SENZA ARTE, NE’ PARTE……

Lasciatemelo dire. Ce ne vuole di coraggio! E parecchio. Per molti aspetti però era prevedibile, e quindi non ci si dovrebbe sorprendere più di tanto. E non mi riferisco al ritorno di Occhiuzzi, ma alle modalità che hanno creato questo ritorno. Da quando si è chiusa la telenovela allenatore, la mail del nostro Blog è stata subissata di richieste per scrivere qualcosa, per farci sentire, per denunciare che lo squallido teatrino a cui abbiamo assistito a questi giorni – la cui fine, se uno ricorda cosa ha sempre fatto Guarascio, era nota – è indecente per chi ama il Cosenza. Ma noi, dal primo giorno, abbiamo sempre evidenziato tutti gli aspetti e le lacune di questa gestione, quindi era chiaro che non saremmo stati zitti. Su Occhiuzzi cosa dire? Dobbiamo veramente aggiungere altro? Lo trovo abbastanza inutile. Il lungo pezzo di Nubedt scritto ieri non penso abbia bisogno di altro. Tenete però presente questo suo passaggio – che vi metto sotto – per futura memoria.

«E’ grave, infine, che tutto quello che sia saputo fare sia stato richiamare l’allenatore della retrocessione più ignominiosa dopo averlo silurato a furor di popolo quando però i buoi erano scappati. E non è che il pluriesonerato Dionigi portasse chissà quali garanzie in più rispetto a Occhiuzzi e Rubinacci, giusto qualcuna – ma almeno qualcosa in carriera l’aveva azzeccato, tipo la salvezza ad Ascoli. Eppure non si è stati in grado di arrivare manco a Dionigi. Si è preferito optare per un’altra, rischiosissima scommessa? O la risposta è piuttosto che non sono stati messi a disposizione soldi per niente, nemmeno per l’allenatore, il budget è indecente, queste condizioni non le accetta nessuno e l’unica in queste condizioni era richiamare uno chetanto era già a stipendio?Magari Goretti obietterà – ammesso che abbia voglia di rispondere a un piccolo blog, ma non lo credo – che Occhiuzzi conosce bene l’ambiente. Il problema, caro direttore, è che anche l’ambiente conosce bene lui – lui e i suoi parenti, aggiungerei (e non dico altro per carità di patria). Roberto Occhiuzzi oggi a Cosenza è un nome divisivo: che diavolo, avete fatto trapelare la voce che avrebbe diviso persino te e il presidente!!! Tu, caro direttore, potrai ritenere Roberto Occhiuzzi il miglior allenatore del mondo (e io da tifoso del Cosenza mi auguro che la mia rabbia di oggi venga smentita, Occhiuzzi le vinca tutte da qui alla fine e ci porti in serie A senza manco passare dai playoff), ma non puoi non considerare che oggi l’ambiente cosentino avrebbe bisogno di ricompattarsi per remare tutti insieme e quello del trainer cetrarese è l’ultimo nome da fare in questo senso.Signori, guardate che tutto questo è grave grave grave.»

Mi voglio però soffermare su due piccoli aspetti che, guardacaso, sono venuti fuori fra ieri sera e nella conferenza di presentazione, quindi Nubedt non ha avuto fisicamente il tempo di integrarli al suo pezzo. E meritano di essere analizzati. Quello venuto fuori alla conferenza stampa è notevole. Lo dico subito per gli amanti del complotto. Non è quel passaggio dove dice su Palmiero “ha tradito il suo allenatore”. Ignoratelo. La comunicazione e la proprietà di linguaggio non sono mai stai il pezzo forte di Occhiuzzi, quindi non vi arrovellate la testa su eventuali gaffe che svelano manovre strane. Non è così. La squadra ha giocato contro Zaffaroni le ultime partite, è fin troppo evidente. Inutile perciò trovare o cercare di trovarne uno di responsabile. Punto e basta. E’ un altro il passaggio che non posso ignorare. Ed è quello dove il neotecnico afferma che lui “non porta rancori”. Lui? Bè, capisco che sei stato fuori da giro, ma la memoria la vedo un po’ fallace! E allora mi metto a ricostruire un po’ tutto quello che è successo. La stagione 2019/20 era partita con i soliti ritardi Guarasciani, senza ritiro e pochi giocatori. Occhiuzzi, nonostante non abbia ancora il patentino, viene confermato – a giusta ragione – sulla panchina. Partiamo col solito ritardo, teniamo duro e facciamo intravedere i soliti barlumi di speranza. La squadra inizia ad essere completata e pare mostrare barlumi di gioco interessanti, oltre ad aver pescato il jolly con il portiere. Falcone, professione paratutto. Si va verso la fine del girone di andata senza una vittoria in casa, ed escono le prime crepe. Si aspetta che il mercato di riparazione risolva le solite mancanze, ma dal cilindro Trinchera tira fuori solo Tremolada (determinante a Monza ed a Chiavari) e il fenomeno Mbagoku. Questo preso in prova “stupisce lo staff tecnico”, salvo poi sparire dopo un paio di gare. Le cose vanno sempre peggio e, ovviamente, sul banco degli imputati ci finisce anche Occhiuzzi. Ma a Cosenza le cose si sviluppano in maniera diversa da qualsiasi altra ambiente sportivo. Si alza parallelamente un muro (perlopiù parentale) di stizza su chi osa toccare il tecnico. Sorvolo brevemente sulla farlocca e ignobile accusa di minacce di morte alla famiglia del tecnico (che mette in mezzo il gruppo di Patrizia de Napoli. Bella polpetta avvelenata!) creata chiaramente ad arte, e sottolineo quello che ad Aprile pubblica su Facebook un cugino del tecnico. Eccovi il post (di cui abbiamo lo screenshot).

Cosentini i 4 soldi, faciti menu i wappi supa su Facebook ca a mani a manu vi fazzu canuscia tutti l’ospedali da Calabria e non solo minkiù!

Io qui ne vedo di rancore, però non dai tifosi, ma da altre persone. La cosa rimane poche ore, giusto il tempo che il diretto interessato capisca l’errore (o magari gli è stato detto che era una cosa grave), cancelli il post e si profonda in una rettifica. Ma, come scrisse saggiamente Giuseppe Milicchio in un post di risposta a quelle misere scuse, “La pezza è peggio del buco”. Si va avanti, e a Lignano Sabbiadoro (guarda tu le coincidenze) all’ultima spiaggia falliamo miseramente. Siamo retrocessi. E Occhiuzzi nel frattempo ha vaneggiato sui sacrifici della Società, sulla rosa che valida e gli piace, sui conti che si fanno alla fine ecc. Non una parola di scusa o di contrimento dopo Pordenone, che sarebbe dovuta se ti professi tifoso dei Lupi e chiudi ogni conferenza – senza giornalisti, anche quando le misure Covid permetterebbero la loro presenza, cosa che qualcuno sottolinea – con un laconico Forza Lupi sempre. Poi scompare, con la solita comunicazione Societaria che non ci dice cosa intendono fare. Semplicemente non c’è. E arriviamo al post Cremonese dell’altro sabato, dove una persona scrive subito al padre di Occhiuzzi, chiedendogli di riferire al figlio di non tornare , se verrà chiamato. La risposta dà la misura di come certe cose non arrivino bene alle persone.



Ma, come se non bastasse, a metterci il carico arriva il figlio (l’altro) con una frase a dir poco inquietante.




E meno male che Lui non porta rancore! Cosa aggiungere? Spero che se verrà allo stadio, alla famiglia non darà fastidio incrociare un po’ di “questa gente”. In fondo sono i tifosi della squadra che allena! Ci sono oneri ed onori, se non è chiaro. E quando le cose vanno male, è bene sapere che nel calderone ci finiscono tutti, senza pietà. Del resto, è un gioco di squadra no? Detto ciò, auguro buona fortuna ad Occhiuzzi. Chi non lo farebbe? Allena la nostra squadra. Spero solo che non faccia come quella volta – quando era giocatore del Cosenza – che si fissò davanti al Caffè Vittoria a sostenere una cosa che non era vera. Lui insisteva, anche contro l’evidenza dei fatti e di tutti i presenti. Ti ricordi Roberto? Spero di si. Perchè si riparte da quello.
E accettarlo ci potrebbe aiutare tutti. Altrimenti, purtroppo, prenderà corpo la massima di John Kirwan:
« Ci sono solo duetipi di allenatore: chi è stato licenziato e chi aspetta di esserlo

Il secondo aspetto, e c’era da aspettarselo, sono stati gli appelli spuntati subito fuori a “stringersi intorno alla squadra e l’allenatore, e a non criticare”. Che tempistica perfetta! E dove li avevo sentite queste cose? Ah, già l’anno scorso! Siete ripetitivi, signori miei. E dove eravate a inizio stagione con Zaffaroni? Lì non si doveva dire che dovevamo stringerci? E poi, quando mai i tifosi non si sono stretti intorno alla squadra? Guardate il post Cremonese. Qualche urla, cori contro il Presidente, ma tutto è morto là. E ora? Silenzio, come se niente fosse. Sarà un caso? Inizio a pensare di no. Come al fatto che quando parlavo di interessi, la cerchia in merito fosse più larga di quanto pensassi. E adesso ha uno scopo definito, serve a sedare al momento giusto qualsiasi protesta. Proprio quando le pressioni attorno al comportamento di Guarascio diventano pesanti, anche per chi “dormiva”, o teneva semplicemente (o colpevolmente ) gli occhi chiusi.
Perchè, è questo è assodato, siamo con un a Società senza Arte né Parte. Oddio, l’arte di cercare di prendere tempo per non fare nulla in fondo c’è, ed è anche efficace a quanto pare. Come quello di non spendere nemmeno un copèco (la centesima parte di un rublo, se non sapete cos’è) accampando qualsiasi ignobile scusa. Ma la “parte” ai tifosi manca, e da tempo! E sono pochi che stanno chiedendo alla Società che fine abbia fatto. Noi, state tranquilli, lo faremo sempre! Anche per chi non lo vuole. Chiudo con un a filastrocca che ho avuto modo di leggere l’altra sera sul Forum. E’ stata creata da un tifoso che si firma Operaio. Devo dire che lo vedo come una sorta di test di Rorschach. Per chi non lo sapesse in questi test, guardando delle immagini, a seconda della interpretazione che dà il soggetto che guarda, si può evincere che tipo di personalità abbia. E questo “quadro metaforico” devo dire che è molto vicino a quelle immagini:

Il Sig. Cosenza era in cura da un medico.


Il medico lo curava in modo errato e strafottente,

riempendosi le tasche e non fregandosene niente.


I familiari di Alarico di ciò ne erano a conoscenza

ma…..

lo accompagnavano pur sempre dal medico,

per “stargli vicino, dato che lo “amavano”.


Non lo chiamo amore.

Questo è un “amore” che lo affossa.


E come Il becchino che assiste, e aspetta che l’assassino uccida per mettere il Sig. Cosenza in bara.

Qualcuno certe scelte le chiama libertà, io certe scelte le chiamo complicità.

Ripeto, è un test di Rorschach. Quello che capirete, darà l’esatta misura di quanto realmente siete tifosi.

Sinn Fein

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