LA ZONA MORTA #130 – POCHE PAROLE, SOLO FATTI!

Basta parole! Quello che voglio sono i fatti! Se avessi voluto solo parole mi sarei comprata un dizionario! Mafalda, Quino

Alla fine, nonostante le speranze, le illusioni e tutto quello che poteva indurre ad un ottimismo quasi ingenuo, ci siamo ridotti a pensare sempre a quello. La salvezza.
La pausa pre Brescia va purtroppo a collocarsi esattamente come quella delle stagioni precedenti: Quando la sosta era salutata come un balsamo necessario, un periodo utile per recuperare energie e (quasi sempre) infortunati. Neanche a farlo apposta, questa sosta può restituirci – anche se non al 100% – il nostro Gennaro Tutino. E parliamo di un elemento fondamentale per cercare di riprendere la marcia! Sarebbe doveroso aspettare la fine della stagione per tracciare un quadro chiaro su cosa abbiamo raccolto, ma a questo punto ci si può già interrogare su cosa non è andato. E qui abbiamo già tanti dati per stilare un giudizio definitivo, a prescindere da come si chiuderà la stagione. Ieri Mario Kempes ha ritirato fuori – senza tanti giri di parole – la temuta parola: Programmazione. E lo ha fatto evidenziando come, se proprio si vuole rendere reale questa idea, il primo passo è vincolato al riscatto proprio di Tutino. E quel passo è a sua volta vincolato ad una idea chiara di progetto. Ora, se dobbiamo tirare le somme su cosa non è andato quest’anno, il primo dato che dobbiamo tenere in considerazione è che effettivamente ci si è mossi un tantinello meglio rispetto alle stagioni precedenti. Ma, in ogni progetto, sono proprio gli scossoni che vengono fuori quando tutto non va esattamente come si sperava, che mostrano la solidità di quel progetto. Pertanto, se dobbiamo dirla tutta, la vera pecca vista nella stagione che stiamo vivendo non è stata sulle (buone) intenzioni, ma sull’avere fiducia in quelle intenzioni. E, considerato che abbiamo passato metà Marzo – cioè il periodo in cui una Società di Calcio ha iniziato a stilare la programmazione della stagione successiva -, sarà proprio a partire da ora che verrà fuori se veramente abbiamo deciso di progettare e programmare cercando di migliorare ulteriormente quello che abbiamo impostato quest’anno, o ricomincerà il solito balletto del vorrei ma non posso.

L’arrivo di Viali – badate bene – non è tanto legato alla tempistica, ma alla modalità contrattuale con cui è tornato. Vale a dire che l’anno prossimo – che vada bene o male (e noi speriamo sempre che sia bene!) -, sarà lui l’allenatore con cui inizieremo la stagione. Ergo, se si è partiti con una programmazione, la squadra che verrà dovrà essere impostata dalle capacità e le idee di come il mister vorrà metterla in campo. Questo però non discostandosi da come si è operato nella sessione estiva del 2023. Anzi, si dovrà fare un’opera certosina nel non buttare via quel (poco) di positivo che abbiamo visto finora! Implementando, confermando e migliorando la base valida su cui riprendere il filo del discorso. E, spiace molto per Guarascio e le sue convinzioni, una cosa che non è andata bene è stata proprio dovuta al suo non voler far viaggiare – parallelamente alla costruzione di una squadra valida rispetto agli anni precedenti – la costruzione di un adeguato supporto alla stessa. E non si tratta dell’allenatore – scusate, ma quante volte abbiamo visto un progetto decollare da un esonero? Tantissime volte! Segno che il progetto tecnico non era mica fallito, ma andava solo corretto adeguatamente. -, della rosa e del carattere che latita nei momenti topici. Si tratta di non aver creato il giusto amalgama fra tutte le componenti (tifosi compresi), la necessaria fiducia e la reale certezza nel far vedere che si sostenevano certe idee e posizioni. C’è mai stato un comunicato della Società, durante il black out di risultati di Novembre, dove si cercava di contenere anche la situazione delicata di squadra allenatore? No. Quando a Dicembre, da molte parti, si chiedeva l’allontanamento di Caserta, è mai uscita una replica della proprietà che il Mister – a torto o a ragione – sarebbe rimasto al suo posto? No. Persino quando la squadra dopo delle sconfitte è andata sotto le curve a scusarsi, chi c’era come alto dirigente (e non si parla del DS!) a mediare fra le parti? Nessuno. Forse a qualcuno sembrerà roba di poco conto, ma è su questi dettagli che ancora siamo lontani anni luce dal poterci dare una identità definita. Una cosa su cui la proprietà è arrivata ad un bivio è proprio questa. L’esigenza di accettare una maggiore strutturazione anche – e non solo – sulle varie parti in causa che partecipano ad un progetto. L’uomo al comando che delega ad un duo (Ds e allenatore) non può più bastare, perché se poi li lasci soli in balia delle intemperie (e di interferenze interne), non avrai mai una navigazione salda e pronta ad affrontare le tempeste. Un lavoro concertato e supportato (con altre figure e ruoli ricoperti da elementi realmente professionali) verso un obiettivo chiaro e comune a tutti – anche se strada facendo ci possono essere dei passi falsi – invece si! Ecco perché non voglio spendere tempo a commentare quello che è uscito fuori dalla bocca del nostro Ds nella conferenza di presentazione di Viali. Perché alla fine conta solo ed esclusivamente cosa realmente c’è a sostegno delle sue parole. Saranno i fatti, e solo quelli, a dimostrare se la proprietà vuole finalmente non far cadere nel vuoto certe dichiarazioni.

Oggi come frase di apertura ho scelta quella di un fumetto famoso. Per chi non lo conoscesse – soprattutto se è giovane – Mafalda è un fumetto satirico nato in Argentina e creata dal disegnatore Quino. La protagonista di fatto è una bambina, come un po’ siamo noi tifosi, che viviamo la passione e l’amore per la nostra squadra facendoci prendere spesso da atteggiamenti infantili. Tipici per un bambino. Ma l’infanzia di Mafalda – come quella di un tifoso – non è l’infanzia dell’ingenuità, ma quella di chi è ancora capace di vedere le cose come sono, senza veli e senza compromessi, e di dirle nella loro stordente semplicità di chi dichiara che “il re è nudo”, mentre la folla adulta – e compromessa –, pretende di vedere dei vestiti bellissimi sul corpo del monarca al suo passaggio. Sovente abbiamo messo in chiaro come alla fine quest’anno dei passi avanti erano stati fatti per provare a mettere dei mattoni per costruire qualcosa, ma non potevano bastare per risolvere tutto. Sovente abbiamo sottolineato che puoi fare tutte le dichiarazioni roboanti che vuoi, ma poi contano solo i fatti a cui fai seguire quelle parole. Un passaggio passato un po’ in sordina quest’anno, è stata la tempistica con cui si è resa nuovamente agibile la Tribuna B. Siamo stati 4 anni a vedere quello spazio vuoto, cadente e anche ricoperto di teli, teloni e impalcature fatiscenti. Con un comune incapace di dare una soluzione seria. Trovata la quadra con la Società – anche per l’accordo sulla nuova concessione pluriennale – è stata proprio quest’ultima a gestire – e risolvere – la cosa in poco tempo. Quindi si è capito che, se serve, questa proprietà può operare e risolvere una cosa per bene! Quanto ci vuole perché questa abilità , che se è legata a soldi, strutture ed accordi viaggia ad un altro ritmo, si trasferisca al 100% anche sulla gestione tecnica e globale della Società? Quanto per iniziare a dare seguito alle parole? Quanto per provare a darsi una vera identità? Questo è quello che non è andato quest’anno, questo il vero errore da risolvere per il futuro. Se veramente vuoi cominciare a parlare di futuro in concreto. Abbiamo necessità di raddrizzare un finale di stagione traballante, ma vogliamo vedere pure se con i fatti si inizierà a cambiare – in meglio – per la prossima stagione. E stavolta, spiace per chi porta avanti questa mentalità, non saranno solo certe parole a rassicurare l’ambiente. Programmare=investire (non sperperare, come qualcuno cerca di giustificare ogni volta!) periodicamente. Investire=rischiare. Rischiare=crederci, soprattutto nei momenti difficili. Crederci=voler veramente costruire qualcosa di duraturo. E che abbia un futuro. Perché, siamo sinceri, se alla fine dell’anno butti sempre via i pochi mattoni buoni che hai provato a posizionare per le fondamenta, quando costruirai qualcosa?

Sinn Feìn

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