UN SORRISO PER LA STAMPA

Risulta particolarmente divertente, curioso e in fondo anche istruttivo assistere in questi giorni alle capriole dei giornalisti cosentini – in special modo quelli sportivi -, fino a ieri (quasi letteralmente) ossequiosi con un presidente che li ha presi a pesci in faccia, accondiscendenti con un direttore sportivo che a quanto pare può fregiarsi del titolo di migliore della categoria (e portarselo a Cremona dove già sta piantando le tende, naturalmente, mentre la nave affonda) e soprattutto generosi e comprensivi nei confronti di un allenatore che evidentemente ha potuto far pesare di più, sul piatto della bilancia, il suo essere cosentino (ancorché della provincia) nonché ex bandiera dei Lupi da giocatore, rispetto a un ruolino stagionale farcito di tre vittorie interne in tutto il campionato (zero nel girone d’andata) – appena sei in totale.

Tutto in gloria, tutti bravi, tutti belli, sia mai aizzi la piazza contro il padrone del vapore e i manovratori del treno – fin quando, però, il treno purtroppo per tutti non ha finito la sua resistibile corsa contro un muro. Lo schianto durissimo della retrocessione.

Come cambiano le cose, allora. Com’è tutto diverso oggi. Tutti i giornalisti locali si affannano a vantare un diritto di primogenitura su ogni possibile critica “mossa in tempi non sospetti”. Loro lo avevano detto. Tutti. All’improvviso le tempistiche societarie della gestione sportiva sono diventate inaccettabili, “noi avevamo avvisato il presidente che non si fa calcio in questo modo”. Forse gli avete telefonato in privato? Perché in quanto giornalisti sarebbe stato meglio semmai che lo scriveste sulle vostre testate, pubblicamente. Se lo avete fatto non se ne è accorto nessuno.

Ci provano, però, andando alla ricerca col lanternino di frasi possibilmente interpretabili come critiche, estrapolate dagli articoli più disparati (spesso scritti ieri l’altro).

Al Diesse si rimproverano oggi certi ingaggi insensati e fuori luogo. Polemica sterile, del resto: lo sappiamo tutti che col budget messo a disposizione da Guarascio ci si può avvicinare solo a giocatori in declino e/o in cerca di rilancio dopo un infortunio che li ha fermati per parecchio tempo (e molti sono venuti a Cosenza senza ancora averlo smaltito). Attaccare Trinchera su questo lascia un po’ il tempo che trova, o no?

Forse gli si potrebbe chiedere lumi, piuttosto, su quello che disse nell’inverno 2020 un certo calciatore (venuto qui già con passo e movenze da ex) prima di andar via dopo essere stato ceduto nel mercato invernale; o sul perché abbia pervicacemente inseguito proprio Mbakogu per tanto tempo fino a riuscire finalmente a ingaggiarlo. Ma quello relativo al super bomber africano è un argomento spinoso per i nostri solerti giornalisti: troppi di loro hanno parlato di colpaccio di mercato e magnificato i risultati – definiti strabilianti, pare di ricordare – dei suoi test medici, fisici e atletici. Qualcuno ha anche magnificato la lungimiranza della società, che “non ha fatto lo stesso errore commesso con Rivière, stavolta il Cosenza si è riservato un’opzione per altri due anni di contratto dopo la scadenza dei sei mesi per cui è stato ingaggiato”. Col senno di poi si potrebbe dire che tanta lungimiranza è stata sprecata col centravanti sbagliato – e che l’errore fatto con Rivière resta gigantesco.

Ma tutti quelli tra noi che scrivono su questo blog lo dicevano anche col senno di prima, e anzi imploravano la società di non perdere tempo a provinare il buon Jerry e che provvedesse piuttosto a ingaggiare un centravanti davvero utile alla bisogna. Ma altro che semplice provino: Mbakogu, come sappiamo tutti, è stato proprio ingaggiato. Poco sotto c’è un post in cui più diffusamente si parla di quella vicenda, quindi qui si può anche solo chiudere il discorso.

Vengono poi le critiche all’allenatore. Adesso sì: saltano tutti fuori a scagliarsi contro Occhiuzzi, la cui fede rossoblu non basta più per fare da schermo. Ancora una volta – e noi del blog la primogenitura la possiamo dimostrare: è tutto nero su bianco nei post del forum CosenzaUnited – noi lo dicevamo da sempre. Fin dall’estate scorsa, quando ringraziavamo profusamente l’allenatore per la salvezza miracolosa conquistata comunque in condizioni irripetibili (tre mesi di stop per covid e valori totalmente stravolti alla ripresa) e in ogni caso ringraziavamo più forte Asencio, Baez, Casasola, Bruccini e soprattutto Rivière. Ringraziavamo anche l’allenatore – e si diceva già allora sul forum quello che i giornalisti sportivi cosentini hanno scoperto oggi: che Occhiuzzi era troppo impreparato e inesperto per caricarsi sulle spalle la gestione tecnica di un’intera stagione di serie B. Quanto avremmo voluto sbagliarci tutti!

Adesso l’ineffabile stampa locale si è accorta – a retrocessione già cucinata (mai vista, peraltro, una squadra retrocessa che abbia mantenuto la stessa guida tecnica dall’inizio alla fine: quando tutto scricchiola solitamente si cerca di salvare il salvabile dando la classica scossa. Ma a Cosenza siamo speciali) – che lo scivolamento dei quinti è un’astrusa formula che sul campo non può tradursi in nulla di buono, specie quando si infortuna e finisce la stagione l’unico quinto decente (Bittante, a scanso di equivoci mai stato Roberto Carlos). Che poi, se si gioca con un centrocampo a quattro, gli esterni non dovrebbero essere quarti e non quinti?

Per non parlare – anzi: parliamone – dell’ossessione maledetta per la costruzione dal basso. Al risveglio di un giorno di mezzo maggio, quasi alla vigilia dell’estate, anche i giornalisti cosentini si sono accorti di quello che noi dicevamo da tempo e che l’allenatore non ha recepito mai: e cioè che coi piedi di Idda e compagni non puoi costruire dal basso. Passi la palla agli avversari. Uno buono lo avevi, Antzoulas, scoperto per caso a Salerno per l’infortunio di Schiavi (a proposito degli infortuni di Schiavi, direttore Trinchera… no, meglio soprassedere, vero?), messo in panchina dopo un altro ottimo primo tempo col Vicenza (Occhiuzzi, solo lui, lo aveva visto “in difficoltà”), lì tenuto per settimane e infine buttato nella mischia quando anche l’ultimo bue era scappato. No, la costruzione bassa si doveva fare con Idda centrale, al massimo Ingrosso.

E la gestione di giocatori che avrebbero potuto darci tanto (come hanno in parte dimostrato le poche volte in cui sono stati chiamati in causa) come Ba, Bahlouli e Sacko? Occhiuzzi non parla il francese o i problemi erano altri? Perché Ba, che ogni volta che va in campo – al netto di qualche errore (vivaddio, ho trascorso quasi una stagione intera a vedere giocare Kanoutè, mi farò andare bene qualche errore di Ba!) – non fa passare mezza palla né ombra di avversario, non viene schierato praticamente mai? Perché non va al funerale del padre (condoglianze) pur di essere disponibile per la fondamentale ultima partita col Pordenone, e però poi non viene nemmeno convocato per quella partita?

Perché a Sacko non sono state date le chances concesse a un Carretta per la quasi totalità della stagione inguardabile, nonostante il francese non si sia fatto disprezzare per nulla ogni volta che è stato buttato nella mischia?

E ci sarebbe ancora la gestione di Gerbo per le ultime due partite di campionato, quella di Petre venuto come titolare dell’under 21 del suo paese e accantonato come oggetto misterioso e via così. Tutte cose che noi dicevamo e scrivevamo già sul forum, coi nostri nickname, prima ancora che questo blog nascesse.

Tutte cose che scopre oggi la stampa cosentina, che si sveglia e si accorge che Occhiuzzi – responsabile alla pari con gli altri due, presidente e direttore sportivo – ci ha portato in serie C. E ci ha portato tutti, anche voi. Anche voi oggi siete giornalisti di serie C.

Ma forse non noteremo la differenza.

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