LA ZONA MORTA #136 – CHIUDIAMO LA PRATICA.

La vengeance est un plat qui se mange froid.” Pierre Ambroise François Choderlos de Laclos

Un bel respiro. Una cosa che serviva.  Una conferma che chiude molte paure, anche se non è finita. Ma siamo sinceri, da adesso in poi basta pochissimo per la salvezza. Il famoso centimetro che può essere metro di Gemmi è  cosa quasi fatta. In quel “quasi”  però rimangono km di rimpianti. Non voglio tornare sul punto che ho aperto la volta scorsa. Ma ieri, guardando la classifica, per una volta non sono riuscito a staccare gli occhi dal settimo e ottavo posto.
Ho messo l’immagine apposta. È abbastanza difficile guardarla senza notare che al momento quelle che se la stanno giocando per i playoff sono Brescia e Sampdoria. Ad ora il distacco è solo di 4 e 5 punti.  Proprio quei punti che si sono presi con noi. Sarebbero bastati due semplici pareggi in casa con loro per avere il oggi il finale che ci eravamo prospettati da inizio stagione. Da settembre andavamo dicendo che la squadra era buona, ma peccava di personalità. E non si può dire che i crolli improvvisi non siano stati dettati dalla mancanza di carattere nei momenti topici. Da settembre si pensava che fosse da play-off – il che non vuole dire che saremmo andati ai play-off, ma semplicemente che potevamo giocarcela.- ed i risultati a quattro giornate dalla fine dicono che la previsione non era così sballata. E che i rimpianti per l’occasione persa aumentano.

Ma non è finita, e siamo ancora costretti a guardare indietro. La gara col Bari sotto molti aspetti ha riassunto in 90′ un trend tipico delle nostre partite di quest’anno. Abbiamo iniziato benissimo, mettendo i galletti all’angolo con due gol e sfiorandone altrettanti. Poi ci siamo fermati. E come al solito abbiamo rimesso tutto in discussione. I 25′ finali del primo tempo sono stati una tortura, con la nostra squadra incomprensibilmente schiacciata a subire un palo, una pressione continua ed un gol evitabilissimo. La ripresa non è iniziata meglio, con un altro palo dell’ex Nasti – quest’anno quasi tutti i nostri ex ci hanno segnato, eh? – fino al meraviglioso gol di Calò su punizione. In conferenza Viali ha parlato del fatto che voleva dare continuità a Reggio Emilia, quindi ha preteso che la squadra non entrasse molle per poi provare a reggere l’urto dopo la nostra sfuriata iniziale. Alla fine – con la disposizione tattica, i cambi ed un po’ di sofferenza – siamo riusciti a spuntarla. Ma è evidente che quella lacuna di cui parlavo fin dall’inizio è un grosso limite. Un limite a cui il Mister sta provando a dare una soluzione provvisoria per chiudere la stagione. Un limite che, purtroppo, ci ha condizionato tutto l’anno.

La vera, inconfutabile colpa della gestione Caserta a questo punto è stata l’integralismo tattico. Il non voler aver messo in discussione determinate scelte di uomini e modulo, anche quando alla fine era troppo evidente. Tutte le problematiche che hanno attanagliato questo gruppo erano potenzialmente gestibili – in assenza di giocatori leader di carattere in campo – , se si fosse trovato una soluzione tampone per dare fiducia e tranquillità ai giocatori in alcuni momenti del match. Da due settimane leggo di un Calò rigenerato col passaggio del centrocampo a tre, per la maggiore facilità di gestire la palla e proporsi quando serve. Vero, ma personalmente sabato non ho avuto occhi che per Antonucci. Così come va riconosciuto a Caserta l’aver dato una collocazione ideale – anche come qualità di gioco – ad un elemento come Voca, altrettanto va detto sulla posizione di mezzala trovata a Viali su Antonucci, che mi ha lasciato di stucco. Non ero convinto che mettere l’ex Roma lì avrebbe sortito benefici. Invece la sua qualità – in una zona del campo dove non solo può ricevere più palloni, ma deve anche riprenderseli – è stata finora impressionante. Quello che da alcuni era stato descritto come un giocatore ad intermittenza, svogliato in alcuni frangenti, da mezzala si sta rivelando un valore aggiunto notevole.

La partita con l’Ascoli arriva alla fine di un breve, ma serrato, percorso che può permetterci anche solo con un punto di chiudere la paratica salvezza e salutare il finale di campionato serenamente. i 6 punti (e gli 8 gol fatti) che abbiamo racimolato nelle ultime due partite ci hanno ridato vigore e pericolosità che ormai tutti gli avversari ci riconoscono. Mancheranno Micai e Venturi, e forse pure Tutino. Assenze pesanti, soprattutto quelle del nostro bomber e del portiere. Però possiamo comunque dire la nostra in questo turno infrasettimanale. Ci sono bene tre squadre a 37 punti – tutte a cinque punti di distanza da noi – , ed è improbabile che tutte e 3 chiuderanno con altri 9 punti in più alla trentottesima giornata. Una di queste 3 è proprio l’Ascoli. Squadra in piena lotta che però, come sempre, non va sottovalutata. Per cui è importante cercare di mostrare fin da subito il volto e la tenacia che abbiamo espresso nelle ultime partite, e uscire dal Del Duca sarà certamente fattibile. Un punto ci darebbe la matematica tranquillità, il totale controllo del nostro destino. In più mercoledì scenderanno due ex stagionali. Cioè Viali e Forte. Ambedue erano arrivati nel Piceno con grandi speranze prospettive. Ambedue avevano iniziato questa stagione lì. Ambedue sono stati cacciati in malo modo. L’attaccante, che ormai pare rigenerato dalla cura Viali, ha anche un altro anno di contratto con la squadra bianconera, anche se incombe una possibile squalifica per lui. Il mister, che a Cosenza è riuscito a ritrovare la sua dimensione, può emettere una sentenza definitiva sul destino dei picchi, oltre che vendicarsi adeguatamente del trattamento ricevuto. La frase che messo ad inizio pezzo – una frase che ha molti padri, ma che preferisco nella versione dello scrittore francese – sta a significare proprio questo. In un momento molto caldo, un “piattino” del genere sarebbe perfetto. Soprattutto per ristorare un po’ il nostro campionato di rimpianti.

Sinn Feìn

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