#33 WAITING FOR THE BARBARIANS: CREMONESE

Neanche Pasqua interromperà il tour de force che ci condurrà alla chiusura del mini-ciclo terribile, fatto dall’incrocio con tre delle squadre ai vertici della classifica. A proposito della giornata festiva odierna, tutti i redattori de La Bandiera Rossoblu, compreso il sottoscritto, si uniscono per augurare una serena Pasqua a tutti i lettori. Finalmente qualche giorno di felicità dopo l’insperato successo di tre giorni fa arrivato al termine di una tiratissima partita giocata (quasi) ad armi pari con un Benevento dalla rosa impressionante, da far tremare le gambe a chiunque. Ma non ai nostri Lupi, che hanno affrontato la gara a viso aperto, ma con accortezza, con sagacia tattica ed aggressività, sia pur concedendo qualcosa agli avversari, ma sempre in partita. Insomma, finalmente un Cosenza che ha finalmente trasmesso ai propri sostenitori l’ardore e la cazzimma del suo allenatore, ultimamente fin troppo bistrattato. Bene, Bisoli, che anche con un po’ di fortuna, ha finalmente raccolto quanto gli era stato ingiustamente tolto a Crotone e Frosinone, col Lecce, con la Reggina e, soprattutto a Ferrara. Era in debito, il tecnico di Porretta, con la Dea bendata, e finalmente ha incassato l’assegno. Ora lo aspetta una delicatissima partita da ex, ma ne parleremo tra poco. Intanto, parlavamo di tour de force che, per interessi economici e televisivi prevede un campionato che non conosce soste (impegni per le nazionali, a parte), né rispetto per la gente che magari vorrebbe festeggiare il giorno del Lunedì Santo com’è consuetudine in famiglia o con gli amici. Ma si sa, i tifosi del Cosenza non si lasciano smontare facilmente e, goliardici come sono, hanno deciso comunque di organizzare “u Paschune” al seguito della squadra: io ci sarò, per la mia personalissima nona trasferta stagionale, stavolta non solo a cantare con i fratelli rossoblù sugli spalti, ma anche a “ciambottare” con loro. L’occasione verrà data dall’incontro previsto in calendario per la 35a giornata del campionato di Serie B, quando i silani si troveranno a dover fare visita ai “barbari” della Cremonese.

Gli auguri di Buona Pasqua ve li facciamo utilizzando la grafica del biglietto della partita

La Società lombarda, fondata nel lontano 1903 come società polisportiva, venne affiliata alla FIGC solo nel 1912. Da allora, parteciperà a 14 campionati di massima Serie italiana, di cui 7 dell’attuale Serie A, e ben 31 di Serie B. L’attuale Società è intervenuta 14 anni fa, acquistando il Club che versava in condizioni disastrose, garantendole grande solidità finanziaria. A Cremona Giovanni Arvedi presidente dell’omonimo gruppo e patron dei grigiorossi, lo conoscono tutti. Il fondatore della seconda acciaieria più importante d’Italia – dopo l’Ilva di Taranto – è considerato (quasi) da ogni cremonese il più importante benefattore della città. Se non fosse stato per lui, a Cremona non ci sarebbe il tanto famoso Museo del Violino, così come squadre di calcio, giornali e televisioni locali. Proveniente da una famiglia di imprenditori che dal Trentino si trasferì a Cremona a metà del ‘700, ha dato inizio al suo impero nel 1963, con le sue prime due aziende: una commerciale, l’Arvedi Commercio, e una produttiva, l’ILTA. La grande svolta arrivò nel 1973 con la nascita a Cremona dell’Acciaieria Tubificio Arvedi e con i primi riconoscimenti sia a livello locale che a livello nazionale. A metà anni ’80 acquisì Dalmine, un gruppo in difficoltà che “salvò” facendo sue così ben tre acciaierie, in cambio della sua Celestri. Una delle tre nuove acciaierie, Arinox, diventò la prima produttrice di nastri di acciaio inossidabile di precisione. E gli utili di Arvedi decollarono. Sempre in quegli anni l’imprenditore salvò il gruppo Rizzoli e il suo fiore all’occhiello Corriere Della Sera, evitandone così la chiusura fallimentare. In cambio di 140 miliardi di lire diventò azionista del gruppo con il 12% di quote ed il suo prestigio imprenditoriale aumentò. Sfruttando gli utili dei suoi nastri di acciaio, nel 2007 riacciuffò per i capelli, come detto, anche la Cremonese dalla bancarotta, affidandola a un nome a noi cosentini familiare e caro: il compianto Emiliano Mondonico. Questa abile mossa consentì ad Arvedi, in pratica, di prendere in consegna le chiavi della città e da quel momento verrà da tutti considerato un grande filantropo e benefattore di Cremona, anche perché per la città realizzò un centro sportivo (Cittadella dello Sport), il Museo del Violino (ne abbiamo già detto) e si prese carico del restauro della centralissima Piazza Marconi. Ma non è tutto oro, anzi, sarebbe meglio dire acciaio quel che luccica, perché nel frattempo l’imprenditore viene accusato di aver seppellito sotto i terreni della stessa Cittadella dello Sport rifiuti tossici dell’acciaieria. Ancora, nel 2019, a seguito delle richieste delle autorità, il Gruppo Arvedi ha dovuto spegnere gli inquinanti forni della Ferriera di Servola, ponendo fine alla produzione di ghisa a Trieste dopo 123 anni. Tornando a Cremona, il 17 giugno dell’anno scorso uno studio dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) che, come ogni anno, stila la lista delle 323 città dell’Unione Europa, dalla più pulita alla più inquinata, ha indicato nel capoluogo di questa provincia lombarda la seconda città più inquinata d’Europa, nonché prima in Italia per livelli di particolato sottile. Inoltre, l’Agenzia Tutela Salute aveva già reso noti dati raccapriccianti. Cremona detiene infatti il record in Val Padana di tumori e malattie respiratorie: aumento del 14% delle ospedalizzazioni per patologie polmonari e del 33% nei comuni limitrofi; rischio di tumore al polmone più alto del 7% in città; mortalità per tumore al polmone più alta del 17%. Aumento del 23% delle leucemie nella città, e addirittura dell’81% in provincia. Milioni di metri cubi di emissioni concentrate in un territorio di pochi chilometri quadrati dove convivono impianti ad alto impatto inquinante con il dito puntato in particolar modo proprio sugli stabilimenti di Arvedi, i quali produrrebbero una polvere metallica che si accumula giorno dopo giorno su case, tetti e finestre, come avviene a Taranto da decenni nei territori prospicienti l’ILVA. Ma, nonostante queste pesanti ombre, l’impero d’acciaio di Arvedi non sembra risentirne e continua a macinare utili e ad espandersi, così proprio all’impianto tarantino l’imprenditore lombardo ha rivolto il pensiero, ultimamente (rumors raccontano di trattative con lo Stato Italiano e con Arcelor Mittal), mentre nel frattempo ha perfezionato l’acquisto dalla Tyssen Krupp delle storiche acciaierie di Terni e le controllate commerciali in Germania, Italia e Turchia. Così il Gruppo Arvedi è diventato un colosso giacché può contare su un fatturato di circa 7,5 miliardi di euro e dà impiego a oltre 6.600 dipendenti, di cui oltre 2.400 in territorio cremonese. Con questi presupposti il Club grigiorosso, di cui Giovanni Arvedi è solo presidente onorario (formalmente, il presidente è Paolo Rossi), ma proprietario a tutti gli effetti, può permettersi di allestire organici davvero importanti per la Serie B.

Per farlo, la Cremo ha pensato bene, già nel corso della passata stagione, di dotarsi in organico di un uomo mercato, un dirigente dal pedigree davvero super e non solo per la Serie B. Stiamo parlando di Ariedo Braida già direttore sportivo di Monza e Udinese nei primi anni dopo l’addio al calcio, quindi una delle colonne del Milan di Silvio Berlusconi: direttore generale dal 1986 al 2002 e poi DS fino al 2013. Successivamente, ha lavorato per Sampdoria e quattro anni, dal 2015 fino al 2019 al Barcellona. Arrivato (12 novembre 2020) a Cremona con la squadra ultima in classifica, nella passata stagione, ha poi programmato con oculatezza fino a condurre i lombardi, quest’anno, all’attuale secondo posto in classifica (a soli due punti dalla prima) con un organico che, pur essendo tra i più giovani della categoria, è accreditato per essere uno dei più attrezzati per la scalata alla promozione in Serie A. Braida era arrivato nella città di Stradivari presentato inizialmente come Direttore Generale (oggi lo è Paolo Armenia), mentre in realtà, fonte il sito ufficiale della stessa Cremonese, ricopre un ruolo ritagliato ad hoc per lui, come Consulente Strategico del Club. I bene informati raccontano che la partita di domani col Cosenza abbia per l’esperto dirigente della Cremonese un gusto particolare, perché pare che possegga una casa a Rende (i benevoli dicono perché era consulente della squadra biancorossa locale, mentre i maligni parlano di amanti. In ogni caso è puro gossip, quindi una boutade di colore, da prendere con il beneficio d’inventario). A prescindere da questi pettegolezzi, ciò che è importante ed innegabile è che lui è l’uomo-mercato dei grigiorossi, coadiuvato nelle operazioni dal Direttore Sportivo, che ufficialmente è Simone Giacchetta. I due hanno condotto un mercato estivo davvero importante, fino alle ultime ore prima della chiusura ufficiale delle operazioni, con l’arrivo del difensore Meroni dal Sassuolo che ha seguito di poco i ritorni di Gaetano (Napoli) e Fagioli (Juventus Under 23). Sul versante delle partenze, dopo la risoluzione di Fornasier e il passaggio di Terranova al Bari, via anche Coccolo, Volpe, Zaccagno e Colombo, mentre l’ultimo congedo è stato l’approdo al Padova (a titolo definitivo) di Ceravolo, che sotto il Torrazzo non ha certo vissuto le soddisfazioni che si attendeva. Alle fine delle operazioni di mercato la rosa è risultata composta da ben trenta giocatori, con 17 over e 13 under. Tornando agli acquisti, sono 18 i giocatori che sono arrivati in Lombardia, anche se per qualcuno, come per Carnesecchi (fortissimo portiere titolare della Nazionale Italiana U-21) ma anche Gaetano e Fagioli, si tratta in realtà di un ritorno in grigiorosso. Analizzando i singoli reparti, in attacco (il reparto seguito con maggiore attenzione) ci sono stati quattro inserimenti tra i quali citiamo i più altisonanti, Di Carmine (al rientro in B dopo la parentesi in Serie A, nella passata stagione, con l’Hellas Verona) chiamato con l’onere – finora in parte disatteso – di arricchire il bottino di reti di una squadra che nelle ultime stagioni si è sempre rivelata piuttosto avara come marcature. A centrocampo sono arrivati, tra gli altri, Valzania e – dicevamo – Fagioli, mentre in difesa si sono registrate novità significative con l’approdo in grigiorosso di elementi come Okoli, Sernicola, Frey e Dalle Mura. Detto del ritorno di Carnesecchi in porta, bisogna anche ricordare che sono giunti altri due estremi difensori come Sarr e Ciezkowski. Un mix fatto di gente di esperienza e di categoria (in alcuni casi anche superiore) con giovani promesse di ottime speranze. Con il mercato invernale, il duo Braida Giacchetta, di concerto con l’allenatore, hanno deciso di non stravolgere la squadra, solo di puntellarla visto l’ottimo lavoro svolto, intraprendendo quindi la via delle scelte mirate: niente nomi di particolare spicco, meglio proseguire la “linea verde” dei giovani, che fin qui ha portato molto bene. Così, a gennaio in grigiorosso sono arrivati appena quattro calciatori, i due esperti Casasola (ancora aspettiamo che arrivi a Cosenza, a stare con le promesse farlocche di Occhiuzzi) e la punta Gondo da Salerno, oltre a due giovani vale a dire l’esterno 2000 Politic e Rafia, pupillo di Pecchia dai tempi della Juventus. Le cessioni più importanti nella sessione di mercato invernale hanno invece riguardato quattro giovani oltre ai più noti Alfonso e Vido (andati a Ferrara) e Deli, finito in prestito a Pordenone. Dopo queste operazioni, oggi il valore totale della rosa del Club proprietà di Arvedi è, sommando la stima dei cartellini dei suoi giocatori, secondo i dati forniti dal sito specializzato transfermarkt.it, pari a 26,38 milioni di euro, quindi circa 10 milioni in più rispetto a quella dei Lupi.

Per raggiungere gli obiettivi societari, a dirigere ed allenare l’organico è stato riconfermato Fabio Pecchia, arrivato l’anno scorso a metà stagione per rilevare un deludente Bisoli, poi finito ad allenare proprio il nostro Cosenza. L’attuale allenatore dei grigiorossi 48enne nativo di Formia, la stagione scorsa, ha svolto un lavoro evidentemente giudicato positivamente al punto da meritarsi una nuova annata all’ombra del Torrazzo, stavolta però con calciatori scelti su sua richiesta e funzionali, quest’anno, al suo progetto tattico. La Cremonese di Pecchia, reduce da un lungo rodaggio vista la rivoluzione estiva dell’organico, naviga tra il 4-3-3 ed il 4-2-3-1, viste le caratteristiche e l’attitudine all’adattabilità di certi suoi giocatori (Gaetano, Strizzolo, Zanimacchia, Fagioli, Bonaiuto, Valzania, in particolare). Poi in panchina il tecnico può contare su titolari aggiunti, in grado di cambiare faccia alla propria squadra, così come l’inerzia del match, a partita in corso. Grazie ai suoi versatili e tecnici calciatori la compagine cremonese si dimostra preparata su più sistemi di gioco e capace di interpretarne bene diversi, come detto, anche durante la stessa gara a seconda della situazione e degli uomini a disposizione. In fase di non possesso la squadra cerca spesso di non snaturarsi quando gli avversari sono in fase di costruzione e sviluppo, ed i giocatori cercano di aggredire subito l’avversario in pressing ed aiutano i compagni con raddoppi e coperture. Il pressing parte già dalla punta centrale aiutato anche dalle ali, con queste che spesso si scambiano con i centrocampisti centrali. Con lo svilupparsi dell’azione avversaria le linee si compattano ed un centrocampista centrale indietreggia sulla linea dei difensori centrali, con la linea difensiva che diventa a cinque. Di grande sostegno alla fase difensiva sono anche le ali che si sacrificano spesso per coprire gli spazi lasciati liberi dai terzini in precedenti proiezioni offensive. I difensori centrali preferiscono giocare molto vicini tra loro ed aiutarsi a vicenda. In fase di possesso la costruzione avviene a partire dai difensori centrali, che cercano di passare la palla ai centrocampisti, i quali vanno incontro, o danno palla sulle zone laterali dove i terzini, in particolare con Sernicola, ma anche Casasola (più che Crescenzi e Valeri), hanno spiccate doti offensive. La squadra ama governare la partita ed essere padrona del campo, cercando di imporre il proprio gioco; se la costruzione dal basso non risulta efficace spesso i giocatori ripiegano sul portiere che usa i lanci lunghi per saltare il centrocampo e trovare gli attaccanti. Questi ultimi sono abili ad usare la loro velocità e fisicità per creare occasioni con cross o azioni individuali. Spesso i terzini, come già detto, si propongono in fase offensiva cercando spazi liberi in avanti ed una delle soluzioni da loro più utilizzate è il traversone dalla trequarti per velocizzare la giocata e provare a sfruttare la fisicità della punta centrale (Ciofani o Di Carmine) la quale è chiamata da Pecchia a farsi trovare smarcata per ricevere e proporsi anche come fonte di gioco. La fase offensiva è creata e gestita da almeno 5-6 giocatori, con un centrocampista che di frequente si propone come soluzione al limite dell’area di rigore. In fase di sviluppo gli attaccanti spesso sono molto vicini tra loro per riuscire in reciproci appoggi, nonché al fine di coinvolgere i compagni che accompagnano la manovra di attacco. In particolare le ali sono molto mobili, chiamate a calcare ogni zona del campo per dare il riferimento ai compagni. A proposito degli esterni d’attacco, un tema ricorrente negli schemi del tecnico di Formia è la costruzione, partendo dall’out: nella sua idea gli esterni smagliano – praticamente allargano – la difesa avversaria, per poi colpire per vie centrali. In generale la squadra sembra più organizzata e pronta in fase di possesso, con la fase di transizione positiva più efficace grazie ai movimenti di smarcamento preventivo; i meccanismi difensivi invece non sono sempre precisi, con la transizione negativa che è più lenta ed i rientri dei giocatori non sempre pronti. In sostanza, una squadra molto forte ed organizzata, la Cremonese, che però non è invulnerabile e che se attaccata in velocità (per intenderci, proprio il nostro classico gioco di rimessa) può essere permeata e messa in difficoltà.

Il 4-2-3-1 di Pecchia

Dopo aver dissertato sulla metodologia tattica applicata da Fabio Pecchia nel suo sistema di gioco, andiamo adesso a studiare come il tecnico potrebbe, domani, opporre la sua Cremonese ai Lupi, allo Zini. Considerato che nell’ultimo turno contro il Frosinone la Cremo ha giocato molto bene, ma è mancata in fase di realizzazione, finendo per perdere la gara, dopo l’esperimento del centrocampo a tre condotto in Ciociaria, ci sta che l’allenatore grigiorosso possa pensare ad un ritorno alla mediana a due. Inoltre, visti gli impegni ravvicinati finora disputati, oltre al fatto che lo squalificato Strizzolo (giustiziere dei Lupi all’andata) non sarà della partita, potrebbe essere valutato un po’ di turnover. Tutto ciò potrebbe portare Pecchia a considerare una variazione tattica rispetto a Frosinone ed a giocarsi la partita casalinga in modo un po’ più spregiudicato, vale a dire non col 4-3-3 ma con un 4-2-3-1. Detto del sicuro assente, squalificato, Strizzolo, non saranno della partita neanche gli indisponibili Okoli e Valeri, mentre rientrano Zanimacchia e Gondo, che hanno scontato con il Frosinone un turno di squalifica. Per quanto concerne l’undici di partenza, non ci sono dubbi che a difendere i pali dei grigiorossi sarà il baby prodigio portiere della Nazionale U-21, Carnesecchi, così come certa dovrebbe essere la linea difensiva formata da quattro elementi. A sinistra, come terzino, un posto per Sernicola è assicurato, mentre sull’out opposto, a destra, con ogni probabilità dovremmo trovare Crescenzi, favorito sull’ex Casasola. I due centrali di difesa, dovrebbero essere il capitano, Bianchetti e Ravanelli più che Meroni. A centrocampo i maggiori dubbi: due soli posti per almeno cinque calciatori, A contendersi le due maglie, l’ex Castagnetti, Fagioli (scommettiamo su di loro nello starting eleven) Bartolomei, Valzania e Gaetano. Davanti a loro, alle spalle della punta centrale che stavolta potrebbe essere Di Carmine, piuttosto che Ciofani, potrebbero giostrare nella linea a tre l’altro ex Jaime Baez, Bonaiuto (o il già citato Gaetano) e Zanimacchia.

Varie ed eventuali in conclusione di rubrica. La Cremonese sarà col dente avvelenato dopo la sconfitta di Frosinone, per cui sarà chiamata alla reazione per non buttare alle ortiche una stagione sinora esemplare, con Pecchia che a differenza di Bisoli ha avuto tutta la settimana per ridare le giuste motivazioni ai suoi per il rush finale. Per il Cosenza una trasferta proibitiva, ma dopo il successo contro il Benevento Larrivey e compagni hanno ripreso fiducia e morale e non lasceranno nulla di intentato, malgrado l’acido lattico ancora nelle gambe per via dello scarso riposo fruito. Benché nelle otto gare in passato disputate in terra Lombarda nel campionato di Serie B ci sia un sostanziale equilibrio, con quattro vittorie grigiorosse contro le 3 calabresi ea fronte di un solo pareggio, ovviamente pesa molto di più la differenza insita nella levatura tecnica dei due organici, oltre ai 28 punti in classifica dei Lupi a fronte dei 63 dei lombardi, nonché i 14 risultati utili ottenuti dai grigiorossi allo Zini rispetto alla casella delle vittorie in trasferta degli uomini di Bisoli che riporta un laconico zero, ebbene i bookmakers non possono concedere, neanche stavolta, grandi chance al Cosenza, che si trova, dunque, per l’ennesima giornata (abbiamo perso il conto, ormai) col pronostico avverso. Così, tenendo conto delle quotazioni degli esperti del settore scommesse, l’1, con la vittoria dei padroni di casa di Cremona, è pagato pochissimo, tra 1,40 ed 1,48 ; il segno X è ritenuto improbabile che si verifichi, pagato com’è tra 3,85 e 4,35; infine il 2, la vittoria degli ospiti silani, è dato con quote vantaggiosissime per chi ama il rischio visto che, in caso questo impronosticato segno dovesse verificarsi pagherebbe lo scommettitore da un minimo di 6,50 la posta giocata ad un massimo di 8,50. Detto di Baez, Casasola e Castagnetti, non saranno solo loro, tuttavia, gli unici ex dell’incontro: tra le fila grigiorosse, infatti, oggi milita pure l’ex rossoblu Meroni, mentre, a parti invertite, i Lupi di oggi Rigione prima, Boultam (anche se fuori rosa per scelta tecnica) poi, si sono alimentati, in passato, così come Pierpaolo Bisoli, a base di torrone all’ombra del Torrazzo. Sarà il Sig. Francesco Meraviglia della sezione di Pistoia il direttore di gara di Cremonese-Cosenza, sfida della 35ª giornata di Serie B in programma domani, lunedì 18 aprile alle 15,00 allo stadio Zini di Cremona. Per l’arbitro pistoiese sono quattro i precedenti sia con la Cremo (due vittorie, un pareggio ed una sconfitta) che con i Lupi (magro bottino per noi: due pareggi e due sconfitte). A supportare il lavoro del fischietto toscano sono stati designati gli assistenti Davide Moro di Schio e Claudio Barone di Roma 1. Quarto ufficiale sarà il Sig. Alessandro Di Graci di Como, mentre al VAR ci sarà il Sig. Niccolò Baroni di Firenze, con assistente il Sig. Gianluca Manganiello di Pinerolo. Considerato il supporto garantito dai tifosi lombardi ai propri beniamini registratosi nel corso degli allenamenti settimanali e tenuto conto del forte profumo di Serie A che si percepisce a Cremona, lo stadio potrebbe ospitare una buona cornice di pubblico (oltre 5.000 i tagliandi già venduti), peraltro rimpolpato – come scrivevo in premessa – dalla presenza degli immancabili supporters rossoblu (attesi, sicuramente in più di 200). Unica nota stonata, la presenza sugli spalti del presidente Guarascio, il quale ancora non molla, nonostante da tempo e da più parti gli arrivi il messaggio di cedere (abbiamo ricevuto, e pubblichiamo, persino la foto di un adesivo recante il messaggio GUARASCIO VATTENE attaccato all’ingresso della sede della Lega di A e B, in via Rosellini, a Milano).

Sotto le targhe delle Leghe di A e B: GUARASCIO VATTENE!

Sapiens

Un pensiero su “#33 WAITING FOR THE BARBARIANS: CREMONESE

  1. Giove

    Ciao come promesso nel msg all’andata ti riscrivo per dirti che stavolta hai quasi azzeccato la ns formazione, salvo che giocherà a mio avviso Meroni eal posto di Ravanelli e non escludo terzino destro Baez dall’inizio….cmq sarà negli undici iniziali così come i ns beniamini Ciofani, Castagnetti e Buonaiuto….voi siete quasi certi ai playout visto le future 3 partite che avete e vi auguro di salvarvi contro l’alessandria…noi abbiamo bisogno di qst 3 punti in quanto darebbero proprio una svolta alla corsa in A che per noi sarebbe un sogno e che sicuramente in lega non piace visti gli arbitraggi scandalosi avuti nelle ultime 3 partite…..gli episodi sono li a testimoniarlo. Amici cosentini vi saluto con amicizia e simpatia sperando di vedere una partita senza sceneggiate e perdite di tempo in campo ma giocata con onore e rispetto reciproco….un saluto al Bisolone….il nostro braccio di ferro…..buona trasferta cosentini

    Piace a 1 persona

Lascia un commento