AL BUIO

E così, per la seconda volta in stagione e ancora per due a zero, Vivarini raccoglie contro il Cosenza molto di più, a mio modestissimo parere personale, di quanto aveva seminato e meritato, e riporta il Catanzaro al successo al San Vito come non accadeva dagli anni ’80.
Evito di cedere alla tentazione di scrivere no, così no. Perché ci sono molti modi per perdere un derby – la partita che si doveva vincere a ogni costo – ma innegabilmente il Cosenza NON sceglie uno dei peggiori, anzi. La squadra rossoblù sfodera indubbiamente una prestazione di carattere, convincente almeno sul piano del ritmo, crea palle gol, e mette in fila una discreta serie di rimpianti e soprattutto recriminazioni: perde subito Tutino per infortunio (proprio contro il Catanzaro e dopo pochissimi minuti: ma si può essere più sfortunati?) e per giunta in quella che è la prima palla gol dei Lupi, con il bomber che aggira la difesa ospite e la mette in seria difficoltà; subisce gol al primo tiro in porta (nato da una punizione dubbia per non dire inesistente), reagisce bene ma sbatte contro la malasorte, chiama Fulignati a parate importanti, colpisce l’ennesimo palo stagionale – e con questo siamo a 18 -, si vede annullare ingiustamente (sempre a mio modestissimo avviso) un gol regolarissimo e poi espellere frettolosamente Venturi, per un intervento che come minimo non era da secondo giallo e col centrale che aveva comunque preso il pallone.
Temevamo che avremmo rimpianto la designazione di Fabbri, col quale ci aveva sempre detto male e sempre avevamo avuto di che lamentarci con lui, e le paure si sono rivelate fondate. Non che l’arbitro sia il solo responsabile della sconfitta, per quanto una grossa fetta spetti a lui: la difesa non è stata attenta sul gol del vantaggio ospite, i cambi di Caserta dopo l’inferiorità numerica non hanno convinto (non era meglio passare al 3-4-2, con Frabotta braccetto insieme a Camporese e Fontanarosa, Marras e Florenzi sulle fasce e il resto invariato?) e, come detto, la solita dose di malasorte ha fatto decisamente il resto, ma diciamolo a bassa voce.
Sul gol annullato a Calò c’è tanto da dire. Sul cross di Gyamfi, Mazzocchi e Fulignati vanno sul pallone. Mazzocchi salta sul posto, Fulignati gli salta addosso. Il portiere del Catanzaro arriva sul pallone e lo respinge, sbatte su Mazzocchi e palesemente si lascia cadere mentre Calò raccoglie e mette nella porta vuota. Fabbri a quel punto – e solo a quel punto, col pallone già in rete – fischia un’inesistente carica sul portiere (per giunta fuori dall’area piccola…). Diranno a Catanzaro che giustamente l’arbitro deve fischiare solo a fine azione, per non inficiare con un errore e un fischio sbagliato un’azione eventualmente non fallosa che porta al gol, perché se fischiasse subito poi la VAR non potrebbe correggerlo: giustissimo, ma allora perché non c’è stato nessun check alla VAR?
Non c’era fallo su Fulignati e il gol del pari era meritatissimo.


Viene così la seconda sconfitta consecutiva interna nella seconda partita happening consecutiva tra le nostre mura, ma è molto diversa da quella patita contro la pallida Samp di quest’anno. Resta l’impressione di una squadra, però, incapace di cogliere le occasioni che le si offrono in stagione, e di presentarsi col vestito buono negli appuntamenti importanti.
Una discussione profonda deve avvenire a tutti i livelli, un ragionamento che non tralasci nulla. Doveva essere fatto da diverso tempo, perché questi interrogativi lasciano sbigottiti da tutta la stagione ed è assurdo che restino inevasi.
Perché questo Cosenza è spesso double face, venendo meno nelle grandi occasioni?
Perché è la stessa squadra che poi va a dominare in casa del Parma capolista?
Perché si resta con due soli centrocampisti, anche quando non c’è Marras?
Perché si sceglie sempre di esporsi ai contropiede avversari?
Perché questa squadra ha problemi caratteriali?
Perché ha difficoltà contro difese schierate?
Perché, per restare a oggi, si scelgono sostituzioni conservative? Conservative di cosa, dello svantaggio in casa nel derby? Togliendo tra l’altro uno dei migliori?
E poi, soprattutto: perché quando succede a noi di restare in inferiorità numerica crolla il mondo, mentre se succede a Pisa (due volte, andata e ritorno), Parma (due volte, andata e ritorno), eccetera, l’avversario non sembra risentirne e anzi addirittura subiamo il gioco e le palle gol altrui e talvolta persino la rimonta, quando siamo in vantaggio?
Forse stasera Caserta sarà sulla graticola. Dispiace, perché – tocca ribadirlo – succede al termine di una gara che il Cosenza, ma si è liberi di dissentire, assolutamente non meritava di perdere e anzi forse ai punti si è fatto per lunghi tratti preferire. Ma era il derby, era LA partita. Caro Caserta, in una circostanza del genere, quando si perde, non basta applaudire l’impegno e dire peccato, andando oltre.
Non basta proprio.

NubeDT

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