​#114WAITING FOR THE BARBARIANS: REGGIANA

Finora il bilancio di Viali nella sua seconda esperienza alla guida dei Lupi non può certo definirsi esaltante, anzi! Arrivato per invertire la pericolosa tendenza innescata con Caserta, è già da quattro gare al timone della squadra, ma il bottino di appena due punti conquistati, su dodici disponibili, è davvero misero ed ha finito per inguaiare ulteriormente la squadra, con una posizione di classifica mai così bassa in campionato, che è arrivata a lambire la zona playout. Dopo l’ultima gara casalinga pareggiata col Palermo, tuttavia, abbiamo conquistato quel punticino utile a prendere un minimo di distanza dal baratro, anche perché se il nostro ruolino di marcia come detto non può definirsi rassicurante, quello delle concorrenti per la salvezza non è certamente migliore e ci sta aiutando a galleggiare. Così, nell’ultimo turno è successo che l’unica formazione dei “bassifondi” che è riuscita ad ottenere una vittoria è stata la Ternana, squadra che a sorpresa è andata ad imporsi sul difficilissimo campo di una Cremonese in lotta per la A, così come ha vinto anche il Lecco, che tuttavia ormai può dirsi virtualmente fuori dai giochi – anche se l’aritmetica ancora non condanna i manzoniani. Per il resto, FeralpiSalò, Spezia e Bari sotto di noi, così come Reggiana e Modena sopra, hanno perso tutte. Il solo Ascoli, come noi, ha pareggiato. Quindi risultati – fatta eccezione per i rossoverdi umbri – che ci hanno davvero fatto comodo ed hanno colorato d’oro il punticino che siamo riusciti a strappare contro un Palermo fortissimo, arrivato a Cosenza col nuovo allenatore (Mignani, ndr) e con velleità di portare a casa l’intera posta in palio. A proposito di nuovi allenatori, questo sanguinoso turno è costato la testa ad altri due tecnici: a Modena è stato esonerato Bianco e la squadra affidata all’ex rossoblu Bisoli, mentre a Bari si è registrato il quarto avvicendamento stagionale (dopo i due precedenti che hanno riguardato il già citato Mignani prima e Pasquale Marino poi) con Iachini allontanato a favore della soluzione interna Federico Giampaolo, ex calciatore del Cosenza nel 2001/02, finora tecnico della Primavera dei Galletti. Quindi la 33a giornata si può dire abbia innescato un mezzo terremoto nelle retrovie della classifica di B e noi ne siamo usciti tutto sommato indenni. Altri due elementi della giornata che sono senz’altro positivi per noi, sono stati determinati dal fatto che, come peraltro già successo dopo la partita giocata contro la FeralpiSalò, anche stavolta la squadra si è trovata sotto nel punteggio ed è riuscita a recuperare e poi è ancora andato a segno il nostro bomber di razza, Gennaro Tutino, che mette il suo quattordicesimo personale sigillo stagionale, superando pure il suo record di sempre di marcature tra i Pro: il Cosenza e Cosenza gli portano proprio bene e speriamo che il proprietario del Club si renda conto che riscattare il calciatore, a giugno, sarebbe davvero un grande affare perché, attaccanti da doppia cifra ed innamorati della piazza in cui giocano, non se ne trovano tanti, tanto meno ad appena 1,8 milioni di euro. Ma questo è un discorso che verrà affrontato a tempo debito, per ora c’è la realtà che incombe, una salvezza da conquistare ed una partita che la classifica racconta essere uno scontro diretto, visto che “incroceremo le armi” con una squadra che è appena due posizioni sopra di noi in classifica, con quattro punti in più: stiamo parlando della Reggiana.

Degli emiliani abbiamo diffusamente parlato in occasione della puntata numero 93 di questa rubrica (qui il link) quando li affrontammo lo scorso 11 novembre, sconfiggendoli. Da allora non sono intervenute grandi variazioni in seno al Club granata, che è tra le poche Società di Serie B a non avere vissuto particolari sconvolgimenti durante il campionato, né per quanto attiene l’aspetto tecnico (è una delle sette squadre che non hanno cambiato allenatore) né dal punto di vista societario, a testimoniare la serietà del progetto che non prevede certo obiettivi trascendentali, ma che è basato sulla programmazione e fa passi sostenibili. Intanto, l’obiettivo stagionale che è quello di consolidamento attraverso il raggiungimento della salvezza, se ancora non è aritmeticamente raggiunto (mancano circa tre o quattro punti) ci manca davvero poco, a meno di complicarsi maledettamente la vita a seguito proprio della gara contro di noi, che per gli emiliani sarà strategico non perdere: il loro calendario, infatti, dopo la partita di stasera, chiuderà con Palermo e Samp, fuori casa e i due derby con Modena e Parma da giocare tra le mura amiche. Quattro partite affatto semplici per una Regia che non può permettersi passi falsi a stare col presidente, il cosentino (nativo di Montegiordano) architetto Carmelo Salerno, che un paio di mesi fa ha dichiarato: “Non ci giochiamo solo la salvezza, ci giochiamo il futuro della Società. Per noi la salvezza è un pezzettino delle fondamenta dei prossimi anni”. E che la difesa della categoria debba essere imprescindibile per continuare nei programmi societari la hanno ribadito anche più recentemente il DS granata, ex Cosenza, Roberto Goretti ed il patron del Club (ne detiene il pacchetto di maggioranza con il 43,79% delle quote) nonché di Immergas e numero uno di Immergas Romano Amadei. Il primo ha dichiarato nel corso di una recente intervista non solo il proprio amore per la Regia, per la quale in passato ha pure giocato, ma anche quanto sia indispensabile rimanere in Serie B: “Quando qualcuno nel nostro ambiente mi chiede: com’è la Reggiana, io rispondo sempre: è una figata. A me la Reggiana piace da morire. Logico che dobbiamo raggiungere l’obiettivo della salvezza, altrimenti tutto sarà vano”. Il secondo, che è pure presidente onorario del Club, ha ostentato maggiore sicurezza, scongiurando la possibilità di dover lottare per non retrocedere e parlando in modo razionale su come evitare di essere risucchiati nella bagarre post season: “Io sono un ragioniere – ha dichiarato Amadei – quindi guardo in faccia la realtà dei numeri: siamo a quaranta punti e per arrivare alla salvezza, evitando i famigerati playout, ci mancano tre punti che possiamo conquistare con una vittoria o tre pareggi nelle ultime cinque partite: possiamo già iniziare dal Cosenza. Non dico che sia facile ma nemmeno impossibile. Poco importa contro chi giochiamo, ciò che conta è rimanere fuori dalla mischia dei playout“. Insomma, la Società è molto in fiducia ed ha l’obiettivo dichiarato di consolidare la categoria con umiltà, senza proclami, ma con grande coraggio. Quello che ha dimostrato di avere Goretti, il quale, non disponendo di capitali importanti per costruire la squadra, nel corso del mercato estivo, quando ha cambiato tanti elementi della squadra artefice della promozione in B, compreso tutto lo staff tecnico, ha intrapreso un percorso che lui stesso ha definito “sperimentale”, con tanti giocatori arrivati da categorie inferiori o da infortuni importanti, scegliendo di aspettare fino all’ultimo giorno di mercato per prendere giocatori forti al giusto prezzo ma che venivano da situazioni fisiche e atletiche difficili. Anche nella campagna di calciomercato di riparazione di gennaio, un esempio che riassume bene la strategia della Società di via Brigata Reggio è il prestito ottenuto in chiusura di mercato dal Bologna del nigeriano Okwonkwo: reduce da una squalifica per doping, il giocatore non vedeva il campo da due anni e Goretti ha puntato forte su di lui, ottenendo dai felsinei la concessione di un prestito un po’ più lungo, cioè di un anno e mezzo, puntando sulla voglia di rivalsa del giocatore. Un’operazione volta però più alla prossima stagione che a quella in corso, visto che il numero 18 è rimasto in squalifica fino a fine febbraio e non aveva il ritmo partita nelle gambe, quindi è arrivato tardi nelle disponibilità dell’allenatore granata. Altra operazione proiettata nel futuro è stata l’acquisto del difensore della Juve Next Gen Diego Stramaccioni, rimasto fino a fine stagione in bianconero, ma che dalla prossima stagione vestirà il tricolore della Regia. Due arrivi che si sommano a quelli dei centrocampisti Tobias Reinhart, argentino dal Club Atletico Temperley, in realtà già approdato in Emilia in dicembre e di Alex Blanco dal Como. Non è andato in porto invece l’obiettivo principale del club per l’attacco, il 23enne Luca Moro: c’era già da giorni l’accordo con il Sassuolo, ma alla fine non è stato liberato dallo Spezia, che contava di sostituirlo con un’altra punta ma poi il giro di attaccanti non si è perfezionato. Tutti giocatori giovani (fatta eccezione per Blanco che è un ‘98) quindi arrivati a Reggio più in ottica futura che come veri rinforzi per la stagione in corso. Sempre in proiezione si possono leggere i tentativi di altre squadre rimandati al mittente, questo forse il vero merito di Goretti nella sessione di calciomercato invernale, per cui la Società granata ha resistito a tutte le richieste fatte per i propri gioielli, come Sampirisi, Mercandalli, Girma e Pieragnolo. Per concludere il discorso sulla prospettiva, importanti pure rinnovi e prolungamenti di contratto arrivati per giocatori chiave come lo stesso Girma, Varela ed il prestito dal Napoli di Vergara per un altro anno ancora. Per quanto riguarda invece le uscite, se ne sono contate tre ed hanno riguardato Lanini, ceduto in prestito al Benevento, Nardi e Da Riva (a lungo cercato da Gemmi per il Cosenza). Alla fine delle operazioni al DS granata è rimasto un po’ di amaro in bocca, come da lui stesso dichiarato: “Quando finisce una campagna acquisti non sono mai soddisfatto al 100%“. Gli obiettivi dichiarati della Società granata erano sostanzialmente un difensore ed una punta, ma i mancati arrivi del già citato Moro, di Pafundi (Udinese) e dei difensore Bettella (Monza) e Bonfanti (Atalanta), l’errore tecnico che è costato il mancato arrivo di Angori dall’Empoli ed infine non essere riuscito a piazzare un elemento fuori dal progetto tecnico come Pettinari, rimasto pertanto in Emilia, hanno certificato le difficoltà che il Direttore Sportivo umbro ha riscontrato: “È stato un mercato complicato per società come noi perché tante società erano alla ricerca di una prima punta o di un difensore al punto che in tante, come noi, non hanno fatto nessun movimento. Chi ha voluto fare a tutti i costi delle operazioni ha speso molto. Noi volevamo inserire dei giocatori per alzare il nostro livello, non prendere tanto per prendere”. Ovviamente, il budget dei granata è limitato e con quello si è dovuto misurare il dirigente ex Cosenza.

Alla fine, dunque, il tecnico dei granata, l’ex campione del mondo Alessandro Nesta, si è dovuto accontentare e fare, come si suol dire, di necessità virtù: si è praticamente dovuto fare andare bene i giocatori che già aveva in rosa, perché i nuovi arrivati, come già detto, sono stati aggregati più in ottica futura che per raddrizzare la stagione in corso, tant’è che nessuno di essi ha per ora trovato il campo con continuità. Però ci sta riuscendo tutto sommato bene, infatti rumors di mercato accostano il tecnico al Monza, che starebbe facendo sondaggi per il dopo Palladino, destinato a lasciare la Brianza. Lo abbiamo scritto in precedenza, infatti, alla Reggiana non manca tanto per centrare il target stagionale, cioè la salvezza, obiettivo che i granata raggiungerebbero con una rosa che non è fatta da prime donne ma che grazie al buon lavoro del DS (anche per Goretti sirene di mercato dalla A, sponda Empoli) e soprattutto del tecnico 48enne nativo di Roma, è diventato una squadra, un gruppo unito abituato con umiltà a rimboccarsi le maniche ed a lavorare duramente: “In Serie B ci si salva con la squadra, non con i singoli”, ha recentemente dichiarato lo stesso Goretti. L’allenatore ex Lazio e Milan ha dimostrato anche molta flessibilità tattica, giacché aveva come idea iniziale una Reggiana diversa rispetto a quella di oggi, che scendeva in campo secondo un modulo che era il 4-2-3-1 ovvero, più di frequente, il 4-3-1-2. Ma la squadra non girava particolarmente bene e lui, da persona intelligente, si è adattato anteponendo il bene della squadra al suo credo tattico. Quindi i granata hanno cambiato pelle e sul finire del girone di andata è variato il sistema di gioco, passando alla difesa a tre, quindi rinunciando al rombo, ma favorendo una maggiore dinamicità di sviluppo della manovra soprattutto sulle fasce. Il nuovo modulo sarebbe un 3-4-3 ma in realtà è un più prudente 3-4-2-1, con Fiamozzi e Pieragnolo che arano a tutto campo le corsie esterne, allineandosi ai tre di difesa in ripiegamento, mentre affondando e supportando la fase d’attacco quando la squadra è in possesso palla. In transizione negativa, la squadra è molto aggressiva nel tentare il recupero palla già a partire dalla metà campo avversaria dove la punta esercita un pressing aggressivo coordinato con i due trequartisti per chiudere, con marcature che arrivano ad essere ad uomo, le linee di passaggio avversarie. Se salta la prima linea di pressing degli attaccanti, i centrocampisti a loro volta si alzano in pressione alta, costringendo quindi anche la difesa a salire: questo è un po’ un nervo scoperto degli uomini di Nesta perché se gli avanti avversari eludono in qualche modo il pressing dei granata, oppure iniziano ad imbastire il gioco con palle lunghe, le linee corte della squadra emiliana possono essere scavalcate o facilmente prese d’infilata in contropiede.In fase di possesso, invece, l’impostazione prevede la costruzione dal basso, col play che si schiaccia sulla linea difensiva, mentre uno dei due braccetti si allarga per offrire un’alternativa di gioco più ampia, ove il pressing avversario non consenta di procedere per vie centrali. In quest’ultimo caso si cerca la profondità su uomini un po’ più rapidi (ad esempio Antiste, per citarne uno) oppure, in caso di pressione alta nella trequarti, una soluzione può essere quella di cercare la testa degli attaccanti (Gondo, Girma o Pettinari, quando utilizzato) per fare da sponda e favorire l’inserimento di trequartisti o centrocampisti. Sicuramente, così come peraltro è capitato al nostro Cosenza, anche alla Reggiana in campionato è successo di esprimersi su buoni livelli contro squadre avvezze a costruire gioco e non concentrate a spezzare quello avversario. Così, ad esempio i granata hanno prevalso sia all’andata che al ritorno con Venezia e Catanzaro, mentre hanno trovato difficoltà con squadre come la FeralpiSalò, la Ternana e persino il Lecco. Sarà importante, domani, chiudere quindi le linee di passaggio avversarie, soprattutto quelle che favoriscono il gioco sulle corsie laterali ed augurarsi che gli esterni (speriamo che Frabotta e Gyamfi tornino quelli ammirati fino ad un mese fa) facciano il loro dovere e che Viali abbia studiato a fondo la gara col su match analyst.

Il 3-4-2-1 di Nesta

Dopo aver trattato degli aspetti tattici, andiamo adesso ad ipotizzare un possibile udici iniziale col quale stasera il tecnico romano potrebbe affrontare i Lupi, che sono per lui squadra temibile: “Un Cosenza per me forte nelle ripartenze… adesso tutti han bisogno di punti perciò verrà avvelenato”. Per capire le contromisure che Nesta vorrà adottare come antidoto per il veleno del Cosenza, guardando alle convocazioni notiamo tanti indisponibili, con un elenco che è piuttosto lungo, a partire da un elemento meno importante, come Shaibu (convocato 12 volte ma mai utilizzato) passando per giocatori che invece sono molto più strategici e centrali nel progetto tecnico/tattico del tecnico già campione del mondo, come lo sloveno ex Venezia Crnigoj (fuori da fine marzo per una lesione muscolare), proseguendo con Bardi, il fortissimo portiere titolare dei granata (nella classifica del rendimento dei portieri della Serie B il migliore in assoluto, con il nostro Micai a farsi rispettare, al terzo posto di quella speciale classifica, ndr) senza dimenticare Girma (operato al ginocchio, stagione finita per il capocannoniere di squadra, 6 reti stagionali e 3 assist per lui) Vergara, Szyminski e rimane il dubbio su Marcandalli, che ha rimediato un duro colpo alla caviglia a Lecco ma che è comunque nella lista dei convocati (gran campionato il suo: titolare per 2.853’, 34 partite su 35 giocate dal difensore centrale ex Genoa, migliore in campo nell’ultima uscita dei suoi). Agli infortunati, poi, si aggiunga la sicura assenza di Bianco: risulta, infatti, squalificato il centrale di centrocampo di proprietà della Fiorentina, di gran lunga l’uomo che in stagione è stato più utilizzato da Nesta. Una buona notizia per il tecnico della Reggiana è il rientro di un altro centrocampista, Elvis Kabashi, che ha scontato le tre giornate di squalifica comminategli dal giudice sportivo per una testata rifilata ad un avversario nella gara contro lo Spezia. Quindi viste le disponibilità in organico per Nesta, andiamo ad ipotizzare un possibile starting eleven. In porta, sicuro del posto sarà il numero 12, in prestito dal Sassuolo, Giacomo Satalino, davanti al quale la difesa a tre verrà schierata da destra verso sinistra con Sampirisi, Marcandalli (se la rifinitura di stamattina dovesse essere negativa per il centrale, pronto Romagna a prenderne il posto) ed il capitano Rozzio. Gli esterni dovrebbero essere ancora una volta Fiamozzi a destra e Pieragnolo a sinistra, mentre i due centrali di centrocampo, stante la già menzionata squalifica di Bianco, dovrebbero essere il rientrante Kabashi, affiancato all’esperto Luca Cigarini. Infine tra le linee, sulla trequarti, Varela e Pettinari sono valide alternative (con il secondo che potrebbe essere sfruttato da seconda punta), anche se alla fine i titolari dovrebbero essere Portanova e Melegoni; davanti a loro il terminale offensivo dovrebbe essere Gondo, con Okwonkwo che si gioca qualche chance, anche se sarà più facile il suo utilizzo a subentrare, a gara in corso .

Detto dello schieramento che la Regia potrebbe opporre stasera a Tutino e compagni, andiamo a vedere qualche notizia e delle curiosità riguardanti il match. Intanto andando a scoprire le designazioni arbitrali operate dall’AIA: sarà Simone Sozza di Seregno l’arbitro individuato da Rocchi per dirigere l’anticipo della 34a giornata di B, che si giocherà stasera alle 20,30 al Mapei Stadium – Città del Tricolore di Reggio Emilia. Con il direttore di gara lombardo il Cosenza ha quattro precedenti, uno in B (vittoria di misura, 1-0 sul Benevento nel 2022), gli altri in terza Serie col seguente bilancio: una vittoria (Playoff di Lega Pro 2018 e successo dei Lupi a Trapani per 0-2) un pareggio (col Catania, sempre nel 2018) ed una sconfitta (2-0 ad Andria contro la Fidelis). Con l’arbitro di Seregno gli emiliani granata, invece, non hanno conosciuto sconfitta avendo, nei quattro precedenti sotto le sue direzioni arbitrali vinto due volte in Serie C, una in B, competizione dove hanno trovato col fischietto brianzolo anche un pari in trasferta ad Empoli. A coadiuvare il lavoro del direttore di gara di Seregno ci saranno gli assistenti Marco Bresmes di Bergamo e la collega Tiziana Trasciatti di Foligno, oltre al quarto ufficiale Luca Cherchi della sezione AIA di Carbonia. Completeranno la squadra arbitrale gli uomini in sala Var, cioè Gariglio di Pinerolo che si avvarrà dell’assistenza di Miele della sezione di Nola. Una notizia bella quanto curiosa vedrà la partita di stasera come evento-test per un nuovo servizio di audiodescrizione per spettatori non vedenti o ipovedenti. Si tratta, in buona sostanza, di un sistema di audiodescrizione diffuso su rete 4G ed usufruibile tramite smatphone, che consente a tifosi ciechi, ipovedenti e pluridisabili visivi di vivere la partita attraverso una radiocronaca iperdescrittiva, realizzata da un professionista del settore, capace di raccontare non solo l’evento clou ma descriverne dettagli e sfumature, ad esempio ciò che accade fuori dal campo o in tribuna, e trasmettere l’atmosfera che si respira. Qualcosa del genere, ad onor del vero, era già stato fatto pure dal Cosenza, che però non prevedeva un supporto tecnologico ma si è avvalso di un giornalista che faceva, direttamente agli ipovedenti a lui vicini, una cronaca ad hoc. Tornando ai temi strettamente connessi con la partita, curiosamente il Lecco unisce in qualche modo le due squadre: il Cosenza, coi lombardi ha conosciuto la sua ultima vittoria in campionato, ormai lontana oltre due mesi, mentre la Reggiana ha incontrato i manzoniani proprio nell’ultimo turno di campionato, perdendo in riva al Lario. A proposito di risultati, gli emiliani non vincono in casa dal 26 dicembre scorso (1-0 sul Catanzaro), con due brutte sconfitte negli ultimi due turni, con Cittadella e Lecco, che hanno riportato un po’ di timore nella squadra di Nesta, costretta ora a fare punti per mettersi al sicuro dalla zona retrocessione. Sicuramente la posizione del Cosenza è molto più a rischio, essendo i Lupi ad appena un punto sopra la zona playout e tre sulla retrocessione diretta. Ancora i giochi sono apertissimi per entrambe le squadre ma, delle due la nostra è certamente quella di gran lunga più inguaiata e bisognosa di andare a punti. Eppure il cammino delle due formazioni è molto simile, sia quanto a incostanza nei risultati sia per vittorie ottenute (otto ciascuna) che per differenza reti: 35 gol fatti e 38 subiti il Cosenza, contro le 34 reti all’attivo e 38 al passivo, per gli emiliani. La differenza tra le due squadre, alla fine, la fanno il numero di sconfitte (13 i Lupi e 9 i granata) e quello dei pareggi (4 in più per Nesta ed i suoi) che determinano la distanza di quattro punti in classifica. Andando ad analizzare il comportamento delle due compagini tra le mura amiche e fuori, i padroni di casa sono la terzultima squadra come rendimento in casa (noi siamo quartultimi, non stiamo poi tanto meglio) il cui bottino è striminzito ed ammonta ad appena 16 punti, frutto di due misere vittorie al Mapei, ben dieci pareggi e quattro sconfitte. Il Cosenza invece ha centrato tanti punti in casa quanti in trasferta (18) ed ha il tredicesimo rendimento della B nelle gare lontano dal Marulla. Insomma, stasera si prevede una sfida piuttosto equilibrata e tatticamente bloccata, perché nessuna delle due squadre può permettersi di perdere e, come spesso succede in questi casi, verrà probabilmente risolta da episodi. Che ne pensano, a proposito, i bookmakers? E’ l’ennesima volta – ci abbiamo fatto il callo negli ultimi sei anni: GUARASCIO VATTENE! – in cui siamo penalizzati in partenza rispetto all’avversario di turno in modo netto. Così, ad esempio, mentre tra gli undici siti di scommesse da noi oggi analizzati l’1 oscilla davvero pochissimo come quote, vale a dire tra 2,30 e 2,44, il segno X è anch’esso abbastanza netto, quanto meno probabile come risultato, oscillando tra 2,85 e 3,20, infine il 2 è di gran lunga il risultato valutato meno probabile dagli scommettitori, con quote che pagherebbero tra un minimo di 3,15 ad un massimo di 3,55 volte la posta puntata. Vedremo. Fatto sta che i padroni di casa non vincono in terra emiliana contro di noi dal lontano 2009: ero presente, allora e perdemmo con un sonoro ed umiliante 5-2. Anche se il peggiore risultato rimediato dai Lupi contro i granata fu quel terribile 7-4 del dicembre 1990 che nessun tifoso rossoblu di una certa età può dimenticare. Ad ogni modo, in quel di Reggio nei dieci precedenti, non abbiamo mai vinto. Ex della gara, lato Cosenza Mazzocchi e Gyamfi, mentre nessun calciatore tra le fila granata, solo personale dello staff, come Goretti, che è il grande ex, oltre al suo collaboratore Marcello Pizzimenti ed al preparatore dei portieri Bizzarri. Concludiamo con un bel dato: a fronte di un pubblico che si attesterà tra le nove e le diecimila unità i cuori rossoblu che supporteranno dal settore ospiti Viali ed i suoi, saranno (saremo) 810. Un dato che, alla luce di sei anni di stenti e sofferenze, una stagione travagliatissima come quella in corso, otto partite consecutive senza ottenere vittorie ed il fatto che si giocherà di venerdì sera (giornata feriale, quindi oggettivamente più difficile da fare per chi lavora) è davvero sbalorditivo e conferma quanto sia smisurato l’amore dei tifosi rossoblu per la maglia.

Non aggiungiamo altro e ci auguriamo semplicemente che il nostro nume tutelare, Alarico, ci assista pure oggi.

Sapiens

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