DAL NOSTRO INVIATO SUL TRASIMENO

PERUGIA (3-4-1-2): Furlan; Sgarbi, Curado, Struna; Casasola, Capezzi (7′ st Iannoni), Santoro (27′ st Bartolomei), Cancellieri (7′ s Lisi); Kouan (1′ st Luperini); Matos (34′ pt Di Serio), Di Carmine. A disposizione: Gori, Abibi, Rosi, Angella, Vulic, Paz, Lisi, Ekong. Allenatore: Castori
COSENZA (4-4-2): Micai; Rispoli (25′ st Venturi), Vaisanen, Meroni, Martino; Marras, Voca, Brescianini (25′ st Praszelik), D’Orazio; Delic (25′ st Finotto, 42′ st D’Urso), Nasti (12′ st Zilli). A disposizione: Marson, Salihamidzic, Calò, Kornvig, Prestianni, Cortinovis, Agostinelli. Allenatore: Viali
ARBITRO: Marcenaro di Genova
NOTE: Spettatori circa 8mila di cui 1081 tifosi del Cosenza. 
Espulso al 86′ Marras per doppia ammonizione. 
Ammoniti: Santoro (P), Struna (P), Brescianini (C), Sgarbi (P), Lisi (P). 
Angoli: 5-2 per il Cosenza. 

Se sforzo la memoria, un arbitraggio come quello di oggi mi rievoca la Ferrara dell’anno scorso, quando il solitamente incendiario Bisoli dovette fare da pompiere per calmare i suoi ragazzi a fine partita, letteralmente inferociti con l’arbitro di allora (l’indimenticabile Minelli) che anche dopo il triplice fischio continuava a estrarre cartellini rossi (Camporese e Rigione), non pago di aver già assurdamente espulso in partita Larrivey per una doppia ammonizione inconcepibile. L’allenatore della salvezza ai playout temeva di dover affrontare praticamente senza giocatori il fondamentale turno successivo, e così fece violenza al suo carattere solitamente burrascoso per sottrarre alla pioggia di cartellini quanti più suoi uomini poté.
L’arbitraggio di oggi dell’ineffabile (si dice così di certi arbitri, no?) Marcenaro mi ha risvegliato quei ricordi mai sopiti. Il primo tempo è trascorso con i Lupi in completo possesso di palla e campo, Delic a sfiorare il pallone (e di conseguenza il gol) di testa su un assist di Marras, con palla a lato di pochissimo, Micai coi guantoni puliti, Brescianini fermato miracolosamente da Kouan a un passo da Furlan e soprattutto Struna e Di Carmine ancora in campo nonostante due entrate da rosso diretto: rispettivamente un calcio al volo allo stomaco a Nasti per il primo (solo ammonito) e una gomitata in faccia a Meroni durante un contrasto aereo per il secondo (nemmeno fischiato il fallo). Un buon giorno radioso che si è visto dal proverbiale mattino.
Il secondo tempo, con i padroni di casa pericolosi solo con una conclusione alta di Lisi da dentro l’area, ha visto i ragazzi di Viali colpire un palo ancora con Delic, chiamare Furlan alla parata con Marras, sfiorare ripetutamente i legni della porta umbra con varie conclusioni e danzare, purtroppo senza concretizzare, in piena area dei grifoni, a pochi metri dalla porta locale. A pochi minuti dalla fine uno step on foot su Marras (non necessariamente fallo da rigore, per carità) è stato inverosimilmente trasformato in una simulazione dell’esterno rossoblù, con secondo giallo, conseguente espulsione e ira funesta di tutto il Cosenza. E non è finita: uno sfondamento di D’Orazio è stato interrotto da un robusto body crash a pochi passi da Furlan, senza alcuna possibilità per i due difensori perugini che hanno stretto l’esterno del Cosenza di arrivare sul pallone. Niente da fare neanche qui, il fischietto di Marcenaro è rimasto inesorabilmente muto.
Perla finale a pochi secondi dal triplice fischio, con un contropiede quasi letale dei Lupi innescato da un Zilli particolarmente leonino (quanto ci giova il suo apporto!) e bruscamente interrotto prima da un fallo su D’Urso lanciato a rete e poi da un’altra irregolarità su Voca quando eravamo in quattro contro due con la trequarti umbra spalancata davanti ai nostri giocatori. Marcenaro ha pensato bene che la sanzione più adeguata per aver interrotto con falli due chiare occasioni da rete fosse un (uno di numero) cartellino giallo.
Il triplice fischio è giunto subito dopo, col Cosenza che dunque ha portato a casa, giocando per larghi tratti l’ottima partita che è solito sciorinare di questi tempi, il pareggio che forse voleva; ma proprio come a Palermo, recriminando assai per due punti in più che poteva cogliere benissimo (probabilmente piazzando un’ipoteca pesantissima sulla salvezza diretta e condannando il Perugia). A Palermo avevamo rimpianto qualche errore sotto porta; oggi in Umbria, esattamente come nel 2-2 di Ferrara un anno fa, è l’arbitro di turno il bersaglio delle imprecazioni.


Viali e i suoi ragazzi hanno affrontato questo decisivo scontro diretto con lo spirito che mi auguravo: oggi, come a Brescia nel prossimo incontro, anziché avere l’ansia da scontro diretto, si poteva e si potrà parlare sicuramente di una magnifica opportunità per chiudere anzitempo il discorso salvezza, contro due squadre che già stanno annegando e potendo contare, come detto, sulla squadra forse più in forma del campionato (nel momento decisivo, per fortuna). i Lupi hanno giocato la gara odierna con questa attitudine mentale, e si è visto. Al Curi l’opportunità è stata colta, sia pure forse solo a metà: è vero che non siamo scappati via in classifica coi tre punti che avremmo potuto cogliere, ma i biancorossi di Castori contavano proprio su questa partita per giocarsi le ultime chances di salvezza e loro sì che non avevano alternative alla vittoria.
In casa delle rondinelle alla prossima lo scenario sarà molto simile: avversario determinato, magari non disperato (la classifica è quella che è anche per i lombardi, ma il morale è di sicuro migliore rispetto agli umbri), ma senza dubbio alla portata del Cosenza di questi tempi, anche se dovrà fare a meno di Marras (ma forse recupererà l’imprescindibile Florenzi). Nel rimescolarsi della classifica giornata per giornata, allo stato attuale se portassimo a casa un pari anche dal Rigamonti non lo accoglieremmo come una mezza sconfitta: tutti nelle tabelle ci prefiggevamo un minimo di tre punti da queste due trasferte cruciali, eppure oggi la classifica ci dice che forse basterebbe non perdere al cospetto del Brescia per restare in scia salvezza.
E ci dice anche un’altra cosa: per la prima volta dopo tanto tempo abbiamo cinque squadre sotto di noi. Se il campionato finisse adesso saremmo in salvo. Quasi non ci si crede. E per arrivare a una situazione di classifica che (tutto è relativo) solitamente si commenterebbe con preoccupazione e paura, abbiamo dovuto fare sei partite senza sconfitte, con tre vittorie e un solo gol subito. Pensate come eravamo messi…
Brescia nel mirino, allora, abbiamo il destino saldamente nelle nostre mani.

Mario Kempes

2 pensieri su “DAL NOSTRO INVIATO SUL TRASIMENO

    1. Riccio Stefani

      ma fatti vida si trasferte trasferte oi guarasciano ca ti vulimu parra, che strano prima postavi sempre le foto ora non ci sei mai e non ti fai più vedere

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