FENOMENOLOGIA DEL GIORNALISMO SPORTIVO A COSENZA

Riceviamo una nuova comunicazione (a dirla tutta, ne abbiamo ricevute diverse e continuiamo a riceverne: un po’ alla volta pubblicheremo TUTTI, state tranquilli) da parte di uno di voi lettori. La Bandiera RossoBlù, come abbiamo sempre detto, non si fa alcun problema a fare da megafono – nei tempi e nei modi in cui ci è possibile – ai tifosi del Cosenza. Siamo consci di offrirvi uno spazio che è ben più in vista delle semplici bacheche di Facebook o della possibilità di lasciare, sempre sui social, meri commenti ad articoli scritti da altri sulle pagine delle varie testate locali. Siamo consci di ciò – e anche felici di farlo. Siamo altrettanto consci che offrire il nostro palco a tutti significhi anche ospitare opinioni e prese di posizione a volte forti e in contrapposizione a quelle di altri, e ciò chiaramente può ingenerare polemiche – ma riteniamo che la possibilità di far esprimere tutti sia più importante della salvaguardia di uno status quo che sinceramente a noi non sembra rispecchiare il migliore dei mondi possibili. Naturalmente, laddove necessario interverremo con degli omissis a tutela di soggetti coinvolti e tirati in ballo a loro insaputa. Altrettanto naturalmente può succedere che si intervenga sullo scritto “grezzo” dei nostri lettori, se necessario, al fine di renderlo maggiormente fruibile alla lettura – ma questo senza assolutamente modificare nulla dei concetti espressi da chi ci scrive.
Oggi ospitiamo qui Un nuovo intervento del nostro lettore che si firma NoFuture. Buona lettura.

Se il giornalista sportivo cosentino, una volta uscito dalla redazione, si dirige verso casa e si imbatte in un incidente mortale, il suo primo pensiero non è quello di fermarsi, raccogliere informazioni e scrivere. Il giornalista sportivo cosentino accosta e chiama il collega che si occupa di cronaca nera per avvertirlo. Il collega non reagisce scioccato («cazzo fai, sei sul posto e chiami me?») perché il collega sa.
Il giornalista sportivo cosentino ragiona per compartimenti stagni (incidente —-> cronaca; solo se coinvolto un personaggio che ha a che fare con il Cosenza Calcio la cosa potrebbe essere affar mio, e comunque vediamo) e, soprattutto, quando non gli conviene/interessa, il giornalista sportivo cosentino si gira dall’altra parte.
La premessa è necessaria per capire come sia possibile che il giornalismo sportivo di una città intera sia divenuto così cieco da non vedere la direzione tracciata da una presidenza, una dirigenza e una guida tecnica che puntano all’unisono verso una retrocessione evitabile solo in caso di avvenimenti miracolosi. Soltanto negli ultimi giorni sono apparse critiche (più o meno dirette) al «calciomercato importante» che era stato promesso alla tifoseria da Occhiuzzi e Goretti. Perché? Perché il giornalismo sportivo, a Cosenza, si comporta come davanti all’incidente che viene “passato” al collega cronista: segnala, butta lì due righe e poi si gira dall’altra parte, per poi accorgersi del disastro quando ormai è compiuto.
Sarebbe stato necessario incalzare la società ogni giorno – come prova a fare questo blog – consapevoli dell’insipienza passata e presente. Dal 17 dicembre in poi, sarebbe stato il caso di monitorare quali fossero gli effettivi movimenti alla ricerca dei rinforzi. Sarebbe stato necessario verificare se le notizie messe in giro dagli ambienti vicini a Guarascio trovassero corrispondenza nelle controparti («Cosenza vicino al giocatore X» vale solo se il giocatore X e la società che ne detiene il cartellino/prestito ne sanno qualcosa o hanno ricevuto un’offerta, altrimenti è una bufala). Insomma, un sacco di «sarebbe» per i quali ormai siamo fuori tempo massimo. Come il mercato del Cosenza e la buona coscienza di molte penne nostrane.
«Con la società non te la puoi guastare del tutto» è uno dei moderni comandamenti del giornalismo sportivo cosentino. Un tempo ci si divideva in fazioni (pro o contro il tale presidente): non era il massimo ma almeno era qualcosa. Oggi il profilo preferito è quello embedded. Per un biglietto gratis? Per una maglietta? Può darsi. Più probabilmente per una notizia. «Siamo vicini a un calciatore kosovaro che ha sempre giocato in Svizzera tranne quella volta in cui ha militato in una squadra turca. Puoi scrivere che sta per arrivare in città»; potrebbe essere uno dei “pizzini” recapitati al cronista sportivo di turno. Che certo non si fa sfuggire l’occasione di dare la notizia. «Con Casasola siamo ai dettagli, puoi scrivere che l’accordo è stato raggiunto ed è questione di ore»; altra indiscrezione per “bruciare” la concorrenza. In cambio ottieni la semi-immunità per Guarascio, un trattamento di favore per Goretti-poverino e la sospensione del giudizio su Occhiuzzi-che-in-fondo-ama-così-tanto-il-Cosenza-e-vive-di-calcio. Pazienza se scrivi qualche solenne cazzata, nessuno se ne ricorderà.
Il fatto è che, in questo gioco perverso a parare il culo di presidenti dirigenti e affini, anche il linguaggio del giornalismo sportivo cosentino è andato incontro a una rimodulazione. Una neolingua di ispirazione guarasciana nella quale si nascondono perle inconsapevoli. Segue qualche esempio attinto da una rapida rassegna stampa.
***


ADDIRITTURA UN’OFFERTA
«Il centrocampista dell’Avellino è stato corteggiato a lungo dal club rossoblù, che ha anche presentato un’offerta a quello irpino». Incredibile, sarebbe stato più sincero scrivere che ha “addirittura” presentato un’offerta. Perché il Cosenza, di solito, non presenta offerte. Chiede di mandare in riva al Crati calciatori senza dare in cambio nulla nulla, male che vada li rapisce. Altro passaggio aggiunto quasi con fastidio: «Da Avellino battono cassa per liberare D’Angelo». Ma come si permettono?
***
GEOPOLITICA
«È evidente che, constatate le difficoltà ad operare all’interno dei confini nazionali, il calciomercato dei rossoblù guardi all’estero». Frase molto di moda da 48-72 ore a questa parte. Guarascio decide di abbracciare nuove frontiere geopolitiche. Traduzione: in Italia ormai ci conoscono tutti, hai visto mai che (anche poggiando il ragionamento sulla statistica) non riusciamo a sfangarla oltreconfine? Vallo a spiegare al calciatore svizzero-kosovaro che, giustamente, reclama il proprio salario.
***
POST-SALDI
«L’accordo, qualora fosse ratificato, sarebbe vincolato al raggiungimento della salvezza. In più c’è un particolare: è attualmente svincolato, situazione che gli permetterebbe di firmare un contratto anche dopo il 31 gennaio». Dopo il post-moderno e la post-verità, Guarascio&Co. inventano i post-saldi. Calciatore 37enne, svincolato, offresi a società anche dopo la scadenza del calcio mercato. Ai tifosi resta la post-agonia.
***
I SOLDI, CHE VOLGARITÀ

«Si pensa al terzino destro del Vicenza Di Pardo, su cui però ci sono resistenze». Vedi Avellino: non sarà mica che questi stronzi vogliono parlare di soldi?
***
SALARIO MINIMO GARANTITO (?)
«È rimasto senza contratto e cerca una nuova esperienza. Può viverla all’ombra della Sila al netto del buon esito di visite mediche e intesa economica». Il buon esito dell’intesa economica è un modo carino per dire “deve accontentarsi del minimo salariale”.
***
ECUMENISMO E CONVENIENZA
«Da capire se tutto verrà definito prima o, più probabilmente, dopo il match che vedrà proprio Cosenza e Cittadella affrontarsi domenica, quindi lunedì, ultimo giorno di mercato». Perché Guarascio è pronto ad accogliere, nel proprio ecumenismo, anche i calciatori che gli hanno giocato contro il giorno prima. D’altra parte i contratti siglati il 31 gennaio ti fanno risparmiare un mese di stipendio. E non c’è niente di meglio che risparmiare soldi che poi NON investirai nel Cosenza.

NoFuture

Un pensiero su “FENOMENOLOGIA DEL GIORNALISMO SPORTIVO A COSENZA

Lascia un commento