VIVI AL GONG (CON RISERVA)

Per come eravamo già abituati da anni, il calciomercato del Cosenza ha avuto una violenta impennata nel finale, quando come ogni volta il DS di turno si è trovato costretto a fare i salti mortali per portare in squadra giocatori che potessero consentire di competere con le avversarie di serie B. E se il finale del mercato di riparazione della sorsa stagione (e anzi, la sua interezza) era stato drammatico, con un discreto Gerbo e un troppo discontinuo Tremolada del tutto inadeguati a controbilanciare la partenza di Baez ma soprattutto i tragicomici arrivi di Trotta e (più di tutti) Mbakogu, oggi che è toccato a Goretti va detto che il nuovo DS dei Lupi si sarebbe sul campo guadagnato la riconferma – possibilmente con un pluriennale -, per le operazioni che è riuscito a portare a termine nelle ultime ore.
Nei giorni scorsi avevamo parlato di mercato fallimentare – anzi, io stesso avevo scritto più volte che si andava profilando il più fallimentare calciomercato della storia del Cosenza (costellato da rifiuti e giocatori fondamentali saltati per gli ostacoli posti da Guarascio al rafforzamento della squadra). Alla fine non è stato così e di questo va dato pienamente atto a Roberto Goretti.
Anche stavolta non è stato facile: i bene informati raccontano che il DS ha quasi dovuto dare una svegliata al presidente, che stava incredibilmente – come si sussurra – per far fallire persino il fiore all’occhiello di questa campagna di riparazione, l’ingaggio di Ndoj (infine in prestito, infatti: si era partiti da un triennale acquistando il cartellino dal Brescia – poi indovinate chi ci avrebbe ripensato, secondo le nostre fonti?). Allo stesso modo era fallita nei giorni scorsi la trattativa per D’Urso, trecentomila euro il costo del suo cartellino che però a quanto pare sembra sia stato ritenuto troppo esoso dalla proprietà – così il trequartista del Cittadella è andato al Perugia. Per nostra fortuna (e di Occhiuzzi, aggiungo) con Ndoj alla fine è andata diversamente, e così l’italo-albanese va a comporre un centrocampo a tre nemmeno troppo disprezzabile, con Palmiero in mezzo a lui e a uno tra Voca e Kongolo, Carraro pronto a subentrare e a lottare per il ruolo di regista (nel quale può alternarsi al napoletano), Vallocchia e Florenzi ottime alternative sulle mezze ali. Questa sistemazione, insieme all’arrivo del difensore centrale Camporese (probabile titolare con Hristov e Vasainen, con Rigione primissima alternativa) sembra anche far tramontare definitivamente l’idea di un passaggio alla difesa a 4 – che comunque potrà essere sfoderata in casi particolari o contingenze di infortuni e indisponibilità assortite -, vuoi perché la rosa oggi si direbbe pensata apposta per il 3-5-2 (persino troppo pletorica: senza cessioni ulteriori siamo a 32 giocatori), vuoi perché comunque il 3-5-2 ha passato un esame duro come la trasferta di Cittadella. In ogni caso, ricordiamo sempre che Ndoj ha avuto un grave infortunio l’anno scorso e ha raggranellato pochissime presenze quest’anno (pare per litigi con Inzaghi), del resto fosse stato un titolarissimo difficilmente il Brescia se ne sarebbe privato: il valore assoluto del giocatore resta molto alto, ma bisognerà vedere com’è oggi.
Senza contare che nulla si sa di come si ambienteranno – e di quanto varranno una volta alle prese con campionato più competitivo in cui si siano mai cimentati – oggetti quasi sconosciuti come proprio Voca e Kongolo (di cui si diceva bene ai tempi della sua militanza nella giovanili del City).
Le incognite abbondano anche in attacco: l’età di Larrivey è un grosso punto interrogativo, anche se viene da due anni di pienissima attività e valanghe di gol, seppure in Cile; Gori è sempre alle prese con i postumi del covid; e se Caso e Millico danno certamente garanzie che potranno anche amplificarsi con l’innesto di giocatori di qualità come l’ex bresciano, da par suo Gaetan Laura (appello per tutti i giornalisti cosentini: per l’amor di tutti i Santi, Laura è quella di Nek, lui si pronuncia Lorà) si trova davanti a una vera sliding door della sua carriera: l’impatto con la serie B italiana, per uno abituato alla Ligue 2 francese, può essere brutale: sta a lui ora dimostrare che in realtà vale la categoria. Per un po’ Goretti ci ha fatto anche sognare Jovanovic, colpo quello sì da novanta, poi abbiamo tutti fatto i conti con l’oculatezza (chiamiamola così) di Guarascio.
Davanti al solito atteggiamento della proprietà, con cui a quanto pare si deve fare una guerra anche solo per far capire che si è in serie B e si deve agire da società di serie B, il DS porta a casa il riconoscimento di averci provato davvero e fino in fondo, sia coi giocatori che infine sono saltati per colpe non sue sia per quelli che è riuscito a portare a Cosenza.


A tirare le conclusioni, c’è da dire – ridata nuovamente una pacca sulla spalla di conforto al povero Goretti, che se la merita – che è un mercato che quantomeno potrebbe metterci alla pari con le competitores: sforzandoci moltissimo, inventandoci formule, facendo fare i salti mortali al DS, abbiamo forse ottenuto quello che per gli altri è la normalità, ovvero una squadra passabilmente di serie B. Naturalmente si può essere anche contenti di come sia andata (più che altro per reazione: persi Asencio, Casasola, Da Cruz, D’Angelo, Jakolis, se vogliamo pure Jovanovic, i timori erano di assistere a un naufragio: chiaro che quello che infine ne è uscito sembra oro), molto meno di quanto è emerso per l’ennesima volta circa l’atteggiamento del presidente – se poi è vero quello che ulteriormente ci viene raccontato da chi era a Milano da infiltrato e giura di un Goretti che non si capacitava di come Guarascio potesse fare il presidente di una società di calcio.
Ma alla fine gli assegni, vivaddio, sono stati staccati – qualche prestito in meno e qualche titolo definitivo in più sarebbero stati molto più graditi, ma quasi esplicitamente il presidente ha fatto capire di essere terrorizzato all’idea di doversi portare in C, in caso di una malaugurata retrocessione, giocatori da serie B con relativi ingaggi (che, nell’eventualità, la C la vincerebbero a occhi chiusi, ma evidentemente un pronto ritorno in cadetteria in caso di retrocessione non interesserebbe particolarmente a Guarascio…); quindi, come ogni anno, speriamo di salvarci.
E magari di esercitare diritti di riscatto a luglio, di trasformare i prestiti dei giocatori più importanti in titoli definitivi, di presentarci ai nastri d’avvio del prossimo campionato di serie B (sì, sto proiettando le mie speranze molto lontano: San Francesco di Paola, facci salvare anche quest’anno…) con una rosa finalmente già pronta per un buon 80%, amalgamata e forte, solo da puntellare nel calciomercato estivo – e chissà, finalmente considerata dagli addetti ai lavori come possibile outsider.
Alle volte, hai visto mai?, ci scappa persino un ritiro precampionato. Fantascienza.


Niente voti al calciomercato, dunque: le troppe scommesse (ancora una volta) abbasserebbero di molto una valutazione che Goretti magari meriterebbe fosse più alta – a lui vanno tutta la mia comprensione e la mia solidarietà: se un calciomercato si giudicasse solo dalla pazienza e dalla sopportazione di un DS nei confronti di chi dovrebbe metterci i capitali, il nostro direttore meriterebbe 10 (e il nervosismo visibile davanti alle telecamere di La C lo dimostra ampiamente: è vero, direttò, non devi spiegare un cacchio, sappiamo già tutto). Al gong di fine mercato, però, ci siamo arrivati quantomeno vivi – anche se Larrivey da svincolato verrà con calma solo oggi e Laura ha potuto firmare entro la mezzanotte.
Di sicuro non è stato affatto il mercato importante promesso a dicembre improvvidamente dal presidente: infarcito di incognite e giocatori stranieri alla prima esperienza in Italia, con colpi migliori da considerarsi l’ex infortunato Ndoj e il 38enne Larrivey, mancano le certezze che sarebbero occorse a una squadra che deve scalare la classifica e ancora una volta è vistosamente mancata la voglia di mettersi davvero in gioco economicamente. Poi qualche ingenuo sognerà dietro ai nomi esotici di Kongolo (oddio, anche come nome lascerebbe a desiderare…), Laura (per il nome, vedi Kongolo) e Voca, ci verrà a dire prima di giudicarli dobbiamo vederli giocare (figuriamoci: me lo sono sentito dire persino per la salma della buonanima di Mbakogu), senza capire che qui non si giudica il singolo giocatore sconosciuto – che può fallire o fare bene – ma, e lo ripeto per chiarire il concetto, l’alto numero di scommesse e il rischio connesso che debbano andarne in porto troppe per raggiungere l’obiettivo stagionale (sempre quello, naturalmente: noi non si può sognare oltre). Inserire una scommessa in un contesto organizzato e in una squadra già forte non crea problemi, affidare le possibilità di farcela a un elevato numero di autentiche scommesse è un azzardo che il Cosenza si trova costretto ogni anno a correre perché il budget miserabile a disposizione non consente altro.
Ma, a proposito di obiettivo stagionale, ora come ora dobbiamo pensare alla salvezza. Ndoj, Laura, Larrivey, Kongolo, Voca, Camporese, ma pure Hristov, Liotti, e poi Palmiero, Carraro, Caso, Millico, Vaisanen, Vigorito, Pandolfi, tutti gli altri, tutti insieme per portare a termine quello che pure questa volta si prospetta come una specie di miracolo sportivo. Non chiediamo altro. La classifica è quella che è, Cittadella ci ha dato qualche certezza in più (sa il cielo quanto ne avessimo bisogno), la scalata oggi però sembra un po’ meno proibitiva e tornano leggermente a sorriderci le possibilità che si torni a vincere, specialmente in casa, con una squadra ritrovata, tecnicamente, tatticamente e nel morale. O almeno con la speranza di non assistere più a spettacoli osceni come quelli visti contro Cremonese, Pisa e Ascoli.
Il Brescia è il primo ostacolo sul cammino, poi comincerà un tour de force di gare ogni tre giorni e soprattutto partendo dalla fondamentale trasferta di Vicenza, scontro diretto che non si potrà fallire.
Inizia forse un nuovo campionato. Per noi inizia ad handicap, ma ci siamo abituati.
Andiamo a riprenderci la serie B con le zanne e gli artigli, da veri Lupi.

NubeDT

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