LA STORIA INFINITA

Da quel fatidico 10 maggio 2021 che ha decretato il ritorno dei LUPI in serie C è passato ben un mese, ma nulla è cambiato, anzi, per meglio dire, tutto è cambiato ma c’è ormai la certezza che non sia cambiato un bel niente.

É sotto gli occhi di tutti come l’atteggiamento di quella fetta di supporters rossoblù, sino ad allora prodighi nel pontificare Guarascio “il presidente più vincente della centenaria storia del Cosenza”, sia completamente mutato alla luce dell’evidenza, tali e tante sono state le manchevolezze e nefandezze perpetrate dal patron.

Buona parte del merito nell’aver contribuito a squarciare il velo di menzogne posto davanti agli occhi dei tifosi orbi ce lo prendiamo noi di questo umile blog, sì proprio NOI, soprattutto con gli articoli che hanno definitivamente sfatato la favola della solidità economica societaria e dell’assenza di debiti (primo, secondo, terzo), surrogando, di fatto, quella stampa cittadina spesso asservita e mai pronta a fare giornalismo serio, d’inchiesta, viceversa continuamente assopita e succube di una situazione oltre i limiti dell’assurdo, di pura matrice kafkiana.

Noi non siamo giornalisti professionisti, ma, consentitecelo, per quello che si è visto finora nella città bruzia preferiamo di gran lunga rimanere liberi di gridare al mondo le nostre verità, sottese sempre da dati di fatto ben circostanziati.

Dicevamo, è cambiato l’atteggiamento dei tifosi cosentini verso la proprietà ed il del 99% dei supporters pretendono, ora, un passo indietro dal presidente, che ha dimostrato di trattare la nostra squadra alla stregua del proprio core business: L’IMMONDIZIA!

Il problema, però, rimane, poiché, a fronte dell’alzata di scudi del popolo rossoblù a difesa di una fede, Guarascio continua imperterrito a sollazzarsi nel proprio silenzio burlone, facendosi beffe di un’intera città, di una provincia, di tutti i tifosi sparsi dovunque nel mondo ed incarnando, senza vergogna, il tipico spirito gattopardesco del signorotto di provincia aduso al potere ed agli sberleffi verso il popolo.

Dopo le ultime vicende che hanno visto protagonisti ben 5 gruppi imprenditoriali accorsi al capezzale del Cosenza Calcio per rilevarne la proprietà, è chiaro non si voglia cedere la società, però, a differenza di prima ora si gioca a carte scoperte, non è più possibile rilasciare le solite stereotipate dichiarazioni stilate dall’ufficio stampa con le quali addossare la colpa del mancato trasferimento delle quote societarie ai “poco seri” promissari acquirenti od addirittura negare qualsivoglia offerta d’acquisto, ormai TUTTI hanno capito i giochetti del presidente, che avrà i suoi motivi per non cedere l’attività.

Non pensiamo, invero, che questa sua decisione sia solo una stupida ripicca perché non avrebbe alcun senso, di certo, dopo aver adeguatamente analizzato il modus operandi della gestione e (dis)organizzazione societaria che ha contraddistinto questo ultimo decennio, la ragione andrà anzitutto ricercata nell’interesse ad incassare i circa 2,5 milioni di euro di crediti in arrivo.

Tutto lecito, per carità, il proprietario di una società commerciale ha diritto di guadagnare dall’attività esercitata, infatti si parla propriamente di “società con fini di lucro”, ma parimenti ha l’obbligo di ripianare i conti in caso di default!

Il bilancio 2020 non è stato ancora depositato, quindi se ne ignora il contenuto – semmai fosse stato già approvato -, ma da un resoconto analitico di quanto abbiamo letto, compreso e dedotto dal bilancio 2019 – cui va ad aggiungersi come un macigno la corrente pandemia – non c’è proprio da stare allegri, tutt’altro!

Qualora il problema fossero i conti (usiamo il beneficio del dubbio perché non è ancora di pubblico dominio il bilancio 2020), caro presidente, facendo onore alla sua proverbiale ars oratoria che ha sempre magnificato il suo operato, la trasparenza della contabilità, la puntualità nell’adempiere alle scadenze fiscali, la puntigliosità nella gestione di entrate e uscite, metta mano al portafogli e adempia agli obblighi incombenti sulla proprietà, apportando i necessari correttivi alle voci di bilancio che ne necessitano, d’altronde in questi ultimi anni di serie B ha preferito spendere e spandere per non meglio identificati oneri diversi di gestione e spese amministrative e di consulenza, sacrificando sull’altare di una gestione societaria imbarazzante i sogni e le speranze di un’intera tifoseria. Noi non molleremo MAI, continueremo a martellare incessantemente su tutti i fronti e con ogni mezzo, machiavellicamente parlando, fin quando non comprenderà che il SUO tempo a Cosenza è irrimediabilmente scaduto, nessuno seguirà la Guarascese perché una squadra di calcio è dei tifosi, IL COSENZA SIAMO NOI… non lo dimentichi, MAI!

Il Cigno di Utrecht

Lascia un commento