#43 WAITING FOR THE BARBARIANS: TERNANA

Dopo le due sorprendenti quanto inaspettate vittorie fatte registrare nelle prime gare di campionato, ci ritroviamo a leccarci le ferite per via della sconfitta di Parma, ché sappiamo essere arrivata dopo una partita giocata a testa alta ed alla pari contro una compagine che è sì piena zeppa di campioni, ma che allo stesso tempo ancora non è per ora squadra, non ha ancora assorbito i dettami del proprio allenatore e si è trovata a vincere con noi per un episodio (un calcio d’angolo trasformato in oro dalla deviazione di Inglese, corner peraltro arrivato a seguito di un netto fallo dai nostri subito, ma purtroppo non rilevato dall’arbitro) ma che ha lasciato comunque nel popolo rossoblu buone sensazioni sul piano del gioco, delle motivazioni e degli stimoli, oltre che per quanto concerne l’aspetto squisitamente tattico. Con Dionigi la squadra sta girando bene – devo ammetterlo, ben al di sopra delle aspettative che, dato il suo curriculum, riponevo in lui – e la diligenza tattica ed una buona preparazione atletica stanno riuscendo a sopperire alle carenze tecniche date da una squadra rimasta incompleta e, nei primi turni, scoperta di titolari all’altezza della categoria in alcuni ruoli chiave (a proposito: GUARASCIO VATTENE!). Siamo dunque arrivati alla quarta giornata e si può dire che abbiamo un bottino di punti tale che ci permette di affrontare il “barbaro” di turno con relativa serenità, anche perché si tratta di una gara, la terza su quattro, da disputare in trasferta, quindi senza l’affanno di cercare la vittoria a tutti i costi considerato che gli uomini di Dionigi dovranno recarsi in terra umbra ad affrontare la Ternana.

A Terni i primi calci ad un pallone si fanno risalire già al 1915 quando prese vita il primo progetto pionieristico di società calcistica, l’Interamna Football Club, che assunse questo nomenclatura in onore del nome latino della città. Tuttavia la data vera e propria di fondazione della Ternana, è il 1925: nell’ottobre di quell’anno si fondono due preesistenti società cittadine, il Terni FC e l’UC Ternana nella nuova squadra dell’Unione Sportiva Terni, evento che viene indicato appunto come atto di nascita dell’odierno sodalizio. Nella sua storia conta 2 partecipazioni alla Serie A (la più recente nell’edizione 1974-1975) e 29 in Serie B ed il suo palmares annovera una vittoria di un campionato di Serie B, sei di terza divisione (tra Lega Pro, C1 e Serie C) e la conquista di una Supercoppa di Serie C. Il Club è stato il primo rappresentante dell’Umbria in Serie A, nella stagione 1972-1973, anticipando i cugini di Perugia. La squadra e i suoi calciatori sono noti con il soprannome di Fere, ovvero «belve» o «bestie» in dialetto ternano, ed ha come simbolo societario la figura mitologica della Viverna. L’attuale Società, già Ternana UniCusano, aveva assunto questo nome (oggi tornato al tradizionale Ternana Calcio) dopo che nel 2017 Stefano Bandecchi, proprietario dell’Università degli Studi “Niccolò Cusano” (Nikolaus Krebs, Kues 1401-Todi 1464, giurista, teologo, filosofo, politico, matematico e astronomo tedesco, fu tra i più autorevoli esponenti dell’Umanesimo europeo) ne ha rilevato le quote, cedendo al contempo quelle del Fondi Calcio – Club con cui nel 2014 l’Ateneo telematico di Roma aveva esordito nel panorama calcistico italiano. Scopo dichiarato del patron, è quello di avvicinare la ricerca ad un pubblico vasto come quello del mondo del calcio, ma non solo. La vicinanza dell’istituto universitario privato al mondo dello sport in generale (non solo il calcio, come di seguito vedremo) ha portato ottimi frutti: grazie al ritorno sugli investimenti del Fondi Calcio 1923 prima, della Ternana Calcio spa poi, nel 2020 UniCusano ha perfezionato l’acquisto per tre milioni di sterline di Withersdane Hall un campus nel Kent (UK) – a Wye, nei pressi di Ashford, un’ora circa a sud est di Londra – immerso in nove ettari di parco. Il ritorno sugli investimenti sul calcio, o “l’utile indiretto”, come lo definisce lo stesso Bandecchi, deriva dall’incremento vertiginoso del numero degli iscritti ai ventiquattro corsi universitari di laurea (3.000 euro la quota di iscrizione media), giunti a quota trentacinquemila (+118% nell’ultimo quinquennio), ai quali si aggiungono i tredicimila iscritti negli anni ai 150 master, con il fatturato di UniCusano che in cinque anni di impegno nel calcio, è schizzato da 35 a 85 milioni di euro. Questo spiega perché l’attività sportiva è da sempre sostenuta dall’UniCusano attraverso una serie di progetti che consentono agli studenti iscritti all’Ateneo di avere un contatto diretto con varie realtà sportive di prestigio. Ultimamente, ulteriori investimenti nel mondo dello sport ed in particolar modo attraverso il rapporto controverso con la città di Livorno, di cui Bandecchi è nativo, si è arricchito con la sponsorizzazione da parte di UniCusano, già da un anno, anche all’U.S. Livorno 1915 (squadra di calcio appena promossa in serie D, rinata dalle ceneri del fallimento targato Spinelli) e si aggiunge a quelle della squadra di basket Pielle Livorno e del team di atletica leggera Libertas Runners, sempre della città labronica, tra le cui fila, lo stesso imprenditore aveva praticato atletica leggera, da ragazzo. Scrivevamo, poc’anzi, di rapporto controverso con la città, intanto perché già otto anni fa per a Bandecchi non riuscì di acquistare la squadra di calcio labronica, anche per l’avversione dei tifosi locali della Nord che vedono nell’imprenditore un simpatizzante dell’estrema destra. Ed effettivamente, ultimamente, durante una diretta su Instagram, il patron di Unicusano è apparso con indosso una maglietta dove campeggiava lo slogan “Belli come la vita, neri come la morte”, motto che in origine fu del fascismo repubblicano e che in seguito è stato “riciclato” dei Parà della Folgore. Bandecchi, stigmatizzato per la sua iniziativa da più parti, ha rivendicato i suoi trascorsi proprio nella Folgore e ha detto di sentirsi ancora nell’animo un paracadutista, aggiungendo però di non essere fascista e di essere anzi disposto a portare in Tribunale chi lo accusa di fascismo. “Bandecchi, la nostra città lasciala stare… fascista portaci in tribunale”, hanno scritto gli ultras del Livorno in uno striscione apparso sui muri dello stadio Picchi. Tornando agli interessi ed affari del numero uno della Ternana, non solo education e sport come settori che gravitano attorno all’Università Niccolò Cusano, considerato che il 60enne imprenditore livornese ha creato nel tempo un network di aziende e realtà strategiche ad essa correlate che spaziano dall’editoria (con le testate Cusano Italia TV, Radio Cusano Campus, Cusano Magazine, UniCusano TAG 24, Edicusano) al marketing (UniCusano Shop), alla ricerca (Fondazione Università Niccolò Cusano, Amici UniCusano, CRC UniCusano, Heracle, Naturalia Sintesi) sconfinando persino nel settore food (Cuochissimo S.r.l.).

Tornando al calcio, quindi alla Ternana, dicevamo come Stefano Bandecchi ne avesse preso in mano le redini ormai cinque anni fa, chiudendo l’era Longarini – durata ben 13 anni -, con le Fere che militavano in Serie B. Mezza Fondi Unicusano seguì le sorti del presidente e si trasferì in Umbria ma, nonostante le roboanti promesse del vulcanico numero uno di via della Bardesca, la stagione fu fallimentare, con la retrocessione in C. Poco avvezzo al fallimento, Bandecchi giurò quindi di riportare in cadetteria i rossoverdi e, dopo due stagioni di alti e bassi, alla terza, quella conclusa due anni fa, c’è riuscito, con la sua squadra che ha letteralmente dominato il campionato, stabilendo numerosi (ben 18!) primati per la categoria e riapprodando in B con quattro giornate d’anticipo rispetto alla fine del campionato e bissando la buona impostazione con una B chiusa da matricola al 10o posto in classifica. Il segreto di questo successo, a parte una squadra costruita molto bene (non senza enormi sacrifici economici, visto che a livello economico la Società ha subito perdite per 11 milioni e 778 mila euro), riposa sicuramente nella felice scelta dell’allenatore operata di concerto con il DS Luca Leone da parte del presidente Bandecchi ed individuato, già due anni fa, in un livornese, persona di carattere, come lui (anche se di idee politiche divergenti), nato e cresciuto nel suo stesso quartiere popolare della città portuale toscana (si tratta del quartiere Shanghai, ndr): quel Cristiano Lucarelli che alle pendici della Sila conosciamo molto bene come allenatore sì, da avversario, ma soprattutto come bomber per i suoi indimenticabili 15 gol realizzati con il rossoblu sulle spalle nella stagione ‘95/’96. Anche quest’anno il Club ha confermato la fiducia al mister dei miracoli che ha centrato l’obiettivo di una tranquilla salvezza anche l’anno passato e, con lui, diversi dei calciatori artefici del campionato da record di cui abbiamo detto, dal portiere Iannarilli ai difensori Diakité; poi i centrocampisti Proietti, Paghera passando per Palumbo e Defendi, oltre agli attaccanti Falletti e Partipilo. In buona sostanza è stata confermata l’ossatura di due anni fa, visti i risultati eccezionali raggiunti, con il compito per il Direttore Sportivo Leone di innestarvi dei calciatori di categoria al fine di innalzarne ulteriormente il valore tecnico e rendere la rosa competitiva per la B. Così, l’anno passato sono arrivati in Umbria, tra gli altri, i difensori Ghiringhelli, Sørensen e Martella, il centrocampista Agazzi gli attaccanti Capanni e soprattutto i pezzi da novanta Donnarumma e Pettinari. Su questo già ottima rosa sono stati, nell’appena conclusa finestra estiva di calciomercato, aggregati diversi forti giocatori di categoria. Intanto, si è creato uno speciale asse tre i rossoverdi e la Salernitana che, dopo l’arrivo dai granata del centrale di centrocampo Francesco Di Tacchio a titolo definitivo, ha visto lo speciale binario Campania/Umbria favorire l’arrivo tra le Fere, tutti a titolo temporaneo, di altri tre giocatori: il difensore croato Luka Bogdan, il centrale di centrocampo Mamadou Coulibaly e, l’ultimo arrivato (proprio ieri, nella giornata conclusiva del calciomercato) cioè il difensore centrale Valerio Mantovani. A questi quattro rinforzi poi si sono aggiunti il terzino sinistro Niccolò Corrado 22enne scuola Inter arrivato a titolo definitivo, due 21enni, di cui uno punta centrale, Samuele Spalluto in prestito dalla Fiorentina, e l’altro Gabriele Capanni dal Milan a titolo definitivo. Dalla Lazio sono arrivati il centrocampista Ferrante (definitivo) e la promettente ala sinistra Moro (prestito). Infine due altri elementi di assoluto spessore sono arrivati, entrambi in prestito dal Genoa: l’attaccante Andrea Favilli ed il centrale di centrocampo Francesco Cassata. Un mercato sicuramente molto ambizioso, con Bandecchi che sembra avere alzato l’asticella rispetto all’anno scorso, con diversi acquisti arrivati in rosa a titolo definitivo, a certificare una progettualità che vede lontano. Un roster affidato, dicevamo, nelle mani di Cristiano Lucarelli, che come accadde l’anno passato sta riscontrando delle difficoltà iniziali per cui i rossoverdi si ritrovano dopo tre partite ad avere altrettanti punti, frutto di una vittoria (di misura, 1-0 contro la Reggina) e due sconfitte esterne, l’ultima delle quali ha fatto davvero male (4-1 a Modena), tant’è che il presidente Bandecchi ha regalato dichiarazioni shock che, con l’intento di lamentarsi dei suoi, hanno finito per offendere anche gli avversari: “Una partita come quella di oggi contro una squadra di merda a me fa veramente incazzare”. Il paragone affatto carino e maleodorante è stato evidentemente riferito al Modena. Sono arrivate le “scuse” immediate, con la toppa che è stata quasi peggio del buco: “Il Modena non è una squadra di fenomeni, non è nemmeno una squadra imbattibile. Non è la squadra peggiore del mondo, volevo solo rafforzare il fatto che la mia è una squadra fortemente di merda. Chiedo scusa, comunque non mi è piaciuta manco quella squadra. Ma detto questo i miei sono molto più di merda”. In settimana il vulcanico presidente ha pensato bene di andare a strigliare la squadra, pur confermando la fiducia a Lucarelli che, ci possiamo scommettere, avrà una gran voglia di riscattarsi domani contro di noi. Un problema serio, quello della difesa, per gli umbri, che nella scorsa stagione avevano subito davvero tanti gol (61 reti al passivo, penultima difesa della B, al pari del Crotone e solo dietro al fanalino di coda Pordenone) e che quest’anno sembra, con i 6 gol subiti aver ripreso da dove aveva lasciato l’anno scorso. Ad una difesa vero tallone d’Achille, fa da contraltare l’attacco rossoverde (58 furono i gol messi a segno l’anno passato, 3 nell’attuale stagione) composto da calciatori davvero importanti per la categoria come Falletti, Partipilo, Donnarumma, Pettinari senza dimenticare il genoano Favilli. Insomma, una macchina da gol, che rassicura gli appassionati ternani della nazional pedata!

D’altra parte, per uno come Lucarelli, che nel 2004/05 si è laureato capocannoniere del massimo campionato italiano di calcio, nel quale ha realizzato la bellezza di 120 gol (217 in totale in carriera), la vocazione e la propensione verso la porta avversaria è un fatto naturale, atavico. Anche da allenatore. Così l’ex bomber del Cosenza (dove ha cominciato a segnare in carriera, nel calcio che conta) dispone la sua Ternana in modo spregiudicato, votata all’attacco, con uno offensivo 4-3-3, ovvero nelle sue declinazioni del 4-3-1-2 o (più spesso) 4-3-2-1. A contraddistinguere il modulo utilizzato da Lucarelli è la versatilità, che lo rende adattabile alle varie situazioni di gioco. Per applicarlo correttamente il trainer toscano istruisce i suoi uomini sull’importanza dei movimenti da compiere senza palla. La linea difensiva non si discosta da quella di altri moduli (come il più elementare 4-4-2), contando, davanti al portiere Iannarilli su due terzini (Celli, Corrado o l’adattabile Sørensen  a sinistra, mentre Ghiringhelli, Diakité o Defendi a destra) ed altrettanti centrali (due tra Capuano, Sørensen, Mazzarani, Boben o l’ultimo arrivato Mantovani). I tre centrocampisti, generalmente Palumbo, Di Tacchio e Agazzi, (con i probabili innesti di Coulibaly, Cassata e Defendi, senza dimenticare Paghera) assumono le funzioni di mediani, dovendo collaborare sia in fase di interdizione che di spinta. Il terzetto avanzato è invece composto da due ali (Partipilo a destra e Falletti o Raùl Moro a sinistra, esterni offensivi) e Falletti (o Pettinari) centrale, quando previsto il trequartista, alle spalle della punta centrale, molto spesso Donnarumma (ovvero Favilli, se non lo stesso Pettinari), il quale deve possedere una dotazione tecnica non comune per il lavoro cui è chiamato: oltre alla finalizzazione, deve infatti saper favorire l’inserimento in avanti dei compagni di squadra. Una delle peculiarità di questo sistema di gioco è la propensione delle due ali alla fase d’attacco: esse infatti agiscono sempre alte e larghe e molto spesso vengono schierate a piede invertito per sfruttare i tagli e per essere più pericolose quando vengono a ricevere tra le linee. Ma è anche utile l’interscambiabilità, quando previsto dal modulo, dei due esterni d’attacco, al fine di togliere riferimenti fissi agli avversari. In fase difensiva il modulo utilizzato dalle Fere si trasforma in un 4-5-1 con gli esterni che tornano a dar manforte al centrocampo. La marcatura è ad uomo, con la difesa a quattro in area di rigore ed a scalare nella propria trequarti. Il reparto di difesa è posizionato piuttosto alto e pratica regolarmente la tattica del fuorigioco. La Ternana spesso si difende con nove uomini più il portiere, lasciando il solo centravanti in avanti per le ripartenze, oppure può farlo con otto uomini più il portiere, di modo che anche il trequartista o uno dei due attaccanti centrali possa essere di supporto per il compagno di reparto più avanzato (Donnarumma), in caso di contropiede, quindi formando un 4-4-2. Nella fase offensiva Lucarelli punta tutto sul possesso palla, con movimenti automatici dei giocatori senza possesso del pallone. Così, quando giocano i rossoverdi si assiste regolarmente a tagli delle ali sia sulla perpendicolare al portatore di palla, che sul lato debole del campo (dove non c’è il pallone), nel caso di attacco dal lato opposto. Inoltre viene richiesto l’inserimento di un centrocampista a turno in area di rigore per vie centrali. Il trequartista centrale, quando previsto, è sempre a supporto dell’azione in modo da trovare gli uno-due col portatore di palla o proposizione diagonale sulla perpendicolare dell’ala in modo da creare superiorità numerica sulle fasce. Le sovrapposizioni dei terzini si verificano solo nell’ultima trequarti in modo da lasciare la difesa a quattro anche in fase di possesso di palla. Il terzino sul lato debole deve attaccare lo spazio quando la rispettiva ala taglia in area di rigore. Il centravanti si propone sempre in diagonale con il trequartista centrale in modo da attaccare la sua perpendicolare in caso di passaggio filtrante. In fase difensiva dicevamo, il centravanti è quasi sempre l’unico a restare in avanti e gioca d’appoggio al fine di agevolare l’inserimento da dietro delle ali, per far ripartire il contropiede. Negli schemi offensivi abbiamo visto come il trequartista, o l’altro centrale d’attacco, vada sempre sul lato forte, (cioè dove si trova il pallone) in appoggio al portatore di palla per favorirne l’inserimento o tentare direttamente la via della rete. Quando nello schema sono previste le due ali d’attacco, quella che si trova sul lato debole, taglia verso il secondo palo, mentre quella sul lato forte attacca lo spazio sulla fascia. Il mediano sul lato debole si inserisce centralmente in appoggio orizzontale al centravanti, con il terzino sul lato debole che attacca lo spazio sulla fascia lasciata libera dal taglio dell’ala. Il centravanti, quindi, attacca in diagonale la fascia laterale sulla perpendicolare dell’ala, mentre il mediano che riceve palla, può chiudere la diagonale col terzino sul lato debole, oppure verticalizzare per il taglio dell’ala. Un modulo, in sintesi, piuttosto avvolgente e davvero pericoloso per le retroguardie con cui si misura ma che può, per contro, prestare il fianco alle ripartenze avversarie. In questo Dionigi dovrà essere bravo ad esaltare le doti di ripartenza che uomini come D’Urso, Brignola ma anche Florenzi hanno nel proprio dna. Così come converrà che domani tenga alta la linea della squadra, praticando un pressing alto che gli umbri già dall’anno passato hanno mostrato di patire.

L’albero di Natale di Lucarelli

Nelle prime uscite di campionato Lucarelli ha provato ad imporre il proprio gioco ma ha trovato un’unica vittoria, risicata (1-0) contro la Reggina e due sconfitte nelle altre due gare: la prima, di misura (2-1) contro l’Ascoli, la seconda è la già citata sonora sconfitta in terra emiliana. Ad onor del vero, i rossoverdi a Modena si sono presentati con pesanti defezioni, essendo indisponibili Donnarumma, Martella, Pettinari, Diakitè, Ndir e Coulibaly. Quindi le Fere hanno pagato dazio anche per le numerose assenze, mentre per la sfida contro i Lupi dovrebbero rientrare quasi tutti, tranne il lungodegenti Pettinari, Martella e Celli. Oggi comunque, dopo l’allenamento, Lucarelli diramerà le convocazioni e sapremo chi ce l’avrà fatta e chi no. Rimane il dubbio, anche per questi motivi, sul modulo che il tecnico livornese vorrà adottare per opporsi ai rossoblu. Possiamo allora solo ipotizzare che lo schema che verrà adottato potrebbe essere il 4-3-2-1 (ad albero di Natale) e che la probabile formazione, al netto di infortuni e turnazioni, potrebbe vedere tra i pali il confermatissimo Iannarilli davanti al quale come centrali sarà facile vedere all’opera Capuano e Sørensen, ai lati dei quali Lucarelli sistemerà i due terzini, con Corrado a sinistra, mentre Diakité sull’out destro potrebbe riprendere il suo posto anziché Ghiringhelli (fino all’ultimo in ballo per essere ceduto – ieri – al Sudtirol, in chiusura di mercato). In mediana dovrebbe toccare ancora a Palumbo, Di Tacchio in cabina di regia ed Agazzi, con Coulibaly e Cassata pronti ad occupare anche loro un posto da titolare. Infine, tra i tre che dovrebbero giostrare in attacco non si vedrà il ritorno di Donnarumma, destinato con ogni probabilità alla panchina o, al massimo, uno scampolo di partita da subentrante, mentre il posto di centravanti titolare dovrebbe ancora una volta essere occupato da Favilli. Verosimilmente gli esterni vedranno schierati a sinistra Falletti ed a destra, Partipilo, nostra vecchia conoscenza, anche se solo come meteora in rossoblu, nel lontano 2013/14. Non sarà l’unico ex dell’incontro perché, se come detto Lucarelli ha anch’egli vestito il rossoblu, di fatto il tecnico livornese, squalificato, non sarà della partita, sostituito in panchina dal suo numero due che come il tecnico livornese è un altro ex della partita, avendo indossato la maglia dei Lupi per tre stagioni, dal 1993 al 1996: si tratta di Richiard Vanigli.

Come di consueto, chiudiamo la rubrica con le curiosità. Niente, non c’è niente da fare, la squadra di Dionigi, nonostante l’ottimo inizio, non riesce a conquistare la fiducia dei bookmakers che com’è stato quasi per l’intera scorsa stagione vede i Lupi con lo sfavore del pronostico: la vittoria delle Fere, l’1, è data tra 1,75, con picco massimo a 1,83; il segno X, è pagato da 3,35 e fino a 3,70 volte la posta scommessa; infine il 2 è pagato piuttosto bene, a dimostrazione della totale sfiducia degli esperti di betting sulla possibilità che Larrivey e compagni conquistino la seconda vittoria stagionale esterna, data tra 4,15 e 4,30. I precedenti delle due squadre in terra umbra sono dalla parte rossoverde, considerato che delle 18 sfide giocate al Libero Liberati (l’ultima lo scorso 12 marzo) appena due sono state appannaggio degli ospiti (quella più recente risale a 30 anni fa), mentre le Fere hanno prevalso per otto volte ed il pareggio è arrivato in ben 8 occasioni. Per quanto concerne gli ex della gara, Rigione, Butic e Rispoli hanno in passato indossato la casacca rossoverde, mentre oggi giocano all’ombra della Sila; hanno fatto il percorso inverso in tre (ne abbiamo già fatto cenno): Partipilo, Vanigli e Lucarelli. Passiamo ora alle designazioni arbitrali: a dirigere la gara Ternana-Cosenza, in programma domani alle ore 14:00 nel catino dello stadio Liberati è stato scelto il signor Luca Zufferli di Udine. Il direttore di gara friulano, classe 1990, avrà come assistenti Pasquale Capaldo di Napoli (sbandierò anche in Ternana – Cosenza 2-0 dello scorso 12 marzo) e Andrea Niedda di Ozieri, mentre il IV Ufficiale sarà Filippo Giaccaglia di Jesi. Infine, al V.A.R. opererà Alessandro Marinelli di Jesi che verrà coadiuvato dall’AVAR Marco Scatragli di Pesaro.

Come al solido ci affidiamo al nostro Alarico, perché vegli su di noi!

Sapiens

2 pensieri su “#43 WAITING FOR THE BARBARIANS: TERNANA

  1. Andrea

    Da tifoso ternano posso solo dire che questo Stultus Sapiens è un giornalista con la G maiuscola. Articolo eccellente, preciso, puntuale, esaustivo, lunghissimo ma piacevole da leggere e sempre lucido. I miei complimenti a questa testata e che vinca il migliore tra Ternana e Cosenza.

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    1. Stultus Sapiens

      Andrea grazie per le belle parole ma nessuno dei redattori di questo blog esercita come giornalista. Siamo solo dei semplici tifosi, come te, che scrivono per amore della propria squadra.

      P. S.
      A parte la vittoria anche un pareggio potrebbe andare bene e mettere d’accordo forse entrambi 😉

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