LE VERITA’ NASCOSTE

Ogni falsità è una maschera, e per quanto la maschera sia ben fatta, si arriva sempre, con un po’ di attenzione, a distinguerla dal volto.” ALEXANDRE DUMAS (PADRE )

Oggi credo che riuscirò a far arrabbiare qualcuno pesantemente. Ma la mia scelta non parte come una provocazione, bensì da una semplice constatazione. Frutto solo della verità. Abbiamo giocato male a Vicenza! E se qualcuno non è d’accordo, devo precisare che a dirlo non sono solo io, ma una persona a cui ho chiesto di vedere la nostra partita! Eh si, perchè ieri finalmente un mio amico, che fa di professione il Match Analyst delle partite – ed anche ad alto livello, altissimo, parliamo di una figura internazionale –, mi ha fatto questo piacere. Guardare ed analizzare la partita Vicenza Cosenza. Una cortesia che ho chiesto ad un professionista del settore, per cercare di capire se quello che vediamo è chiaro, o – come fa qualcuno – si può “interpretare”. Ho dovuto aspettare dopo le 21 per avere un veloce responso (un’analista di livello mica se la guarda una sola volta, il match! Dopo il fischio finale il suo lavoro si fa ancora più certosino, nel rivedere e rivedere ancora. E a voler essere sinceri, una analisi completa avrebbe richiesto minimo due giorni!) ma alla fine mi ha girato tutto quello che ha rilevato in questo ennesimo, inutile pareggio. La relazione non la metto tutta perchè e’ piena di elementi tecnici e visivi sulla rappresentazione grafica del sistema di gioco adottato da entrambe le squadre a inizio gara, la descrizione delle caratteristiche antropometriche dei giocatori (statura, corporatura) e un breve sunto sulla prestazione da loro disputata, l’analisi della fase di possesso, l’analisi della fase di non possesso, i cambiamenti di sistema di gioco a gara in corso ed eventualmente, dopo le sostituzioni, la gestione delle palle inattive a favore, lo schieramento nelle situazioni di palle inattive a sfavore, la condizione fisica generale della squadra; ecc. Cose che risulterebbero noiose, sgradite, oltre che inutili, a chi li legge. Perchè tanto sono le considerazioni finali – riportate qui sotto – che bastano a capire a cosa (quasi tutti) abbiamo assistito. Eccole qui:

« E’ evidente che Vicenza e Cosenza hanno affrontato solo teoricamente un match da dover vincere a tutti i costi per non retrocedere. La partita è stata impostata in modo confusionario dalle due squadre. Con la prima che attaccava spazi e trequarti avversaria tentando troppe sortite sulle fasce, senza avere un’area di rigore ben posizionata dai giocatori per arrivare ad una conclusione pulita, nonostante una superiore fisicità. Il Cosenza invece è stato si attendista, ma votato perlopiù a mantenere la posizione, senza la volontà di ripartire in maniera efficace, cercando un gioco anche lui sulle fasce, ma privo di costrutto. C’era solo una idea sterile e poco studiata da parte del Cosenza, nello sfruttare lo sfondamento con le qualità del giocatore Caso, a cui a rimorchio dovevano (ma lo hanno fatto poco e male) salire tutti i compagni. Questo nel primo tempo. Nel secondo tempo la confusione nel dover pressare gli avversari da parte del Vicenza non si è concretizzata perchè, ad un innalzamento del ritmo prevedibile, non ha fatto seguito lucidità e concretezza dei giocatori nell’attaccare spazi e posizioni che il Cosenza ha lasciato sguarniti. I rossoblù dal canto loro, hanno proseguito nella stessa idea mostrata nella prima frazione, senza però pervenire ad una concreta gestione del tempo e della palla. I troppi pochi passaggi, la facilità con cui il Vicenza vinceva i contrasti, e una evidente disposizione che non forniva al regista ed al centrocampo una distribuzione del gioco equilibrata per mantenere le sortite del Vicenza, non si sono concretizzate nemmeno quando i cambi hanno permesso al Cosenza di sfruttare le ripartenze con una veloce verticalizzazione. Le occasioni finali infatti, sono state più determinate dagli spazi lasciati dal Vicenza che si era sbilanciato con i cambi, che dal Cosenza che approfittava volutamente degli stessi. Infatti nell’occasione pervenuta infatti in superiorità numerica al Cosenza, si percepisce chiaramente come i giocatori coinvolti non creano le giuste distanze per arrivare al tiro facilmente, segno che gli stessi non erano in grado di gestire la palla adeguatamente. Il pareggio finale, è solo frutto della casualità e dell’incapacità delle due formazioni di munirsi di un piano tattico efficace, che si adattasse alle variabili che poteva presentare la partita. Un’annullamento reciproco, generato solo da poche e sbagliate idee. »

Non so voi, ma io non eccepisco su nessuna delle cose dette da lui, anche perchè certe impressioni a caldo erano simili a quanto ha scritto! E credetemi, mica si era limitato a dire solo questo. C’era molto altro sul perchè abbiamo giocato male, e dove si capivano i nostri limiti di impostazione, tutto corredato da tabelle e statistiche impietose. E se qualcuno ancora vede delle cose “positive” nella partita che abbiamo giocato ieri, bè ha seri problemi per me! Perchè è chiaro che sta nascondendo – per motivi a me ignoti – la verità della cose. E’ dall’anno scorso che siamo perseguitati da frasi come “bisogna aver fiducia, non era questa la partita, in fondo abbiamo giocato bene”. Ma il senso di quelle frasi è esattamente come il gioco mostrato ieri. Vuoto e privo di senso! Perchè una partita giocata bene è fatta da tiri e occasioni create con idee, gioco di squadra, e personalità. Voi avete visto tutto questo finora? Io francamente no. E inizio ad avere seri dubbi che lo vedremo a breve. Ma la salvezza passa da questo e. soprattutto, dalle vittorie! Abbiamo cacciato Zaffaroni, che ha vinto l’ultima partita di questa stagione, e lo abbiamo sostituito con un allenatore che nelle ultime 44 partite (se consideriamo la sciagurata stagione 2020/21) ne ha vinte solo 6 . C’è bisogno di aggiungere altro? Io no. Tranne che se un “sostituto” chiamato a salvare una squadra, prende solo 4 punti in 6 partite, si manda a casa. Questo almeno è quello che farebbe qualsiasi Società che vuole salvarsi. Perchè è evidente che non sa TRASMETTERE NULLA, che il fattore casa/fuoricasa è relativo, e che ogni partita che passa c’è il rischio che il divario diventi incolmabile. Ci sono anche le responsabilità dei giocatori, certo. Ma se avete notato, stiamo assistendo alla stessa personalità che abbiamo visto – con altri giocatori – la stagione scorsa. Può essere casuale anche questo? Io dico di no. L’immagine che ho scelto è quello di una giostra che va a fuoco. Che rappresenta la verità. Perchè ormai la “narrazione” che rappresentava Occhiuzzi come un tecnico giovane, arguto e pieno di idee è definitivamente bruciata. Ma sta diventando “cenere” anche la passione dei tifosi che – ormai è inutile negarlo – hanno capito dove si andrà a finire. La diserzione è anche un segnale che nessuno ha voglia di assistere a questo incendio dell’incapacità. E ne ha tutto il diritto! Anche perchè, se i Pompieri (leggi Società e Ds) invece di provare a spegnere l’incendio (ma cosa deve fare Occhiuzzi per essere mandato via?), ti dicono di andare a vedere “come sta bruciando” la giostra, vuol dire che sono i primi a sapere che non c’è nulla da fare. O meglio, che non si vuole fare nulla! C’è puzza di bruciato, le fiamme sono visibili a tutti, ma i Pompieri non percepiscono il pericolo. O fanno finta che non ci sia. Bel modo di nascondere la verità! E allora che restino solo loro – con le manichette arrotolate ed i mezzi in bella vista – , a inalare il fumo e la cenere che ricoprirà tutto, quando il fuoco avrà finito la sua opera di distruzione…

Sinn Feìn

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