pagarvi le trasferte……………..

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