LA ZONA MORTA #39 – BALLA BALLA BALLERINO…

«Accidenti, se capissero vedendoti ballare di essere Morti da sempre, anche se possono respirare. Vola e balla sul cuore malato illuso sconfitto poi abbandonato. Senza amore dell’uomo che confonde la luna con il sole…»

Vogliamo essere obiettivi? Ok. Abbiamo giocato male a Cremona. Ma parlare di prestazione vergognosa è totalmente fuori luogo. Anche perchè, se considerate il campionato (il terzo di seguito) che stiamo facendo con la solita apnea e la qualità della rosa, le prestazioni vergognose sono altre. Rinfrescatevi la memoria, non ci vuole molto. Siamo andato a giocare a Cremona, probabile promossa quest’anno in serie A, e siamo andati in vantaggio. Dico, in vantaggio. Poi la capolista ha iniziato a giocare ed a prendere il pallino del gioco, mostrando la sua superiorità tecnica. E la partita per noi è finita. Perchè si sono visti i nostri limiti caratteriali, tecnici e di tenuta generale. Nulla di nuovo, siamo sinceri. Ndoj pessimo? Assolutamente si. Ma se il tecnico aveva detto nel post Benevento che alcuni giocatori che avevano giocato quella sera non avrebbero potuto fare lo stesso con la Cremonese (e Gerbo, che non è al 100% come condizione , era uno dei primi indiziati), e Palmiero con Carraro – prestazione mediocre ieri quella del numero 4 – non può giocare insieme, Kongolo è meglio se sta in panchina e Voca non dà garanzie, chi doveva giocare? Scelta obbligata quindi. E se vogliamo anche necessaria, visto che dobbiamo ancora capire se e come questo giocatore può essere utile o meno per le tre partite (speriamo 5) rimanenti. Poi Situm si fa male (e speriamo non sia niente di grave). Dulcis in fundo, i gol. Tre ne abbiamo presi, uno peggio dell’altro! Se vogliamo, l’esatto contrario degli episodi capitati contro il Benevento. Lì la buona sorte ci aveva strizzato l’occhio un paio di volte, qui una deviazione funesta – l’ho vista un sacco di volte. Vaisanen sbaglia, ma qualcuno mi può giustificare la posizione di Matosevic? – , una serie di gambe allargate, ed una giocata di ottimo livello ci hanno fatto secchi già alla fine del primo tempo. Prestazione vergognosa? No, mi spiace ma non è così. Perchè nel mezzo c’è stata una strepitosa parata su Caso che poteva darci il 2 2, e un’occasione nel secondo tempo capitata sui piedi di Larrivey, che ha letteralmente passato la palla al portiere. Una partita vergognosa non ti permette di vedere queste cose, anche se perdi 3 a 1. Piuttosto, andiamo a vedere nel complesso cosa è mancato realmente. E cioè, quante energie nervose e fatica spesa nella vittoria con le streghe ci hanno compromesso la partita con i grigiorossi? E’ un caso che proprio la difesa, ottima e compatta con loro, con la Cremonese faceva acqua da tutte le parti? Quanto la partite recuperata – mentre i nostri rivali erano a riposo – può aver intaccato la lucidità e la tenuta della squadra? Ricordatevelo, stiamo parlando sempre dello stesso gruppo che evidenzia grosse lacune tecniche e mentali, che corre il doppio degli avversari a vuoto, e che non è mai in grado di gestire un risultato. La fiducia è necessaria e giusta prima di una partita, ma è altrettanto importante ricordarsi che in campo ci vanno anche gli avversari. E ieri, francamente, la partita era già molto proibitiva, vista che anche per la Cremonese c’era una bella posta in palio. Pensare di vincere era molto, molto difficile, strappare un pareggio sarebbe stato una manna dal cielo. E’ andata male, ma non malissimo. Perchè se le tue solite mancanze e ingenuità difensive le regali alla capolista, c’è poco da recriminare. Non è la prima volta, purtroppo, che vediamo questi errori individuali. E non dobbiamo dimenticare da cosa partono, soprattutto per colpa di chi.

Questo campionato, personalmente, lo ritengo uno dei peggiori per la qualità mostrata in campo da tutte le compagini. Lo dimostra il fatto che a 3 partite dalla fine ancora hai solo una retrocessa matematicamente, e non si sa chi salirà direttamente in A senza playoff. Ma in questa mediocrità, anche stavolta noi abbiamo saputo fare di peggio! E’ da anni che “balliamo” grazie a questa proprietà. E non certo dalla gioia. Le scuse ormai stanno a zero. Quest’anno c’è stata una totale dissacrazione nel gestire questa Società, in spregio ai tifosi ed alle loro (giuste) aspettative. E tirare in ballo giocatori, allenatori o Ds ormai serve a poco. Tutto questo è solo la solita conseguenza di chi non ne vuole sapere del Cosenza Calcio, che non vuole investire, che si prende vertenze dai procuratori bruciandosi il mercato nostrano e l’ambiente in generale, ma che comunque non se ne vuole nemmeno andare. Nel titolo ho citato una bellissima e struggente canzone di Lucio Dalla. E’ una canzone che parla di una ”strage”, un evento drammatico di cui ancora oggi non si conoscono le cause, e che probabilmente non verrà mai chiarito. Il motivo per cui ho messo quella strofa non è per fare un paragone (non avrebbe minimamente senso), ma solo perché l’immagine di Guarascio che balla in quella maniera dopo una vittoria nell’ennesima stagione balorda – che di programmato ha solo le figuracce e le sconfitte che collezioniamo – ha un che di amaro, anche nel dolce sapore di quel breve momento di trionfo. E’ l’immagine cadente, falsa e illusoria di uno che ci “balla” sui nostri sentimenti, calpestandoli a passi goffi e sgraziati di danza, con i suoi profitti a danno della nostra dignità. Anche il fatto che l’immagine sia sgranata, rende perfettamente l’idea della persona. Con la vittoria dell’Alessandria di ieri, la partita col Pordenone assume più che mai il tono di un ultima chiamata. Contro una squadra già retrocessa, i tre punti sono un atto dovuto nella corsa per giocarsi un playout. Ma, tenetelo bene a mente, comunque vada la partita lui continuerà a ballare. Perchè tanto ne esce con le tasche a posto, e potrà sorridere comunque. Avrà un incasso su cui gongolare. Noi no. Noi non abbiamo altra scelta. Ecco perché, finita la stagione, la sua “danza” deve avere termine. Il limite è ormai ampiamente superato. E siamo andati molto oltre la decenza. Siamo al patetico, al ridicolo. Al grottesco. E le distanze vanno ristabilite. Perchè la presa in giro abbia fine una volta per tutte. Che balli pure il ballerino fino all’ultima giornata, ma poi verrà l’ora di spegnere questa musica stonata su cui ondeggia compiaciuto. E si dovrà recuperare la dignità di tenere per una squadra che incarni lo spirito del tifoso. Con una Società che abbia ben presente cosa significa tutto questo. Non questa, che balla spensierata sulle nostre tragedie. Come nella frase della canzone che recita: «Ama davvero senza nessuna certezza. Che commozione, che tenerezza.»

Sinn Feìn

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