DAL NOSTRO INVIATO A SARNANO


Che siamo dappertutto ve lo abbiamo sempre detto, che abbiamo un inviato nella sede del ritiro rossoblù a Sarnano (più che altro, a spiare non tanto gli allenamenti quanto le amichevoli) è la prima delle sorprese che vi abbiamo preparato e vi stiamo preparando per la nuova stagione. E’ una nuova firma, Mario Kempes, e prima che ci copriate di entusiastiche lodi dobbiamo confermare che lui (ovviamente tifosissimo dei Lupi) in zona c’era già, non è che lo abbiamo mandato noi apposta per mandarci i reportage della truppa di Dionigi al lavoro. Ma è una bella cosa lo stesso.
Benvenuto Mario Kempes nel nostro branco!

La Redazione



Per il pochissimo che può valere, il primo Cosenza di Dionigi (poco più che una sgambatura contro il Sarnano che milita in Seconda Categoria) si è schierato con un 4-3-3 che fluidamente è spesso scivolato nel 4-3-1-2. Elemento di rottura è stato in questo senso D’Urso, giunto a Cosenza appunto per assumersi il compito di mezz’ala, attaccante esterno, fantasista e trequartista (al pari di Brignola, impiegato da punta accanto a Larrivey contro i volenterosi giocatori locali), a seconda delle circostanze. Io in realtà spero sempre che in campionato vedremo l’ex perugino comporre il terzetto di centrocampo accanto a Florenzi e al top che ci dovrebbe portare il mercato (io sogno Gucher, Gemmi sogna Cavion), e che se si giocherà con le tre punte o col trequartista dietro le due punte sia Brignola a occupare il ruolo, per avere il massimo del peso offensivo con due punte pure (a oggi sarebbero Larrivey e il neoarrivato Nasti, ma ci dicono che Butic sia dietro l’angolo).
Naturalmente il Cosenza di Dionigi si è visto in embrione: sicuramente parlare di embrioni a luglio, la normalità per tutti, è già tantissimo per noi (che l’anno scorso di questi tempi discutevamo di erario, COVISOC e Consiglio Federale) e poter ragionare di calcio rappresenta pur sempre una boccata d’ossigeno alla luce di tanto. La squadra è ancora imballatissima, sette giorni di ritiro sulle gambe pesano parecchio, alcuni dei potenziali titolari sono stati tenuti a riposo (Rispoli e Florenzi su tutti) così come non sono stati schierati i partenti, elementi al di fuori del progetto tecnico-tattico, ovvero i vari Corsi, Tiritiello, Pandolfi, Sueva e compagnia.
In realtà, l’allenamento congiunto ha ovviamente lasciato il tempo che trovava, viste le circostanze. Dionigi ha nuovamente chiarito che si aspetta dal mercato tutti gli interventi necessari per affrontare al completo l’avvio della stagione (ricordiamo che ormai manca meno di un mese e no, non è tanto) e che se li aspetta al più presto. Gemmi lo sa, conosce le lacune di questa squadra, ma sembra che per qualche motivo i giocatori individuati per colmarle stiano diventando inarrivabili: si è complicata terribilmente la pista Camporese (il Pordenone continua a pretendere tutta la cifra, dicono pure che si sia inserito il Parma, anche se questa voce suscita perplessità, vista la rosa già pletorica dei ducali), Vido sembrerebbe addirittura sfumato (eppure era il nome migliore di quelli fatti per il pacchetto avanzato), Cavion sfoglia sempre la margherita e lì sono io che non capisco perché gli si continui a stare appresso invece di virare su giocatori di pari livello (e ce ne sono: il SudTirol sta prendendo Calò…), senza perdere ulteriore tempo col vicentino.
Il portiere, anzi i portieri, al plurale, sono un’altra incognita: ma siccome si tratta di un ruolo delicatissimo e per quello abbiamo comunque Vigorito e Matosevic già sotto contratto, io direi di procedere immediatamente a ingaggiarne un paio di categoria oppure, altrettanto immediatamente, di decidere subito di tenerci definitivamente quelli che abbiamo già, senza tenerli sulla corda, perché l’ultima cosa che ci occorre è mettere in porta un precario.
Tirando le somme, contando giocatori schierati contro il Sarnano, aggiungendo gli assenti come Florenzi, Venturi e Rispoli e togliendo i Primavera, la rosa a oggi conta solo quattordici giocatori abili e arruolabili per una serie B: siccome Dionigi ha sempre detto di volerne almeno ventiquattro e Gemmi gli ha dato ragione, se ne deduce che dal calciomercato dovranno arrivare almeno altri dieci giocatori di categoria. Questo per dire che non siamo messi proprio benissimo come qualcuno vorrebbe far credere. A metà luglio si può parlare di lieve ritardo e va bene così, per carità, purché ora si ponga subito un rimedio. Comprendiamo tutti le difficoltà del mercato ma il punto è che vanno superate presto e bene.


Direi che un appunto finale la merita Idriz Voca, concedetemelo.
E’ venuto nel calciomercato invernale a rimpolpare il centrocampo, insieme a Kongolo; mentre però il seppur vituperato olandese ha saputo ritagliarsi uno spazio in squadra (e a mio personalissimo parere dando anche il suo onesto e importante contributo), il kosovaro è rimasto una specie di oggetto misterioso: arrivato a Cosenza da svincolato (la stessa condizione per cui Goretti in estate rifiutò Rivière…) reduce da un serio infortunio (tanto che non era riuscito a passare un provino con gli svizzeri del San Gallo: sa il cielo quanto depose e depone malissimo questa circostanza), Voca ha fatto pochissime apparizioni in campo, appena sei, durante le quali è apparso costantemente sotto ritmo (visibilissimi i postumi dell’infortunio) e più interessato a calciare le caviglie avversarie che il pallone (non che la cosa non abbia un suo senso, intendiamoci: in una squadra serve anche questo). Soprattutto, è apparso deficitario in fase di impostazione, e per un giocatore che si piazza davanti alla difesa è un limite grave.
Oggi Voca sembra un altro: pare che gli stia facendo bene svolgere la preparazione dall’inizio e anche il recupero dall’infortunio è ormai totale, tanto che il kosovaro manifesta una brillantezza che a Cosenza non gli riconoscevamo. Nella prima uscita contro il Sarnano ha addirittura aperto le marcature, sia pure da palla da fermo (corner) e in generale è apparso un giocatore ben diverso da quello (non) ammirato l’anno scorso: alla lotta su ogni pallone (e non solo sulle caviglie altrui) ha anche abbinato un minimo di regia lucida, fatta ovviamente la tara della caratura inesistente dell’avversario. La cosa, che non può che fare piacere a noi tifosi del Cosenza, ha anche già dato il là a un po’ di esaltazione da parte di qualcuno: ecco, non vorrei che questa fosse l’anticamera di una sorpresa amara che potrebbe aspettarci, una cosa del tipo “non prendiamo né Cavion né altri, il centrocampista titolare lo avevamo in casa e non lo sapevamo“. Anche no, questo anche no.
Con calma, dai. Ottimo il nuovo Voca ma non esageriamo.

Il prossimo 20 luglio, salvo imprevisti, seguirò per il blog (che ringrazio per l’ospitalità che da oggi mi concede) la squadra a Foligno, nella seconda uscita stagionale.

Mario Kempes

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