LA ZONA MORTA #133- VOGLIA E VOLONTA’.

Ma che ca°*° di voglia c’è?” Mister Campanaro (sfogo)

Oramai, qualsiasi analisi sul momento che stiamo vivendo, è abbastanza superflua. L’unica ricetta che ci può portare lontano dalla zona playout – ed alla salvezza – passa solo per la volontà e le gambe dei nostri giocatori. Tutto il resto rimane un contorno abbastanza ininfluente alla fine dei risultati che dovremo cogliere. E’ solo sul campo da gioco che si determinerà il destino della nostra squadra. Possiamo incitare, stimolare e pungolare quanto ci pare i nostri giocatori, ma è solo in quei 90′ minuti che si vedrà se questo gruppo ha la voglia di rialzarsi. A tal proposito credo sia utile capire che, arrivati ad Aprile, sia ora di capire cosa sta succedendo nella stanza dei bottoni della nostra Società. Se qualcuno non ha ben chiara la tempistica, ad Aprile le Società – a prescindere dall’andamento e dagli obiettivi del loro campionato – stanno già preparando l’organizzazione della stagione successiva. Ora, che quest’anno si sia provato ad imbastire una squadra di livello, è indubbio. Le tempistiche sono state anche piuttosto veloci per come la storia di Guarascio e la sua gestione ci hanno abituato. Perciò nulla da dire, su questo aspetto il tantinello meglio c’è stato. Va però considerato che alla fine non è bastato, e la classifica è lì a dimostralo senza possibilità di smentita. E’ fin troppo evidente – e quest’anno è stato certificato – , che anche se riesci a fare una squadra di categoria, vanno tenuti in considerazione molti altri aspetti a livello organizzativo perché la Società riesca a girare alla perfezione nei suoi meccanismi esecutivi. E così, spiace dirlo, non è stato nemmeno stavolta. Quindi cosa si può fare? Intanto va evitato, come siamo soliti dal 2011, di resettare tutto e ricominciare da zero a Giugno.

Comunque vada, alcuni aspetti che possono aver illuso per come erano salite le aspettative, vanno mantenuti. Quindi non è tutto da buttare, anzi. Se veramente si vuole crescere, vanno semplicemente regolati determinati meccanismi interni per correggere solo quello che non è andato. Tanto per capirci, Tutino lo vogliamo tenere o no? Veramente servono altri 13 gol per comprendere quanto Gennaro possa essere il perno su cui ripartire – assieme a Micai e pochi altri – nel gruppo che verrà affidato a Viali la prossima stagione? E non tiriamo fuori la balla del prezzo! E’ fin troppo chiaro che l’investimento sul nostro numero 9 – oneroso o meno a secondo del diritto di riscatto che abbiamo fissato questa estate – , se ben supportato porterà solo benefici nei prossimi (minimo) 5 anni. Ma questo è solo uno dei tanti aspetti. Di fatto, qui l’unica reale svolta che si attende è quella se la tanto sbandierata voglia della Società di fare meglio, diverrà finalmente volontà! Mi spiego meglio. Il raggiungimento di un obiettivo passa inevitabilmente per la pianificazione di varie fasi da superare, soprattutto critiche, che siano sportive, di business o personale. Ora, dopo più di 12 anni tutti, tifosi e Società, sappiamo benissimo cosa va fatto. Quello che però rende effettivamente reale quell’obiettivo è il passaggio da voglia a volontà. Perché la volontà permette di tramutare in azione la voglia, e siccome ogni anno ci sentiamo dire che la voglia c’è – almeno a parole – è ora di scoprire le carte e vedere la volontà. Ho messo ad inizio pezzo una frase del mitico Mister della Pro Cosenza per vari motivi. Ma quello che mi piace di più è pensare che in quello sfogo verso un ragazzino arrivato troppo tardi ci sia dietro una lezione che tocchi tutti quelli che hanno realmente un obiettivo da raggiungere. Se lo vogliono VERAMENTE raggiungere.

Avere voglia non significa che porterai a termine un desiderio, ma solo che stai cullando un desiderio. Questo però va portato dal piano astratto a quello pratico, concreto. E siccome non si può più dire che Guarascio sia un neofita del calcio, è chiaro anche lui di cosa bisogna dotarsi. La politica dei piccoli passi, vera e propria foglia di fico di questa proprietà, è caduto da tempo. 6 anni in B con una retrocessione, due playout e tanta, troppa sofferenza, sono la risposta più evidente a questa manfrina del non fare il passo troppo lungo. Come visto, nemmeno una squadra sulla carta tantinello migliore è bastata a salvare questa filosofia. Bisogna adeguarsi, strutturarsi e dotarsi di tutti gli strumenti necessari, altrimenti non si migliora. Arrivare alla cima con una macigno del genere comporta tanta fatica e sacrifici. Una cosa che noi tifosi abbiamo sempre accettato. Ed infatti siamo sempre stati pronti a manifestare la nostra volontà di farlo nel supportare la squadra. E le braccia per sostenere quel peso le abbiamo sempre messe, appena potevamo. Se qualcuno non l’ha notato, quest’anno le presenze sono calate. Brutto segnale, perché è indice di una voglia che si sta tenendo lontana. Ma è anche un segnale che stavolta tocca all’altra parte, cioè a chi guida la Società, di mostrare che la volontà dietro la voglia sia veramente reale, e non un mero gioco di dichiarazioni ad effetto. Tocca salire ad un livello superiore, e la salita adesso sarà più ripida. Il macigno sarà ancora più grosso e pesante in queste condizioni, ma era prevedibile. Soprattutto se si vuole ragionare col solito sistema padre/padrone che non amplia e fortifica la struttura societaria quando serve. E va fatto adesso. Quindi, presa per buona la voglia, che volontà c’è caro Guarascio?

Sinn Feìn

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