#107 WAITING FOR THE BARBARIANS: PARMA

Forse il turno di stasera arriva in un momento davvero opportuno, perché la striscia di cinque risultati utili consecutivi malamente interrotta venerdì sera, nel bel mezzo della festa per il 110° compleanno, ad opera di una Sampdoria vera e propria bestia nera dei nostri colori (in dieci incontri ci hanno battuti per sette volte lasciandoci le briciole raccolte in tre pareggi: mai una vittoria!). La sconfitta del San Vito ha spento l’entusiasmo dei quasi quindicimila che non erano lì solo per vedere i giochi di luci preparati per la festa del compleanno, ma che pregustavano di rientrare, almeno per una notte non solo nella parte sinistra della classifica, ma addirittura tra le prime otto, quelli cioè che si giocheranno a fine stagione un posto al sole, una vetrina in massima Serie. Brusco risveglio invece: la Samp continua a fare la bestia nera e ci regola in un fazzoletto temporale durato appena tre minuti (dal 23’ al 26’ del primo tempo) restituendoci tutte quelle polemiche che dalle parti nostre non riescono mai a scomparire del tutto, ma continuano ad ardere sotto la cenere, finché non arriva un Pirl(a)o qualsiasi a riattizzarle ed a fare divampare nuovamente il fuoco. Così ecco che Caserta torna a diventare nell’immaginario dei più un allenatore incapace, quando invece noi crediamo semplicemente che sia un tecnico nella media, con i suoi difetti (sicuramente rigido e testardo nell’insistere con un unico, leggibilissimo dagli allenatori avversari, modulo e che difficilmente riesce a leggere la partita in corso ed a fare cambi che possano tatticamente mettere in difficoltà l’avversario di turno) che si trova a gestire una rosa anch’essa nella media. Attenzione che, non perché abbiamo avuto negli anni passati delle squadre allestite in modo osceno, a causa degli improponibili budget stanziati dal lucrativo padrone, e poiché quest’anno finalmente s’è visto qualche buon giocatore di categoria (l’attacco effettivamente, sulla carta, è ottimo!) significa che siamo una squadra che può ambire al salto di categoria. Perché s’è visto, ad esempio, che se un Meroni ti manca (ma che cos’ha? Si può degnare la Società di farci sapere quali sono i problemi che attanagliano il difensore, che finora non ha visto il campo in nessuna gara del 2024?) e viene meno persino colui il quale dovrebbe essere un semplice rincalzo, lo squalificato Venturi, la rosa è particolarmente deficitaria se ti devi presentare con i soli Camporese – che errore sul gol di Darboe – e soprattutto l’acerbissimo quanto inadeguato Fontanarosa, che s’è perso la marcatura di un De Luca che fino a quel momento non segnava neanche con le mani. E così pure in attacco, dove non s’è capito se è vero o meno (perché portare in panchina un giocatore inutilizzabile?) che Marras abbia sofferto effettivamente di un risentimento muscolare visto che già domenica si è regolarmente tornato ad allenare in gruppo e mancando lui, Canotto non è stato all’altezza del compito, tantomeno il subentrato Antonucci. Stesso ragionamento per Forte, ormai l’ombra del bomber che è stato in passato (appena due gol stagionali da noi) del quale prende il posto Crespi, un altro ragazzino per il quale, ancora, la Serie B non è cosa sua! Insomma, prima di criticare Caserta, andiamo ad analizzare per bene se questa squadra è così forte ed equilibrata come sostenuto da più di un tifoso e non solo. Già, perché puntuale come un gatto nero che ti attraversa la strada, il presiNente Guarascio poco prima dell’inizio della gara con i blucerchiati, aveva dichiarato di voler puntare ai playoff. Non è che solo perché quest’anno invece dell’ultimo o penultimo budget per monte ingaggi della B ha messo sul piatto (aumentandolo di circa 1,5 milioni di euro lordi rispetto al passato) il quintultimo si possa automaticamente pretendere di fare i miracoli e pretendere di fare come chi spende due o tre volte tanto. Lo sappiamo che la posizione in classifica non risponde necessariamente al valore degli stipendi dei tuoi uomini, però è indicativo e se su 20 squadre in 14 spendono più (non necessariamente meglio sia ben chiaro) di te, beh, potrai scavalcarne quattro o cinque, se ti va bene, ma sempre otto o nove davanti te ne rimangono. Certo, il rammarico rimane, perché è il primo anno che abbiamo assistito ad un po’ di normalità nella gestione della stagione sportiva e pure noi stessi, che di “professione” facciamo i tifosi avendo licenza di sognare, la bocca buona ce la siamo fatta, perché a dire il vero è il primo anno che finalmente affrontiamo ogni partita senza provare l’orripilante sensazione – avvertita in tutti e cinque i precedenti anni di B – di partire sconfitti al cospetto degli avversari prima ancora di averli affrontati. Prova che in fondo, l’operato di Caserta, pur con tutti i limiti – suoi e dell’organico di cui abbiamo detto -, non è poi così male come lo si vuole far credere. Il turno infrasettimanale di questa sera, ad esempio, sarebbe proprio una di quelle partite che negli anni passati avremmo affrontato con una rassegnazione totale, visto che andremo a far visita alla capolista, ma la sensazione di poter dire la nostra, sia pur coscienti che si tratti di una partita al limite del proibitivo, in cuor nostro c’è. E di seguito ne spiegheremo anche le motivazioni tecnico tattiche, che ci fanno pensare di non partire già sconfitti al cospetto del Parma.

Sapete già che, in occasione della gara disputata nel girone d’andata, abbiamo analizzato vari aspetti dei nostri prossimi avversari, come la loro storia, la struttura societaria, la rosa e gli aspetti tecnico-tattici. Non vi ritorneremo su, dunque, pertanto chi avrà voglia di approfondire tali argomenti è invitato a cliccare il seguente link e verrà prontamente reindirizzato alla puntata 97 di questa rubrica, dove si è appunto parlato in modo diffuso ed approfondito dei Ducali. Oggi, in occasione della gara di ritorno, com’è consuetudine ci limiteremo a trattare delle novità che sono nel frattempo intervenute dallo scorso 16 dicembre. Intanto, le partite più importanti il Parma non le sta giocando solo sul campo, ma anche per il campo: il prossimo mese, quello di marzo, sarà determinante per i Crociati, perché compresa la partita di stasera, ne dovranno giocare quattro che, in caso di consolidamento della classifica, diranno se le ambizioni di promozione diretta, finora quasi mai messe in discussione in stagione, saranno confermate o meno; per quanto riguarda l’altro aspetto, la partita si sta svolgendo a livello istituzionale, col Club di Kyle Krause impegnato nella burocrazia necessaria alla realizzazione del nuovo stadio Tardini. La Società è da tempo impegnata infatti nell’iter che porterà alla realizzazione del restilyng dell’impianto di Viale Partigiani D’Italia, ma bisogna prima superare l’ostacolo della Conferenza dei Servizi, che ha chiesto molti chiarimenti rispetto ad aspetti procedurali, per quanto riguarda il progetto e la realizzazioni dei lavori. Si tratta di circa centocinquanta richieste su aspetti prettamente tecnici, alle quali il Parma ha risposto fornendo un ricco dossier integrativo alla prima domanda, in attesa del semaforo verde, a cui seguirà finalmente l’iter che porterà all’apertura del cantiere, per la chiusura del quale si attendono tempi non del tutto brevi. Motivo per il quale, la squadra dovrà traslocare per un certo periodo in un nuovo impianto per le partite interne ed una possibilità sembra possa essere Piacenza. Un altro fronte che riguarda le infrastrutture è quello aperto per il training center di Collecchio, dove il Parma – dopo aver rilevato dallo stesso Comune e da privati i terreni necessari – ha intenzione di realizzare un Centro Sportivo di dimensioni davvero notevoli, che strizza l’occhio alla sostenibilità ambientale, riqualificando l’area e dedicandone parte alla cittadinanza, visto che l’idea è quella di costruire un centro polifunzionale che abbia fruibilità anche all’esterno. Perché una parte sarà dedicata esclusivamente al Club, un’altra ai cittadini, motivo per il quale il Comune di Collecchio sta favorendo l’iter necessario anche qui all’inizio dei lavori. Insomma, un quadro generale che vede i Crociati impegnati su più fronti, perché il lato sportivo, con l’eventuale promozione in A, è di importanza strategica, ma anche le ristrutturazioni, ampliamento e modernizzazioni di stadio e centro sportivo sono asset fondamentali per la valorizzazione, la crescita e lo sviluppo del Parma Calcio, che porteranno a circa 500 milioni l’impegno profuso da Krause in soli tre anni dal suo approdo sulla Via Emilia.

L’aspetto tecnico, dunque ed il proseguimento della stagione sportiva nel ruolo di capolista, è trainante per tutto il resto. La conquista della Serie A è determinante nel cammino e nel futuro del Club, quindi non è consentito sbagliare, in casa crociata e considerato che la squadra si sta comportando molto bene in campionato (attualmente è in testa alla classifica con 7 lunghezze di vantaggio sulla seconda), si è deciso di aderire al famoso adagio che recita: squadra che vince, non si cambia! Così la pensa il tecnico, Fabio Pecchia, di concerto col DS Mauro Pederzoli ed il Managing Director Sport, Roel Vaeyens: tutti hanno ritenuto la rosa all’altezza della situazione per gli obiettivi che il Parma deve raggiungere, per cui di comune accordo si è deciso di toccare meno cose possibile all’interno di ingranaggi che funzionano alla perfezione. Si è deciso pertanto di operare poco in questo gennaio in entrata, se non operazioni minori e di secondo piano e in uscita, con poco di più. Andiamo a vedere di cosa si è trattato. Tre le operazioni portate e termine dal club crociato, annoveriamo gli acquisti di due giovani, presi perlopiù per rimpolpare la squadra Primavera, vale a dire il centrocampista Andrija Burcar dall’NK Rudes e l’attaccante Kristaps Mosans, dal Metta. L’operazione che ha riguardato i ducali che ha avuto più eco e fatto più clamore mediatico è stata una cessione: quella di Roberto Inglese, andato in prestito al Lecco. Altri movimenti di minore entità hanno interessato l’attaccante Lanini, finito a Benevento oltre al giovane portiere Piga (Borgo San Donnino) e all’attaccante Sementa spedito a Desenzano. Stop. Null’altro. Diciamo che il vero merito della società crociata, nell’ultima sessione di mercato è stato piuttosto resistere agli attacchi portati avanti sui suoi gioielli migliori da alcune pretendenti. Così ad esempio il Club ha rispedito al mittente le offerte avanzate dal Valladolid per Colak e dal Corinthians per Hernani; così come, dopo le prime sirene (leggi Milan e Juve), ha subito tolto dal mercato elementi come Bernabé, Man e lo stesso è successo per Benedyczak. In particolare con gli ultimi due, la dirigenza crociata sta cercando di rinnovare i rispettivi contratti, per entrambi in scadenza a giugno 2025. Rinnovi che sono già andati in porto, invece, per elementi come Osorio, Bonny e Sohm. Insomma, la Società di Borgo Venti Marzo si sta portando già in proiezione futura, in una parola, sta programmando (termine sconosciuto alle nostre latitudini).

Quello su cui hanno puntato i Crociati quest’anno è un organico molto giovane, proprio per garantirsi una proiezione orientata al futuro grazie alla valorizzazione di giovani già di grande qualità. Si spiega così il secondo organico per età media dell’intera Serie B (24,6 anni, secondo dietro al solo Spezia, primo con 24,2 anni medi dei suoi calciatori) ed il terzo posto quanto ad età media dei giocatori effettivamente scesi in campo, dietro a Samp ed il solito Spezia. La differenza del Parma rispetto ai due club liguri, però, è che la squadra emiliana non sta pagando dazio per l’inesperienza dei suoi titolari in erba, visto che i terribili ragazzini crociati guidano la classifica, quella vera, quella che conta, praticamente da inizio del campionato. Merito senz’altro del tecnico 50enne nativo di Formia, Fabio Pecchia, sul quale Krause ha puntato forte ed al quale è stata data fiducia e continuità, nonostante l’anno passato non avesse raccolto poi granché. In realtà, l’allenatore laziale l’anno scorso stava seminando e, si sa, i giovani bisogna saperli aspettare: oggi sta raccogliendo i frutti del gran lavoro portato avanti. Ha eletto a suo modulo preferito il 4-2-3-1 con il quale i suoi ragazzi sembrano particolarmente confidenti ed attraverso il quale il suo undici riesce ad esprimersi davvero molto bene, soprattutto in principio di partita. Infatti, nei primi 15 minuti di gioco, il Parma è davvero molto letale, essendo riuscito a mettere a referto in questo campionato ben dieci segnature. Partenze sprint per questa squadra, speriamo che Caserta ne tenga conto e non si sbilanci sin da subito perché i Crociati sono fortissimi nelle ripartenze (al contrario nostro, che siamo la terzultima squadra in questo fondamentale con appena otto azioni d’attacco di questo tipo, più solo di Spezia che ne ha totalizzati sei e Reggiana, sette). E che l’atteggiamento dei ducali vuole proporsi sin dal primo minuto con sfrontatezza e pressione, lo conferma anche lo stesso Pecchia, che ieri in conferenza stampa ha dichiarato: “Noi dobbiamo continuare a lavorare così, entrare in campo con il piede sull’acceleratore. Non credo di trovare di fronte una squadra che abbia voglia di rinunciare a giocare, anzi credo che sarà una partita molto aperta. Al di là del loro atteggiamento, il nostro dovrà essere lo stesso e con lo stesso spirito”. Magari a Caserta non converrà domani un assalto all’arma bianca, una carica alla baionetta, perché lasciare scoperte le retrovie, con gli uomini veloci e tecnici che si ritrovano sarebbe davvero fatale per noi. Tuttavia, è pur vero che con le squadre che ci lasciano campo, che ci permettono di giocare ed esprimere le nostre trame (il pensiero va al Palermo, ma anche al Venezia, per esempio) siamo più efficaci e pericolosi. Per spuntarla, però, domani dovremo trovare il giusto equilibrio e rasentare la perfezione, soprattutto in fase di non possesso.

Il 4-2-3-1 di Pecchia

Ma come vorrà schierare i suoi, stasera, il tecnico di Formia? Considerato che in conferenza stampa ha dichiarato che “Il nostro approccio deve essere uguale, a prescindere dall’atteggiamento del Cosenza”, c’è da aspettarsi che anche l’aspetto tattico prescinderà dalle scelte di Caserta e che quindi Pecchia vada dritto per la sua strada presentando i suoi con l’ormai collaudato 4-2-3-1, di cui abbiamo già accennato in precedenza. Quel che è certo è che, a partita in corso, l’allenatore crociato adatta la squadra alle situazioni tattiche che si sviluppano sul campo, mostrando attitudine ad adattare le proprie idee ai cambiamenti di situazione durante il corso delle partite (che è invece la caratteristica di cui parrebbe difettare il nostro tecnico, un po’ troppo rigido sulle sue posizioni), come da lui stesso ammesso: Trasformismo? Sì, ogni partita è diversa dalle altre e anche nella stessa partita ci sono tante diverse situazioni. Quindi la capacità della squadra di sapersi adeguare, di sapersi adattare mantenendo solida la nostra identità e filosofia”. C’è da dire che è anche fortunato per quanto riguarda la disponibilità pressoché totale dei propri giocatori, non avendo infortunati nel suo organico (squalificato il solo Estévez che era in diffida ed a Como ha rimediato un giallo) da cui potrà attingere a proprio piacimento, a differenza del suo collega silano. Magari, visto il turno ravvicinato giocato intensamente a Como in uno scontro diretto, quindi particolarmente impegnativo sul piano fisico e nervoso, potrebbe concedere un po’ di riposo a qualche elemento uscito anzitempo acciaccato dal Sinigaglia. Come Man e Bendyczak giusto per citarne un paio, anche perché da qui a quattro giorni sarà nuovamente campionato, quindi un po’ di turnover potrebbe essere strategico. Proviamo ad immaginare allora lo starting eleven che il tecnico dei ducali potrebbe schierare stasera in opposizione ai nostri. In porta, nessun dubbio circa l’utilizzo dal primo minuto di Chichizola, davanti al quale i centrali di difesa potrebbero essere Osorio (Balogh tirerebbe, così, un po’ il fiato) e Circati. Sugli esterni difficile vedere l’impiego di Ansaldi, sono in tre a giocarsi i due posti disponibili, vale a dire i favoriti – secondo noi – Di Chiara a sinistra ed il capitano Del Prato a destra, con Coulibaly che però ha pari opportunità di partire dal 1’ anche lui. Vedremo. In mediana Cyprien insidia Bernabé al quale tuttavia non crediamo Pecchia voglia rinunciare, considerato che l’estroso play spagnolo è andato in doppia cifra di partecipazioni attive in questo campionato, con 6 gol e 4 passaggi vincenti al suo attivo. Al suo fianco potremmo rivedere Hernani, ma anche Sohm è più che un’alternativa. In realtà, proprio Sohm potrebbe trovare sistemazione al centro della trequarti ed ai suoi lati potrebbero stavolta partire dall’inizio Partipilo a destra e Mihaila sul versante opposto, a sinistra. Se dalla rifinitura di stamattina invece dovessero risultare pienamente riabilitati e senza strascichi da Como, ovviamente Man e Benedyczak sono i titolari. Per il ruolo di punta, infine, Se la giocano Bonny e Charpentier, con quest’ultimo che scalpita per ritornare a partire da titolare. Tra qualche ora ne sapremo di più.

Siamo in chiusura di rubrica, ma prima bisogna trattare delle curiosità che riguardano il match. Intanto, c’è da dire che il Parma è da due turni consecutivi che non riesce a sconfiggere i Lupi (una vittoria ed una sconfitta) senza, per giunta, riuscire a realizzare neanche una rete. Per contro, dopo la pesante sconfitta patita a Modena per 0-3, è un mese e cinque partite di fila che a Chichizola non riesce di ottenere dei clean sheet. Ciò detto, ricordiamo che i Crociati hanno una difesa di tutto rispetto, che è la quarta migliore del torneo e che in fondo ha incassato tre gol meno di noi. Cambia invece decisamente la musica quando si parla di gol all’attivo, visto che i parmigiani hanno segnato ben diciannove reti in più di noi e sono, con quarantanove realizzazioni l’attacco più prolifico della categoria, con 14 calciatori andati a rete. Inoltre, se è vero che non ci sconfiggono da due turni consecutivi, come si diceva, è altrettanto vero che sono imbattuti in casa contro di noi in Serie B, avendo ottenuto nei sette precedenti giocati al Tardini, cinque vittorie e due pareggi. E che lo stadio di Viale Partigiani D’Italia sia un vero e proprio fortino inespugnabile o quasi, è certificato dal fatto che è un anno esatto, cioè dal 28 febbraio 2023 (Parma – Pisa 0-1) che i Ducali non perdono tra le mura amiche. Si tratta di una lunghissima striscia che dura da ben 19 turni (playoff inclusi) che non trova pari in Italia e che in Europa segue solo i record di squadre come Liverpool (25 turni imbattuti all’Old Trafford); Manchester City e Atletico Madrid (entrambe a 24). Dunque il Cosenza se stasera vorrà espugnare la casa del Parma, sarà chiamato ad una vera e propria impresa contro pronostico. A proposito di previsioni di risultato, ovviamente nel mondo delle scommesse il Cosenza è dato per spacciato: i bookmakers infatti, su tredici siti di scommesse da noi analizzati, assegnano all’1, favorevole al Parma, quote decise e poco oscillanti tra 1,57 e 1,62; il pari, segno X, è dato tra 3,75 e 4,00; mentre l’affermazione in trasferta degli uomini di Caserta, il 2 premierebbe decisamente di più lo scommettitore e con maggiore incertezza, da un minimo di 5,25 ad un massimo di 6,20 volte la posta puntata. Una curiosità è costituita dal fatto che nella partita d’andata, giocata al Marulla il club emiliano festeggiò il suo 110o compleanno e quasi rovinammo loro la festa (fu 0-0), sorte che ironia ha voluto sia toccata in modo ancora più nefasto a noi, nella stessa identica ricorrenza, venerdì scorso, con festa rovinata del tutto, visto che come detto in premessa la Samp con noi ha vinto. L’incontro di stasera, che varrà per la 27a giornata del campionato Serie BKT, si disputerà allo stadio “Ennio Tardini” di Parma, con calcio d’inizio alle ore 20:30 e verrà diretto dal signor Manuel Volpi della sezione di Arezzo coadiuvato dagli assistenti Edoardo Raspollini di Livorno e Domenico Palermo di Bari, mentre completerà la squadra arbitrale in campo, il quarto ufficiale, Matteo Centi di Terni. In sala VAR, invace Paolo Silvio Mazzoleni di Bergamo avrà l’assistenza ai monitor di Francesco Meraviglia di Pistoia. Per quanto riguarda i precedenti del direttore di gara con le due squadre, col Cosenza Volpi ha il record di partite dirette: undici (con nessuna altra squadra professionistica ha questi numeri). Di queste gare, in quattro di esse i Lupi hanno trovato la vittoria (le più memorabili, il playoff vinto al Marulla col Sudtirol ed il recente 4-2 col Venezia), altrettanti sono stati i pareggi, mentre tre le sconfitte. Al Parma invece il fischietto di Arezzo ha diretto solo quattro partite, in cui gli emiliani hanno ottenuto due vittorie un pareggio ed una sconfitta. Ultimo dato che vogliamo fornire è quello relativo all’affluenza di pubblico. Mediamente nell’impianto parmigiano quest’anno hanno assistito ai mach dei Crociati non meno di diecimila spettatori, con punte che hanno superato le diciottomila unità come in occasione del match giocato contro la Sampdoria (contro la quale si è pure registrato il nostro temporaneo record, anche se verrà polverizzato già domenica prossima, quando al San Vito arriverà il Catanzaro, ma questa è un’altra storia) con una media stagionale che si attesta su poco meno di tredicimila spettatori. Stasera però, considerato che si tratta di una infrasettimanale e che la serata è prevista particolarmente piovosa, non si dovrebbe registrare un pubblico record. Pensiamo attorno alle undicimila unità arricchite, e questo il dato più eclatante, da ben 539 supporters dei Lupi (il sottoscritto compreso) che, nonostante le deterrenze di cui sopra, la brutta sconfitta con la Samp di quattro giorni fa ed il derby ormai prossimo (sul quale in molti – soprattutto i fuori sede – hanno puntato le proprie risorse economiche, di tempo e di ferie) non hanno mancato neanche in questa circostanza di aver dimostrato tutto il proprio attaccamento ed il proprio amore verso i propri colori. Come sempre, anche stasera il settore ospiti sarà coloratissimo e caldissimo, a dispetto pure del clima avverso.

Concludiamo la rubrica come da rito, invocando Alarico perché ci assista nel respingere l’assalto del barbaro di turno e magari ci regali un’insperata felice sorpresa, chissà, confezionata dal grande ex, Tutino!

Sapiens

Un pensiero su “#107 WAITING FOR THE BARBARIANS: PARMA

  1. Un tifoso gialloblù

    Qui da Parma. Bell’articolo ma devo fare qualche precisazione e soprattutto qualche riflessione. Per quanto riguarda lo stadio, non sarà propriamente un restilyng ma bensì un rifacimento totale (con abbattimento dell’attuale impianto); ed è proprio per questo che si dovrà migrare (si spera ancora in una soluzione in provincia con stadio provvisorio costruito con materiale da riciclare). Per quanto riguarda la partita, a parte le vostre considerazioni, la nostra speranza (perlomeno la mia), leggendo qua e là i vostri commenti, si fonda proprio sulla considerazione che non partite spacciati, anzi molti pensano di venire a Parma a fare il colpaccio. Ecco spero che anche i giocatori del Cosenza abbiano questa consapevolezza e giochino sicuri di un risultato positivo. Questo sarebbe un grande, grandissimo vantaggio per noi, che sappiamo benissimo della difficoltà della partita, ma se giochiamo concentrati e rispettosi, non dovrebbe esserci partita. Diversamente, potremmo anche inciampare. Ah dimenticavo: bravo il vostro presidente per il monte ingaggi, tenuto conto che l’ingaggio più alto lo paga proprio il Parma. Quel Tutino che a Parma non correva e che questa sera probabilmente darà l’anima al diavolo pur di segnare. L’ultima considerazione: vi auguro di centrare i playoff, il vero limite della vostra squadra è dipendere da pochi giocatori e questo alla lunga paga. Senza i gol di Tutino il Cosenza farebbe un altro campionato. Buona gara a tutti e che vinca il migliore.

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