NTR’I SACCHETT’I GUARASCIO

Ormai sono trascorsi quasi 8 anni da quando apparve, il 1° ottobre del 2013, sulle pagine del Forum CosenzaUnited, un topic il cui titolo ha ispirato ed intitolato questo articolo: Ntr’i sacchett’i Guarascio. Scopo dichiarato di quell’iniziativa, poiché già da allora il presidente (ed il parafulmini dell’epoca l’avvocato Quaglio) mal sopportava i supporters e soprattutto non ne tollerava le intemperanze né vi dialogava, era di capire a quanto ammonta(va) il “contributo” dato a Guarascio dai “soci fuori dal consiglio d’amministrazione”: i tifosi!

In sostanza il thread si proponeva di registrare, sulla base dell’affluenza di pubblico al San Vito (ancora si chiamava solo così, visto che il compianto Gigi Marulla era, all’epoca, in vita) gli incassi realizzati dalla Società, per far capire al presidente quanto i tifosi fossero fondamentali sul piano anche economico e meritassero considerazione e non freddo distacco. Ho tratto ispirazione da quella rubrica – perché tale diventò, visto che è andata avanti negli anni, fino alla recente chiusura dello stadio per la pandemia – perché essa fu capace, per la prima volta a mia memoria da quando ottenne la massima carica sportiva in rossoblu, di ottenere una reazione da parte del presidente. Infatti, già al successivo turno casalingo rispetto all’apertura della rubrica, per la prima volta da quando Guarascio era presidente, gli incassi ufficiali dei botteghini non furono comunicati alla stampa. Credeva così, il tapino, di fermare quella iniziativa. Pia illusione! A confermare che si era scoperto il nervo, il 24 ottobre, cioè appena 23 giorni dopo, si scomodò ed intervenne a mezzo stampa lo stesso numero uno di via degli Stadi, che nonostante all’epoca fosse ancora più tirato di oggi nel rilasciare dichiarazioni, si sentì in dovere di venire fuori dal guscio e stigmatizzare l’iniziativa, puntualizzando piuttosto seccato verso chi si macchiava di lesa maestà e si permetteva di fargli i conti in tasca, quanto segue: “...colgo l’occasione per ricordare a chi si cimenta nel “tracciare bilanci” che gli introiti provenienti dai botteghini non possono considerarsi una piena disponibilità della Società. Le cifre riportate da quotidiani e altri mass media (il Forum Cosenza United n.d.r.) devono essere valutate al netto delle spese sostenute per la macchina organizzativa.” Fu un passaggio fondamentale perché da lì, in buona sostanza, si iniziò a capire che per stanare la “fiera” bisognava colpirla su quanto di più caro avesse: il danaro!

Ebbene, in un periodo come questo in cui – a seguito della dolorosa quanto ampiamente annunciata retrocessione – la piazza si è unita per chiedere al presidente di fare un passo indietro e cedere la Società, si impone anche un revival di quel topic anche su questo Blog. Tutte le iniziative messe in campo sono sicuramente utili, visto che il sig. Guarascio fa orecchie da mercante e si permette di non ricevere (anche a seguito di appuntamenti già fissati!) imprenditori interessati a rilevare le sue quote societarie – o ad altri, pur avendo preso impegni in tal senso, non trasmette la documentazione necessaria alla valutazione della Società, per la quantificazione corretta di una proposta economica di acquisto. Allora, visto che una comunità intera sta rimbalzando sul muro di gomma eretto dal presidente e neanche le bordate ricevute da buona parte della stampa, né le strade di Cosenza e provincia tappezzate da cartelli recanti la scritta GUARASCIO VATTENE né, a quanto pare, la manifestazione di protesta appena tenutasi in corso Mazzini sembrano scalfirlo, allora è forse il momento di passare alle “maniere forti” e colpirlo sull’unico aspetto per il quale dimostra sensibilità sul nervo scoperto di cui si scriveva poco sopra: il denaro!

Si potrebbe lanciare l’hashtag #ioboicottoguarascio, per il quale ciascuno nel suo piccolo si potrebbe impegnare. Intanto, già noi del Blog cercheremo di smontare quell’ingiustificata immagine che Guarascio si è costruito o meglio, che l’opinione pubblica gli attribuisce, vale a dire di bravo gestore d’azienda, di uno in grado di tenere i conti a posto e di portare avanti il progetto imprenditoriale e sportivo, nonostante le scarse disponibilità finanziarie (lo sa la gente, ad esempio, che Ecologia Oggi ha un fatturato di quasi 44 milioni di euro? E che la Società del presidente dell’Empoli, Corsi, appena 8 milioni, giusto per fare un parallelo?) di uno che nelle ristrettezze economiche riesce a mantenere gli equilibri finanziari (si sappia che il budget del Cosenza Calcio per il progetto tecnico è stato molto parsimonioso, per usare un eufemismo, attestandosi agli ultimi posti tra tutte le Società di B, a fronte – per contro – di una gestione “spendacciona”, con  cifre doppie – sempre rispetto agli altri club cadetti – per spese generali ed oneri di gestione). Nel prendere coscienza di queste cose #ioboicottoguarascio potrebbe essere esposto davanti alle attività commerciali che vorranno aderire, soprattutto su corso Mazzini, dove ama passeggiare indisturbato; #ioboicottoguarascio potrebbe significare che i tifosi decidano di abbandonare il Marulla quando giocherà la Guarascese, così come non fare abbonamenti sulle piattaforme che deterranno i diritti televisivi; #ioboicottoguarascio potrebbe portare a fare pressione addirittura sul sindaco perché non conceda il rinnovo della convenzione annuale per l’affitto dello stadio; #ioboicottoguarascio potrebbe significare per gli sponsor che fino ad oggi hanno supportato i Lupi, abbandonare perché controproducente a livello d’immagine e di ritorno economico legarsi ad una persona ormai così invisa ed osteggiata.

Insomma, se il presidente ha deciso di non voler ascoltare la piazza, dichiarandole guerra, bisogna essere pronti a difendersi e, se necessario, contrattaccare usando qualsiasi mezzo lecito, pur di scalzarlo con immediatezza da quella poltrona cui sembra essersi ancorato sin troppo bene. Ed a chi ha insinuato l’idea che potrebbe verificarsi l’ipotesi di un eventuale riammissione, ebbene questa evenienza, che pure da tifosi ci augureremmo, non significherebbe non poter vendere per paura di perdere parte dell’eventuale potenziale guadagno futuro. Già, perché Guarascio potrebbe tutelarsi inserendo, nell’eventuale contratto di cessione delle quote, una clausola di earn-out attraverso cui potrebbe vincolare il prezzo di vendita alle potenzialità di crescita (riammissione) della società. Non ci sono scuse dunque e soprattutto non bisognerà permettergli di resistere in sella ancora i mesi necessari per poter “gestire” più di 2 milioni e mezzo di euro che ancora devono entrare nelle casse societarie – e forse vero motivo di questo arroccamento e delle sua strenua resistenza – derivanti dalle tranche rimanenti per il pagamento di Baez, i soldi delle valorizzazioni di Bahlouli e Kone, quelli del riscatto di Falcone, il paracadute per la retrocessione e magari anche qualche cessione. Perché se ciò accadesse il Cosenza si presenterebbe, alla fine, come un limone definitivamente ed irrimediabilmente spremuto fino all’ultima goccia e ciò che rimarrà a noi sarà, a quel punto, ancora una volta solo lo spettro del fallimento. No, stavolta non dobbiamo permetterlo, l’uomo di Parenti deve passare la mano cedendo immediatamente la Società (c’è da programmare subito la nuova stagione, costruendo ex novo): #ioboicottoguarascio!

Sapiens

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