V E R G O G N A T E V I (NUMERO DUE…)

Molti miei commenti sul nostro calciomercato sono nell’articolo.
Molti altri che non posso scrivere li affido a lui.

Se vi interessa saperlo, a me risulta (potrei pure prendere una cantonata) che Casasola abbia addirittura già da ieri – martedì – firmato per la Cremonese.
Sì, Tiago Casasola, l’esterno destro che ci serviva come il pane, il giocatore espressamente richiesto (nome e cognome) dall’allenatore, quello con cui il direttore sportivo Goretti era riuscito ad accordarsi (nonché con la Lazio, sua società di appartenenza), quello da quasi due settimane ormai dato per certo al Cosenza, uno dei migliori esterni della B, quello per cui valeva eccome la pena fare un triennale anche a cifre importanti perché parliamo di un grandissimo giocatore e a Cosenza questo lo sappiamo benissimo, quello che si è detto l’allenatore avrebbe contattato telefonicamente ogni sera, quello che lo stesso Occhiuzzi in due conferenze stampa – prima e dopo il disastro con l’Ascoli – ha garantito (per averlo sentito personalmente) fosse entusiasta di venire a Cosenza.
Ecco, lui.
Ha già firmato per la Cremonese, pare. E comunque è innegabilmente sulla via di Cremona, senza manifestare il benché minimo entusiasmo alla sola idea di prendere vagamente in considerazione l’alternativa (noi), ammesso poi che oggi il Cosenza lo sia, un’alternativa ai grigiorossi: a quanto pare, se non nero su bianco, in ogni caso Casasola in cuor suo ha già deciso, altro che alternative.
Ora, vi invito tutti a una riflessione. Relativamente alla vicenda Casasola, chi aveva mai sentito parlare della Cremonese? C’eravamo noi – che lo avevamo in pugno al 99%, era giunto il momento di metterci i soldi e impegnarsi e bastava solo dare un seguito agli accordi e firmare per il triennale concordato -, da lontano era interessato il Vicenza, poi a un certo punto a Frosinone qualcuno aveva detto che nonostante il ruolo fosse copertissimo era una follia perdere un giocatore simile, ma nessuno aveva tirato in ballo la Cremonese prima di 48 ore fa.
Questo semplicemente significa che una società seria di serie B impiega 48 ore a prendere un giocatore del calibro di Casasola. Mentre noi eravamo dietro a lui dalla prima decade di gennaio a dir poco ma non si è riusciti a trovare una penna per firmare un contratto triennale già deciso e pagare il cartellino alla Lazio (o anche prenderlo ora in prestito con obbligo di riscatto a luglio). Gli altri prendono il miglior esterno della serie B o giù di lì in 48 ore, noi in tre settimane non troviamo una penna per firmare un contratto e rinforzare la squadra.
Ora, sfido qualunque tifoso del Cosenza – davanti a cotanta nefandezza – a riuscire a resistere alla tentazione di spaccare la faccia a chiunque venga a replicare prenditelo tu il Cosenza e mettici i soldi, se proprio ti piace esporti a esborsi simili per prendere un giocatore e poi si fa la fine del… [squadra fallita a caso], che è la classica risposta del lacchè probabilmente prezzolato (altrimenti non si spiegherebbe più: se non ci guadagnate qualcosa in questa difesa a oltranza, siete da studiare clinicamente).
Casasola è saltato perché, quando ancora lo si poteva convincere e infatti lo si era convinto, a qualcuno l’accordo raggiunto per il triennale a cifre “importanti(cifre da serie B per un giocatore di questo livello, non parliamo di un SuperEnalotto) non è più andato bene perché si poteva pur sempre provare a prenderlo solo in prestito (chissà, magari con l’ingaggio pagato dalla Lazio), perché comunque a rifare i conti erano troppi soldi e ci si è pentiti, perché in fondo impegnarsi con un giocatore per un triennale pare brutto – poi hai visto la classifica, Goré? Se retrocediamo davvero come lo pago uno così per fare una serie C? (strano che a Vicenza, Crotone o Pordenone, che stanno messi peggio di noi in classifica, non si pongano minimamente questi problemi).
Casasola è saltato perché rappresentava un passo avanti – non tecnico, naturalmente (da quel punto di vista uno come Casasola di passi avanti ne vale dieci, semmai) ma economico e gestionale: era l’esempio che si voleva davvero cambiare, che si voleva davvero svoltare e abbracciare un’altra mentalità. C’è un giocatore forte che vale davvero la serie B e io me lo compro e lo lego a me per tre anni come fanno tutte le altre società della categoria, ecco cosa significava ingaggiare Casasola. E invece si è tentato di mendicare l’ennesimo prestito per sei mesi.
Casasola è saltato perché rappresentava un passo avanti e quel passo avanti non lo si è voluto e non lo si vuole fare.
Ora qualcuno potrebbe anche rimproverarmi che mi starei fissando troppo sul singolo giocatore (non disse in fondo lo stesso presidente, quando perdemmo a zero La Mantia, che se non è lui sarà un altro? Non aggiunse anche, proprio parlando del centravanti, che il Cosenza non insegue nessuno per rinnovare i contratti?), ed è proprio per questo che sto insistendo tanto su cosa avrebbe rappresentato l’ingaggio di Casasola con un triennale: non è lui perché è lui, è il valore simbolico. E’ la condotta di mercato di una società che, ora lo possiamo scrivere a caratteri cubitali, NON OPERA PER IL BENE DEL COSENZA. Mi si smentisca pure.
Non si opera per il bene del Cosenza quando il calciomercato è portato avanti in questa maniera; non si opera per il bene del Cosenza quando l’allenatore per motivi tecnici e tattici chiede un giocatore specifico, il DS per motivi gestionali sportivi lo ingaggia con un triennale e però infine si decide di far saltare tutto perché o viene in prestito praticamente gratis o niente – tra l’altro modus operandi già visto con Gliozzi, pari pari, preso a titolo definitivo e poi trasformato in prestito quando Guarascio in persona (si immagina dopo l’ennesima accesa discussione con Trinchera) si è precipitato trafelato da Galliani a dire che si era scherzato e di titolo definitivo non se ne poteva parlare proprio.
Non si opera per il bene del Cosenza ma solo per quello di certe tasche – per evitare che i soldi ne escano e/ per ingrossarle ulteriormente di altri capitali in entrata. Conta solo quello. Interessa che la squadra resti in serie B, naturalmente, ma solo per gli indotti che porta la categoria, e di conseguenza non si fa il benché minimo investimento per cercare di meritarselo, il mantenimento della categoria.


Questo stato di cose non è più tollerabile.
26 gennaio e tutto va bene, a pochi giorni dalla sua conclusione quello che si stava delineando come un mercato clamorosamente fallimentare oggi sembra delinearsi come il fallimento più spettacolare – il peggior calciomercato della storia della società Cosenza Calcio in serie B. Ho visto cedere Stefano Morrone, incassare cinque miliardi e prendere al suo posto Jankovic e Scaringella (gente che la serie B non avrebbe dovuto vederla manco al Commodore 64), ma oggi Jankovic e Scaringella rifiuterebbero il Cosenza di Guarascio esattamente come lo hanno infine rifiutato Asencio, Da Cruz, adesso Casasola, D’Urso, Masini, Bianchi, persino D’Angelo che sarebbe titubante (mentre si direbbe finalmente raggiunto un accordo per quattro spicci da dare all’Avellino).
Oggi chiunque rifiuta il Cosenza di Guarascio.
Il tutto a causa della gestione ridicola, offensiva, di/le/tàn/te e cialtronesca della società, che fa sì che da quattro anni noi si sia abusivi in serie B. Concetto che adesso devono avere presente tutti: NOI IN SERIE B SIAMO ABUSIVI. Ci siamo senza merito, quasi senza diritto – aver miracolosamente vinto una batteria di playoff studiati per ammettere semmai in cadetteria piazze più degne (e non sto parlando del tifo) non è un lasciapassare e non dà, o meglio non dovrebbe, dare automaticamente diritto alla serie B. Ok, hai vinto i playoff, significa che puoi rispettosamente bussare alla porta e chiedere se ti fanno entrare: ma per entrare devi avere i requisiti.
Niente quarti di nobiltà ma solo impegno economico e investimenti decenti.
Ovviamente per regolamento non ci hanno potuto mettere alla porta (sono stati costretti a farci giocare la serie B, anche se avevano apparecchiato la tavola per il Catania, al massimo il Siena) ma questo non toglie che siamo ABUSIVI. Che abbiamo vinto i playoff che non dovevamo vincere e che ce ne stiamo da quattro anni in serie B senza alcun vero diritto a starci. Ripeto, non è né il blasone né la storia: se in B domani ci salisse il Monopoli e si mettesse a investire (non a spendere: a investire) come si fa in serie B, il Monopoli – potete scommetterci – sarebbe il benvenuto.
Noi invece ci aggiriamo per il quartiere di lusso della città, a solo un passo dalle residenze imperiali della serie A, vestiti da straccioni e chiedendo l’elemosina. La polizia non può scacciarci – come vorrebbero gli altri residenti – perché ci è caduto in tasca dal cielo un certificato di residenza che dice che abitiamo in quel quartiere, ma non si esime dal manganellarci appena può (vedi arbitraggi) e gli altri abitanti non sopportano la nostra presenza.
NOI SIAMO ABUSIVI IN SERIE B per via di questa società, di questa proprietà – la quale, va detto, sta facendo di tutto per ovviare al problema, scegliendo con ostinata coerenza tutte le soluzioni in tutti i campi (dal calciomercato all’allenatore, dalla comunicazione ai rapporti con gli altri presidenti, dalle strutture a qualunque altra voce vi venga in mente) che ci porteranno a retrocedere. Ci era già riuscita l’estate scorsa, poi al Chievo è andata come è andata – e nessuno può negarci che in tutta quella vicenda abbiamo preso le parti del Cosenza, abbiamo spiegato regolamenti e leggi, abbiamo sempre detto chiaro e tondo che i clivensi andavano esclusi e noi avevamo diritto alla riammissione – e ci sta riprovando quest’anno.
Se poi qualcuno riesce a restare calmo dopo aver perso Casasola (che solo lunedì scorso era pronto a venire fisicamente a Cosenza e mettersi a disposizione di Occhiuzzi) e per di più per i motivi in forza dei quali lo abbiamo perso, se qualcuno davvero riesce a prendere con filosofia quest’altra invereconda sconcezza da calciomercato, mi deve presentare il suo maestro zen.


Passiamo oltre, o quasi.
La più stretta attualità ci racconta che abbiamo ufficialmente ceduto a titolo definitivo Ciro Panico alla Juve Stabia. Io non so se questa notizia sia stata analizzata con l’attenzione che merita: parliamo di un giocatore che avevamo ingaggiato da svincolato con un triennale appena sei mesi fa, e che dopo appena sei mesi e un’apparizione in Coppa a Firenze cediamo definitivamente. Eppure sarebbe potuto tornare utile, ovviamente in vista di una possibile (probabile…) retrocessione, per la serie C ventura, nella quale invece dovremo andare a cercare un “altro” Panico (che magari ci faremo prestare dalla Primavera del Genoa di turno). Non certo per la B, categoria per la quale il ragazzo (purtroppo per lui e per noi) non sembra avere minimamente i mezzi.
Come mai si cede a titolo definitivo e dopo soli sei mesi un giocatore su cui il DS sembrava credere così tanto (evidentemente a torto) da fargli un triennale? Forse ci si sta liberando di tutto perché si sta approssimando un epilogo in linea con la pandemia? Cosa deve pensare il tifoso davanti a una notizia del genere? Non dà l’idea che la nave stia affondando e si stiano calando in mare le scialuppe, e chi s’è visto s’è visto?
Scene di Panico.
Intanto, il povero, disperato Goretti ha ampliato la sua collezione di pali: a rifiutare il Cosenza attualmente, oltre ai nomi noti sopra elencati, se ne sarebbero aggiunti altri, vedi quel Camporese che lascia il Pordenone (che lo vorrebbe sostituire col nostro Tiritiello, e noi glielo cediamo senza colpo ferire) ma parrebbe non voler venire da noi (in sostituzione proprio di Tiritiello) perché ormai siamo appestati – mentre il Pordenone stesso sta portandosi a casa dall’Imolese, per cinquantamila euro, quel Torrasi, centrocampista, che noi quest’estate vanamente abbiamo cercato ma stranamente a noi gratis non lo hanno dato, e noi non avevamo cinquantamila euro da dare all’Imolese. Folorunsho e Aya ve li ricordate? Entrambi accostati al Cosenza, il primo a inizio calciomercato (e per noi sarebbe oro, centrocampista di gamba, grande quantità ma anche qualità, abitudine al gol) e il secondo negli ultimi giorni: entrambi andati alla Reggina.
Questo non è un calciomercato, è un’ecatombe.
Io sto aspettando la sera del 31 gennaio. Da lì in poi non si faranno prigionieri.

NubeDT

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