SILENZIO ASENCIO

La notizia non è deflagrata come ci si aspettava facesse, vista la caratura del giocatore: eppure a livello di serie B potrebbe rappresentare un’autentica bomba di mercato il fatto che Raùl Asencio – che Dio gli conservi un posto alla destra di Rivière – è attualmente svincolato. Lo spagnolo di origine sudamericana ha infatti da pochissimo rescisso il contratto con l’Alcorcòn, società di La Liga 2, ovvero la serie B ispanica: siccome il carattere è quello che è, la dirigenza iberica lo ha allontanato perché non avrebbe gradito, queste sarebbero le motivazioni, un video in cui il nostro sfrecciava a velocità sconsiderata con la sua Porsche dorata (che a Cosenza conosciamo bene).
E’ fuor di dubbio che Raùl non abbia ancora messo la testa a posto, vista anche l’età relativamente verde (23 anni), e che dimostri per la velocità e l’adrenalina una passione totalizzante; è altrettanto vero, però, che questo suo carattere così particolare – tanto che è venuto qui preceduto da una fama di testa calda e tutti dicevano che avrebbe spaccato lo spogliatoio e ne avrebbe combinate di ogni – si sposa pienamente con lo spirito bruzio che dopo millenni ancora aleggia sulla città. Qui Raùl si è trovato benissimo – e, cosa ancora più importante e soprattutto impensabile per molti, oltre ad avere sul campo una resa degna delle promesse che rappresentava a inizio carriera (in maglia rossoblù 7 gol in 15 partite, sui cross in area una sentenza) si è anche comportato da professionista esemplare. La sua Porsche color oro abbiamo imparato a conoscerla e riconoscerla semplicemente vedendola parcheggiata nei pressi di Corso Mazzini, non si è avuta notizia di sfreccianti esperienze di velocità superluminale per le vie della città (e del resto non ce lo vedo, uno che possiede una Porsche, a rischiarla in velocità sulle buche dell’asfalto cosentino) né tantomeno di allegre risse in cui il nostro abbia mai rispolverato la sua adolescenza da pugile alle soglie del professionismo, sulle orme del padre.
Insomma, Asencio probabilmente qui renderebbe molto, come già successo.
Probabilmente.


Non è un caso se insisto su questo avverbio.
Il ragionamento è il seguente: di base, partiamo dal fatto che il budget del Cosenza, al netto delle sparate presidenziali e della satira amara che io per primo gli ho dedicato, neanche quest’anno sarà minimamente avvicinabile a quello degli altri competitores con i quali dovremo affrontare il resto del campionato di B (leggi girone di ritorno) e disputarci un posto al sole fuori da quelli destinati alla retrocessione. Goretti avrà i soliti quattro spicci e dovrà fare il possibile per farci rientrare calciatori validi, scambiare pedine, cercare di ottenere liquidità tagliando rami secchi.
Ora, un DS in queste condizioni non si affida a un probabilmente – ed è il motivo per cui, almeno a Cosenza, la notizia della rescissione di Asencio è passata sotto silenzio. E non sto affatto dicendo che Goretti preferisce andare sul sicuro, tutt’altro: sto dicendo che siccome non ci sono soldi a sufficienza, perché siamo e resteremo i morti di fame più mendicanti di tutto il calcio professionistico, il Cosenza non può permettersi di spendere tanto per un centravanti (il contratto di Asencio viaggia su cifre da vera serie B) senza la certezza che questo poi sul campo renda a suon di gol – ma l’alternativa da queste parti non è spendere tanto per ingaggiare allora qualcuno che quella certezza, nei limiti del possibile, te la dia (che so?, un Pettinari, un Forte), bensì spendere pochissimo per una scommessa (come è stato con Gori e Caso), in modo che se la perdi almeno ci hai rimesso pochi soldi o persino zero.
Esplicito meglio il concetto: Al Cosenza servono gol, scrivevo nei giorni scorsi. Asencio all’80% te li porta – ma l’80% non è abbastanza perché la società si convinca a spendere per quanto costa Asencio anche solo di ingaggio. Ci sono dunque in giro attaccanti che ti possono magari dare un 90% di possibilità (quasi certezza) di portarti in dote quei gol che disperatamente cerchiamo – ma il Cosenza di Guarascio, piuttosto che spendere le cifre (da serie B, ripeto, nulla che esuli dai costi di un giocatore di categoria: non si sta parlando di dare 30 milioni a Messi o pagare 100 milioni il cartellino di Cristiano Ronaldo) per assicurarsi le prestazioni di un attaccante che dia il 90% di garanzia di segnare molti gol, preferisce non spendere, andare al risparmio e prendere qualcuno le cui probabilità di andare ripetutamente a segno scendono al 30% a essere buoni.
Non è un caso se proprio in queste ore, mentre dappertutto tranne che qui si fanno progetti sulla base della notizia che Asencio è libero, a Cosenza comincia a circolare per l’attacco il nome di Mazzocchi della Ternana, riserva da due gol in dieci presenze – uno dei due gol gentilmente regalato dalla nostra difesa e segnato con Vigorito praticamente senza un ginocchio. Uno di quei gol, insomma, che a noi nessuno regala mai. Tolto quello, quindi, parliamo di un giocatore che – ripeto: da riserva della Ternana – viene a portarci la pazzesca dote di un gol in dieci presenze (l’anno scorso a Reggio Emilia 7 in 29, praticamente come Gliozzi). Altro che Asencio.
Il tutto mentre il Vicenza, nostra diretta concorrente – che da quasi spacciata, a giudicare almeno dalla classifica, ci si aspetterebbe che pensasse più che altro a contenere le spese in vista della prossima serie C – viene accostato al nome nientemeno di Francesco Forte: sì, proprio quello che in serie B a suon di gol si è prima imposto a Castellammare (17 in una stagione, nonostante la retrocessione) e poi ha portato in A il Venezia.
Il Vicenza, Forte.
Noi, Mazzocchi.
Due società teoricamente con lo stesso obiettivo di salvarsi. Cominciate a capire quale sia il problema?


Chiosa finale: io non voglio essere accusato di dietrologia e in questo caso non ho nemmeno davvero mezzi o indizi per poter pensare male, ma certo che l’ostinato silenzio con cui la stampa locale ha accolto la notizia della rescissione di Asencio – quasi volesse correre in soccorso di Goretti, anzi, di Guarascio – lascia come minimo un retrogusto amaro. E che è, manco un trafiletto? Manco due righe per riempire una colonnina di costume, del tipo te lo ricordi Asencio? Si è svincolato, senza aggiungere altro? Davvero si tratta solo di un giocatore dell’Alcorcòn, di cui a noi non riguarda nulla?
Davvero non c’è una volontà di nascondere per quanto possibile la notizia, per non mettere la società con le spalle al muro proprio mentre pensa di risolvere il problema del gol con la riserva Mazzocchi, in dieci presenze un gol più uno?
E tutto questo dopo aver tenuto bordone al DS, che in conferenza stampa ha detto e ripetuto che non voleva Rivière e che gli svincolati non gli interessano? Davvero non c’è da pensare male?
Ok, non penso male.
Ok, Mazzocchi – che comunque è un giovane, ha del potenziale, può fare bene – è quello che fa per noi (come Regini per la difesa, sì sì). Resta il fatto che – ok, magari viene qui e fino a giugno fa 20 gol e ci salva, volesse il cielo, ma – è pur sempre comunque l’ennesima scommessa. Noi siamo in una situazione in cui ci servirebbero non dico certezze, ma almeno garanzie.
Oggi è il 22 dicembre: cara società, caro DS, carissimo presidente, noi siamo sempre qua e il calciomercato si avvicina. Vi teniamo d’occhio: controlliamo da vicinissimo voi, le trattative, le voci, gli spifferi e il budget. Fate attenzione a come vi muovete e alle scelte che fate. Vi avviso di nuovo: a un eventuale altro calciomercato in linea con la pandemia potrebbe di conseguenza seguire una reazione spiacevolissima della piazza.

NubeDT

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