GRAZIE, PRESIDENTE!

E’ un bel presidente, un Santo, un Apostolo!


In linea con la settimana entrante che scivolerà veloce di giorno in giorno verso il Natale (che pure quest’anno cadrà di 25, quindi sarà il sabato che viene), anche l’umore dei tifosi rosso(verde)blù – abbattutosi ulteriormente dopo la sconfitta interna col Pisa, quarta di fila, nona nelle ultime undici partite – torna finalmente a orientarsi sul sereno andante, grazie alla confortante iniezione di ottimismo infusa dal presidente Guarascio appena pochi giorni fa. Ed era ora che il massimo rappresentante della società si curasse finalmente di rincuorare gli appassionati dei Lupi, per troppi mesi lasciati in silenzio e in balia di tempeste che sembravano inesorabili.
Il bellissimo verde speranza che nella gara coi nerazzurri toscani ha ornato per la prima volta in 107 anni le nostre maglie, a ricordo di quando agli albori erano appunto verdi (come attestava nella sua ponderosa opera Storia in Rossoblù il compiantissimo Vincenzo D’Atri), si accompagna alle dichiarazioni altrettanto consolanti del presidente, che in occasione di un incontro pubblico con gli sponsor tenutosi sulla costa jonica ha dichiarato che farà “tutto il possibile per mantenere la serie B” e anche che “il calciomercato di riparazione sarà importante“. Evviva! Eravamo già qui tutti pronti a temere di rivedere Trotta & Mbakogu, svincolati e appestati, improbabili e impossibili, invece Guarascio ci ha giurato pubblicamente che stavolta le cose si faranno sul serio.
Non posso che prenderne atto e tirare un sospiro di sollievo: è bellissimo sapere che – forse per la prima volta – la società baderà finalmente più all’aspetto tecnico tattico e ai risultati del campo, da conseguirsi con giocatori adatti e pronti a reggere l’urto della serie B, che a quello economico, importante e anzi fondamentale ma (siccome parliamo di una squadra di calcio e non di un’azienda qualsiasi che vende scarpe o giocattoli) che non potrà mai esserlo più dei risultati stessi. E’ bellissimo, ripeto, che la società dimostri di averlo capito e che il presidente si sia curato di farcelo sapere con queste dichiarazioni rilasciate davanti a una platea ben nutrita di testimoni.


Nel mentre Goretti fa dunque il suo lavoro, avendo sicuramente a disposizione – grazie, presidente! – stavolta un budget cospicuo e degno della categoria (un mercato importante non lo fai certo con quello stanziato da undici anni a questa parte, quindi se Guarascio si è impegnato così apertamente davanti a tutti significa certamente che metterà sul piatto tutti quei milioni di euro che ci mancano per colmare il gap con la media budget della serie B), mi permetto di sottoporre all’attenzione di tutti – non a quella del DS, che certo sa il fatto suo – alcune considerazioni.
L’anno scorso abbiamo avuto il peggior attacco del campionato o giù di lì (giuro, non mi va di andare a ricontrollare – ma anche mi fossi sbagliato, lo avrei fatto poi di tanto?). Il nostro massimo goleador è stato Gliozzi con sole sette reti, e quel che è peggio non sono venuti gol dagli altri settori. Senza l’estemporanea trovata di un Carretta inadeguato, senza il lampo di Tremolada (nelle prime partite, quando se la sentiva ancora), senza una delle contingentate marcature del sidernese oggi al Como, il Cosenza non ha quasi mai trovato il gol. Qualche incursione di Tiritiello da palla da fermo, qualche sporadico gol di qualcuno di passaggio ogni tanto (tipo Crecco col Frosinone) e stop. Al mercato di gennaio, con l’impellenza di rinforzare un attacco anemico, si è pensato bene di vendere il migliore, Baez, intascando un milione dall’operazione (settecentocinquantamila dalla Cremonese di cartellino più duecentocinquantamila lordi di risparmio sull’ingaggio restante), per – come detto – prendere gratis Trotta e Mbakogu: uno che era finito in serie B portoghese, l’altro reduce da sei presenze zero gol in Croazia, fermo da tempo immemore per un’operazione al ginocchio e con una media gol in tutta la carriera tra i professionisti di 5/6 reti a stagione.
In quella, le nostre dirette concorrenti hanno deciso di puntare, ad esempio, su Dionisi nel mercato di riparazione, vedi Ascoli: ripagato da 4 gol in poche presenze e svariati assist – e oggi è arrivato a 13 gol in 30 presenze – oltre che con un apporto determinante in altri gol dei bianconeri, che avendo già Bajic si sono visti garantire infine altri 12 gol grazie allo slavo; il Pordenone, bontà sua, altra squadra che di fatto ci ha battuto nella corsa salvezza, si è garantito i 10 gol di Diaw in sole 18 presenze (monetizzando il suo trasferimento milionario al Monza), uniti ai 9 di Ciurria e ai 6 di Musiolik, senza dimenticare l’apporto di Zammarini (4) e Butic (3). Nelle nostre stesse condizioni di classifica era la Reggina, che sul mercato invernale ha preso Montalto (ahinoi, oggi lo conosciamo bene), 20 gol in B con la Ternana due anni prima e 6 reti con gli amaranto in sole 16 presenze, a fare punti insieme ai gol di Folorunsho (6), Rivas (5), Liotti (5), Denis (4), Menéz (3), eccetera: pur essendo quello di Montalto uno score comunque ragguardevole (ripeto: 6 gol in 16 presenze…), agli amaranto poteva non bastare, ma come si vede hanno trovato gol provenienti da ogni altro settore del campo: avere un centrocampista come Folorunsho che te ne porta in dote 6 vuol dire parecchio.
Non è un caso se le nostre due annate precedenti in B, conclusesi con due salvezze, hanno potuto giovarsi dei gol di Tutino (10) e Rivière (13), senza dimenticare Asencio (7 gol in sole 15 presenze), contornati peraltro dai notevolissimi contributi di centrocampisti come Bruccini (3 gol il primo anno, addirittura 8 il secondo) e Sciaudone (5 gol il primo anno, 4 il secondo anno), eccetera.


Cosa voglio dire con questo?
Che se vogliamo avere speranze di salvezza, dal calciomercato importante che – grazie al munifico budget che Guarascio si è finalmente deciso di concedere a Goretti – possiamo stavolta permetterci, dovranno arrivare gol. Attenzione: non necessariamente punte: Gori, finché la squadra ha girato e lo ha sostenuto lì davanti, ha bussato ben 5 volte in poche partite, fermandosi 8 gare fa perché si è inceppato il nostro motore – riprendesse a girare, magari anche il biondo centravanti potrebbe ritrovare con puntualità la via della rete.
Probabilmente un attaccante dovrà comunque arrivare e occorre la garanzia che sia prolifico (è vero che gli attaccanti prolifici di serie B non sono né gratis né svincolati, salvo irripetibili botte di fortuna alla Rivière, ma promettere un calciomercato importante significa proprio questo: garantire di buttare sul piatto i milioni necessari stavolta ad accontentare con un corposo triennale il Dionisi o il Pettinari di turno), ma sarà necessario anche – forse soprattutto – assicurare all’allenatore centrocampisti che ci possano finalmente portare in dote quei gol che ci regalavano Bruccini e Sciaudone: nello specifico, mezze ali in grado di incunearsi in area, fare presenza sotto la porta avversaria, segnare da fuori, non fare sentire troppo solo il centravanti. Probabilmente si dovrà rinunciare alla presenza contemporanea dei due play o riportare Carraro in posizione di interno sinistro, magari anche avanzare Situm come terzo offensivo e trovare un mancino basso che lo sostituisca o sperare che Bittante torni al top, per lasciare spazio a un centrocampista di serie B con queste caratteristiche.
Ma ci penserà Goretti: finalmente avrà a disposizione tutti i mezzi necessari, perché il presidente gli e ci ha promesso un mercato importante.
In tutto questo, e sempre senza volermi sostituire al DS – che svincolati non ne vuole, Anderson e Kristoffersen invece sì: ma il DS è lui… -, vorrei ricordare un dettaglio tecnico tattico dell’annata della salvezza clamorosa post sosta per covid, quella talmente deflagrante che ne parlò pure la BBC.
Ho già detto sopra di come il contributo in termini di gol (13) e assist (3) di Emmanuel Rivière sia stato fondamentale (oltre a farmi lustrare gli occhi, dai tempi di Lentini non vedevo dal vivo con la mia maglia un giocatore di una classe simile); quello che è passato troppo sotto silenzio, però, è il fatto che all’epoca – specialmente in quelle ultime magiche dieci partite di luglio – avere Rivière significava, per noi, poter schierare tre giocatori in uno, come se giocassimo in tredici. Il Capriola era contemporaneamente centravanti puro (uno spettacolo vederlo aggredire il primo palo, sbranandosi in un lampo pallone, diretto marcatore e portiere), seconda punta (altrettanto magnifico vederlo girare al largo lasciando la densità dell’area all’altro bomber del mio cuore, Asencio: che coppia che avevamo… se solo penso che sarebbe bastato…) e soprattutto sopraffino regista offensivo: ricordo senza sforzo almeno tre o quattro gol nostri, teoricamente segnati da altri su assist di altri ancora, ma propiziati da un suo cambio di campo sfolgorante da una fascia all’altra – a memoria: il primo col Pisa in casa, il secondo a Pordenone (dove già si era procurato e aveva trasformato il rigore del primo gol) con l’apertura per Baez che poi troverà Bittante per il gol, il terzo di Empoli, col lancio meraviglioso per Casasola che poi appoggerà a Carretta la palla del tre a zero. A proposito di Empoli, probabilmente la sua prestazione più mostruosa, in una partita che nei pronostici ci doveva vedere sconfitti e quasi matematicamente retrocessi: è vero, due gol fatti e altri tre sventati miracolosamente dal portiere avversario (con i difensori tutti al manicomio a fine partita), ma anche, come detto, l’apertura per il terzo gol e la presenza in area per far filtrare il pallone che poi Bittante sbatterà in porta sul primo gol. Ci sarebbe pure il gol del temporaneo quattro a zero, ma il colpo di tacco volante per lanciare Baez davanti al portiere è qualcosa che trascende la cronaca, l’analisi, il racconto.
Non puoi fare cronaca di una poesia, né analizzarla o raccontarla.
Rivière non verrà, molto probabilmente. Al DS gli svincolati non piacciono e comunque è vero che ormai è fermo da troppi mesi, stavolta sarebbe veramente arduo anche per lui darci un contributo vincente; del resto, anche nel 2019-2020 poté dare spettacolo una volta tornato in forma – e come lui anche Casasola e Asencio – solo perché il campionato fu sospeso tre mesi per la pandemia: sì, il rischio di condurre un calciomercato micragnoso è anche questo, puoi arrivare pure a giocatori forti talvolta, ma te li danno perché sono palesemente fuori forma.
Si sarebbe dovuto affondare il colpo quest’estate, anche per non caricare di eccessiva responsabilità Gori e Pandolfi. Ma quest’estate non si prese Rivière perché, evidentemente, ancora non c’era la ferrea determinazione di oggi di condurre un mercato importante – vabbè, meglio tardi che mai.
Grazie per i milioni che stai per investire a gennaio nel Cosenza, presidente.

NubeDT

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