SCONCERTANTE

Il giorno dopo Cosenza-Genoa sembra giunto già anche quest’anno il momento delle discussioni sui massimi sistemi. Sicuramente è un bene che succeda a ottobre, con tutto un campionato ancora davanti da giocare, modo e tempo per rimediare a ciò che palesemente non va. La partita col Vecchio Grifone ha evidenziato per l’ennesima volta l’incapacità totale della squadra a fare gioco, nuovamente pure vergognosamente incapace di sfruttare una superiorità numerica arrivando a tirare in porta (la prima volta non lo si è stati per un tempo intero, ieri addirittura per un’ora). Anzi stavolta in undici contro dieci è giunto nientemeno che un gol avversario (su azione manovrata, non certo sfruttando una palla da fermo) oltre che le uniche palle gol viste da quel momento in poi.
Nell’intervallo, anziché un Meroni ammonito (passando alla difesa a 4) è stato tolto Calò per fare entrare Voca, e la luce si è spenta del tutto. Alla fine dei novanta minuti, gli unici due tiri in porta sono stati una conclusione centrale di Butic da fuori area (qualcuno sui social ha avuto il barbaro coraggio di scrivere che se fosse entrata quella palla gol la partita sarebbe andata diversamente: qualcuno evidentemente con un concetto guarasciano di palla gol) e il rigore nel recupero, giunto (via VAR) in un’azione in cui non si stava arrivando a concludere in porta e siamo stati miracolati da un intervento sgraziato del difensore genoano per contendere palla a Panico.
Niente altro più.
Su questo blog si sta facendo disperatamente notare fin da Bologna-Cosenza che la squadra non passa la metà campo, non ha gioco, non ha idee, attirandosi le critiche avvelenate di chi (giunti a questo punto del campionato) critica per correre in soccorso del titolare d’azienda oppure non capisce niente di calcio. Ci hanno detto che non si poteva tirare in porta a Bologna perché giocavamo in casa di una squadra di serie A: nello stesso turno di Coppa la Reggina faceva un figurone in casa della Samp, il Bari travolgeva il Verona al Bentegodi e via così. Solo noi dovevamo accontentarci di l’importante è partecipare perché guai a pretendere una squadra decente, finalmente.
Ci siamo detti che Calò avrebbe risolto i problemi in mezzo e mesi dopo il suo arrivo Calò non gioca mai ed è il primo a essere sostituito (da Voca, non da Lampard o Pirlo) quando viene schierato. Dicono che non abbia condizione ma quella si acquisterebbe soprattutto giocando, ma poi, caro signor Gemmi, che giocatore ci hai preso se da agosto a ottobre non è ancora entrato in condizione?
Facendo un riepilogo, anche perché sicuramente ancora ci sarà qualcuno in giro a sbandierare gli undici punti feticcio pur di difendere l’indifendibile, a Benevento meritavamo di perdere (e abbiamo preso i tre punti su un errore in retropassaggio di Tello), col Modena a voler essere buoni meritavamo al massimo un pareggio (e sotto uno a zero abbiamo pareggiato e rimontato con due dormite della difesa emiliana su tre tiri in porta effettuati), a Parma abbiamo meritato di perdere (a fronte di due sole conclusioni, una in porta e una fuori, entrambe su palla da fermo, i ducali hanno collezionato palle gol clamorose, tra cui una a porta vuota), a Terni in undici contro dieci meritavamo di perdere e abbiamo pareggiato sull’unico tiro in porta (al cospetto di numerose palle gol per gli umbri, persino quando erano in dieci), col Bari abbiamo meritato di perdere (tre palle gol in dieci minuti a fine primo tempo e stop, ma le partite ne durano novanta e nei restanti ottanta in campo solo il Bari), a Bolzano meritavamo di perdere e abbiamo pareggiato sull’unico tiro in porta mentre loro hanno costruito un’altra mezza dozzina di palle gol nitide, col Como giusto perché tre gol sono tre gol, possiamo dire che, anche per premiare il nostro cinismo, anziché perdere del tutto ci poteva stare un pari e invece senza sapere come abbiamo addirittura vinto (tre gol sui soli tre tiri effettuati mentre il Como palle gol e rimpianti a grappoli), tra Reggio e ieri poi si è consumato uno scempio.
Questi sono i vostri undici punti. Per il “gioco” espresso da questa squadra potevano al massimo essere quattro o cinque. Questo si è visto in campo, una squadra da cinque punti che ancora non si capisce come possa averne undici.


Dionigi ha delle pesanti responsabilità in questo sfacelo. Anche non fosse una precisa indicazione sua spazzare via la palla dalla difesa appena gravita in area nostra ma sia una iniziativa di di difensori evidentemente pavidi e scarsi coi piedi, lui ha il dovere di rimediare a quello che è un evidente problema (e forse avrebbe avuto il dovere di farsi prendere a luglio difensori bravi anche a impostare, ma quelli costano di più). Lui ha il dovere di trovare via alternative e trame di gioco. Invece sembra che l’allenatore, per l’ennesima volta in una carriera costellata di insuccessi, stia sprofondando senza sapere come uscirne, anzi senza sapere nemmeno dove si trova.
E che dire di Gemmi?
Tutta l’estate dietro Cavion senza cavare un ragno dal buco e poi prende Calò: ruolo diverso (l’allenatore ti chiede una mezzala e tu gli prendi un regista) e giocatore a detta di loro stessi ancora non pronto e siamo a ottobre.
Settimane a cercare portieri di categoria da Gori a Ujkani e poi viene confermato Matosevic, portiere buono per una discreta serie C che era in lista di partenza e oggi viene schierato addirittura titolare (dietro di lui ci sono addirittura tali Marson e Lai, gente di categoria inferiore che non ha mai visto la serie B). Ma puoi avere come portiere titolare uno che stavi dando via mentre cercavi profili di categoria? E puoi accettare di prendere gol ogni santa volta che il portiere viene preso in controtempo soprattutto sui tiri rasoterra?
C’era Caso (uno che quei rilanci della difesa l’anno scorso li trasformava in palle gol da solo), c’era la possibilità che il Genoa cedesse addirittura il cartellino, il prezzo era ampiamente di mercato (il Frosinone lo ha pagato intorno al milione), c’era la possibilità di fare una buona volta una vera operazione simpatia che avrebbe portato il tifo dalla parte della società mostrando che c’era volontà di crescere e investire, invece non lo si è nemmeno trattato perché a Gemmi non interessava: piuttosto che operare un investimento che avrebbe avuto un enorme ritorno immediato sul piano tecnico, molto meglio prendere in prestito Brignola col Benevento che ti paga pure la valorizzazione. Ovviamente però deve giocare titolare, a costo di metterlo terzino destro.
C’era una lacuna imbarazzante a sinistra, con Panico (già spedito in serie C l’anno scorso senza quasi nemmeno fargli vedere il campo) che costringeva a operare sul mercato per trovare un titolare decente, e si è provato a chiedere all’Atalanta tal Lunetta in prestito con valorizzazione. Ora, cosa se ne deve fare l’Atalanta che gli valorizzi Lunetta? Ha 26 anni, mica 19, più di quanto valga ora non puoi portarlo, veramente pretendi che una società ti presti un giocatore perché a te serve un titolare nel ruolo e che però siano loro a pagare te se lo fai giocare titolare? Ma poi valorizzarlo come? A 26 anni Lunetta è fatto e finito, è un giocatore da media B a voler essere buoni, tu all’Atalanta lo avresti valorizzato se gli avessi quantomeno restituito un giocatore pronto per loro e per la serie A: ma come si fa a far diventare di colpo da serie A (livello Atalanta) un ventiseienne che fino a oggi non lo è stato? Alla fine sta giocando titolare Panico, a subentrargli quel Gozzi già spacciato da qualche giornalista come il nuovo Maldini (testuale) perché alla sua prima apparizione si è buttato il pallone davanti e ha corso in linea retta sulla fascia finché non è finito il campo. E la lacuna a sinistra è rimasta imbarazzante, ma assai meno di Gemmi che al giornalista che gli enumerava calciatori di fascia sinistra di categoria attualmente liberi rispondeva: “e lei è sicuro che siano migliori dei nostri?“.
Potrei continuare a lungo ma credo sia meglio fermarmi. Per esempio, sorvolo sulla becera e insensata gestione di un patrimonio come Zilli solo per non dare a qualcuno la stura per schierarlo a sfregio, magari in una situazione difficile, e dire lo volevate e vi ho accontentati se magari gioca male quella volta in cui veniamo accontentati (peraltro: oggi “attaccante del Cosenza che gioca male” si traduce “squadra incapace di fargli arrivare un solo pallone decente“).


Il responsabile finale, più in alto e più a fondo, è sempre chi gestisce tutto questo nell’unico modo che ha dimostrato di gradire (non credo non ne conosca altri, ma evidentemente non gli convengono: meglio raccattare che investire) e per l’ennesimo anno ha stanziato il solito ultimo budget della serie B perché i soldi che entrano a pioggia chissà per cosa deve spenderli una società di calcio, se non per calciatori degni dei palcoscenici che deve calcare.
Crediamo davvero che Gemmi non avrebbe preso qualcuno meglio di Panico e Gozzi a sinistra, se i fondi fossero stati sufficienti? Che non avrebbe affondato il colpo per tempo su Cavion e Camporese, due obiettivi sfumati dopo trattative estenuanti, se avesse potuto subito mettere sul tavolo i soldi necessari a operazioni simili e alzarsi coi due giocatori in tasca? Abbiamo capito tutti cosa significa quando una testata giornalistica locale, diverse settimane fa, proprio parlando del calciomercato ha scritto che obiettivo di Gemmi è patrimonializzare il calciomercato del Cosenza? Se no ve lo dico io, significa che al Cosenza di Guarascio il DS doveva portare giocatori che a loro volta portassero soldi e non che li costassero. Premi di valorizzazione, riscatti e controriscatti, tutta la giostra della pacchia che il presidente ha scoperto con l’affare Falcone e da allora pretende che il mercato si svolga così: i giocatori in entrata, paradossalmente, devono rappresentare a bilancio una voce in attivo.
Ma che squadra costruisci così?
Una che anche quest’anno, non ingannino gli undici punti spesso rubacchiati con buona sorte, rischia di fare una fatica enorme a salvarsi. Del resto, se non siamo strutturalmente capaci di arrivare a tirare in porta…

Mario Kempes

Un pensiero su “SCONCERTANTE

  1. Tonino

    Sconcertante la miseria di questo questo presidente che per qualche spicciolo e senza riconoscenza alcuna per la salvezza lascia andare via Bisoli che col suo sudtirol ci ha già superato in classifica per prendere al mercato dei luppini un ds e un allenatore più miseri di lui

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