#73 WAITING FOR THE BARBARIANS: PERUGIA

GUARASCIO VATTENE!

Ma vi sembra normale dover soffrire così, fino in fondo alla stagione, solo perché questo signore deve massimizzare la sua attività speculativa e curare in modo spasmodico i propri interessi? Nessuno contesta il fatto che un imprenditore debba riuscire non solo a mantenere l’equilibrio finanziario, ma anche ottenere dei ricavi: è questo alla base di un’attività imprenditoriale e non lo si può negare. Ma qui si esagera! I tifosi del padrone, quelli che tirano la volata ai suoi interessi più che al bene della squadra, sostengono – soprattutto in questi ultimi giorni, ché va di moda – che non si siano mai presi punti di penalizzazione grazie ad una “virtuosa” gestione aziendale, in un campionato in cui Società come Genoa, Parma ed ultimamente Reggina hanno, invece, pagato dazio su questo versante. A questi signori, rispondiamo che non si può certo fare vanto di qualcosa che costituisce la normalità (pagare tasse e contributi è un dovere, è prassi, non eccezionalità) e che non possono essere chiamati ad esempio gli altrui comportamenti negativi, perché sarebbe troppo facile rispondere che, a fronte di tre Società con problemi, ce ne sono altre sedici oltre a noi (per limitarci alla B) che invece rispettano le regole e questa è la normalità. Inoltre, facciamo presente che il sig. (si fa per dire) Guarascio risparmia fino all’osso sul progetto tecnico, avendo regolarmente da cinque anni a questa parte il più basso budget della categoria, non investendo altresì su rete scouting, infrastrutture, né sul settore giovanile, quindi se ne dovrebbe ricavare che, avendo su per giù gli stessi introiti degli altri Club della cadetteria, dovrebbe in abbondanza avere i fondi necessari per pagare con tempismo gli impegni economici, soprattutto con l’erario (ma anche coi fornitori). Invece che fa? Spalma tali debiti, pagandoli a rate. Per carità, la legge lo consente, quindi nulla di irregolare, sia ben chiaro. Però, facendo due conti della serva, se il nostro guadagna come gli altri, non spende come gli altri e come la maggior parte di essi (che a sua differenza costruiscono squadre investendo dal doppio a dieci volte più di quanto da lui impiegato) rateizza il pagamento di imposte e contributi, come fa persino a chiudere i bilanci regolarmente in perdita? C’è più di qualcosa che non torna, e proprio su questo blog abbiamo da due anni a questa parte acceso i riflettori sui bilanci del Club! E se non ce la fa a fare fronte con le sue risorse e le sue sole forze, come da sue dichiarazioni (“I soldi chi me li dà?”. Ricordate?) ad un campionato oneroso come la B, perché allora rimane attaccato all’osso e non molla? Normalmente, quando un imprenditore non riesce ad andare avanti, o cede l’attività, o cerca soci e capitali da immettere in Società, o fallisce. E’ evidente che se, per ora, non si verifica nessuna delle tre ipotesi, ha un enorme interesse a rimanere saldamente lì dov’è ed a tenere il Cosenza tutto per sé. Ma a noi dei suoi interessi che contrastano maledettamente con quelli di chi ama visceralmente il Lupo, non ce ne frega nulla: se ne deve andare, a fine stagione deve, inesorabilmente, passare la mano!

Dopo la doverosa premessa, torniamo sul contingente: ci eravamo lasciati, settimana scorsa, con tante speranze e con qualche paura – vista la formazione in assoluta emergenza che Viali si era ritrovato a dovere schierare -, a commentare l’avversario di turno, in una partita casalinga che ci vedeva opposti ad una diretta concorrente come il Cittadella. Alla fine, se da un lato è rimasto un po’ di amaro in bocca perché eravamo pure passati in vantaggio ed in tanti abbiamo sperato nell’ennesimo successo, dall’altro il bicchiere si è mezzo colmato quando ci siamo resi conto che dopo il pareggio ottenuto dai veneti noi siamo praticamente scomparsi dai radar, per cui, tutto sommato e tenuto conto soprattutto della squadra senza difesa e centrocampo titolari, il punticino rimediato ci ha permesso di mantenere invariate le distanze dalle altre. Ascoli e Venezia a parte (la Ternana già non la consideravamo più tra le pericolanti), tutte le altre hanno infatti pareggiato ed il Perugia ha persino perso. Poi, col pareggio, si è allungata la striscia positiva portata ora a cinque partite consecutive senza sconfitta che, in una gara con le difficoltà di organico che abbiamo detto, non può non essere raccolta come un ulteriore segnale positivo. Certo, se fosse arrivata la vittoria si sarebbero creati i presupposti per una salvezza diretta più facilmente raggiungibile, perché ci saremmo messi alle spalle la stessa formazione veneta che invece oggi, sia pure a pari punti coi rossoblu (in parità anche gli scontri diretti, conclusi entrambi sul risultato di 1-1) gode tuttavia di una migliore differenza reti. E questo aspetto non è di poco conto: è un fardello che ci porteremo sulle spalle fino alla conclusione della stagione, sperando che le disfatte di Ferrara, Como e Genova non vadano a pesare a fine stagione. C’è da vincere, dunque, i confronti con le dirette avversarie, a cominciare dalla prossima, il Perugia, formazione cui è dedicata l’odierna puntata della nostra rubrica.

Degli umbri, come di consueto per questa rubrica, ci siamo diffusamente occupati nel corso del girone d’andata, quando vennero a farci visita al Marulla, riuscendo a conquistare – da ultimi della classe quali all’epoca erano – un, per loro, preziosissimo punto. Pertanto, per chi volesse approfondire la conoscenza del Grifo, la sua storia, la proprietà, la composizione societaria e gli aspetti tecnici, suggeriamo la lettura della puntata 54 di questa rubrica (link). Da allora non sono cambiate tante cose in casa Perugia, con il presidente Santopadre, pur contestatissimo dalla sua tifoseria, saldamente in sella, così come il DS, l’ex Renzo Castagnini ed il tecnico Fabrizio Castori. A proposito dell’allenatore, ricorderete tutti come l’esperto allenatore marchigiano avesse preso il posto del dimissionario Alvini (finito in A alla Cremonese e poi sollevato dall’incarico dai grigiorossi, a stagione in corso, per i cattivi risultati) e come iniziò in modo disastroso la stagione, meritando l’esonero a favore di Silvio Baldini. Il tecnico toscano, tuttavia, fece anche di peggio, relegando la squadra del capoluogo umbro all’ultimo posto in classifica di B. Venne quindi richiamato al capezzale dei bincorossi Castori, che da allora ha effettivamente migliorato lo score in campionato, mettendosi alle spalle tre formazioni (Spal, Brescia e Benevento) e guadagnando per il momento una posizione che, se la classifica fosse cristallizzata ad oggi, varrebbe l’accesso ai playout e la possibilità tentare di difendere la categoria. A dirla tutta, fino ad un paio di mesi fa, sembrava che il Perugia stesse ancora meglio e che si fosse ripreso definitivamente dalla crisi quando, in un periodo ricompreso tra la fine dell’anno e l’inizio del nuovo, a cavallo tra la fine del girone d’andata e l’inizio del ritorno, aveva inanellato una serie di risultati positivi (tra il 19 dicembre ed il 18 febbraio, cinque vittorie, un pareggio e due sconfitte che avevano portato in dote la bellezza di 16 punti, con una media di 2 punti a partita) che erano valsi il momentaneo 14o posto in classifica ed il culmine della gioia per i tifosi del Grifo in questa stagione, perché questo ciclo si era chiuso con la vittoria roboante per 3-0 nel derby giocato contro la Ternana. Ma qualcosa dev’essersi inceppato, perché da allora si è invertita la tendenza e nelle successive otto partite sono arrivati appena due pareggi, una vittoria e ben cinque sconfitte, le ultime tre delle quali, di fila. Un altro aspetto che ha preoccupato e non poco i tifosi, è l’unico misero punticino arrivato dai tre impegni casalinghi giocati di seguito con Frosinone, Reggina (rinviata per terremoto lo scorso 11 marzo e recuperata lo scorso 5 aprile) e Modena, che hanno fatto battere i pugni sul tavolo al presidente Santopadre il quale, alla vigilia della gara giocata col Genoa settimana scorsa, così si era espresso: “Dovremo lottare per portare a casa i punti, pensare esclusivamente a giocare la nostra partita, non a fare i turisti. La B ci ha insegnato che tutto è possibile, nel bene e nel male. Altrimenti ai giocatori ho detto di portarsi la valigia per preparare in ritiro la partita con il Cosenza in caso di risultato negativo.” Coi rossoblu liguri è poi arrivata la sconfitta ed ecco mantenuta la promessa di mandare in ritiro la squadra: da lunedì scorso inviata a Cascia, ufficialmente per preparare al meglio la sfida contro il Cosenza. Anche il diesse, Castagnini, si è affrettato a dichiarare: “siamo qui non per punizione ma per rimanere insieme e responsabilizzarci.” Ed ancora, “questo non è un ritiro punitivo ma lo abbiamo voluto per rimanere insieme e responsabilizzarci. Nel calcio ci vuole anche serenità. Io volevo andare in ritiro prima della partita con l’Ascoli poi non siamo andati per fatto logistici… Questa volta ci siamo andati perché consapevoli che abbiamo davanti una partita importante”. Una partita talmente importante che qualcuno parla addirittura di ultima spiaggia, considerato che in caso di sconfitta degli umbri, la distanza dalla quintultima (oggi proprio il Cosenza) rischierebbe di slittare ad oltre 4 punti, condizione che pregiudicherebbe, come da regolamento, la possibilità di disputare i playout (e noi lo sappiamo benissimo, perché la fattispecie si verificò ai nostri danni nel 2021, quando la nostra retrocessione sul campo venne scongiurata solo dalla riammissione, a seguito dell’estromissione del Chievo). La responsabilità di questa situazione i tifosi la addossano pienamente a Santopadre, reo a loro giudizio di non avere allestito una squadra competitiva ed in realtà criticato e contestato ormai da anni. Così nel 2020, ad esempio, anno dell’ultima retrocessione dei biancorossi, la Curva Nord in un duro comunicato condannava il presidente di non assumersi responsabilità: “abbiamo sentito un presidente addossare colpe a tutti: lo staff, la squadra, i tifosi addirittura, meno che a sé stesso, un personaggio alla ricerca costante del capro espiatorio per nascondere scarse possibilità o scarse competenze, ma la realtà è che il pesce puzza sempre dalla testa”. Così come quest’anno non gli hanno perdonato di avere fatto anche un mercato di riparazione non all’altezza delle problematiche evidenziate dalla squadra.

Ed effettivamente il mercato invernale degli umbri non è stato particolarmente determinante, finora. Anzi, come abbiamo visto, la squadra sembra addirittura involuta. Castagnini aveva parlato di rosa da sfoltire, pochi cambi in entrata ed una linea giovane da seguire, con un occhio dunque più attento ai conti che alle indicazioni di Castori. Così a gennaio le operazioni complessivamente sono state, tra entrate ed uscite, appena sette: in quattro hanno lasciato il capoluogo umbro ed altrettanti vi sono approdati. Per quanto riguarda i nuovi arrivi non si sono registrati colpi ad effetto, con il centrocampo, il reparto che era apparso più in difficoltà, che è l’unico che si è davvero rinforzato con l’arrivo di Capezzi dalla Salernitana, vecchia conoscenza del mister con il quale, proprio con i campani, aveva conquistato la Serie A un paio d’anni fa. Il classe 1995, a dire il vero, aveva già conquistato una promozione in massima Serie quando militava nelle fila del Crotone. Il centrocampista, giocatore di indubbia qualità, ha firmato con gli umbri un contratto fino al 30 giugno 2023 con diritto di opzione fino al 30 giugno 2025. Le altre sono operazioni minori, quelle dei giovani Ekong, Cancellieri e Cerroni. Il primo, ventenne nigeriano di passaporto svedese è un attaccante di buone speranze, di proprietà dell’Empoli, nelle fila della cui Primavera si era distinto contribuendo l’anno passato gli azzurrini alla vittoria del campionato. Il secondo, invece, laterale mancino classe 2001 in uscita dal Monterosi ed arrivato in prestito, con obbligo di riscatto. Infine l’ultimo, Francesco Cerroni è arrivato anch’egli in prestito e dalla C, prelevato dall’AZ Picerno, ma solo per difendere la porta della Primavera biancorossa, visto che ha appena 17 anni. Sul fronte cessioni, hanno lasciato Perugia due attaccanti esperti come Strizzolo, arrivato in estate dalla Cremonese ed andato al Modena e Melchiorri, che la società di Pian di Massiano aveva già cercato di piazzare in estate (al Cagliari ndr) che alla fine è andato a titolo definitivo all’Ancona. Infine, l’ultima operazione di un certo peso in uscita dai biancorossi ha visto la risoluzione anticipata col Pisa del prestito del laterale sinistro Beghetto, girato poi al Venezia, perché a ben vedere c’è da registrare l’operazione che ha riguardato il giovanissimo Righetti, dato in prestito all’Audace Cerignola, in C, fino al prossimo giugno. Insomma, sicuramente un calciomercato che non ha aggiunto granché ad una squadra che, tutto sommato, poteva e può contare già, comunque, su alcuni ottimi elementi di categoria, come l’ex Casasola (stagione eccezionale per lui, con 7 reti e 4 assist all’attivo), Lisi, Bartolomei, Rosi, Di Serio, Matos, Di Carmine, Vulic, Kouan, Luperini, Santoro, Dell’Orco, Angella, per citarne alcuni. Ed è sul gruppo precostituito che Castagnini ha voluto puntare, d’accordo con Castori, anche perché Santopadre ha chiuso i rubinetti ed è chiaro. Soprattutto ai tifosi che, come detto, lo contestano.

Il 3-4-1-2 di Castori

L’esperto tecnico marchigiano fa di necessità virtù e comunque crede nel suo gruppo, lo stesso organico che ha saputo rendere bene in quei due mesi a cavallo tra dicembre e febbraio – come abbiamo visto – e che ha ottenuto il meglio con il suo 3-5-2 disposto, a seconda dell’avversario di turno, a volte piuttosto prudente (col Genoa era piuttosto 5-3-1-1) altre un po’ più spregiudicato (come col Modena, contro cui ha schierato il 3-4-1-2). Domani c’è da aspettarsi che l’atteggiamento tattico sia diverso rispetto a quanto visto al Ferraris, il Grifo si gioca la stagione contro i nostri Lupi. Sicuramente chi dovrà fare la partita e cercare la vittoria sarà la squadra di Castori che dunque, fermo restando la difesa a tre, potrebbe schierare il centrocampo a quattro, con un trequartista a supportare due punte. Ma quali saranno i protagonisti che tra i biancorossi potrebbero vestire una maglia da titolari in campo nel 3-4-1-2? Intanto escludiamo due elementi come Cristian Dell’Orco, che ha chiuso con largo anticipo la sua stagione ed Olivieri il quale è in via di recupero, ma che difficilmente sarà impiegato domani. Ciò detto, invece, Castori ha riaggregato tra gli effettivi Rosi, Lisi e Santoro, con gli ultimi due che con ogni probabilità verranno impiegati dal primo minuto. Dubbi invece tra i pali, dove l’imbarazzante ricordo di un Gori in bambola sostituito all’8’ del secondo tempo della gara persa per due sue clamorose papere contro la Reggina è ancora troppo fresco, per cui è facile che venga ancora una volta schierato chi ne ha preso il posto, vale a dire l’esperto Jacopo Furlan. A difesa dell’estremo difensore rilevato l’estate scorsa dall’Empoli, la linea a tre della retroguardia di Castori potrebbe vedere schierati Sgarbi a destra, Angella (in ballottaggio Struna) centrale ed il capitano Curado a sinistra. La linea di centrocampo a quattro vedrà, l’abbiamo anticipato, il reimpiego di Lisi, largo a sinistra e Santoro al suo fianco, ma in posizione un po’ più centrale, da mediano; l’altro centrale di centrocampo potrebbe essere Capezzi, con Bartolomei, Iannoni, Vulic e Cancellieri che potrebbero indifferentemente partire anche loro al suo posto, mentre sicuro della sua maglia da titolare è, sull’out largo a destra, Tiago Casasola. Sulla trequarti vediamo più facile l’impiego di Luperini, piuttosto che quello di Kouan, mentre il ballottaggio per le caselle d’attacco, ci porta a ritenere più probabile l’impiego di Di Carmine e Di Serio, preferiti a Matos ed Ekong. Domani vedremo le scelte che avrà operato, alla fine, Fabrizio Castori, nel tentativo di fare sua l’intera posta in palio in una partita così delicata e decisiva.

Sarà il signor Matteo Marcenaro della sezione A.I.A. di Genova a dirigere la gara tra Perugia e Cosenza, valevole per la 34a giornata di Serie B, che si disputerà domani allo stadio Renato Curi, nel capoluogo umbro, con calcio d’inizio alle ore 14:00. A coadiuvare il fischietto ligure sono stati designati gli assistenti Marco Bresmes di Bergamo e Damiano Di Iorio di VCO (acronimo che sta per Verbano, Cusio, Ossola). Quarto ufficiale sarà Roberto Lovison della sezione di Padova mentre al VAR è stato designato Federico La Penna di Roma 1, con l’aiuto AVAR di Alessandro Giallatini di Roma 2. Pur venendo da tre sconfitte consecutive ed appena un punto racimolato nelle ultime quattro partite di cui, tra l’altro, ben tre disputate tra le mura amiche e nonostante gli umbri siano quindi una delle peggiori squadre quanto a condizione e stato di forma (diciottesima come rendimento nelle ultime cinque gare di campionato) a fronte di un Cosenza che in questo periodo, al contrario è la seconda squadra di B per rendimento dietro al solo Genoa (11 punti, nessuna sconfitta ed appena 1 gol subito) e nonostante i precedenti vedano, su sette gare disputate in terra umbra, un sostanziale stallo con cinque pareggi ed una vittoria per parte, beh, tutto quanto elencato non sono evidentemente elementi sufficienti perché gli ospiti domani possano, non diciamo essere favoriti, ma almeno quotati su livelli equilibrati, come ci si aspetterebbe da uno spareggio salvezza. Ebbene no, i bookmakers, nonostante il Grifo sia persino indietro rispetto ai rossoblu di ben tre punti in classifica dicono tutti (ne abbiamo consultati ben 11) lo stesso: le quote pendono in modo schiacciante a favore degli umbri, visto che, fino a ieri, il segno 1 era dato tra 1,75 e 1,85; la X tra 3,20 e 3,54; il 2 invece pagato incredibilmente a 4,55 e fino ad un massimo di 5,00. Possibile ci sia un tale divario di valori tra le due formazioni? Per fortuna che poi, le partite, si giocano sul campo ed i risultati finali maturano lì, non nelle sale di betting: d’altra parte, gli scommettitori, stanno prendendo parecchie cantonate da cinque anni a questa parte, nell’attribuire sconfitte schiaccianti al Cosenza di Guarascio: evidentemente non hanno ancora inteso, o nei loro algoritmi non è contemplato, quanto potente ed influente sia il fattore C… chiamiamolo così! Le ultime note, prima di concludere, le dedichiamo ad ex e pubblico. Tra gli ex possiamo annoverare , lato Cosenza D’Urso (a segno, da ex, sabato scorso contro il Cittadella, gli auguriamo di ripetersi) ma anche l’attuale mister dei Lupi, William Viali, che da calciatore ha vestito la maglia biancorossa in Serie A. A parti invertite, invece, il DS Castagnini, già a Cosenza, sia come calciatore che come dirigente così come pure Tiago Casasola, di cui si è detto in precedenza. Sugli spalti dello stadio Curi, domani, non ci sarà una cornice di pubblico particolarmente nutrita. Sul sito del concessionario ufficiale che si occupa del ticketing dell’impianto perugino, infatti, risulta un’affluenza media (tra i 4 ed i 5.000 spettatori) di cui una buona parte, almeno uno su sei, porterà al collo una sciarpa rossoblu. Come al solito, il branco si è mosso in massa. Speriamo che i Lupi in campo sapranno contraccambiare l’ennesima prova d’amore dimostrata nei loro confronti.

Adelante Cosenza!

Sapiens

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