SCUSATE IL RITARDO

Scusate il ritardo se questo pezzo esce il giorno dopo, lasciando l’incombenza di raccontare la vittoria nell’immediatezza solo alla pagina Faceboook del blog: con le partite in trasferta in notturna è spesso così, rientro nella mia magione (al limitare dei boschi del Lombardo-Veneto) troppo tardi per avere voglia di altro che buttarmi al letto. In fondo è anche questo il bello di avere un blog anziché una testata giornalistica: nel fatto di essere più liberi rientra anche la libertà di poter uscire qualche ora dopo.
Scusate il ritardo se abbiamo aspettato la trasferta di Reggio Emilia per tornare squadra e ritornare a esprimere tutte le grandi potenzialità che questa squadra aveva e avrebbe: ci fossimo svegliati prima, avessimo attraversato periodi un po’ più rosei di quelli da due punti in nove partite nel girone di andata e di sette sconfitte interne (sarebbe bastato che almeno tre o quattro fossero pareggi), oggi saremmo già salvi e con ben altre prospettive.
Scusate il ritardo se Forte ci ha messo più o meno un girone per tornare a segnare una doppietta come contro il Lecco: sperando che non si fermi più e i prossimi gol siano più decisivi, tiriamo un sospiro di sollievo anche per il fatto che lo Squalo ha bussato proprio nel momento forse più difficile non della sua stagione ma della sua carriera.
Scusate il ritardo, ma oggi finalmente siamo qua.
E siamo felici, era ora. Ci ha aiutato nell’impresa una Reggiana impalpabile, soprattutto incapace di cambiare ritmo e accelerare quello compassato con cui ha iniziato, continuato e concluso una partita salutata dai fischi dei tifosi della Régia, mentre noi esultavamo nel settore ospiti. Non si devono togliere i meriti a un Cosenza assolutamente sontuoso, ma i granata sono stati ben misera cosa sotto tutti i punti di vista. Stritolati sul piano del ritmo e subissati dal palleggio finalmente preciso ed efficace dei Lupi, condotti per mano da un Calò mai visto a questi livelli (che pure abitualmente sarebbero i suoi).
Il Cosenza, pungente fin dall’avvio (lo scriveva appena giovedì NubeDT che i Lupi avrebbero avuto molte più chances di fare bottino pieno in trasferta piuttosto che in casa, per vari motivi), ha sbloccato la gara poco dopo l’alba del match, sulla spinta di un Tutino inarrestabile come al solito: una danza ubriacante sul pallone gli ha consentito di liberarsi in dribbling sulla destra, poco dentro l’area, e di cercare sul secondo palo D’Orazio in propensione offensiva da quinto. Colpo di testa e rete gonfiata.
Nessuna notizia dei padroni di casa. Era invece il Cosenza a ributtarsi in avanti appena riconquistava palla. Tutino, sempre lui, coglieva il suo nono palo stagionale (ventesimo per i Lupi: la differenza tra la nostra classifica e i posti da playoff sta per buona parte anche qui, ammettiamolo) con un tiro a giro di sinistro dopo essersi smarcato in piena area. La difesa granata rinviava in affanno, i ragazzi di Viali riconquistavano palla e Antonucci sfondava a sinistra per poi servire ancora il numero 9: altro tiro a giro, stavolta di destro, e palla all’angolino basso. Zero a due.
Partita in ghiaccio? Lo avranno pensato gli spettatori neutrali, non certo i tifosi del Cosenza, abituati a penare in qualunque circostanza. E infatti tra il finire del primo tempo e la prima metà del secondo la Régia ha tentato qualche timido accenno di riscossa, anche se nonostante un forcing (poco convinto) si ricordano sì e no un destro di Gondo rintuzzato da Micai e qualche mischia in area ben controllata dai difensori. Zuccon invece ha seriamente impegnato il portiere locale, poi definitivamente bucato, come detto, da Forte: prima a una decina di minuti dalla fine raccogliendo una punizione tagliatissima di Calò, poi concludendo di sinistro una bellissima azione in ripartenza manovrata dei Lupi, ormai sul velluto.
Quattro a zero e scusate il ritardo.


La vittoria in Emilia ci mette, speriamo definitivamente, al riparo dai brutti pensieri. Naturalmente ora sta tutto a noi, come stava a noi prima di affrontare i granata: non siamo ancora salvi ma abbiamo gettato delle fondamenta importantissime, quasi fondamentali, per portare a casa l’ennesima permanenza in categoria, abbiamo ritrovato anche il morale di un gruppo apparso magnificamente coeso (con la corsa ad abbracciare Forte che diventa la cartolina della giornata) e abbiamo smorzato l’importanza quasi tragica dei due scontri diretti casalinghi. Battendo il Bari al Marulla la salvezza sarebbe in cassaforte, ma ora potremmo anche permetterci di pareggiare coi pugliesi per tenerli a distanza (molto dipenderà da cosa faranno in questo fine settimana le nostre dirette avversarie) e questo è esiziale perché a giocare in casa ed essere costretti noi ad attaccare e fare gioco vengono purtroppo fuori tutti i nostri difetti, specie in costruzione.
Viali, però, sembra aver ritrovato finalmente la sua squadra, come avvenuto da un certo punto in poi l’anno scorso, quando il suo Cosenza, non nascondiamolo, si mise anche a giocare benino, nei limiti del possibile vista la situazione di allora. Sembra anche (e sul blog auspicavamo anche questo) che finalmente la tenuta fisica e atletica sia risalita decisamente verso l’alto: non solo, ed è una bella novità, non siamo stati rimontati dopo il vantaggio, ma lo abbiamo pesantemente rinforzato. Non abbiamo corso rischi praticamente mai, non siamo andati in affanno praticamente mai e per tutti i novanta minuti la squadra è rimasta in campo senza fiatone e senza aver esaurito la benzina, con le gambe scattanti e pronte fino alla fine e la testa alla partita, ferocemente.
Ovviamente dobbiamo chiederci quanti demeriti della Reggiana ci siano in questo esito, perché spesso la verità sta nel mezzo. Se non siamo andati in affanno, oltre (speriamo) ad aver finalmente trovato la brillantezza atletica e uno stato di forma ottimale, lo si deve in parte pure al fatto, come detto, che i granata non sono riusciti mai ad alzare il ritmo, e quello che hanno tenuto era da balera romagnola a essere buoni. Non ci sputiamo sopra sicuramente, ma è meglio non cullarsi troppo sugli allori di un quattro a zero in trasferta (a proposito del risultato: per i prossimi giorni un ispirato K.Y.F.I.M., il nostro custode della memoria, ha già promesso un pezzo in proposito): siamo attesi a probanti controprove.
Fu vera gloria?, si chiedeva quello. Il nostro fulmine ha tenuto dietro il baleno non dal Manzanarre al Reno ma lungo la, a suo modo altrettanto evocativa, Via Emilia delle piadine e delle riviere. Scenari padani che ci hanno visto ridare un senso al nostro campionato e scuotere la serie B, sconvolta dal nostro exploit.
Ora speriamo che la Sila gioiosamente senta a sua volta riecheggiare forte il nostro ululato. Manca da tanto, tra le mura del Marulla: è il momento giusto per tornare a piazzare l’azzannata decisiva, finalmente dopo mesi di digiunio. E, nel caso, scusate il ritardo.

Mario Kempes

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