UNO SCENARIO GIA’ VISTO

Non sapere che cosa sia accaduto nei tempi passati, sarebbe come restare per sempre un bambino. Se non si fa uso delle opere delle età passata, il mondo rimarrà sempre nell’infanzia della conoscenza. (Cicerone)

E così, anche Pordenone è passata. Adesso ne restano tre. Tre partite prima della chiusura dell’anno. E la stessa, ripetitiva, assillante, situazione. Siamo con l’acqua alla gola, e dobbiamo stringere i denti fino al mercato di Gennaio! Ditemi, da quando siamo tornati in B, quale anno siamo stati in grado di guardare all’anno che verrà con uno stato d’animo differente. Nemmeno il primo anno con Braglia, nonostante avessimo fatto il ritiro come tutti gli altri, avevamo sensazioni differenti. Solo che lì eravamo ritornati in una categoria che sapevamo ci avrebbe fatto soffrire fin da subito, partivamo come novizi nell’ambiente, ed era chiaro che la Società non era molto preparata (come il Comune, ricordatevi della prima in casa col Verona) a far fronte in maniera tempestiva a questi cambiamenti. Del resto, i “tempi” di Guarascio erano già noti, per quanto il risultato raggiunto doveva concedergli un minimo di indulgenza sulla sua gestione. Peccato che, passati quattro anni nella continua e agonica sofferenza, la musica non è cambiata. Vale a dire che ci tocca pescare i soliti jolly a Gennaio – oltre a sperare che ci sta dietro di noi non rinvenga – per raggiungere la solita salvezza. Ecco, pensare che la salvezza per la nostra squadra stia diventando lentamente il massimo a cui possiamo ambire anno dopo anno, assume dei contorni inquietanti. Si manda letteralmente in malora la massima di Pareto «La Storia non si ripete mai!» Ma Pareto è vissuto fino ai primi del 1900, e allora un personaggio come Eugenio Guarascio era improbabile, in qualsiasi ambito! Prende quindi maggiormente corpo la massima con cui ho aperto questo pezzo, che ha vari livelli di lettura. Per noi tifosi, e anche per il Presidente. Si, perchè si può decidere come accettare questa situazione da tifosi – in maniera passiva o attiva – ma non si può cercare di mettere sempre la testa sottoterra come gli struzzi! O, peggio, tentare di giustificare quello per cui tutto l’ambiente calcistico nazionale ci dileggia da anni.E cioè che siamo perennemente in questa situazione perchè Il Cosenza di Guarascio non vuole investire!

E qui si delinea meglio il senso della frase di Cicerone. I bambini siamo noi tifosi, ed a giusta ragione. In fondo cosa è un tifoso, se non un bambino? Come dice Gigi Reder in una surreale (ma oggettivamente vera) arringa difensiva nel film “Mi faccia causa” per discolpare i suoi assistiti/tifosi : «Perchè il tifoso è un matto, è un fanatico. E’ uno che non mangia se la sua squadra perde. E’ uno che fa la pipì sulla testa di chi gli è contro, è uno che picchia sua moglie. Che piange, che spera….» Esattamente quello che fanno i bambini capricciosi (che magari picchiano il fratello o la sorella, non la moglie), e non per una squadra! Ma se i bambini hanno la scusante dell’età, per i tifosi tutto questo decade. Soprattutto se, ogni anno, si ritrovano lo stesso desolante scenario con la stessa, immutabile persona. Guarascio è a Cosenza dal 2011, vi è mai parso di cogliere un barlume di orgoglio, di voglia di dare soddisfazione ai tifosi perchè coinvolto in quel morbo domenicale chiamato “tifo”? Assolutamente no. L’unica volta che la verità è scappata da quel viso asimmetrico e apatico è stato quando, nel pieno della sua discesa in campo nel Lametino, ha definito la nostra amata Squadra un hobby. Eppure eccoci qui, come sempre, a fare i tifosi e a sperare. E lui lo sa che siamo come dei bambini. Alcuni più “maliziosi”, altri meno. Ma pur sempre tifosi (bambini). E, come i bambini, che non ricordano il passato e mantengono una conoscenza INFANTILE! Allora, tanto per cambiare, stavolta mi porto avanti. E forte della conoscenza del passato (perchè 11 anni saranno mica pochi!) mi prefiguro gli scenari possibili da qui all’apertura di Gennaio. Dunque, come anticipato, mancano tre partite prima dell’apertura del mercato. Quindi:

  • Scenario 1: Le vinciamo miracolosamente tutte e tre! Ecco allora che scema la “frenesia”. Si rielabora il valore della squadra. La classifica ci sorride, quindi è bene non prendere decisioni affrettate. Calma e gesso, in fondo non siamo così male, no? Morale, verso la fine di Gennaio qualcosa esce. Cosa non si sa, lo scopriremo a fine campionato.
  • Scenario 2: Le perdiamo tutte e tre. La rabbia e la frustrazione sale. Si chiede – senza però metterci la giusta pressione che qualsiasi tifoseria del mondo metterebbe (ci sono i “moderatori” interessati, ricordate?) – di risolvere le ennesime lacune qualitative alla rosa. Però succede qualcosa – non mi chiedete cosa! Qualcosa succede sempre, inventatevela voi se volete – per cui non si opera da subito sul mercato. Soprattutto se prima non hai tolto gli esuberi (uno entra, uno esce. Sennò, ciccia!), e si arriva alla fine cercando disperatamente di fa quadrare il tutto all’ultimo secondo. Con qualche giocatore che risponda ai criteri, soprattutto economici, della Società.
  • Scenario 3: Racimoliamo dai 3 a i 5 punti, chiudendo in una zona borderline della classifica. Male, ma non malissimo. E allora ecco il solito silenzio, le solite operazioni sottotraccia. I soliti nomi accostati, ma mai chiusi. La solita analisi fatta da noi (mica dalla Società! E’ meglio non parlare) su come ridistribuire i ruoli, e quali vanno chiusi nell’immediato, prima che riprenda il campionato…Insomma la solita supercazzola con scapellamento fino alla fine di Gennaio.

Tutti questi scenari, già visti, poi possono avere la solita chiusura. Salvezza o retrocessione. Del resto, con la riammissione dello scorso anno le abbiamo coperte entrambe. Ma questo, come detto in precedenza, lo determinerà soprattutto i jolly che pescheremo. Non una volontà quindi, ma la casualità! Poi, come sempre, si ricomincerà. Come se niente fosse. Tanto l’importante è che i bambini abbiano almeno un giocattolo. Che gli importa se è uguale a quello dell’anno scorso? Certo, ci sarebbe un quarto scenario. E sarebbe quello di vedere già 3 giocatori – di livello e pronti subito all’uso – a partire dal 5/6 Gennaio. Titolari, non riserve. Di categoria, non speranze. Già rodati ed affidabili, non da recuperare. E che sarebbero poi seguiti da altri, per dare linfa e forza a quelli già presenti. Ma, scusate tanto, io non sono più un bambino. E a Babbo Natale non ci credo da tempo. Soprattutto, non mi risulta che all’anagrafe faccia di cognome Guarascio….

Sinn Feìn

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