TRUE LIES

Per l’intestazione di questo pezzo ho preso in prestito il titolo di un celebre film del 1994 di James Cameron, in cui Arnold Swharzenegger interpreta un rappresentante di strumenti informatici con una vita poco vivace, almeno agli occhi di moglie e figlia, ma è in realtà una spia tutto muscoli e azione che lavora per un’agenzia segreta della sicurezza del governo degli USA. Il titolo del film è un ossimoro e in inglese vuol dire “autentiche bugie”, in riferimento alla doppia vita del protagonista. Questo blockbuster di Hollywood mi è tornato in mente assistendo alla conferenza stampa tenuta ieri nella “pancia” del San Vito – Marulla dal neo DS del Cosenza, Roberto Goretti, il quale mi ha dato la netta impressione di interpretare (peraltro molto bene) davanti a microfoni e telecamere, una parte, come in un film, per celare i reali pensieri che affastellavano la sua mente, mentre riceveva e rispondeva alle domande della stampa cosentina.

Se questo è l’incipit – il lettore starà pensando – qui si vuole criticare gratuitamente ed a tutti i costi… invece, devo dire, ribadendo luci ed ombre che avevo già citato nel mio primo scritto su Goretti tutto sommato dopo avere ascoltato la suddetta conferenza stampa, la sensazione che ho ricavato e mi è rimasta non è affatto negativa. Le bugie, se ce ne sono state, si giustificano in qualche modo, se ne legge la ratio e penso che siano state spese a fin di bene. Intanto, devo dire che, stilisticamente, come modo di ragionare e come ars dicendi (oratoria, retorica) mi piace molto il modo di comunicare del nuovo direttore sportivo dei Lupi. E questa è già di per sé una notizia, in netta contrapposizione col recente passato: infatti, i dirigenti che curano l’aspetto tecnico – e così scrivendo accosto allo stesso Goretti anche mister Zaffaroni – hanno proprietà di linguaggio, i concetti sono espressi in un italiano finalmente corretto, sono chiari, diretti, senza espressioni infelici od offensive, strane iperboli, o spiegazioni col “paracadute”. Vi sembrerò pignolo, guarda questo a cosa si attacca, ma non dimenticate che questi signori parlano per noi (alzi la mano chi non si è vergognato nel sentire alcune interviste del nostro presidente ai microfoni della Rai, ad esempio. Non me ne abbia, ma le proprietà lessicali e di comunicazione non sono il suo forte!) ci rappresentano al di fuori della nostra provincia, quindi – parafrasando il famoso adagio, anche l’orecchio vuole la sua parte! – confidiamo di non sentir parlare più di scivolamenti, quinti o appeal vari!

Un primo vero aspetto per cui c’è senz’altro da rendere merito al Direttore Goretti è l’essere riuscito, in tempi ristrettissimi, nell’improba impresa di fare una squadra che può stare “in piedi” in B. Non mi riferisco, né voglio in questa sede entrare nel dettaglio tecnico, perché siamo ancora un cantiere in corso, si deve formare il gruppo – la famosa amalgama – bisogna entrare in condizione atletica – concetto a più riprese sottolineato proprio dal DS -, molti ragazzi sono una promessa, alcuni altri si devono confermare, ci sono infortunati, etc. Insomma, mille variabili. No, qui voglio tessere le lodi per il DS che, con in solito budget micragnoso stanziato dal presidente (le cifre, come confermato dallo stesso Goretti nella conferenza della sua presentazione, non sono poi tanto distanti da quelle dell’anno scorso, nonostante questa stagione di B prometta ben più lauti incassi per Via Degli Stadi) è riuscito nell’impresa di mettere assieme in meno di un mese una squadra numericamente completa e coperta in ogni ruolo, anzi, anche oltre il necessario – come da lui stesso dichiarato. Una cosa che non era riuscita, pur con più tempo per lavorare, a nessun altro prima di lui, alle nostre latitudini.

Altra abilità che devo riconoscere a Goretti è la bravura, come fosse ancora quel centrocampista che calcava i campi di calcio, qualche tempo fa, nel dribblare alcune domande – come fossero avversari – senza essere elusivo e risultando al contrario, incredibilmente, piuttosto esaustivo. Un concetto che ho molto apprezzato, ad esempio, è quello relativo al fatto che secondo lui questa rosa particolarmente nutrita di giocatori (all’inizio ha dovuto prendere qualche elemento per necessità, per fare numero) dovrebbe portare ad un’alta competitività, per cui, chi vorrà la maglia da titolare, dovrà sudarsela. Sempre in tema di bei dribbling, ho trovato interessante quando ha detto che non si farà il mini ritiro, già previsto, perché non c’è omogeneità di preparazione tra i calciatori (come se non si possa dare carichi diversi a ciascun giocatore, cosa che da sempre succede nei ritiri estivi) però si è deciso di fare pranzi e cene assieme per cementare il gruppo. Il presidente sarà felice di risparmiare i soldi dei pernottamenti in un hotel in Sila!

Su alcune cose, però, non mi ha convinto, come ad esempio sulla trattativa imbastita per il ritorno alle pendici della Sila di Riviére. Secondo Goretti l’accordo con il Crotone avrebbe potuto andare in porto (circolavano voci secondo cui Vrenna avrebbe richiesto cifre davvero esose per il cartellino di un calciatore trentunenne, fuori rosa ed in scadenza di contratto tra 10 mesi) ma il peso sarebbe stato l’alto ingaggio del calciatore, a suo dire non adeguato agli standard della B. Questo nonostante il beneplacito del presidente per la conclusione dell’affare. Se non si è chiusa la trattativa, secondo Goretti – che qui, per me ha incarnato il ruolo di parafulmine – è per una sua valutazione economica, che io definirei esopiana (sa un po’ di favola de La volpe e l’uva, secondo cui se ad una cosa non puoi arrivare, non è perché non te la puoi permettere, ma perché non è adatta a te!). Inoltre, sempre a dire del DS, non reggerebbe neanche la valutazione negativa relativa alla mancanza di esperienza nel reparto avanzato: sarebbe questo – secondo il buon DS – un concetto obsoleto nel mondo del calcio. Ora, quando poc’anzi scrivevo che il bravo Goretti è piuttosto capace nel dribblare le domande, finendo per dare risposte plausibili, mi riferivo proprio a situazioni così: se da un lato rende la sua teoria credibile sostenendo, ad esempio che il migliore attacco del Cosenza degli ultimi anni è stato composto dai giovanissimi e privi di esperienza Tutino ed Okereke, dall’altro non ci spiega però come mai, avendo a disposizione ben altro budget ai tempi di Perugia, avesse allora optato per un tandem d’attacco di grande esperienza, come Iemmello e Falcinelli. Sarà stata davvero una questione di prospettiva e fiducia, ciò che lo ha spinto a preferire ad un Riviére o un La Mantia i (pur ottimi) prospetti di Gori, Pandolfi e Millico? Siamo sicuri che non c’entri nulla il budget con cui il presidente Guarascio lo ha chiamato a misurarsi? Nella stessa direzione va pure l’altro concetto secondo cui i 450 mila euro a stagione richiesti da Riviére sarebbero un ingaggio da serie A, lontano dai suoi parametri… bene ed allora perché lo stesso ragionamento non lo fece quando accordò al signor Iemmello uno stipendio da 500 mila euro netti per fargli indossare la casacca biancorossa dei Grifoni umbri?

Altro passaggio che poco mi ha convinto – ma ne capisco la ratio – è quello relativo a Corsi a proposito del quale, a domanda precisa, il DS ha negato sarebbe stata trattata la cessione alla Vibonese. I meglio informati raccontano che non solo il tentativo ci sarebbe stato eccome, che lo stesso Goretti ed il mister avrebbero volentieri fatto a meno del capitano ma che, alla sua cessione si sarebbe opposto non solo lo stesso Corsi (quello che ama i nostri colori) ma addirittura il presidente. Ora, a prescindere da come davvero siano andate le cose, avrebbe mai potuto ammettere la tentata cessione di colui il quale resta, ad oggi, il capitano, svilendone il ruolo tra i compagni e l’opinione pubblica, considerato che lo stesso vive nello spogliatoio e potrebbe rischiare di spaccarlo? Congetture e parole di Goretti a parte, rimane il fatto che la squadra è stata imbottita di esterni e che il terzino laziale difficilmente vedrà il campo, quest’anno.

Ancora, poco mi ha convinto il discorso che ha fatto in merito alle poche acquisizioni in proprietà dei calciatori, praticamente un must sotto la gestione Guarascio. Com’è possibile, infatti sostenere o parlare di progetto da costruire sessione di mercato dopo sessione di mercato (a suo dire ce ne vorrebbero minimo tre) se sia lui che il mister hanno firmato un contratto della durata di appena un anno?

Chiudo con le ultime considerazioni, in ordine sparso: su Palmiero, l’aver fatto passare il buon esito della trattativa per il ritorno del ragazzo di Mugnano in riva al Crati come un merito esclusivo di Guarascio, lo leggo come una vero e proprio endorsement (allo stesso modo ha utilizzato analoga tecnica comunicativa nel caso di Rivière); sul mancato arrivo del genoano Bianchi, ha eluso la domanda, anche perché avrebbe rischiato di oscurare – parlandone – gli elogi appena fatti a proposito soprattutto di Pandolfi (il suo piano B) oltre che degli altri giovani dell’attacco; di Kristoffersen (di cui sbaglia il nome, chiamandolo Kristofsen, ndr) oggetto misterioso, ma neanche tanto, il DS non ha logicamente potuto dire che probabilmente grazie all’arrivo del norvegese, probabile dazio pagato, si è potuto concludere l’affare Palmiero: ricordo che entrambi i ragazzi sono nella scuderia del procuratore Pisacane, con cui Guarascio non andava particolarmente d’accordo. A pensare male si farà pure peccato, ma spesso si indovina!

In conclusione devo dire che, tutto sommato, ho rivalutato la figura di Roberto Goretti ma non fino in fondo e, anche se sostanzialmente ha messo in evidenza doti indiscutibili, continua a non ispirarmi piena fiducia: è furbo, ha indubbie doti comunicative e sa utilizzare le True lies! Il mio augurio, come quello di tutti i tifosi rossoblu, è che le “alchimie” e le intuizioni del DS funzionino e che grazie al suo lavoro i Lupi ci possano riservare grandi soddisfazioni. Forza Cosenza, forza Goretti per il Cosenza, perché ha ancora tanto lavoro davanti e penso che dovrà dare il meglio di sé a gennaio.

 

Sapiens

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