​#105 WAITING FOR THE BARBARIANS: LECCO

Un andamento regolare… finalmente! E’ ciò che abbiamo anelato per l’intera stagione, ma che non ci riusciva mai di raggiungere come obiettivo: due, tre turni di fila al massimo di risultati utili consecutivi, per poi tornare a perdere. Col pareggio di Modena, invece, per la prima volta, in questo ondivago quanto a rendimento campionato rossoblu, abbiamo inanellato quattro risultati utili consecutivi e questo si è tradotto con una classifica che ha consolidato – pur perdendo posizioni e passando dall’undicesimo al tredicesimo posto, essendo stati scavalcati da Bari e Pisa – il distacco dei rossoblu dai bassifondi della zona playout, distante, ora, sette lunghezze. Che è quello che, almeno per ora, ci interessa: una volta raggiunta la salvezza, e strada da fare ne rimane tanta prima di potersi considerare al sicuro, vedremo se ci si potrà togliere qualche ulteriore soddisfazione. Tornando all’attualità, continuo a predicare umiltà perché Caserta di lavoro da svolgere ne ha ancora tanto, se è vero com’è vero ad esempio che il nostro attacco in generale, in trasferta in particolare, è di gran lunga ancora il peggiore della categoria: nelle dodici sfide giocate lontano da Cosenza, i rossoblu hanno messo a segno appena sei reti, mentre il Cittadella, che è appena davanti a noi, penultima in questa speciale classifica negativa, ha messo a referto nove sigilli lontano dal Tombolato. Tuttavia gli elementi di soddisfazione e di positività non mancano, giacché oltre alla già citata continuità, siamo ritornati ad esprimere un gioco che nel girone di ritorno sembra essere finalmente ricordare la gradevolezza ed efficacia d’inizio campionato, un modo di esprimersi in campo grazie al quale è stato possibile mettere nel carniere gli 8 punti conquistati nelle ultime quattro giornate, con una media di due a gara. Meglio di noi, in questo lasso di tempo, hanno fatto solo le primissime della classe (Cremonese e Palermo 10 punti, Parma 9) a certificare la buona condizione fisica e mentale di cui i Lupi stanno beneficiando in questo periodo. Un altro dato che fa stare più allegri e sereni noi tifosi bruzi è quello relativo al rendimento fuori casa (che per noi, avvezzi a seguire il Lupo, regolarmente, in trasferta è una grande soddisfazione!) laddove i rossoblu, col punto conquistato a Modena, hanno raccolto più punti in trasferta (13) rispetto a quanto non abbiano fatto in tutta la stagione scorsa (l’anno scorso, alla fine della regular season, i punti ottenuti lontano dal San Vito furono in tutto 12). Solo che, alla chiusura della stagione, mancano ancora sette gare da disputare fuori casa, quindi il bottino può ancora essere ulteriormente rimpinguato. In più, aggiungiamo anche il fatto che Tutino è davvero in stato di grazia al punto che finalmente i pali non lo tormentano e non lo fermano più, segna con buona continuità, è terzo nella classifica marcatori dietro a Casiraghi e Coda, primi a 12 segnature e Pohjanpalo secondo con 11. Inoltre, il buon Gennarino nostro, si è finalmente sbloccato pure in trasferta, laddove in stagione non era ancora riuscito. Insomma, tanti elementi per i quali essere soddisfatti e che ci suggeriscono che la strada intrapresa è quella giusta, anche se, lo ripetiamo, il lavoro è in corso d’opera e non bisogna mollare neanche di un centimetro perché lo sappiamo che in un campionato indecifrabile e pregno di sorprese come la Serie B non ci si può mai cullare sugli allori e gli scenari sono particolarmente mutevoli, atteso che ci sono a disposizione di ciascuna squadra, potenzialmente, ben 42 punti in palio: alla conclusione della regular season mancano ancora la bellezza di 14 turni. A cominciare dal prossimo, quello di domani, che i rossoblu dovranno affrontare per la seconda volta consecutiva lontani dalle mura amiche, nell’insidiosa trasferta di Lecco.

Per approfondire la conoscenza dei lombardi, di cui abbiamo ampiamente raccontato nella puntata n. 89 (qui il link) di questa rubrica, vi rimandiamo alla lettura di quanto scritto in occasione del match di andata limitandoci oggi, com’è ormai prassi nel girone di ritorno, ad occuparci delle novità da allora intervenute. Nel caso dei manzoniani i fatti nuovi da allora intervenuti non sono pochi, a cominciare dagli aspetti relativi al “manico”, alla conduzione tecnica della squadra. Infatti, subito dopo la partita d’andata, persa dai lombardi in malo modo al Marulla col risultato di 3-0, “cadde la testa” dell’allenatore che era stato l’artefice del loro ritorno – dopo cinquant’anni di assenza – in Serie B: quel Luciano Foschi che però in cadetteria col suo 3-5-2 non era riuscito a replicare il miracolo della stagione precedente, avendo racimolato la miseria di un punto dopo sei partite (la sfida di Cosenza era alla nona giornata di calendario, tuttavia i lombardi, per i noti problemi dell’ammissione al campionato per la burocrazia legata all’omologazione dello stadio, all’epoca si trovavano ancora a dover recuperare tre gare). Da qui la decisione della dirigenza di imprimere una svolta alla propria stagione, dato che al momento dell’esonero del tecnico laziale il Lecco era ultimo in classifica. Come ultimi in classifica sono pure oggi i blucelesti, motivo per il quale hanno esonerato pure il secondo allenatore di questa travagliata stagione. Anzi, i due secondi allenatori, visto che la squadra era stata affidata al numero due di Foschi, nonché ex bandiera e capitano bluceleste Andrea Malgrati, il quale però era privo del patentino, ragion per cui era stato chiamato ad affiancarlo Emiliano Bonazzoli. I due avevano reimpostato il gioco della squadra, presentandosi con un efficace 4-3-3, grazie al quale, prima della sosta sopravvenuta per la chiusura del girone d’andata, erano riusciti ad inanellare risultati positivi che avevano permesso di raccogliere ben 19 punti in dodici partite ed issare i blucelesti fin quasi al di fuori della zona playout. Con l’inizio del girone di ritorno, però, sono arrivate cinque sconfitte di fila che sono costate il posto al tandem di allenatori. Come a chiudere un cerchio, dalla partita di Cosenza (esonero di Foschi) alla partita col Cosenza il Lecco dunque ha cambiato, ancora una volta, la guida tecnica: ora, al capezzale dei malati manzoniani è arrivato un tecnico davvero d’esperienza: stiamo parlando del toscano, 53enne, Alfredo Aglietti. 554 panchine nel suo curriculum, di cui oltre la metà (279) in campionati di Serie B, durante i quali ha allenato, tra le altre, squadre come l’Empoli, l’Ascoli, la Reggina, il Chievo ed anche la squadra principale di Verona, l’Hellas, con cui ha anche ottenuto la promozione in Serie A. Il nuovo tecnico è stato presentato lunedì, giorno della sottoscrizione del contratto che lo legherà ai manzoniani fino alla fine della stagione insieme all’allenatore in seconda César Vinício Cervo De Luca e il preparatore atletico Daniele Sorbello, con opzione per la successiva in caso di permanenza della squadra in Serie B. Nella scelta della nuova conduzione tecnica, il DS Domenico Fracchiolla, di concerto con la proprietà (la famiglia Di Nunno) aveva sondato altre strade in alternativa all’allenatore toscano e tra queste, l’ex rossoblu Davide Dionigi che pare avesse trovato l’accordo, ma è stato messo in subordine ad Aglietti, come “piano b”, se non si fosse trovato un punto d’incontro con quest’ultimo; ma anche Stellone, le cui pretese economiche, però erano ben distanti da quanto messo sul piatto dalla Società di via Don Giuseppe Pozzi. Alla fine, invece, il mister nativo di San Giovanni Valdarno ha accettato le condizioni che gli hanno sottoposto perché, a fronte di un ingaggio per i prossimi 4 mesi per cui si è dovuto accontentare, relativamente modesto, Di Nunno gli ha proposto un rinnovo di contratto, in caso di salvezza, a cifre molto più importanti. Per quest’anno, invece, ciò non sarebbe stato possibile in quanto il budget a disposizione di Fracchiolla è stato ampiamente speso, investito nel mercato di riparazione di gennaio, che ha visto la rosa bluceleste completamente stravolta da circa 29 operazioni tra entrate ed uscite.

Andiamole ad analizzare, allora, tali operazioni di mercato. Dato l’elevato numero di trattative imbastite dalla Società manzoniana, della squadra che appena otto mesi fa conquistava sul campo la B, dopo gli spareggi playoff col Foggia, oggi è rimasto ben poco, essendo rimasti i soli Bianconi, Buso, Celjak, Galli, Lepore e Melgrati. Del gruppo storico, è andato via in quest’ultima finestra di mercato persino il capitano Giudici, finito alla FeralpiSalò, così come Eusepi, andato al Monterosi, Stanga, rientrato dal prestito e dirottato alla Juve Stabia, Marrone alla Cremonese, Battistini, passato al Crotone, Ardizzone e Dalmasso, prestati al Monopoli, Tordini al Padova, Mangni all’Alessandria, Zambataro alla Torres, Boci al Legnago, Donati all’Arezzo, Pinzauti al Renate, Agostinelli al Francavilla, Tenkorang al Foggia, Bonadeo al Modena, dov’è finito pure Di Stefano (che ha giocato uno scampolo di partita proprio contro di noi, settimana scorsa) la cui cessione consente di fare ai blucelesti una plusvalenza importante, da 200mila euro, grazie alla dolorosa cessione dell’attaccante che la scorsa estate era arrivato in riva al Lario a titolo gratuito. Una vera e propria rivoluzione, certificata anche dai tanti arrivi all’ombra del Resegone, tra i quali spicca il nome di quello che è stato il colpo che ha avuto più risonanza mediatica e fatto più scalpore nella sessione del mercato di riparazione in Serie B: Roberto Inglese. Arrivato a titolo temporaneo dal Parma, con sostanziosa partecipazione economica degli emiliani (un po’ com’è per noi nel caso di Tutino) Inglese è una punta centrale di esperienza, classe 1991. Nella sua lunga carriera ha vestito le maglie di Chievo e Parma in Serie A, dove ha raccolto 150 presenze e realizzato 38 reti. Inoltre ha accumulato pure 97 presenze in Serie B con le maglie di Pescara, Carpi e lo stesso Parma, nelle file del quale, quest’anno non ha mai giocato, esordendo in campionato nell’attuale stagione proprio col Lecco, tre settimane or sono. Ma gli arrivi di un certo spessore non si fermano qui, essendo stato ingaggiato anche l’esperto portiere Lamanna dal Monza, il forte difensore centrale Elio Capradossi, prelevato a titolo definitivo dal Cagliari, il giovane (20 anni) terzino destro scuola Roma, Louakima, il difensore Ierardi, prelevato dal Vicenza, il centrocampista Frigerio, prelevato dal Foggia, l’esterno di sinistra, proveniente dal Südtirol, Gabriel Lunetta, l’ala destra arrivato dalla FeralpiSalò, Vittorio Parigini, Salomaa, anch’egli un’ala destra arrivata in prestito dal Lecce, così come dalla squadra salentina sono pure arrivati il difensore Smajlovic e l’ala sinistra Listkovski. Inoltre registriamo pure le numerose operazioni riguardanti le punte centrali che, arrivate tutte in prestito, assieme ad Inglese hanno completamente cambiato il volto all’attacco bluceleste: parliamo di Eddie Salcedo, dall’Inter e Beretta dal Foggia. Davvero tante operazioni, che hanno finito per stravolgere il profilo della rosa dei manzoniani, nella speranza di cambiare il corso di questa stagione, per ora davvero negativa, come dichiarato pochi giorni fa dal DS Fracchiolla in occasione della presentazione di Aglietti: “Il presidente ha dato la possibilità di fare un ulteriore sforzo, non sta lesinando nulla e sta dimostrando la voglia di salvare a tutti i costi la categoria: le proveremo tutte, per noi mantenere la categoria viene prima di tutto. La famiglia Di Nunno ci è sempre vicina, oggi hanno accolto il mister. Vogliamo invertire la rotta”. Il messaggio alla piazza è ora quello di stringersi attorno alla squadra e sostenerla, anche perché delle quattordici gare rimaste, il Lecco ne giocherà otto in casa e, a sentire il DS, a livello mentale tutti dovranno azzerare tutto quanto vissuto finora ed iniziare un mini campionato con obiettivo salvezza. Il rimescolamento delle carte per quanto riguarda la rosa e l’arrivo del nuovo tecnico vanno letti proprio in quest’ottica di reset generale e di ripartenza con rinnovata fiducia.

Vedremo se Aglietti sarà in grado, in così poco tempo, di amalgamare i nuovi arrivati con chi è rimasto, conoscere le caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione e trovare un sistema di gioco capace di sfruttare al meglio le qualità dei suoi uomini migliori, esaltandone i pregi e correggendone i difetti. La difesa è senza dubbi il reparto che peggio ha reso finora nel girone di ritorno, considerato che nelle cinque partite finora disputate dopo la sosta, quelle che hanno determinato l’esonero del duo Malgrati/Bonazzoli di cui in precedenza s’è detto, i blucelesti hanno incassato oltre tre gol di media, avendo subito l’impressionante numero di 17 reti. E’ da lì che il nuovo tecnico vorrà e dovrà partire col suo lavoro. E che la difesa sia il punto da cui partire e su cui ha le idee più chiare, l’ha palesato già in occasione della sua presentazione, martedì scorso, quando a domanda precisa sul metodo di gioco che vorrà utilizzare, ha così risposto: “Di sicuro giocheremo con la difesa a quattro. Poi in avanti si può variare, nel mio percorso ho usato diversi moduli dal 4-4-2, al 4-3-3 o il 4-3-1-2. Dipende tanto dalle caratteristiche dei giocatori che devo ancora conoscere e capire quale sarà il vestito migliore per questa squadra ma non escludo niente per adesso, considerando anche che il tempo è poco.”. Quel che è certo è che se nell’ultima gara casalinga, quella giocata e persa nel derby disputato contro la Cremonese sembrava che la squadra stesse rispondendo alle sollecitazione della panchina ed aveva sfoderato una prestazione incoraggiante, in rottura e controtendenza con le deprimenti tre gare precedenti, nella partita successiva, quella dell’ultimo turno, disputata a Bari, si è vista nuovamente una squadra fragile e leggera, spenta fisicamente e soprattutto mentalmente. Ecco, una cosa su cui Aglietti dovrà provare da subito ad incidere sarà la condizione psichica dei suoi, il cui morale è certamente sotto i tacchi non solo per posizione di classifica e risultati, ma anche per il rendimento e la scarsa incidenza del gioco espresso. Sicuramente il tecnico, che da buon “toscanaccio” ha il suo bel caratterino e non le manderà certo a dire ai suoi nuovi giocatori, ai quali chiederà oltre che qualità e organizzazione che magari verranno più in là, quando i suoi dettami tattici verranno assorbiti dalla squadra, in questa fase iniziale soprattutto dedizione e sacrificio: “Mi dicono che ho un brutto carattere. Ma ho un carattere, ecco. Non penso sia vero, quando sono in campo do il 110% e pretendo altrettanto: quando non vedo questa cosa, io lo dico e magari qualcuno non se lo vuole sentir dire. Ai calciatori dirò delle cose nelle quattro mura, ma fuori li difenderò sempre: non sono un sergente di ferro, sono una persona con un carattere“. Ergo domani, se c’è ovviamente incertezza circa l’abito tattico che il primo Lecco di Aglietti vestirà per affrontare i nostri Lupi, non c’è dubbio che i suoi uomini suderanno la maglia e sfodereranno una prestazione fatta di grinta e agonismo. Speriamo che i nostri non arrivino con la pancia piena (quattro risultati utili consecutivi sono un buon bottino, lo dicevamo in premessa, ma non ci può certo cullare sugli allori ed accontentarsi) e non affrontino la gara molli e presuntuosi solo perché affronteranno l’ultima della classe, perché le motivazioni che il nuovo tecnico manzoniano saprà trasmettere ai suoi potranno agevolmente colmare il gap tecnico che pensiamo, obiettivamente, esserci tra le due squadre. D’altra parte in Serie B le motivazioni fanno davvero la differenza e determinano l’andamento delle partite. Quindi attenzione!

Al suo esordio sulla panchina del Lecco, Aglietti si presenterà con un 4-4-2?

Poco sopra si è parlato anche di aspetti tattici e moduli che potrebbero essere utilizzati dal neo allenatore dei blucelesti. Assodato che per sua stessa ammissione la difesa verrà schierata a quattro, a vedere come in passato ha disposto in campo le proprie squadre, viene fuori che il rombo, il 4-3-1-2 è di gran lunga il suo modulo di elezione, quello più utilizzato in passato. Ma in rosa, un vero e proprio trequartista manca, quindi il rombo dovrebbe avere, nel ruolo chiave di vertice alto, un adattato così come pure nel ruolo del vertice basso, manca quel play che sistemandosi davanti alla difesa potrebbe fare da filtro e raccordo a centrocampo. Nondimeno il 4-3-3 che era pure, come detto il modulo assunto dalla precedente gestione, Malgrati/Bonazzoli, è un sistema di gioco adoperato in carriera da Aglietti, dunque potrebbe essere papabile, se il tecnico non vorrà troppo disorientare la squadra. Tuttavia, in simili circostanze, fare le cose semplici con un modulo tra i più classici ed equilibrati, tipo il 4-4-2, potrebbe essere nelle idee del mister giacché questo sistema di gioco prevederebbe una maggiore copertura (abbiamo detto quanto i problemi maggiori riguardino la fase difensiva), sfrutterebbe comunque due punte centrali di peso, così come i due cursori laterali, ruoli nei quali i manzoniani presentano diverse valide soluzioni. Sulla base di questa idea di gioco, proviamo ad ipotizzare un possibile starting eleven per i blucelesti domani, premettendo che è tutto un rebus, un vero e proprio terno al lotto, come si suol dire e le nostre sono soltanto ipotesi, non potendo contare su uno storico e considerando che il nuovo trainer non ha mai allenato nessuno dei giocatori oggi a sua disposizione. L’unica certezza per il Lecco è che domani dovrà fare a meno del portiere che era stato acquistato al mercato di gennaio per fare il titolare: Eugenio Lamanna, infatti, per circa un mese e mezzo, a causa di una lesione mio-tendinea del retto femorale destro, sarà in infermeria piuttosto che sul rettangolo verde. Al suo posto dovremmo vedere schierato Melgrati, anche se il n. 1 bluceleste non sta disputando un buon campionato ed ha sul groppone la bellezza di 30 gol e soli due clen sheet. D’altra parte, l’ex rossoblu Umberto Saracco non offre maggiori garanzie, anche se di clean sheet ne ha tre all’attivo e gol ne ha incassati 15, ma rispetto al compagno ha giocato poco più della metà dei minuti. Ad ogni modo, davanti al pipelet che verrà prescelto, i quattro a formare la linea di difesa potrebbero essere Capradossi e Celjak come centrali (ma anche Bianconi e Ierardi si giocano le loro chance di partire dal primo minuto, ovviamente dipenderà da condizioni fisiche ed impressioni ricavate da Aglietti) mentre sulle corsie laterali, a destra crediamo che difficilmente il tecnico di San Giovanni Valdarno vorrà rinunciare a chi, con 6 assist e 3 gol stagionali all’attivo è probabilmente il migliore elemento tra i suoi, quanto a rendimento: parliamo di Franco Lepore. Sull’altro versante, non esistendo in rosa un vero terzino sinistro di ruolo, Bonazzoli adattava Caporale (che, pur essendo un mancino naturale, di ruolo sarebbe un centrale di difesa) il quale, tutto sommato, in quella posizione non si è disimpegnato male, per cui potrebbe esservi confermato, a meno che Aglietti non voglia posizionare sull’out di sinistra, a piede invertito, uno dei tanti terzini destri presenti in rosa (Lepore e Celjak a parte, perché probabilmente impiegati altrove, ricordiamo nel ruolo pure i giovani Louakima e Lemmens). In mediana gli uomini con maggiore qualità in rosa sono senza ombra di dubbio Crociata e Ioniță, ai quali crediamo che l’allenatore manzoniano non vorrà rinunciare, posto che molto forte e candidato per un posto lì in mezzo ci potrebbe essere anche il giovane Frigerio. Gli esterni di centrocampo potrebbero essere uno più offensivo su un lato e l’altro un po’ più bloccato sull’altro: se questa sarà la scelta dell’allenatore dei blucelesti allora da un lato potremmo vedere l’ala destra Vittorio Parigini, mentre sull’altro versante il centrocampista di sinistra Lunetta. Se Aglietti vorrà avere un atteggiamento più aggressivo, al posto di quest’ultimo potrebbe essere schierata l’ala sinistra polacca Listkowski. Infine, il tandem d’attacco potrebbe essere davvero di peso ed importante per la categoria, se venisse composto da Inglese, in tandem con Novakovich. Attenzione, però ai vari Giacomo Beretta, Salcedo e Nicolò Buso.

In chiusura di rubrica, come al solito ci dedichiamo alle curiosità che riguardano il match. Sarà che in entrambi i precedenti disputati tra le due squadre in riva al Lario, l’ultimo dei quali risale a 60 anni fa, i locali si imposero per 1-0, fatto sta che i bookmakers, nonostante il divario esistente a livello tecnico ed in classifica (ben 9 punti separano le due squadre) assegnano incredibilmente una leggera preferenza nel pronostico ai padroni di casa. Il divario è minimo eh, sia ben chiaro, tuttavia l’1 è pagato da un minimo di 2,55 ad un massimo di 2,70 con pochissima oscillazione; il pari (X) è il risultato ritenuto meno probabile a verificarsi, quotato com’è da 2,95 a 3,25; infine il 2 con la vittoria esterna degli uomini di Caserta, che paga da 2,68 fino a 2,80 volte la posta giocata. Eppure pare non si tenga conto dello stato di forma delle due squadre, che contrappone gli zero punti conquistati nelle ultime cinque dai manzoniani, contro gli otto dei silani, i quali sono in serie positiva – l’abbiamo rimarcato in premessa – da quattro turni consecutivi, come mai fatto in precedenza in questo campionato, a fronte della striscia negativa che dura da cinque turni per i blucelesti. Si aggiunga, inoltre, che tra le mura amiche i manzoniani hanno perso ben sette volte incassando la bellezza di 20 reti: non un cammino lusinghiero, a fronte di un discreto bottino fuori casa conquistato dai Lupi, che hanno raccolto lontano dal Marulla addirittura tre punti in più (13) di quanto i padroni di casa abbiano incamerato al Rigamonti – Ceppi (10 punti). Tuttavia, se è vero che classifica, rendimento delle due squadre rispettivamente in casa e fuori, nonché loastato di forma dicono che il Cosenza potrebbe approfittare di questo turno per incamerare punti preziosi, non bisogna al contempo fare l’errore di sottovalutare l’avversario perché c’è un Lecco ferito che è alla ricerca di punti importanti per lasciare l’ultimo posto in classifica ma soprattutto che grazie all’esordio del proprio allenatore, potrebbe ottenere dai propri uomini, desiderosi di mettersi in mostra una prestazione significativa, fatta di orgoglio e sacrificio. Partita delicata, dunque che è carica di significati dall’una e dall’altra parte: vedremo chi avrà più motivazioni, più carattere e riuscirà ad aggiudicarsi l’intera posta in palio, posto però che tutta la pressione ce l’avranno addosso i lombardi, quindi i nostri potranno giocare con più calma e meno ansie: speriamo che questo si traduca effettivamente in un vantaggio per Tutino e compagni. Il match, in programma domani pomeriggio con calcio d’inizio alle ore 14,00 nell’impianto lecchese di via don Giuseppe Pozzi 6, intitolato a Mario Rigamonti, calciatore del “Grande Torino” (e prima ancora del Lecco) morto nella tragedia di Superga nel 1949 e a Mario Ceppi, il presidente più vincente nella storia del club bluceleste, valido per la 25a giornata del campionato 2023-24 di Serie B, verrà arbitrato dal giovane (35 anni) Daniele Perenzoni direttore di gara appartenente alla Sezione Aia di Rovereto. Il fischietto trentino è stato chiamato a dirigere la gara di domani, ma la designazione, quanto a precedenti, scontenta entrambe le Società: sotto le sue direzioni arbitrali, infatti, né il Cosenza, tanto meno il Lecco hanno mai conosciuto vittoria. La giacchetta nera di Rovereto ha tre precedenti con i blucelesti, battuti due volte (Ponte San Pietro 3-2 Lecco del 2018 e il recente Sampdoria 2-0 Lecco) e fermati sul pareggio a Modena a inizio stagione (0-0). Per quanto riguarda i Lupi stesso, identico, score: due sconfitte (con la Ternana 1-3 in casa in questa stagione e la passata a Parma, 1-0 per i ducali con gol ralizzato da Inglese, che oggi milita proprio nel Lecco) ed un pareggio per 1-1 a Cittadella nel novembre 2022. Il 35enne ha arbitrato 9 gare di Serie B in stagione, distribuendo 48 cartellini gialli (5,3 in media), 2 cartellini rossi e 3 calci di rigore. A coadiuvarlo saranno Emanuele Prenna di Molfetta in qualità di primo assistente, mentre il secondo assistente designato per la gara è Claudio Barone di Roma 1. Completa la squadra arbitrale on field il quarto ufficiale, Francesco Burlando di Genova, mentre nella sala VAR on-site, vale a dire direttamente allestita nel Rigamonti – Ceppi ritroveremo una vecchia conoscenza come Luigi Nasca di Bari che si avvarrà dell’assistenza di Orlando Pagnotta di Nocera Inferiore. Un ultimo dato su cui vogliamo soffermarci è quello relativo alla cornice di pubblico attesa all’ombra del Resegone: stando alle medie di affluenza stagionali sugli spalti del Rigamonti – Ceppi, ragionevolmente c’è da attendersi oltre quattromila spettatori, tenendo conto che il settore ospiti, che come sempre accade quando il Cosenza gioca fuori casa sarà caldo e coloratissimo, dovrebbe finire sold-out, visto che mentre scriviamo è stata superata quota 750, e mancano una sessantina di tagliandi per registrare il tutto esaurito (823 cuori bruzi): c’è tempo ancora fino alle 19,00 di oggi per accaparrarsi gli ultimi tagliandi rimasti. Se non è amore questo!

Per concludere, compiamo il nostro consueto rito scaramantico affidandoci al talismano cui questa rubrica si ispira: che Alarico ci assista e propizi un risultato positivo per il Lupo.

Sapiens

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