OBIETTIVO DIGNITA’


Quando si gioca ogni tre giorni per un bel po’ di tempo e poi, improvvisamente, una partita salta per un imprevisto come è successo per la gara col Benevento – sì che da un mercoledì si gioca poi due sabati dopo – si ha l’impressione che il tempo si dilati, soprattutto quando gli avversari invece scendono regolarmente in campo. La trasferta di Terni sembra ancora non arrivare mai, nonostante ormai manchino solo due giorni, e il tifoso si logora nell’attesa circonfusa di speranza.
Inutile ribadire quanto ci manchino i due punti di Crotone, che a oggi danno ancora l’impressione di fare tutta la differenza del mondo, sebbene l’Alessandria nostra concorrente diretta sembra per fortuna andare a rilento, dopo aver perso lo scontro diretto da noi: solo due punti negli incontri con il Como e lo stesso Crotone, in cui i grigi avrebbero potuto prendere il largo approfittando del nostro stop a Frosinone e del rinvio col Benevento. Però non è un mistero che sfatare il tabù trasferta al Liberati è non solo una necessità dovuta dalla classifica e dal fatto di cancellare uno zero alla casella vittorie che perdura da oltre un anno, ma anche una tappa fondamentale in tutte le tabelle stilate dai tifosi che dovrebbero condurre all’agognata salvezza: Terni, Reggio e Ferrara, da questo trittico di trasferte, ritenute le più abbordabili (non che siano facili in sé, tutt’altro, ma le altre sono ancora peggio), devono arrivare almeno due vittorie e un pari lontano dal Marulla.
Poi, ovviamente, c’è anche un’altra realtà con cui fare i conti, e che non mi stancherò di ripetere: lo ha detto Goretti più volte, lo ha ribadito persino Bisoli, è messo nero su bianco che i playout sono l’obiettivo di quest’anno e lo sono sempre stati, praticamente fin dall’inizio, per scelta cosciente della società e del presidente Guarascio in primis. Arrivarci ai playout è l’obiettivo, dico, ché poi si vede – eventualmente vincerli se ne parlerà quando sarà il momento.
Mi sono già espresso altre volte su quanto sia deprimente e scandaloso dover avere a che fare con una società che in spregio alle più basilari regole non scritte dello sport si pone come massimo obiettivo stagionale arrivare non alla salvezza ma a uno spareggio con cui eventualmente poi conquistarla – altrimenti, perdendo gli spareggi, c’è sempre l’opzione di restare sul trespolo dei gufi a sperare che quanto accaduto al Chievo l’estate scorsa tocchi a qualcun altro, in modo che la perdente dei playout sia in cima alla graduatoria delle riammissioni.
Tutto questo espresso esplicitamente da DS e allenatore, ovviamente incolpevoli.
In questo momento storico, considerata anche la contestazione post retrocessione della stagione scorsa – che avrebbe dovuto consigliare a un presidente, rimasto in sella a dispetto di una piazza che non lo vuole più, quantomeno una programmazione più ambiziosa – questa scelta cosciente della società di costruire una squadra al risparmio, l’ennesima, che al massimo avrebbe potuto puntare ai playout, è quanto di più offensivo avrebbe mai potuto perpetrare Guarascio nei confronti di Cosenza e della sua tifoseria. Curioso che poi il presidente si lamenti di non essere amato abbastanza dalla piazza oppure, in alternativa, favoleggi di un clamoroso entusiasmo in giro.
E dire che l’ex sindaco Occhiuto disse di aver ricevuto rassicurazioni dal presidente sulla costruzione di un grande Cosenza nel calciomercato estivo ultimo scorso. Per non parlare di quanto poi abbiamo sentito con le nostre orecchie, dalla bocca stessa di Guarascio in quel di Corigliano nel celebre incontro con gli sponsor: le clamorose promesse di un mercato di riparazione importante.
Poi ci ritroviamo a marzo e ci sentiamo dire da DS e allenatore che l’obiettivo NON è la salvezza ma i playout.


Scrivo queste cose a beneficio di pochi, forse. Non sono pochi, no, i nostri lettori, sempre più numerosi e affezionati al blog, ma in giro tocca pur sempre sentire e leggere – nonostante i fatti oggettivi che ho sopra riportato – gli scherani web del presidente difendere a spada tratta chi offende Cosenza con queste condotte, arrivando a sostenere che comunque lui sia meglio di niente: lo dicono persino oggi che è ufficiale che l’alternativa a lui NON è “niente“, perché oggi è certo che non risponda al vero l’affermazione per cui nessuno vuole il Cosenza (se non boutade di gente poco seria) – anche se Devetia sembra aver deciso di lasciare Guarascio nel suo brodo e andare a investire nella Reggina.
Sì, molto probabilmente il fondo estero interessato agli amaranto di cui parla da qualche giorno la stampa dello Stretto è proprio Devetia. Del resto ce lo avevano sempre detto che avevamo una priorità ma non eravamo l’obiettivo unico, che se non fossimo stati noi sarebbe stata un’altra società calabrese – e ci era anche stato detto nelle settimane scorse che era in vista un appuntamento dei rappresentanti del fondo con gli avvocati di Gallo, proprietario della Reggina.
Davanti a tutto questo non è tollerabile che ci sia gente che, pur di difendere questo presidente che ci fa fare figure da pezzenti da anni e ci sta facendo perdere (mia modesta opinione: è già perso. Ma chissà…) forse uno di quei treni che passano una volta nella vita, se ne esce addirittura con lui è meglio di niente perché nessun altro vuole il Cosenza. Sono almeno sette, e ormai lo ammettono persino i nostri media, le trattative saltate perché Guarascio, al momento di dimostrare lui serietà, si è tirato indietro, non ha inviato i documenti, non ha risposto al telefono, non ha accordato la due diligence.
Sette.
La settima è quella con Devetia che aveva programmi serissimi per Cosenza e ora se ne sa andando altrove – dopo che i suoi rappresentanti sono stati anche pubblicamente vilipesi e diffamati come millantatori e persino su una PEC scritta da un avvocato si sono imbastite dietrologie assurde (è falsa, non c’è il mandato, la firma è strana, è una truffa, l’ha scritta Michele Misseri, sono stati i Templari, la massoneria, la Spectre).
Ora, immaginate che la PEC di Marchese rimanga lettera morta (letteralmente) a cui definitivamente non si dà risposta da parte della società Cosenza Calcio e di Guarascio. Immaginate che Devetia, stanca di aspettare e di farsi pure svillaneggiare in ardite conferenze stampa, effettivamente rilevi la Reggina per come sta davvero trattando e porti lì i suoi investimenti – tra l’altro in una società che ha già un parco giocatori di proprietà di livello e anche strutture di proprietà (non certo la scatola vuota che è il Cosenza Calcio). Immaginate che gli investimenti fin dal prossimo luglio siano così importanti, decisi, mirati e affidati a professionalità serie, da far inserire la Reggina nel novero delle pretendenti alla promozione e poi portarla magari davvero in serie A.
Immaginate tutto questo (e forse qualcuno tra i lacchè se lo meriterebbe pure: io sono un pacifista ma vi verrei a prendere casa per casa, e una di queste due affermazioni è falsa: è quella “io sono un pacifista“). No, non è nemmeno importante che ci raccontiate come vi farebbe sentire (ma se volete farlo nei commenti, accomodatevi pure) – basta che vi concentriate su questo scenario, voi VERI tifosi del Cosenza, magari mentre noi in contemporanea siamo retrocessi o alla meglio vivacchiamo come sempre (leggi altro ritiro saltato perché non ci sono abbastanza giocatori), per assaporare quella sensazione e interrogarvi su di essa e su come vi i fa stare il solo pensiero.
Anzi, visto che stiamo giocando a immaginare, ci posso mettere pure un carico a coppe? Lo so, starete dicendo che non potrei – che non sarebbe possibile immaginare beffa più grande. Invece aggiungete questo nello scenario: noi non paghiamo il riscatto di Laura, lo prende la Reggina coi soldi di Devetia ed è il francese a portarli in A, esplodendo definitivamente.
E intanto noi continuiamo come sempre a sopportare la gestione di Guarascio.
Visto che era possibile peggiorare lo scenario? E senza bisogno di inserirci il Catanzaro.
Ecco, fatemi sapere nei commenti come vi fa sentire l’idea se ci pensate e vi immedesimate – e forse capirete perché su questo blog stiamo portando avanti una battaglia disperata riguardo la PEC dell’avvocato Marchese.

NubeDT

Un pensiero su “OBIETTIVO DIGNITA’

  1. WhiteRiot

    E come volete che si sentano i lacchè? come volete che si sentano personaggi che dicono di tenere al Cosenza ma in realtà tifano per chi il Cosenza lo offende, come giustamente osservate voi!?!

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