FANNO DEI GIRI IMMENSI, POI RITORNANO

Ja ra ‘mmaculàta.
(Anonimo cosentino)


Alfin signori la farsa è giunta al suo culmine: mentre scrivo (ma voi mi leggerete domattina, mercoledì 8: a proposito, auguri & cuddrhurìaddrhi) Roberto Occhiuzzi è tornato sul trono da predestinato che gli è stato ritagliato addosso a suo tempo e sta in questo preciso momento tenendo la conferenza stampa di presentazione – come se avesse bisogno di presentazioni. L’allenatore della retrocessione più indecente di ogni campionato del Cosenza in serie B da 107 anni a oggi, quello cacciato malamente a luglio, torna a sedere saldamente in panchina – una cosa che probabilmente nel mondo del calcio non si era mai vista (quantomeno io non ho memoria di una barzelletta simile), ma qui è ormai chiaro che come società ci ritroviamo la bancarella più bancarella di tutta la Fiera di San Giuseppe, abusiva, di quelle che restano a fare i vermi quando pure l’ultima dignitosa bancarella vimini ha levato le tende.
Negli ultimi giorni ci è stato raccontato che Goretti negli anni scorsi lo aveva seguito con attenzione (???) e che era una delle sue opzioni, mentre Guarascio non avrebbe voluto vederlo nemmeno dipinto. Io so per esperienza decennale che se Guarascio non vuole una cosa o una persona, tu la puoi pure ricoprire d’oro che quello dice no lo stesso: quindi mi perdonerete se catalogo nella categoria pantomima (tra le più squallide) la boutade del DS che avrebbe imposto al presidente un allenatore non gradito persino dal punto di vista umano, a quanto si dice.
Intanto si era tentata la carta Dionigi, a cui è stato dato l’assalto più convinto (sempre rimasti sullo sfondo Breda e soprattutto Stellone, quasi inarrivabile: c’è stato persino chi ha parlato di Venturato, uno che ha portato ripetutamente il Cittadella a un passo dalla A e ora sarebbe venuto alla corte di Guarascio – no comment); l’ex tecnico del Brescia, però, oltre a non ottenere dalle Rondinelle una robusta buonuscita, avrebbe preteso un biennale e garanzie per il calciomercato di riparazione: non ha ottenuto risposte positive su nessuna di queste due richieste, e questo fa già capire che antifona ci aspetta. Non a caso è tornato alla base lo yesman per eccellenza, quello che si è fatto andare bene Mbakogu. Se tanto mi dà tanto, ci aspetta un’altra sessione di mercato all’insegna della bestemmia più blasfema.
Poco prima di recuperare a Cetraro il figliol prodigo – da cui ora mi aspetto di nuovo i braccetti a impostare e i quinti a scivolare – pare si sia tentato di dare la panchina nientemeno che a Lorenzo Rubinacci, o almeno questa è stata la voce che si è sparsa nelle ore immediatamente precedenti il ritorno di fiamma per Occhiuzzi. E questo, vi giuro, lo sapevamo già. No, stavolta niente scoop, niente gola profonda che ci informa dall’interno: più semplicemente, appena nella sera di martedì, Sinn Feìn al telefono mi ha detto testualmente: “voglio studiarmi l’organigramma del Perugia dei tempi di Goretti, scommetto che lì, tra un allenatore in seconda e un tecnico delle giovanili, salta fuori il nome del prossimo tecnico del Cosenza“. C’eravamo quasi, sputa che indovini. La prova definitiva che eravamo a un passo dalla mossa della disperazione (perché, in caso vi steste chiedendo chi sia Rubinacci, tranquilli: non lo sa manco lui). Poi la mossa della disperazione è stata fatta, ma in direzione Cetraro.


Signori, guardate che è grave.
E’ grave pure che debba dirvelo io, è grave che tra le tante voci ufficiali, media, siti e compagnia, vi dica certe cose solo questo piccolo blog – perché non lo sta scrivendo nessuno in queste ore. E’ grave grave grave.
E’ grave arrivare a una gara in casa fondamentale col l’allenatore sulla graticola e non avere già sottomano un sostituto, quantomeno con un accordo di massima in caso con la Cremonese le cose vadano come sono poi effettivamente andate. E’ grave arrivare al lunedì sera riducendosi a Rubinacci, di cui non sa quasi nulla persino la sua pagina su Wikipedia, che non è in grado nemmeno di riportare quando e come da calciatore avrebbe militato nella Vis Pesaro (ma manco lui stesso se la aggiorna?). E’ grave.
Ci sono stati dei bei tempi, una volta, in cui il calcio era diverso. Avete presente gli anni 80? Nei mitici anni 80 si sarebbe potuta spargere la voce che la squadra del cuore aveva ingaggiato (“colpaccio di mercato“) l’uruguaiano Gastoncito Clemente Armandillo, il classico tizio calciatore sudamericano alto, segaligno, dinoccolato, con la pelle un po’ scura, i capelli ricci arruffati e la barba folta – cugino di Romero Gutierrez, la stella della Sociedad Deportiva Cabronal di Santa Ramona, i campioni in carica della Liga Uruguagia. E si sognava così, non c’era internet (sì, seppure non pienamente ho vissuto anche i tempi in cui internet non c’era, non sono un millennial), non c’era YouTube, Gastoncito Armandillo era un nome esotico che stimolava le fantasie di trionfi dei tifosi di quella decade. Erano anni, soprattutto, in cui per una squadra nella situazione del Cosenza veniva chiamato (al capezzale, si diceva) un Sonetti, un Bersellini, un allenatore carismatico, dal palmares rassicurante, esperto in salvezze, amante del gioco concreto e del fare punti e con una grande esperienza in categoria. Sono davvero così lontani quei tempi, al punto che a Goretti per un Cosenza agonizzante viene in mente prima Rubinacci e poi Occhiuzzi?
E’ grave anche che si sia arrivati a martedì mattina, con la vitale trasferta in casa del Pordenone in programma appena sabato, senza nemmeno sapere chi fosse l’allenatore. E qui si va oltre la bancarella e si sconfina nello scantinato fetido dove una famiglia di cristiani che si accoppiano tra consanguinei vende di contrabbando a una clientela discutibile libbre di carne di dubbia provenienza.
E’ grave, infine, che tutto quello che sia saputo fare sia stato richiamare l’allenatore della retrocessione più ignominiosa dopo averlo silurato a furor di popolo quando però i buoi erano scappati.
E non è che il pluriesonerato Dionigi portasse chissà quali garanzie in più rispetto a Occhiuzzi e Rubinacci, giusto qualcuna – ma almeno qualcosa in carriera l’aveva azzeccato, tipo la salvezza ad Ascoli. Eppure non si è stati in grado di arrivare manco a Dionigi. Si è preferito optare per un’altra, rischiosissima scommessa? O la risposta è piuttosto che non sono stati messi a disposizione soldi per niente, nemmeno per l’allenatore, il budget è indecente, queste condizioni non le accetta nessuno e l’unica in queste condizioni era richiamare uno che tanto era già a stipendio?
Magari Goretti obietterà – ammesso che abbia voglia di rispondere a un piccolo blog, ma non lo credo – che Occhiuzzi conosce bene l’ambiente. Il problema, caro direttore, è che anche l’ambiente conosce bene lui – lui e i suoi parenti, aggiungerei (e non dico altro per carità di patria). Roberto Occhiuzzi oggi a Cosenza è un nome divisivo: che diavolo, avete fatto trapelare la voce che avrebbe diviso persino te e il presidente!!! Tu, caro direttore, potrai ritenere Roberto Occhiuzzi il miglior allenatore del mondo (e io da tifoso del Cosenza mi auguro che la mia rabbia di oggi venga smentita, Occhiuzzi le vinca tutte da qui alla fine e ci porti in serie A senza manco passare dai playoff), ma non puoi non considerare che oggi l’ambiente cosentino avrebbe bisogno di ricompattarsi per remare tutti insieme e quello del trainer cetrarese è l’ultimo nome da fare in questo senso.
Signori, guardate che tutto questo è grave grave grave.


Ora: direttore, presidente, allenatore, società tutta.
Devo lealmente avvisarvi che avete portato la pazienza pericolosamente al limite. Abbiamo alle spalle l’esperienza dell’anno scorso e sappiamo benissimo quali disastri può fare affidare la guida tecnica a un allenatore inadeguato e condurre un calciomercato di riparazione al risparmio. Vi garantisco che ogni minima vostra mossa, da qui in poi, sarà attentamente monitorata e vagliata persino più di prima. Vi garantisco che vi faremo – noi del blog La Bandiera RossoBlù, ma anche tutta la tifoseria – i conti in tasca fino all’ultimo centesimo, dal primo giorno del mercato di riparazione all’ultimo minuto di chiusura. Vi garantisco che se dopo la chiusura del calciomercato medesimo ci si ritroverà nella stessa situazione della scorsa stagione questa volta non ce ne sarà per nessuno: né per voi né per quegli improvvidi idioti che sui social scrivevano prima di giudicare Mbakogu vediamolo giocare, siete i soliti tagliatùri, se sta bene ci farà divertire, è il Lukaku della serie B, l’attaccante più forte della categoria (uno svincolato del campionato croato con sei presenze e zero gol, fermo da un anno). Vi garantisco che non ce ne sarà per nessuno, stavolta, o se preferite ce ne saranno per tutti.
La corda è al limite massimo entro cui può essere tirata: un altro strappo, dopo questa bella pensata di Occhiuzzi, e si spezza. Non me ne frega più niente se metterete o meno in campo organizzazione, programmazione, competenza: da qui in poi vogliamo tutti vedere risultati e dal calciomercato vogliamo vedere arrivare subito giocatori di serie B funzionali al progetto tattico, sani e ingaggiati di proprietà con contratti a ungo termine. Fate come credete, anche disorganizzati se volete, anche senza capire chi deve scegliere, chi deve contattare giocatori e procuratori, chi deve controfirmare il contratto, fate pure il circo se è quello che vi riesce meglio, ma sarà meglio per voi che i nomi che il calciomercato porterà a Cosenza siano soddisfacenti. E non offenderò l’intelligenza di nessuno mettendomi a specificare quali requisiti deve avere un calciatore per soddisfare oggi col suo ingaggio la nostra tifoseria. Lo sapete benissimo.
All’allenatore Occhiuzzi, che oggi è di nuovo il tecnico della mia squadra e che dunque si assume di nuovo il compito di portarmi in alto, non posso che augurare le migliori fortune: come ho detto, giudico il suo ritorno una mossa da società bancarella (di quelle bancarelle che puoi trovare nei vicoli più sordidi di Bangkok a vendere occhi umani in boccacci di vetro) che opta per la follia di una scommessa irresponsabile pur di non cacciare un euro, ma pagherei perché il mister mi smentisse vincendo tutte e 22 le partite di campionato che restano e regalando calcio spettacolo. Tifo per il Cosenza e voglio vedere il Cosenza vincere, chiunque lo alleni. Dunque, se l’allenatore oggi è Occhiuzzi, viva Occhiuzzi.
Ai giocatori, in ultimo, dico che di loro non mi sono dimenticato: in campo ci scendete voi, almeno quando vi degnate di farlo. Ecco, vi hanno tolto l’allenatore di prima (quantomeno persona perbene, anche se sono stato il primo a giudicare finita la sua esperienza qui e a criticare l’atteggiamento della squadra in campo: ma era veramente dovuto a lui?) e ve lo hanno sostituito con un altro: sarebbe quindi il caso, – visto che pure a 1000 chilometri da Cosenza siete sostenuti da centinaia o migliaia di tifosi – che tornaste a degnarvi di scendere in campo per davvero, grazie. La ricreazione è finita.

NubeDT

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