LA ZONA MORTA #32 – ASPETTANDO BUONE NUOVE.

C’è sempre un aspetto, un particolare, un’immagine che definisce meglio come questa Società sia ormai un posto che non perde mai l’occasione per raccogliere brutte figure. Ora, cerchiamo di fare un ragionamento sensato. Hai appena deciso (mercoledì) che l’allenatore che hai messo a Novembre per sostituire quello con cui hai iniziato la stagione non va più bene. Sensato? Assolutamente si. Iniziano le ricerche per individuare il profilo ideale. I nomi che spuntano fuori – Nesta, Zenga, Cosmi, Boscaglia, Bisoli ecc. – sembra vengano tutti interpellati, e la maggior parte risponda picche. Normale anche questo. Un allenatore che subentra a mercato finito, se non vede prospettive ( e le nostre sono sempre molto vaghe e discutibili) e non riceve le adeguate garanzie in caso di retrocessione, difficilmente prende le redini in mano con tutti questi impegni ravvicinati. Inoltre c’è sempre il fatto che cachet, staff e altre richieste possano cozzare con le necessità della proprietà. Valido anche questo. Le trattative si intavolano proprio per limare questi dettagli. E così, verso la fine della serata, l’idea che alla fine si ripiegherà sul ritorno di Zaffaroni si fa sempre più probabile. In fondo è ancora sotto contratto, magari a qualcuno non piacerà come la squadra stava giocando le ultime partite prima di essere cacciato, ma i punti che ci tengono a galla per la maggior parte li ha fatti lui. Perchè non riprovarci? Si può discutere se piaccia o meno, ma ha comunque un senso. In fondo non si è mai capito esattamente se la squadra si è inceppata sul più bello causa infortuni di alcuni giocatori chiave (vedi Vaisanen, che in effetti col suo ritorno in difesa ha mostrato che la lì dietro la differenza la fa eccome), perchè l’allenatore si era perso il bandolo della matassa, o se la squadra ad un certo punto aveva rigettato i suoi dettami tattici, anche a livello personale. Fatto sta che, quando tutti quanti si erano convinti che avremmo assistito al ritorno del tecnico milanese, verso sera un nome della rosa degli allenatori che erano stati tirati fuori si fa più insistente. Bisoli. Allenatore di categoria, quattro promozioni (due in A) conquistate con Cesena e Padova, fama da duro – lo era anche da giocatore, quando si spendeva tantissimo in campo come un pupillo e uno dei giocatori simbolo del mitico Carletto Mazzone – e ultimamente qualche esonero di troppo, inframezzato da una salvezza con la Cremonese. Può andar bene? Lo dirà il campo. Di sicuro, se una scossa dovevi dare, il profilo sulla carta potrebbe essere giusto, anche come carattere. Ok, ma cosa succede? Verso la serata qualcuno parla di raffreddamento, di problemi. Morale, ieri sui giornali si aprono due piste su chi verrà. Da una parte c’è chi è sicuro che alla fine sarà Bisoli il prescelto, dall’altra chi dice (e fa girare tanto di foto) che Zaffaroni sia in procinto di prendere l’aereo per venire a riprendere in mano la situazione. Quale corrente ha ragione? Non ci crederete, ma ce l’hanno tutti e due! Eh, si. Perchè, a distanza di quasi un’ora, entrambi i tecnici atterrano a Lamezia. Ergo, sono ancora tutti e due in ballo. Le voci allora parlano di una differenza di vedute fra Presidente e Ds, dovuta essenzialmente al fatto che il primo vorrebbe di nuovo Zaffaroni, il secondo punta forte su Bisoli. Non ci è dato sapere se è vero, così come non sappiamo se corrisponde a verità che in realtà l’ex tecnico dell’Albinoleffe fosse venuto giù solo per firmare una rescissione, utile magari ad liberare spazio salariale per lo stesso Bisoli. Il risultato di tutto questo trambusto, è l’immagine che credo molti di voi avranno ricevuto o visto ieri verso le 11.

Ora, tengo a precisare che – anche se a qualcuno potrà sembrare strano – non è così bizzarro che due tecnici vengano chiamati contemporaneamente al capezzale di una squadra in difficoltà. Succede dappertutto. A volte ne sono stati chiamati anche di più. Persino nella nostra storia recente, quando Trinchera convinse Guarascio a prendere Braglia (sia sempre lodato quel giorno!), il Presidente di fatto aveva chiamato Diana e lo teneva in albergo, pronto con un cenno a farlo firmare. Storie già viste dappertutto, e che sicuramente si ripeteranno sempre, nell’indecisione che arrovella i momenti drammatici su chi possa veramente dare una svolta positiva alla stagione. Ma il punto non è questo, non è l’indecisione. Il punto è che si poteva tranquillamente prendere Zaffaroni, portarlo in una camera d’albergo, e tenerlo pronto casomai i dettagli prima della firma di Bisoli fossero saltati. Vederlo lì, che aspetta qualcosa o qualcuno che lo porti verso qualche meta, non aiuta. Non aiuta perchè mostra la solita disorganizzazione nel gestire una situazione si delicata, ma anche prevedibile. Non aiuta noi tifosi, perchè il dubbio che se Bisoli fosse saltato, Zaffaroni tornava in panchina solo come ultima – disperata – mossa della Società e non perchè convinti della bontà della scelta, rimarrà. E non se lo merita lui. Che sicuramente a qualcuno potrà anche non aver lasciato un buon ricordo nel breve lasso di tempo in cui si è seduto sulla nostra panchina, ma di certo non meritava questo trattamento da pacco abbandonato. Marco Zaffaroni ha mostrato comunque una certa professionalità e correttezza nei modi che, nel bene o nel male, andava rispettata. Trattarlo così non è stato certamente un bel messaggio per chiudere definitivamente il rapporto con lui. Ripeto, si poteva prenderlo e portarlo via, aspettando la fumata della trattativa con Bisoli, e poi agire di conseguenza. Sarebbe stato lecito, oltre che giusto, nell’imminenza dei turni ravvicinati che ci aspettano. Ma così è emersa una immagine di agnello sacrificale che paga per colpe anche non sue, perchè frutto di mancata programmazione, organizzazione, e scelte ponderate. La voglia di scusarsi con lui, solo ed emarginato davanti l’uscita di un aeroporto per un viaggio inutile, e la mortificazione subita che si legge nella sua espressione – aspettando buone nuove – pensa sia venuta a tutti. Anche a chi non lo riteneva all’altezza dell’impresa che adesso è affidata a Bisoli. Pertanto, accogliamo con speranza e fiducia il nuovo tecnico, ma cerchiamo anche di dare un doveroso e corretto saluto finale a chi si era preso questa responsabilità prima di lui questa estate. Almeno questo, credo che se lo sia meritato.

Sinn Feìn

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