VARESCA. Cronaca dell’ennesimo scempio

“Sei sempre tu, Maresca”


VICENZA (4-3-3): Contini; Brosco, De Maio, Bruscagin; Maggio, Cavion (44’ Giacomelli), Bikel, Lukaku (27’ st Dalmonte); Ranocchia (34’ st Meggiorini), Diaw, Da Cruz. A disposizione: Grandi, Zonta, Pasini, Padella, Boli, Cappelletti, Greco, Cester, TeodorcZyk. Allenatore: Baldini
COSENZA (3-5-2): Matosevic; Rigione, Camporese, Vaisanen; Bittante (41’ st Hristov), Boultam (7’ pt Vallocchia), Venturi (27’ st Zilli), Kongolo, Liotti; Caso (27’ st Palmiero), Larrivey. A disposizione: Sarri, Vigorito, Gerbo, Voca, Arioli, Laura. Allenatore: Bisoli
ARBITRO: Maresca di Napoli
MARCATORI: 45’ st Maggio (V)
NOTE: Spettatori circa 15mila con 1300 tifosi del Cosenza. Espulso al 35’ pt il ds del Cosenza Goretti. Ammoniti: Liotti (C), Matosevic (C), Maggio (V), Vallocchia (C), Contini (V), Giacomelli (V). Angoli: 6-3 per il Vicenza. Recupero: 5′ pt – 9’ st




Diciamoci subito una cosa: per come si era prospettata stasera, con non si sa più quanti giocatori indisponibili (qualcuno di loro si è dovuto giocoforza accomodare in panchina a fare numero), l’infortunio di Boultam dopo pochi minuti a rendere ancora più precario il nostro improvvisato centrocampo (nel quale ha trovato posto un inedito Venturi, peraltro a suo agio in un ruolo che ha comunque ricoperto in passato) e la possibilità di giocarci il ritorno in casa, forse tutti avremmo firmato per una sconfitta di misura stasera: e a inizio partita, a saperlo, non ci avrebbe fatto molto male il tocco risolutivo in mischia di Maggio, che ha raccolto sotto porta una palla respinta dal palo.
Poi però la partita si è giocata – e si è giocata benissimo da parte di un Cosenza a cui nulla ha importato di essere in cerotti e presunta vittima sacrificale: i Lupi hanno retto il campo alla grande, pure in formazione improvvisata, e già questo rende più amaro lo zero a uno, se pure però rincuora per il ritorno che ci aspetta. Ma fosse rimasta una partita di calcio, amen.
Invece è andato in onda l’ennesimo show ai nostri danni di questo campionato vergognoso.
Vale la pena di raccontarla subito, allora, la prodezza di Maresca (solo la più eclatante tra quelle che ha combinato stasera), anche se già la conosceranno tutti: a 15′ dall’intervallo, un rilancio di Matosevic è spiovuto nella metà campo berica. Caso rientrava trotterellando dal fuorigioco, palesemente disinteressandosi del pallone, che è finito dalle parti di De Mayo. Il centrale vicentino ha clamorosamente sbagliato lo stop, servendo proprio al nostro numero dieci (che in quel momento non solo era stato rimesso in gioco dalla giocata dell’avversario, ma era pure in posizione regolare) un pallone che il furetto è andato a sbattere alle spalle di Contini dopo una bellissima fuga.
Incredibile a dirsi, Maresca è stato richiamato al VAR. Sì, è successo di nuovo.
Ora, vi ricordate il rigore che ci hanno fischiato contro nella gara al Marulla col Lecce? Sì, dai: il fallo di mano di Hristov su un pallone diretto a un avversario in fuorigioco a pochi metri e che stava scattando verso la sfera. In quella circostanza non è importato a nessuno che la giocata del nostro difensore servisse a non far giungere la palla a un avversario in offside: nemmeno uno squillo da parte della sala VAR.
Qui, invece, l’incredibile: Maresca ha annullato per fuorigioco il gol di Caso. Ripetiamolo: Caso era persino in posizione regolare quando De Mayo è intervenuto sulla sfera, ma quello che più conta è che ha ricevuto palla da una giocata dell’avversario. NON una deviazione fortuita e NON un intervento teso a impedirgli di entrare in possesso della palla (ammesso che si possa parlare di fuorigioco in un caso del genere: come detto, in Cosenza-Lecce non se ne sono dati per inteso): NO, De Mayo nemmeno si era accorto di Caso, semplicemente ha sbagliato uno stop.
Siamo oltre ogni limite dell’errore tecnico: siamo alla riscrittura del regolamento, a una sua interpretazione folle e totalmente contraria alle regole del gioco e alla sua giurisprudenza. Come si sia potuto considerare che la giocata di De Mayo non abbia rimesso in gioco Caso è follia che travalica ogni parola che potremmo trovare.
La pensava allo stesso modo anche Goretti, che per le sacrosante proteste è stato espulso. A Bisoli Maresca ha invece spiegato il suo punto di vista, senza convincere – tanto per usare un eufemismo – l’allenatore rossoblù, che da ben prima che l’ineffabile fischietto napoletano andasse al monitor stava urlando che non c’era niente da verificare e che lo avevano visto tutti che era stato De Mayo a rimettere in gioco Caso.
A tal proposito chiamiamo a conforto direttamente la lettera del regolamento, che testualmente recita: “Ogni atto volontario, deliberato, da parte del difendente nel tentativo di prendere il pallone, fatto salvo un elenco definito di eccezioni, rimette in gioco l’attaccante, a prescindere da come si concluda la giocata stessa. Il tutto a meno che:
1) l’attaccante non si trovi a meno di un metro e mezzo dal difensore;
2) non contenda la palla al difensore;
3) la deviazione del difendente non sia un “deliberate save“, cioè un’azione tesa ad evitare il gol: un salvataggio sulla linea o una respinta del portiere.

Nessuna di queste condizioni si è verificata: De Mayo ha sbagliato lo stop in totale libertà, con Caso ben a distanza e che gli ha conteso il pallone solo dopo (ritenere che la contesa successiva faccia parte della casistica del fuorigioco significa che per l’arbitro di stasera un attaccante per rientrare in gioco deve fare il giro da dietro il centrocampo, chiedere il permesso in carta bollata e saltare a occhi chiusi girando tre volte su sé stesso).
Qualcuno ne faccia avere una copia a Maresca.



Come detto, non è stata l’unica prodezza di Maresca, stasera in condizioni scintillanti.
Altra perla il nostro l’aveva confezionata a meno di venti dalla fine, quando tra lui e il suo guardalinee nella nostra metà campo non sono riusciti in due a vedere che Diaw aveva superato Matosevic con la mano – e a momenti convalidavano assurdamente un gol irregolare. Cara grazia che stavolta la VAR è dovuta intervenire automaticamente come sempre in questi casi, perché porca di quella laida quello col fischietto era riuscito a combinarne un’altra a nostro danno.
Un paio di falli non fischiati su Caso, qualcuno su Kongolo e Vallocchia, un paio anche su Zilli: quisquilie. Poco, in confronto a quello che succede a una manciata di minuti dalla fine, quando il Cosenza – che ha un ultimo slot – appronta e richiede un doppio cambio: quando tocca a Laura rilevare Larrivey, però, Maresca ha intanto già fatto incredibilmente riprendere il gioco, bruciandoci lo slot finale e impedendo al francese di entrare (togliendoci di fatto la profondità che ci avrebbe garantito per le ripartenze). Il secondo di Bisoli, ovviamente fuori dalla grazia di Dio, ha sbattuto per la rabbia il tabellone a terra e a Maresca non è parso vero di poter espellere anche lui.
Non fosse stato per l’assurdo gol annullato a Caso, si potrebbe però dire che Maresca abbia riservato il clou per il gran finale: in pieno recupero, infatti, ci regala altri due colpi di classe. Prima lascia che si scateni una rissa glissando su Maggio che schiaffeggia apertamente Vallocchia e intervenendo solo per cercare di calmare entrambi (!!!), poi, a rissa finita, ammonisce sia il nostro che l’esterno vicentino, che da regolamento doveva essere espulso. Non è finita: al quinto minuto di recupero intervento assassino di Giacomelli su Palmiero e pazzesco altro cartellino rosso che diventa semplicemente giallo – il colore più adatto per questo squinternato.
E uno potrebbe dire vabbè, che ti frega che non gliene ha espulsi due? Era già pieno recupero… sì, ma come detto c’è anche un incontro di ritorno, che Maggio e Giacomelli potranno tranquillamente giocare anziché essere squalificati.
Cosa ti vuole dire avere un Maresca in paradiso: l’arbitraggio di stasera ci ha ricordato che questi playout ce li stiamo giocando contro una squadra che li ha raggiunti tra petardi, portieri colti da folgorazione mentre tutti intorno a loro nemmeno si accorgono dell’esplosione, gol decisivi al 103′ minuto, un altro gol decisivo ad Alessandria segnato con un evidente fallo che l’arbitro del Moccagatta si è perso e alla VAR si sono dimenticati di segnalare, eccetera. Con questi ci giochiamo i playout: con la squadra di Renzo Rosso, la forza dei miliardi di euro. E si è visto.


Otto giorni.
Tanto ci separa dalla partita di ritorno.
La prima cosa sarà finalmente recuperare tutti gli indisponibili: almeno quella voglio giocarmela alla pari.
Sia come sia, ancora una volta noi daremo tutto ciò che abbiamo. Lo butteremo sul campo, su ogni filo d’erba. Lo urleremo dagli spalti, e potete giurarci che saremo in ventimila.
Stasera ci è stato scippato un gol e ci è stata rubata una partita.
A Cosenza ci vogliamo riprendere tutto quello che ci hanno tolto oggi – e ci vogliamo tenere la serie B con le zanne e con gli artigli.
NOI CE LA TERREMO STRETTA, LA SERIE B.
Venite nella tana del Lupo, venite pure.

NubeDT

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