#26 WAITING FOR THE BARBARIANS: TERNANA

Finalmente il nuovo allenatore, Pierpaolo Bisoli, ha avuto il tempo per lavorare come si deve con il suo gruppo e per recuperare qualche pedina fondamentale. Il rinvio di Cosenza – Benevento per i troppi casi Covid registratisi nel gruppo squadra campano sembra essere arrivato a proposito. Nelle precedenti quattro partite, disputate nel lasso temporale di appena dodici giorni, non aveva avuto neanche il tempo di respirare, perché ogni tre giorni ha dovuto preparare un match. Davvero difficile trasmettere le proprie idee, in così poco tempo a disposizione, per qualunque allenatore. Eppure i segnali si sono visti, eccome! A parte la partita di Como, che il tecnico emiliano ha ammesso di avere sbagliato, egli stesso, sul piano tattico (ma anche lì: era arrivato appena due giorni prima, cosa si poteva pretendere?) nelle altre partite sono arrivati: un pari a Crotone che urla vendetta, visto com’è sfumata la vittoria; la decisiva vittoria casalinga contro l’Alessandria che, nonostante la discutibile prestazione sul piano del gioco, ha rilanciato le nostre speranze di potercela giocare fino in fondo; la sconfitta di Frosinone che sappiamo tutti quanto sia stata immeritata dal punto di vista del risultato (se c’era qualcuno che avrebbe meritato la vittoria, quelli avremmo dovuto essere noi) ma che ha lasciato comunque nel popolo rossoblu buone sensazioni sul piano del gioco, delle motivazioni e degli stimoli, oltre che per quanto concerne l’aspetto squisitamente tattico. Con Bisoli, in buona sostanza, è ritornato un cauto ottimismo nell’ambiente e fa crescere oltremodo la sensazione di aver perso tempo, terreno e punti nell’interregno Occhiuzzi: sono tanti i tifosi che si augurano che tanta leggerezza da parte del presidente Guarascio (VATTENE!) non ci costi cara a fine campionato. Ma torniamo all’attualità, alla partita che i Lupi sono chiamati a disputare domani: la quinta gara che il nuovo tecnico rossoblu è chiamato ad impostare è la sua quarta in trasferta, visto che Vigorito e compagni dovranno recarsi in terra umbra ad affrontare il barbaro di turno, vale a dire la Ternana.

A Terni i primi calci ad un pallone si fanno risalire già al 1915 quando prese vita il primo progetto pionieristico di società calcistica, l’Interamna Football Club, che assunse questo nomenclatura in onore del nome latino della città. Tuttavia la data vera e propria di fondazione della Ternana, è il 1925: nell’ottobre di quell’anno avviene si fondono due preesistenti società cittadine, il Terni FC e l’UC Ternana nella nuova squadra dell’Unione Sportiva Terni, evento che viene indicato appunto come atto di nascita dell’odierna Ternana. Nella sua storia conta 2 partecipazioni alla Serie A (la più recente nell’edizione 1974-1975) e 28 in Serie B ed il suo palmares annovera una vittoria di un campionato di Serie B, sei di terza divisione (tra Lega Pro, C1 e Serie C) e la conquista di una Supercoppa di Serie C. Il Club è stato il primo rappresentante dell’Umbria in Serie A, nella stagione 1972-1973, anticipando i cugini del capoluogo di regione. La squadra e i suoi calciatori sono noti con il soprannome di Fere, ovvero «belve» o «bestie» in dialetto ternano, ed ha come simbolo societario la figura mitologica della Viverna. L’attuale Società, già Ternana UniCusano, aveva assunto questo nome (oggi tornato al tradizionale Ternana Calcio) dopo che nel 2017 Stefano Bandecchi, proprietario dell’Università degli Studi “Niccolò Cusano” (Nikolaus Krebs, Kues 1401-Todi 1464, giurista, teologo, filosofo, politico, matematico e astronomo tedesco, fu tra i più autorevoli esponenti dell’Umanesimo europeo) ne ha rilevato le quote cedendo al contempo quelle del Fondi Calcio – Club con cui nel 2014 l’Ateneo telematico di Roma aveva esordito nel panorama calcistico italiano. Scopo dichiarato del patron, è quello di avvicinare la ricerca ad un pubblico vasto come quello del mondo del calcio, ma non solo. La vicinanza dell’istituto universitario privato, al mondo dello sport in generale (non solo il calcio, come di seguito vedremo) ha portato ottimi frutti: grazie al ritorno sugli investimenti del Fondi Calcio 1923 e della Ternana Calcio spa, nel 2020 UniCusano ha perfezionato l’acquisto per tre milioni di sterline di Withersdane Hall un campus nel Kent (UK) – a Wye, nei pressi di Ashford, un’ora circa a sud est di Londra – immerso in nove ettari di parco. Il ritorno sugli investimenti sul calcio, o “l’utile indiretto”, come lo definisce lo stesso Bandecchi, deriva dall’incremento vertiginoso del numero degli iscritti ai ventiquattro corsi universitari di laurea (3.000 euro la quota di iscrizione media), giunti a quota trentacinquemila (+118% nell’ultimo quinquennio), ai quali si aggiungono i tredicimila iscritti negli anni ai 150 master, con il fatturato di UniCusano che in cinque anni di impegno nel calcio, è schizzato da 35 a 85 milioni di euro. Questo spiega perché l’attività sportiva è da sempre sostenuta dall’UniCusano attraverso una serie di progetti che consentono agli studenti iscritti all’Ateneo di avere un contatto diretto con varie realtà sportive di prestigio. Ultimamente, ulteriori investimenti nel mondo dello sport ed in particolar modo attraverso il rapporto con la città di Livorno, di cui Bandecchi è nativo, si è arricchito con la sponsorizzazione da parte di UniCusano anche alla neonata U.S. Livorno 1915 (squadra di calcio oggi in Eccellenza toscana, rinata dalle ceneri del recente fallimento targato Spinelli, alla quale il presidente, nell’ultima finestra di mercato invernale, ha dirottato dalle Fere tre pezzi da novanta come Russo, Torromino e Vantaggiato) e si aggiunge a quelle della squadra di basket Pielle Livorno e del team di atletica leggera Libertas Runners, sempre della città labronica, tra le cui fila, lo stesso imprenditore aveva praticato atletica leggera, da ragazzo. Non solo education e sport come settori di interesse che gravitano attorno all’Università Niccolò Cusano, considerato che il 60enne imprenditore livornese ha creato nel tempo un network di aziende e realtà strategiche ad essa correlate che spaziano dall’editoria (con le testate Cusano Italia TV, Radio Cusano Campus, Cusano Magazine, UniCusano TAG 24, Edicusano) al marketing (UniCusano Shop), alla ricerca (Fondazione Università Niccolò Cusano, Amici UniCusano, CRC UniCusano, Heracle, Naturalia Sintesi) sconfinando persino nel settore food (Cuochissimo S.r.l.).

Tornando al calcio, quindi alla Ternana, dicevamo come Stefano Bandecchi ne avesse preso in mano le redini ormai quattro anni fa, chiudendo l’era Longarini – durata ben 13 anni -, con le Fere che militavano in Serie B. Mezza Fondi Unicusano seguì le sorti del presidente e si trasferì in Umbria ma, nonostante le roboanti promesse del vulcanico numero uno di via della Bardesca, la stagione fu fallimentare, con la retrocessione in C. Poco avvezzo al fallimento, Bandecchi giurò quindi di riportare in cadetteria i rossoverdi e, dopo due stagioni di alti e bassi, alla terza, quella conclusa proprio l’anno scorso, c’è riuscito, con la sua squadra che ha letteralmente dominato il campionato, stabilendo numerosi (ben 18!) primati per la categoria e riapprodando in B con quattro giornate d’anticipo rispetto alla fine del campionato. Il segreto di questo successo, a parte una squadra costruita molto bene (non senza enormi sacrifici economici, visto che la stagione si è chiusa a livello economico con una perdita di 11 milioni e 778 mila euro), riposa sicuramente nella felice scelta dell’allenatore, l’anno scorso, operata di concerto con il DS Luca Leone da parte del presidente Bandecchi ed individuato in un livornese, persona di carattere, come lui (anche se di idee politiche divergenti), nato e cresciuto nel suo stesso quartiere popolare della città portuale toscana (si tratta del quartiere Shanghai, ndr): quel Cristiano Lucarelli che alle pendici della Sila conosciamo molto bene come allenatore sì, da avversario, ma soprattutto come bomber per i suoi indimenticabili 15 gol nella stagione ‘95/’96. Da matricola, dunque, la Ternana si è presentata ai nastri di partenza dell’attuale campionato di B con un piglio sicuramente più prudente, rispetto agli esordi di Bandecchi, 4 anni fa, ma senza nascondere le ambizioni. Queste le dichiarazioni dello stesso presidente all’esordio dell’attuale stagione di B: “Ci sono tanti club importanti, quasi un prolungamento della Serie A, e noi siamo nuovi in questo ambiente per cui dobbiamo restare umili e silenziosamente ambiziosi come sostiene il nostro allenatore. La salvezza è il nostro obiettivo, ma non voglio soffrire. Diciamo che andrebbe benissimo chiudere nella parte sinistra della classifica, un sogno sarebbero i playoff”. Per raggiungere il target prefissato, il Club ha confermato ovviamente la fiducia al mister dei miracoli e, con lui, diversi dei calciatori artefici del campionato da record di cui abbiamo detto, dal portiere Iannarilli ai difensori Kontek, da Diakite a Celli; poi i centrocampisti Proietti, Salzano, Paghera passando per Palumbo e Defendi, oltre agli attaccanti Falletti, Partipilo, Furlan ed anche Peralta. In buona sostanza è stata confermata l’ossatura dell’anno precedente, visti i risultati eccezionali raggiunti, con il compito per il Direttore Sportivo Leone di innestarvi dei calciatori di categoria al fine di innalzarne ulteriormente il valore tecnico e rendere la rosa competitiva per la B. Così, nella sessione estiva sono arrivati in Umbria, tra gli altri, i difensori Ghiringhelli (Cittadella), Sørensen (Pescara) e Martella (Brescia); i centrocampisti Agazzi (Vicenza), Mazza (Bologna), Koutsoupias (Virtus Entella); gli attaccanti Mazzocchi (Atalanta), Capone (Atalanta), Ortolani (Fk Dinamo Tirana), Capanni (Milan), e soprattutto i pezzi da novanta Donnarumma (Brescia) e Pettinari (Lecce). Un mercato che è valso un otto in pagella attribuito a Luca Leone dalla Gazzetta dello Sport, fatto così bene, che non si è ritenuto necessario un grande intervento al mercato di riparazione, chiuso – a sua volta – con due soli movimenti in entrata, ovvero il rientro di Rovaglia dalla Fermana e l’arrivo di Bogdan dalla Salernitana, in prestito. Un roster affidato, dicevamo, nelle mani di Cristiano Lucarelli, che finora è riuscito a fare un nuovo miracolo, dopo quello dell’anno scorso, anche se meno eclatante ed a fare dei suoi nuovi (e vecchi) calciatori un gruppo, quindi una squadra. Certo, dopo le difficoltà iniziali in cui forse i rossoverdi hanno pagato un po’ il fio del noviziato, ad inizio stagione oltre ad aver dovuto affrontare tutte squadre da zone nobili della classifica, nel prosieguo di stagione il lavoro dell’allenatore livornese ha permesso di raccogliere frutti maturi, tant’è che le Fere si trovano a ben nove punti sopra la zona playout, anche se nelle ultime sei partite sono arrivate quattro battute d’arresto, un paio delle quali anche piuttosto preoccupanti per Lucarelli che, con dirette concorrenti nella lotta per non retrocedere come Vicenza e SPAL, ha rimediato la bellezza di 8 reti al passivo. Un problema serio, quello della difesa, per gli umbri, che in stagione hanno subito davvero tanti gol, tant’è che con le 45 reti stagionali al passivo sono la quartultima difesa dell’intera cadetteria. Ad una difesa vero tallone d’Achille, fa da contraltare l’attacco rossoverde, che realizza davvero tanti gol (con 39 realizzazioni è al 7° posto tra i migliori attacchi della B) e con tutti gli attaccanti: 9 per Donnarumma (per lui anche 3 assist); 8 per Falletti (3 assist); 6 per Partipilo (che segna, ma soprattutto fa andare in gol i compagni essendo di gran lunga con i suoi 10 assist il migliore della B); senza scordare i 5 gol di Pettinari ed i 3 di Mazzocchi. Attaccanti che fanno il loro dovere, eccome, visto che in cinque hanno realizzato 31 gol, 7 in più di quanti ne ha segnati l’intera squadra del Cosenza, giusto per dare la misura. Insomma, una macchina da gol, che non lascia affatto annoiare gli appassionati ternani della nazional pedata!

D’altra parte, per uno come Lucarelli, che nel 2004/05 si è laureato capocannoniere del massimo campionato italiano di calcio, nel quale ha realizzato la bellezza di 120 gol (217 in totale in carriera), la vocazione e la propensione verso la porta avversaria è un fatto naturale, atavico. Anche da allenatore. Così l’ex bomber del Cosenza (dove ha cominciato a segnare in carriera, nel calcio che conta) dispone la sua Ternana in modo spregiudicato, votata all’attacco, con uno offensivo 4-3-3, ovvero nelle sue declinazioni del 4-3-1-2 o 4-3-2-1. A contraddistinguere il modulo utilizzato da Lucarelli è la versatilità, che lo rende adattabile alle varie situazioni di gioco. Per applicarlo correttamente il trainer toscano ha istruito i suoi uomini sull’importanza dei movimenti da compiere senza palla. La linea difensiva non si discosta da quella di altri moduli (come il più elementare 4-4-2), contando, davanti al portiere Iannarilli su due terzini (Martella – o più raramente Celli – a sinistra, mentre Ghiringhelli, Diakité o Defendi a destra) ed altrettanti centrali (due tra Capuano, Sørensen, Boben o l’ultimo arrivato Bogdan). I tre centrocampisti, generalmente Palumbo, Koutsoupias e Proietti (sporadicamente Agazzi, Paghera, Salzano) assumono le funzioni di mediani, dovendo collaborare sia in fase di interdizione che di spinta. Il terzetto avanzato è invece composto da due ali (Partipilo a destra e Furlan a sinistra, esterni offensivi) e Falletti (o Pettinari) centrale, quando previsto il trequartista, alle spalle della punta centrale, molto spesso Donnarumma (ovvero Capone, se non lo stesso Pettinari), il quale deve possedere una dotazione tecnica non comune per il lavoro cui è chiamato: oltre alla finalizzazione, deve infatti saper favorire l’inserimento in avanti dei compagni di squadra. Una delle peculiarità di questo sistema di gioco è la propensione delle due ali alla fase d’attacco: esse infatti agiscono sempre alte e larghe e molto spesso vengono schierate a piede invertito per sfruttare i tagli e per essere più pericolose quando vengono a ricevere tra le linee. Ma è anche utile l’interscambiabilità, quando previsto dal modulo, dei 2 esterni d’attacco, al fine di togliere riferimenti fissi agli avversari. In fase difensiva il modulo utilizzato dalle Fere si trasforma in un 4-5-1 con gli esterni che tornano a dar manforte al centrocampo. La marcatura è ad uomo, con la difesa a quattro in area di rigore ed a scalare nella propria trequarti. Il reparto di difesa è posizionato piuttosto alto e pratica regolarmente la tattica del fuorigioco. La Ternana spesso si difende con nove uomini più il portiere, lasciando il solo centravanti in avanti per le ripartenze, oppure può farlo con otto uomini più il portiere, di modo che anche il trequartista o uno dei due attaccanti centrali possa essere di supporto per il compagno di reparto più avanzato (Donnarumma), in caso di contropiede, quindi formando un 4-4-2. Nella fase offensiva Lucarelli punta tutto sul possesso palla, con movimenti automatici dei giocatori senza possesso del pallone. Così, quando giocano i rossoverdi si assiste regolarmente a tagli delle ali sia sulla perpendicolare al portatore di palla, che sul lato debole (dove non c’è il pallone) del campo, nel caso di attacco dal lato opposto. Inoltre viene richiesto l’inserimento di un centrocampista a turno in area di rigore per vie centrali. Il trequartista centrale, quando previsto, è sempre a supporto dell’azione in modo da trovare gli uno-due col portatore di palla o proposizione diagonale sulla perpendicolare dell’ala in modo da creare superiorità numerica sulle fasce. Le sovrapposizioni dei terzini si verificano solo nell’ultima trequarti in modo da lasciare la difesa a quattro anche in fase di possesso di palla. Il terzino sul lato debole deve attaccare lo spazio quando la rispettiva ala taglia in area di rigore. Il centravanti si propone sempre in diagonale con il trequartista centrale in modo da attaccare la sua perpendicolare in caso di passaggio filtrante. In fase difensiva dicevamo, il centravanti è quasi sempre l’unico a restare in avanti e gioca d’appoggio per l’inserimento da dietro delle ali, per far ripartire il contropiede. Negli schemi offensivi abbiamo visto come il trequartista, o l’altro centrale d’attacco, vada sempre sul lato forte, (cioè dove si trova il pallone) in appoggio al portatore di palla per favorirne l’inserimento o tentare direttamente la via della rete. In questo ruolo ed in questi movimenti Falletti, così come Pettinari stanno riuscendo molto bene, tant’è che con Donnarumma hanno grande intesa e fiuto del gol. Quando nello schema sono previste le due ali d’attacco, quella che si trova sul lato debole, taglia verso il secondo palo, mentre quella sul lato forte attacca lo spazio sulla fascia. Il mediano sul lato debole si inserisce centralmente in appoggio orizzontale al centravanti, con il terzino sul lato debole che attacca lo spazio sulla fascia lasciata libera dal taglio dell’ala. Il centravanti, quindi, attacca in diagonale la fascia laterale sulla perpendicolare dell’ala, mentre il mediano che riceve palla, può chiudere la diagonale col terzino sul lato debole, oppure verticalizzare per il taglio dell’ala. Un modulo, in sintesi, piuttosto avvolgente e davvero pericoloso per le retroguardie con cui si misura ma che può, per contro, prestare il fianco alle ripartenze avversarie. In questo, Bisoli dovrà essere bravo, come all’andata, bisogna riconoscerlo, lo fu Zaffaroni ed esaltare le doti di ripartenza che uomini come Caso e Laura hanno ampiamente dimostrato di avere. Così come converrà che domani tenga alta la linea della squadra, praticando un pressing alto che gli umbri in stagione hanno spesso mostrato di patire.

Il possibile 11 di Lucarelli

Nelle due ultime uscite (Pordenone prima e Vicenza poi) Lucarelli ha provato di imporre il proprio gioco ma ha trovato una vittoria risicata contro i friulani – sempre più cenerentole del torneo – ed una sonora sconfitta in terra veneta. Ad onor del vero, a Vicenza mancavano Partipilo, Falletti (sta seguendo un programma di riabilitazione post intervento chirurgico), Agazzi, Capuano, Sorensen. Ed inoltre, Donnarumma e Defendi partivano dalla panchina, essendo stati appena recuperati. Quindi le Fere hanno pagato dazio anche per le numerose assenze, mentre per la sfida contro i Lupi dovrebbero rientrare quasi tutti, tranne il lungodegente Falletti e forse Pettinari e Capuano, che fino a ieri si sono allenati a parte. Oggi pomeriggio, comunque, dopo l’allenamento delle 14:30, Lucarelli diramerà le convocazioni e sapremo chi ce l’avrà fatta e chi no. Rimane il dubbio, anche per questi motivi, sul modulo che il tecnico livornese vorrà adottare per opporsi ai rossoblu. Possiamo allora solo ipotizzare che lo schema che verrà adottato potrebbe essere il 4-3-3 e che la probabile formazione, al netto di infortuni e turnazioni, potrebbe vedere tra i pali il confermatissimo Iannarilli davanti al quale come centrali sarà facile vedere all’opera Bogdan e Boben, ai lati dei quali Lucarelli sistemerà i due terzini, con Martella a sinistra (ma anche Celli) ed il capitano Defendi a destra (potrebbe essere preferito a Diakité il quale non si è particolarmente distinto nella gara di Vicenza). In mediana dovrebbe toccare ancora a Palumbo, Proietti e Koutsoupias, a meno che Agazzi non si sia ristabilito appieno, nel qual caso potrebbe sostituire uno dei centrocampisti, per permettere loro di tirare il fiato, considerato che lo squalificato Paghera non potrà essere del match. I tre che dovrebbero giostrare in attacco vedranno quasi certamente il ritorno da centravanti titolare di Donnarumma, con Pettinari che, come già detto è a rischio convocazione. Con ogni probabilità gli esterni vedranno schierato a destra, Partipilo (nostra vecchia conoscenza, anche se solo una meteora in rossoblu nel lontano 2013/14) ed a sinistra Furlan. Certo che, soprattutto in attacco, le soluzioni per Lucarelli non mancano ed il tecnico potrebbe optare ancora una volta per un po’ di turnover tra i suoi (il livornese fa ruotare molto gli uomini a sua disposizione e difficilmente in stagione si è vista un undici di partenza uguale all’altro).

Come di consueto, chiudiamo la rubrica con le curiosità. Niente, non c’è niente da fare, la squadra di Bisoli non riesce a conquistare la fiducia dei bookmakers che per l’ennesima volta in questa stagione vedono i Lupi con lo sfavore del pronostico: la vittoria delle Fere , l’1, è data tra 1,73, con picco massimo a 1,83; il segno X, è pagato da 3,15 e fino a 3,45 volte la posta scommessa; infine il 2 è pagato piuttosto bene, a dimostrazione della totale sfiducia degli esperti di betting sulla possibilità che i Lupi conquistino la prima vittoria stagionale esterna, data tra 4,60 e 5,10. I precedenti delle due squadre in terra umbra sono dalla parte rossoverde, considerato che delle 17 sfide giocate al Libero Liberati (l’ultima addirittura 11 anni fa) appena due sono state appannaggio degli ospiti (quella più recente risale a quasi 30 anni fa), mentre le Fere hanno prevalso per sette volte ed il pareggio è arrivato in ben 8 occasioni. Per quanto concerne gli ex della gara, solo un elemento – Rigione – aveva indossato la casacca rossoverde, mentre oggi gioca all’ombra della Sila; hanno fatto il percorso inverso in due (ne abbiamo per entrambi fatto già cenno): Partipilo e Lucarelli. Passiamo ora alle designazioni arbitrali: a dirigere Ternana-Cosenza, in programma domani alle ore 14:00 nel catino dello stadio Liberati è stato scelto il fiorentino Nicola Baroni, arbitro noto ad entrambe le formazioni. Per gli umbri l’arbitro toscano è un vero e proprio amuleto, visto che sotto le sue direzioni non hanno mai perso, avendo conquistato tre vittorie ed un pareggio. Tutto sommato anche ai Lupi le direzioni arbitrali di Baroni non portano male, visto che su otto incontri ne abbiamo perso solo uno, due le vittorie e cinque pareggi. A coadiuvare il lavoro del direttore di gara, gli assistenti designati sono i sigg. Luigi Lanotte della sezione di Barletta e Dario Garzelli, della sezione di Livorno. Quarto ufficiale è Adalberto Fiero di Pistoia, mentre al VAR è stato designato Antonio Di Martino di Teramo, con assistente Pasquale Capaldo di Napoli.

Come al solido, in conclusione di rubrica, ci affidiamo al barbaro di casa nostra, Alarico, perché vegli su di noi!

Sapiens

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