#22 WAITING FOR THE BARBARIANS: COMO

L’ennesima, travagliata, stagione. La quarta in B nell’era Guarascio: sempre sul filo del rasoio, sempre a soffrire (solo nel corso della prima stagione, quella con Braglia ancora al timone, nella seconda metà del girone di ritorno uscimmo dalle sabbie mobili) sempre in preda all’approssimazione di una Società che è specchio di chi la possiede (forse sarebbe il caso di dire, la tiene in ostaggio) e la amministra con inadeguatezza. Zaffaroni, che pure stava facendo discretamente anche se in modo comunque insufficiente (ma a lui vanno riconosciute le attenuanti di avere cominciato ad handicap) scaricato dallo spogliatoio e sfiduciato dalla Società – Goretti in testa – era stato sostituito da Occhiuzzi. Credo si sia trattato della prima ed unica occasione nella storia del calcio che un allenatore precedentemente esonerato- anzi, accantonato senza comunicati ufficiali – per avere fatto retrocedere la sua squadra venisse da essa richiamato per raddrizzare le sorti della stagione successiva. Eravamo saltati sulla sedia nell’apprendere questa assurda scelta di Guarascio (a proposito: VATTENE!) e da facili cassandre avevamo messo in guardia per quella incomprensibile scelta, immaginando un futuro per noi scontato e preconizzando eventi funesti. Che puntualmente si sono verificati, con la conquista di 4 punti in appena 8 partite, pur disponendo il tecnico di Cetraro di nuovi uomini ed affrontando, pure le ultime due della classe. Zero vittorie, zero! Abbiamo buttato via la possibilità potenziale di conquistare 24 punti, solo per risparmiare qualche migliaia di euro (con Occhiuzzi comunque pagato perché sotto contratto) e dare un’altra chance a chi aveva ampiamente dimostrato in un’intera annata, l’anno scorso, la sua totale incapacità tecnica e mancanza assoluta di polso nel gestire uno spogliatoio. Fuori uno, dentro un altro. Ieri l’altro è così arrivato in riva al Crati il terzo allenatore di questa travagliatissima stagione, Pierpaolo Bisoli. Chiaramente facciamo un grandissimo in bocca al lupo al nuovo mister, augurandoci che sia l’uomo giusto per traghettare i Lupi alla salvezza a suon di successi, cominciando dalla prossima partita, dall’avversario (barbaro) di domani, che pure è una delle sole quattro squadre finora battute dai rossoblu in questo campionato: il Como.

Nel cominciare ad analizzare i Lariani partiamo dalle origini: la tradizione sportiva del principale sodalizio calcistico comense, 28° Club a livello nazionale secondo i criteri della FIGC, iniziò nel lontano 1907, tant’è vero che l’attuale Società ha assunto proprio il nome di Como 1907. Ai suoi esordi la denominazione scelta fu Como Foot-Ball Club, che, dopo le fusioni, prima con il Club studentesco Minerva nel 1911 e poi con l’Esperia nel 1926, divenne l’Associazione Calcio Comense, rinominata successivamente Associazione Sportiva Como nel 1936. Nel 1938, dalla fusione con l’A.S. Ardita di Rebbio, nacque la Sportiva Como, divenuta poi Associazione Calcio Como ed infine Como Calcio S.p.A. nel 1970. Nella sua pluricentenaria storia il sodalizio lombardo ha disputato 14 campionati nella massima Serie, l’ultimo dei quali nella stagione 2002-2003 e 42 campionati della seconda Serie nazionale. Il suo miglior risultato di sempre fu il sesto posto ottenuto al termine della sua prima stagione in Serie A. Arrivando ai giorni nostri, c’è da registrare forse il periodo più buio per i biancoblu, appena risaliti nella passata stagione in cadetteria, dopo diversi anni di purgatorio, che li ha visti tra il 2004 ed il 2016/17 vivere ben due fallimenti (ed un esercizio provvisorio) oltre alla difficoltà di dover ripartire umilmente dalla Serie D (noi ne sappiamo qualcosa e possiamo ben comprendere). In realtà il “miracolo” si è concretizzato solo negli ultimi due anni, grazie all’avvento di una proprietà straniera, che ha rilevato il Club: l’inglese Sent Enterteinment, società con sede a Londra ma con cuore pulsante in Indonesia. Dietro ad essa vi sono, infatti, i fratelli Hartono, Budi e Bambang, meglio conosciuti con i loro nomi occidentali Robert e Michael, capostipiti di una famiglia che deve le sue fortune al commercio del tabacco nel continente asiatico, prima e soprattutto agli investimenti sulla Banca Centrale d’Asia, poi. Oggi sono al vertice di un impero da 40,2 miliardi di dollari e secondo Forbes i due fratelli indonesiani rientrano nei vertici della classifica degli uomini più ricchi al mondo, rispettivamente all’86° e 89° posto e 3° e 4° nella speciale classifica dei proprietari sportivi più facoltosi dell’intero pianeta. Giusto per dare qualche termine di paragone sempre scorrendo Forbes (graduatoria pubblicata nel 2021) Roman Abramovich (Chelsea) è 142° con 14,5 miliardi; Silvio Berlusconi (Monza) e famiglia 327° con 7,6; Zhang Jindong (Inter) 339° con 7,4; Rocco Commisso (Fiorentina) 352° con 7,2; Paul Singer (Milan attraverso il fondo Elliott) 665° con 4,3. Se, dunque, la proprietà è la più ricca in assoluto dell’intero panorama sportivo italiano, ciò non significa che si sia data alle spese folli per la squadra lariana: gli investimenti nel Como sono stati finora contenuti, vale a dire 6 milioni di euro nel giro di due anni. Questo quanto si evince dai bilanci della società chiusi il 30 giugno 2019 e il 30 giugno 2020. Giusto per fare un parallelo, Berlusconi ha investito nel Monza, nei suoi primi due anni di gestione del club brianzolo, più del triplo rispetto all’investimento degli Hartono, senza contare la terza stagione, la prima di B, dove lo sforzo del gruppo Fininvest è arrivato ben oltre i 40 milioni di euro. La facoltosa proprietà lariana naturalmente sostiene economicamente il club, ma non si disperde in spese pazze e a volte inutili, come spesso capitato in passato a molte altre proprietà con le stesse caratteristiche. Quindi i risultati sportivi ottenuti, sono arrivati non già grazie allo strapotere economico, ma per via della equilibrata struttura societaria e ad investimenti oculati e mirati. Così, ad esempio, a parte il progetto di ristrutturazione dello stadio Sinigaglia, qualche mese fa la Società è passata ai fatti, rilevando all’asta il Centro Sportivo comunale di Mozzate, che a partire dalla stagione 2022/23 diverrà la sede e il campo di allenamento della prima squadra. L’amministratore delegato, nonché presidente Dennis Wise (ex bandiera e capitano del Chelsea) nella circostanza ha dichiarato: “Essere proprietari di un centro sportivo rappresenta il punto di partenza per costruire un club solido, con una visione a lungo termine e una progettualità di ampio respiro”. Suggeriamo, dalle parti di Via degli Stadi, a Cosenza, di prendere appunti e cominciare a pensare di andare oltre l’investimento sui seggiolini!

All’interno delle componenti societarie, il 38enne ambizioso Carlalberto Ludi è stato riconfermato per altri 2 anni, dopo un analogo periodo già trascorso in riva al lago che è coinciso con il doppio salto di categoria dei lariani dalla D alla B, nella duplice veste di direttore generale e sportivo. Confermata anche la guida tecnica, dopo la promozione in B, con il comasco – ex giocatore da capitano e pure gran tifoso degli azzurri lombardi – Giacomo (Jack) Gattuso, che ha ottenuto pure lui altri due anni di contratto, con l’obiettivo assegnatogli dalla Società di ottenere, almeno per questo primo anno di ritorno in B, la salvezza. Amante del 4-2-3-1 con cui ha vinto il girone A della C nella passata stagione, in rimonta su Renate ed Alessandria, il tecnico 53enne, dimostra di essere duttile ed elastico abbandonando di fatto il suo modulo preferito a favore di un meno spregiudicato 4-4-2 più adatto agli uomini che ha a disposizione. A testimonianza del fatto che con questo schema di gioco il tecnico – comasco di nascita – ha trovato la quadratura del cerchio, sono i risultati ottenuti dalla squadra: negli ultimi 10 turni, ad esempio, le uniche due sconfitte (arrivate contro Cremonese e Pisa) sono maturate proprio in occasione di cambi di modulo sperimentati da Gattuso; nelle restanti 8 partite, grazie al 4-4-2 ed il gioco verticale richiesto da mister Jack, i lariani non hanno conosciuto sconfitta. Per parlare ora di come è composta la squadra, quindi degli uomini che ha disposizione il tecnico lombardo, trattiamo del mercato condotto dal DS Ludi, quando la scorsa estate è partito con l’impostare la stagione di Serie B, d’accordo con Società ed allenatore, mantenendo l’ossatura che ha consentito di vincere la serie C, per poi procedere ingaggiando calciatori di grande caratura come Cerri e La Gumina (entrambi nel mirino di squadre di serie A) oltre a Scaglia, difensore di assoluto valore, Vignali, già inseguito anche dai Lupi, l’ottima ala sinistra di categoria Moutir Chajia (anche se attualmente indisponibile per infortunio), il genoano Parigini, la grande promessa in prestito dall’Atalanta Varnier e, non ultimo, l’ex di turno Ettore Gliozzi che, se non ha particolarmente colpito per le doti tecniche, l’anno scorso all’ombra della Sila, è comunque riuscito ad andar via da Cosenza come miglior realizzatore di stagione grazie alle sue 7 reti, confermandosi pure quest’anno, stagione in cui ha già realizzato 5 gol in riva al lago, conditi pure da due assist. Nel trattare invece degli aggiustamenti alla squadra, a seguito del mercato invernale, curiosamente abbiamo notato che, al 1° febbraio il valore della rosa è diminuito rispetto al precedente roster. Questo è dovuto quasi esclusivamente al fatto che, alla fine, le uscite sono state maggiori rispetto alle entrate. Gli addetti ai lavori, come buona parte dei tifosi, tuttavia, si sono detti moderatamente soddisfatti della sessione del mercato di riparazione, un po’ perché sono stati raggiunti gli obiettivi che in terra comasca si attendevano, con il sostegno arrivato prevalentemente in zona mediana e sugli esterni d’attacco. Così, alla corte di Gattuso sono giunti: dal Valencia l’ala sinistra Blanco; dal Pordenone l’ala destra Ciciretti; l’ultimo giorno di mercato anche il centrocampista atteso, vale a dire Nardi dalla Cremonese. Sono andati via da Como, invece giocatori poco utilizzati o fuori dal progetto tecnico, vale a dire i difensore Allievi, andato a Cesena, Crescenzi, finito al Siena, Dkidak dirottato a Potenza e Toninelli mandato alla Pro Sesto; il centrocampista H’Maidat andato a rinforzare il Sudtirol; infine l’attaccante Luvumbo, rientrato a Cagliari dal prestito. La rosa quindi, dopo la chiusura di mercato, risulta oggi ridimensionata nel numero, visto che attualmente è composta da 27 elementi, dai 31 della scorsa estate, oltre ad essere particolarmente equilibrata sul piano anagrafico (età media di 26 anni, in perfetta linea con il dato generale della serie B, pure di 26 anni); essa ha un valore totale valutato in 16,3 milioni di euro ed infine ha una vocazione italiana, avendo appena il 15% dei suoi calciatori di nazionalità straniera (4 in totale, contro i 12 del Cosenza, giusto per fare un parallelo).

Il 4-4-2 di Jack Gattuso

Dicevamo del modulo tattico adottato dal tecnico dei biancoblu lombardi ebbene, abbiamo visto come in quasi tutte le partite sinora disputate, la difesa sia stata schierata con quattro uomini, altrettanti giocatori sistemati a centrocampo e due terminali offensivi a chiudere l’11. Per la partita di domani, la più probabile formazione che Jack Gattuso potrebbe schierare, tenendo quindi come riferimento tattico il 4-4-2, senz’altro vedrà tra i pali a difesa della propria porta non più l’estremo difensore scuola Juventus Stefano Gori (che, ricorderete, giocò all’andata e prese gol anche dal suo omonimo, centravanti dei Lupi, purtroppo – anche – domani assente) ma il più esperto Davide Facchin. A protezione del portiere la difesa, da destra a sinistra, dovrebbe vedere in campo Vignali (se Gattuso vorrà dare un turno di riposo a Iovine), Solini, Scaglia come centrali, (con, l’alternativa Varnier) ed infine sull’out di sinistra, l’ottimo Ioannou. In mediana non dovrebbero esserci dubbi sull’impiego del sempre titolare, quindi punto cardine del reparto Bellemo in posizione centrale di sinistra e Arrigoni (o in alternativa Iovine o Kabashi) a destra, con ai lati, come esterni Parigini (Ciciretti a subentrare o come alternativa da titolare, senza dimenticare Peli) sull’out di destra ed opposto, sull’altro lato, quello di sinistra il nuovo arrivato Filippo Nardi (ma potrebbe trovare posto anche un altro nuovo acquisto, vale a dire Blanco ovvero anche Gatto). Infine, in attacco difficilmente Gattuso rinuncerà a Cerri, suo migliore uomo in attacco (7 reti e 4 assist finora, in stagione) in tandem con uno tra Gliozzi (dopo il colpo dello scorpione che gli è valso l’eurogol segnato nello scorso turno a Frosinone, i 5 gol stagionali ed i 2 assist, un posto da titolare potrebbe essere suo), La Gumina (5 gol stagionali anche per lui) e – più difficilmente – Gabrielloni.

In conclusione, andiamo a vedere a chi è stata affidata la direzione arbitrale della partita di domani sera: si tratta del sig. Alessandro Prontera di Bologna. I precedenti per i Lupi con il fischietto del capoluogo felsineo in stagione dicono di una vittoria casalinga – contro il Vicenza – ed un pareggio esterno, quando Prontera era al VAR in quel di Perugia. Un arbitro, il bolognese, che è un vero e proprio talismano portafortuna per i rossoblu, considerato che nei dieci precedenti, il Cosenza ha ottenuto quattro vittorie e cinque pareggi, perdendo in un’unica circostanza, a Brescia (quando annullò un gol a Maniero per un’unghia di fuorigioco). A coadiuvare il lavoro del direttore di gara come assistenti di linea sono stati designati i sigg. Antonio Vono di Soverato e Marco Trinchieri di Milano. Quarto uomo sarà Matteo Gualtieri di Asti, mentre al VAR è stato designato Marco Serra di Torino, con assistente VAR Daniele Marchi di Bologna. Per quanto riguarda le quotazioni dei bookmakers, la vittoria del Cosenza, il 2, è data tra 4,10 e 4,50; il segno X tra 3,05 e 3,38 ed infine l’1 con la vittoria del Como, viene pagata pochissimo, tra 1,85 e 2,00. La partita, che si disputerà domani pomeriggio con calcio d’inizio alle ore 15,30 allo stadio Giuseppe Sinigaglia di Como, dovrebbe avere una buona cornice di pubblico (considerato che per le norme anti Covid, vige ancora la restrizione che limita l’affluenza di spettatori negli stadi al 50% sugli spalti): già ieri l’altro, infatti, sono andati soldout sia il settore degli ultrà locali, sia quello dei sostenitori rossoblu (250 posti). Ragione per cui la Società lariana ha ritenuto opportuno aprire altri settori dello stadio per accogliere l’alta richiesta proveniente dalla Calabria (la Curva Nord ha fatto sapere – attraverso un comunicato degli Anni Ottanta – di avere deciso di tornare a seguire il Cosenza sia in casa che in trasferta), ma anche dai Lupi sparsi per il nord Italia. Alla fine si stima che saremo – sì, compreso chi scrive – in almeno 400 ad affollare le scalee dello stadio, sito in suggestiva posizione, in riva al lago di Como. Speriamo che la squadra, sostenuta dai tanti tifosi e galvanizzata dal nuovo mister, possa esprimere un buon gioco e si vedano finalmente i giocatori uscire dal campo, per citare testualmente mister Bisoli, con la bava alla bocca…! Staremo a vedere.

Sapiens

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