A CHE GIOCO GIOCHIAMO?

Un famoso poeta una volta disse: «Spesso l’aspetto farsesco della realtà può essere reso sulla scena solo dalla tragedia.» E una realtà farsesca noi tifosi la stiamo vivendo da un bel po’. Sono praticamente due mesi che la Società non dà segni di vita, a parte aver fatto sapere – anche con un pizzico di risentimento – che siamo ufficialmente iscritti al campionato di Serie C. Per il resto, calma piatta. In realtà c’è poco da stare calmi, visto che tutti sono già al lavoro tranne noi. Di Guarascio abbiamo solo qualche immagine rubata a Roma ed al mare. Dei suoi pensieri nemmeno quello. Ma quest’ultimi, adesso, sarebbero la cosa più importante per noi tifosi. Non perché siamo convinti che Guarascio abbia pensieri interessanti, ma perché – finché non sapremo esattamente cos’ha in mente – la paura che la farsa si chiuda in tragedia è comunque concreta. Non parlo di fallimento, ma di una fase di gestione ancora più micragnosa e ridicola di quelle che abbiamo vissuto finora. Una ignobile, umiliante, stagione per tirare a campare! Un’altra “innovazione” dell’uomo di Parenti se andrà così , visto che solitamente la squadra che scende dalla categoria superiore è una delle favorite a vincere il campionato, nell’anno successivo. I segnali poi non aiutano nemmeno. Perché non aver ancora annunciato il nuovo Ds, con un allenatore a libro paga, che si sa che dovrà andarsene, e senza aver trattato con i giocatori che erano in scadenza – indipendentemente se erano funzionali al “progetto” – mostra un ulteriore immobilismo che ormai serve solo a far alzare la pressione a noi tifosi, ma mai la speranza. Quindi, che si fa? Sicuramente si continua a contestare, ma ormai gli occhi e le orecchie sono tutti rivolti a capire cosa sta per succedere. Perché, volente o nolente, qualcosa a breve dovrà succedere! Lasciando però stare questa appendice data dalla situazione che coinvolge, per motivi diversi, Chievo e Salernitana, l’imminenza dell’inizio del ritiro (siamo ufficialmente iscritti, no?) dovrà per forza di cose portare una voce, un segnale, anche un tanto agognato comunicato! E appurato che il calcio si gioca sempre in 11, che ci vuole una rosa di almeno 22/23 elementi, che delle trattative se ne occupa – almeno nominalmente – un Ds di ruolo, e che Guarascio ha sempre detto che di calcio non ne capisce e quindi possiamo escludere che abbia velleità di prendere un patentino, giorno 20 Luglio qualcosa succederà! Se saremo fortunati anche prima. Cosa? Bè, qui ci siamo possiamo divertire a fare delle congetture. Nel frattempo, leggendo distrattamente la dichiarazione del sindaco, mi è sorto un dubbio. E andando a verificare non sono stato in grado di togliermelo. Seguitemi bene. Da sempre ho risposto a chi chiedeva al primo cittadino di togliere l’utilizzo dello stadio a questa società che, per quanto sarebbe stato un gesto giusto per mandare un segnale a l’uomo che aspetta, di fatto era inattuabile se c’era un accordo sottoscritto. Pacta sunt servanda. Poi però, leggendo l’ultima dichiarazione di Occhiuto, che si schierava con i tifosi per l’atteggiamento di Guarascio e – parallelamente – lamentava il fatto che è dal giorno che si erano sentiti per valutare l’offerta per la cessione che non aveva più sue notizie, mi è venuta in mente una cosa.

Cioè che l’accordo che il Cosenza Calcio ha con il comune per l’utilizzo dell’impianto è sempre – per volontà del Presidente – annuale. Ergo, se non si sentono da un mese come dice il sindaco, sono due le ipotesi:

1 L’accordo è stato già chiuso quando si erano visti tempo fa, a cifre differenti (ricordate? Il Sindaco annunciò che da quest’anno il canone sarebbe aumentato).

2 Che ancora l’accordo, nonostante la squadra sia stata iscritta, non sia stato firmato dalle parti. Quindi siamo di fronte all’ennesimo stallo.

A qualcuno potrebbe venire in mente che la cosa è comunque irrilevante. In fondo, basta che inizi il ritiro e l’accordo si potrà chiudere. Bè, mica tanto. Se avete memoria, e credo che l’abbiate, la storia della concessione dello stadio è sempre stata una “spina” del rapporto Guarascio Occhiuto. E la spina raggiunse il culmine a partire dalla prima stagione in B, dove si doveva ottemperare a molte ristrutturazioni per l’agibilità, cosa che tecnicamente stava al Comune. Vi risparmio tutta la querelle su manto erboso e seggiolini del primo anno e mezzo, e delle risposte piccate che ci furono fra Società e Comune (in particolare l’assessore Vizza) sugli obblighi , le autorizzazioni e le spese da sostenere. Tanto sapete benissimo come andarono le cose. Ma, a parte l’anno scorso, dove il Covid aveva reso tutti più buoni e “morbidi”, ogni anno ne era spuntata una. Adesso, nonostante il prezzo aumenti, la cosa passa in secondo piano. Possibile? Francamente ho i miei dubbi. E sarei curioso di sapere a che gioco stiamo giocando.

Perchè la sensazione è che non ci sia solo il calcio di mezzo, ma altro. Ci sono tante, troppo, cose in sospeso che lasciano pensare che ci sia dell’altro. Ma purtroppo non possiamo sbilanciarci sul perché e, soprattutto, sul quando! Di sicuro non è un a cosa da sottovalutare. Ma siamo, nostro malgrado, costretti a fare come consigliava il Grande Sun tzu ne “L’arte della guerra”. Cioè bisogna stare seduti davanti al fiume, ad aspettare che passi – trascinato dalla corrente – il cadavere del nemico. Non mi aspetto cadaveri, ma che a breve il fiume ci porti “qualcosa”, si.

Sinn Feìn

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