IL VANGELO DI FERNANDO, l’esegesi.

Qualcuno, in diretta dal 1984, nella trattativa ha avvistato addirittura i sovietici. Cortina di Ferro, salvaci tu.


Come qui in redazione avevamo ampiamente previsto, la nostra intervista al signor Fernando Martinez Vela ha suscitato un uragano di reazioni – e intanto vi avevamo promesso un’analisi delle parole del rappresentante spagnolo di Devetia Ltd, paradossalmente passate quasi in secondo piano – perché il fulcro della guerra è stata “l’intervista” e non quello che in effetti ha detto il signor Martinez Vela; sono dunque qui per assolvere a entrambi i compiti – rispondere ai moltissimi che hanno inteso lasciare un commento di quello che pensavano di noi, di Devetia, di quello che abbiamo fatto e anche guidare nella comprensione di alcuni importantissimi concetti espressi dall’imprenditore spagnolo chi si è fatto travolgere dalla polemica.
Questo articolo esce solo il 3 febbraio, a circa una settimana di distanza dall’occhio del ciclone, per due motivi: il primo è che ragioniamo per priorità e nello scorso fine settimana le priorità erano la partita di Cittadella e la conclusione del calciomercato di riparazione. Il secondo motivo è che abbiamo voluto attendere qualche giorno per dare modo alla società di incassare il colpo (vi posso garantire che lo hanno sentito eccome…) ed eventualmente rispondere, essendoci noi esplicitamente dimostrati disponibili fin da subito a ospitare una loro replica: ma la nostra mail in tal senso è rimasta senza risposta e la conferenza stampa del presidente Guarascio non ha replicato in nulla alle dichiarazioni che abbiamo pubblicato nell’intervista – sicché ora procediamo dando per veridiche e confermate, nel silenzio dell’altra parte, tutte le affermazioni del signor Martinez Vela.
Innanzitutto mi preme rivolgermi a coloro che, in perfetta buona fede (ci vogliamo più bene di prima) hanno espresso un po’ di delusione perché si aspettavano sul blog lo scacco matto decisivo, con aspettative addirittura più alte di quello che abbiamo portato noi come contributo reale (un’intervista a Devetia: forse non vi rendete conto di cosa siamo riusciti a fare). Quando, il giorno prima, io personalmente (a nome ovviamente di tutta la redazione) ho voluto lanciare l’anteprima dell’occasione di giovedì 27, ho scritto che sul blog avremmo lanciato una bomba (ed è quello che penso abbiamo fatto, ma ci arriverò), ho anche aggiunto che si trattava di un nostro contributo ai tifosi del Cosenza, fare qualcosa che nessuno sembrava voler fare. Ho usato più o meno questi concetti e mi sembravano chiarissimi come mi sembrano tali ancora adesso. NON ho scritto che avevamo una “notizia bomba“, anzi, non ho mai usato il termine “notizia“, proprio perché sono attentissimo di mio alle parole che uso: qualcuno nei commenti ha addirittura ipotizzato fin da subito che c’entrasse Fernando, segno che il mio post poi così ambiguo non doveva essere.
In serata, sempre io ho postato sulla pagina FB la fotografia del mio stesso portatile mentre stavo scrivendo il testo dell’intervista da inserire nell’articolo monstre firmato Redazione. Moltissimi lì hanno definitivamente capito di cosa si trattasse (INTERVISTA a tutto schermo scritto in maiuscolo, la prima domanda visibile in cui era leggibile il nome Fernando Martinez Vela… insomma, tanto difficile non era), qualcuno ancora no – qualcun altro, per polemizzare sostenendo che avremmo ingannato la gente promettendo notizie clamorose, ci ha successivamente scritto che come anticipazione avremmo “pubblicato un pezzo di carta incomprensibile che può essere stato fatto da voi al computer” (una foto del mio computer è qualcosa che posso aver fatto io al computer? Non lo so, non mi intendo di quarta dimensione). A tutti quei qualcuno in buonafede che speravano (più che aspettarsi) che scrivessimo un pezzo intitolato Guarascio ha ceduto il Cosenza a Elon Musk dico semplicemente che io lo spero quanto voi – come tutti noi della redazione. Ma per certe cose non esiste la bacchetta magica. Esiste l’impegno di tutti, esistono i tanti passi uno dopo l’altro per arrivare lontano.
Col nostro impegno un passo è stato fatto, a mio modesto avviso, con l’intervista a Fernando e con quello che ha dichiarato. E la bomba comincia a deflagrare da qui: da un’intervista che abbiamo usato come detonatore per smuovere le acque. Smuovere la città, la tifoseria, la società stessa.
La speranza è che gli effetti di questa esplosione riverberino ovunque, nei vicoli, nelle strade, sul Corso, allo stadio, ovunque.
Meno scusabile è chi ci ha sostanzialmente accusato di avere fatto una sorta di clickbait (colgo l’occasione per precisarlo: il blog NON è monetizzato, ci scriviamo per passione e non ci guadagniamo un centesimo), sostenendo tra le altre cose che avremmo preannunciato chissà quale notiziona sparando su Facebook a mille vi faremo fibrillare il cuore, quando poi la frase esatta usata da noi era sappiamo che vi stiamo facendo fibrillare un po’ (inserita nel contesto in cui, proprio per scusarci dell’attesa e della fibrillazione, nel momento in cui avevamo in mano l’intervista ed eravamo quindi sicuri di poter uscire con l’articolo, abbiamo pubblicato l’anticipazione): accusarci di aver in questi termini preannunciato una fibrillazione futura e quindi di aver millantato uno scoop dimostra che non si è in grado di distinguere un gerundio presente da un futuro indicativo. E signori, che dobbiamo dirvi? Per la comprensione di un testo a questi livelli, i tempi e i modi verbali si studiano alle scuole elementari.
Se qualcuno non sa distinguere scusateci se per l’attesa vi stiamo facendo fibrillare da vi faremo fibrillare il cuore (che poi, che italiano sarebbe vi faremo fibrillare il cuore?) non se la prenda con noi.
Avevamo previsto anche che venissimo accusati di voler spianare la strada a loschi avventurieri (qualcuno è arrivato a scrivere mafia ucraina… un qualcuno che per pura coincidenza parrebbe ricevere stipendi da un’azienda che si occupa di smaltimento rifiuti). E se lo avevamo previsto è semplicemente perché queste sparate erano scontatissime e lo sappiamo bene che no, queste altre critiche non sono affatto in buona fede. L’articolo è scritto in maniera chiarissima: noi abbiamo innanzitutto voluto fornire alla tifoseria un servizio, abbiamo voluto portare fino a Odessa, alla Devetia, le domande che avrebbero voluto fare tutti i tifosi e abbiamo riportato a Cosenza le risposte che tutti i tifosi volevano conoscere.
Noi non spianiamo la strada a nessuno e non andiamo appresso a nessuno. Ma se Fernando Martinez Vela è il rappresentante di una cordata di imprenditori dell’est che cerca di rilevare il Cosenza, e se la società di Guarascio comunica urbi et orbi che trattasi di boutade venendo nel giro di mezz’ora smentita clamorosamente (…vabbè, ma si sono smentiti da soli nel loro stesso comunicato, di che parliamo?) allora la trattativa esiste, dunque la società si nasconde dietro comunicati inaccettabilmente ridicoli, Fernando Martinez Vela E’ una notizia e come tale di questa notizia vanno dati tutti i dettagli. Chi è, cos’è la Devetia Ltd, che progetti ha, cosa farebbe per il Cosenza? Davvero non hanno nessuna rilevanza le risposte a queste domande?
Chi ci accusa di aver voluto sponsorizzare o fare da megafono a un progetto economico di investimenti di cui in molti si sono presi la libertà di dire cose da querela no, non è in buona fede. O non ha nemmeno letto l’articolo, partendo subito lancia in resta (e anche lì però viene difficile credere alla buona fede…) – o ancora lo ha letto ma in quanto analfabeta funzionale non ha capito quello che ha letto.
Si è scatenata (sulla nostra pagina Facebook ma anche altrove) una muta di cani rabbiosi che ha cercato di zittirci credendo di metterci paura a furia di latrati. A costoro rivolgo solo una domanda: se considerate che quando l’estate scorsa abbiamo aperto questo blog abbiamo messo in conto questo e altro (e molti di noi redattori nelle loro vite professionali e private hanno a che fare con cani molto più grossi e cattivi di voi), davvero vi meravigliate se vi rispondiamo con una risata?
Davvero credete che ci spaventi, per restare in tema russo, la fitta sassaiola dell’ingiuria?
E siete ottimisti, cagnolini cari, fatevelo dire.
In ogni caso e per tagliare la testa al toro, il dato testuale dell’articolo recita: “non era e non è nostra intenzione tirare la volata a nessuno, sebbene abbiamo da sempre chiarito che riteniamo finito il tempo di Guarascio a Cosenza per come continua a comportarsi. Ma non è certamente per questo che abbiamo voluto intervistare il signor Fernando Martinez Vela – né tantomeno per sponsorizzare specificatamente gli imprenditori che rappresenta -, bensì semplicemente perché crediamo che andasse fatto: i tifosi del Cosenza dovevano essere informati e leggere le risposte del signor Vela alle domande che gli andavano poste, domande che qualunque tifoso rossoblù avrebbe voluto che gli venissero rivolte. Magari a fargliele doveva pensarci qualcun altro (noi, come ripetiamo spesso, faremmo un altro mestiere nella vita), ma, in mancanza, ci pensa come al solito il nostro blog. Ora ognuno potrà farsi una propria idea: su Devetia Limited, sui russi, su Guarascio, su tutto.
Mi pare e ci pare chiarissimo, e in perfetto e comprensibile italiano.
Volete che Devetia Ltd finanzi i russi per rilevare il Cosenza Calcio?
Oppure non volete che Devetia Ltd e la cordata russa rilevino il Cosenza Calcio?
Credete che Devetia Ltd sia il meglio che ci possa capitare?
Credete viceversa che Devetia Ltd non sia un soggetto desiderabile?
Credete che invece Guarascio lo sia? O che nemmeno lui lo sia?
Nessuno di noi del blog vuole imbeccarvi o costringervi a rispondere a queste domande come vogliamo noi. Siete liberissimi di pensarla come vi pare – ed è esattamente così che vi vorremmo, liberi. Crediamo però che liberi lo si possa essere davvero esclusivamente se si possiedono tutte le informazioni e tutte le conoscenze necessarie su ogni cosa di interesse. Noi ci siamo presi la briga di fornirvi quelle informazioni – e lo abbiamo fatto perché vi venivano (CI venivano) negate.
Come abbiamo scritto, a nessuno di quelli che le interviste alla gente le fanno di mestiere passava per l’anticamera del cervello di intervistare il signor Martinez Vela: ecco perché ci abbiamo pensato noi.
E ora siete liberi, liberi davvero di farvi la vostra idea su Devetia e su Guarascio.
Beninteso: queste parole sono rivolte soprattutto a coloro che – anche nostri affezionati lettori – hanno capito e capiscono tutto quanto abbiamo detto e fatto e stiamo dicendo e facendo, perché sono come detto in buona fede. Viceversa, quelli in malafede conclamata che ci hanno attaccato per partito preso (molti di loro, guarda caso, si scoprono poi essere a libro paga, e non aggiungo altro…), accusandoci di nefandezze assortite e di connivenza con chissà quale criminalità organizzata (!!!), possono tranquillamente sentirsi esclusi da queste nostre parole – del resto, voi liberi non lo sarete mai.


Veniamo finalmente all’analisi del testo delle parole del signor Martinez Vela.
Esordisco sul tema dicendo che mi vedrò costretto, anche per via delle folli obiezioni che sono state mosse sul punto da buontemponi (mettiamola così), a farne un’esegesi molto più approfondita di quanto sarebbe necessario se fossimo tutti tra gentiluomini (o tutti tra persone normodotate, munite di pollice opponibile e non analfabeti funzionali). Siccome io continuo a propendere in gran parte per la malafede – se qualcuno vuole usare con me l’alibi di essere un cretino, di solito deve sforzarsi moltissimo per convincermi di esserlo fino a certi livelli -, diciamo quindi che a intervenire mi vedo costretto, poiché in mezzo ai gentiluomini c’è (e ha scritto e commentato in giro per il web, sui social ma non solo) qualche birbante (questo una volta era un epiteto piuttosto offensivo: i tempi cambiano); allora va bene, prendiamo tutti i concetti espressi dal signor Martinez Vela e vediamo se sono così inutili, aria fritta o minchiate a cui vanno appresso certe testate pseudogiornalistiche.
Intanto, come primo punto di interesse, su precisa domanda il signor Martinez Vela, parlando per conto di Devetia, conferma espressamente la presenza di Alisher Usmanov nel fondo Devetia (come investitore). Ora, ripenso e rileggo alcuni dei commenti circa la poca serietà, l’insussistenza, l’inaffidabilità di questi compratori, e mi chiedo se a Cosenza non serpeggi una qualche forma di pazzia. Perché se domani il signor Usmanov esce fuori con un comunicato e smentisce che lui abbia investito capitali in Devetia, la vicenda diventa certamente poco seria; ma è da oltre un mese ormai che Devetia e Fernando in prima persona fanno il nome di Usmanov e non è mai giunta alcuna smentita. Quindi siamo legittimati a pensare che sia tutto vero e che il signor Usmanov abbia effettivamente parte dei suoi (cospicui) capitali nel fondo Devetia.
Ora, signori carissimi, ma voi lo sapete chi è Usmanov?
Avete presente il fatto che Forbes lo classifica nel 2020 all’83° posto (su sei miliardi di persone che siamo) tra gli uomini più ricchi del mondo?
Alisher Usmanov sarebbe poco serio? Inaffidabile? Volete veramente venirci a raccontare questo? E stop, mi fermo qui con le considerazioni su questo primo aspetto perché, insomma, a tutto c’è un limite.
Il secondo punto da sviscerare, altro passaggio che avrebbe dovuto risvegliare l’interesse di molti – ma mi devo purtroppo rassegnare al fatto che troppa gente non legga o non sappia leggere o non capisca quello che legge – ci racconta, sempre per bocca di Fernando, come funzionerebbe l’operazione di acquisizione del Cosenza. Devetia Ltd si occuperebbe di prestare i fondi necessari a una cordata di imprenditori legati presumibilmente allo stesso Usmanov e guidati dal signor Mevedev. I fondi sarebbero dunque presumibilmente restituiti attraverso la messa a frutto di investimenti nel Cosenza (possiamo facilmente ipotizzare strutture, sviluppo esponenziale del settore giovanile, attrazione di sponsor, risultati sul campo che portano di conseguenza soldi, eccetera) e/o col patrimonio dei soci della cordata. So di parlare marziano per chi è abituato a Guarascio e magari se lo terrebbe stretto, ma quello che sto descrivendo è il concetto stesso di investimento. I soldi confluirebbero in una società composta da professionisti locali.
In ogni caso, c’è a chi potrebbe non piacere una gestione societaria legata a prestiti di fondi di investimento (non che per Inter e Milan sia diverso, e non mi pare che Inter e Milan siano le ultime arrivate). Questa è un’opinione legittima, resta il fatto che un concetto come questo rischiava di perdersi nel marasma delle polemiche feroci circa un’intervista che direbbe cose che si sapevano già, secondo qualcuno.
Il terzo punto è quello che ci riguarda tutti più da vicino: la trattativa vera e propria con Guarascio e i suoi risvolti. A oggi non è giunta alcuna smentita a queste affermazioni e dunque diamo per vero quanto dice il signor Martinez Vela quando afferma testualmente: “La trattativa si è bloccata per volontà del Presidente Guarascio nel momento in cui abbiamo chiesto di poter effettuare una Due Diligence, ovvero un controllo dei conti societari e dello stato generale di salute della società ben più significativo del semplice bilancio, ma non conosco le reali motivazioni. Forse il Presidente Guarascio non si è fidato di noi.
Addirittura, ad un certo punto ha preteso il versamento anticipato di uno o due milioni di euro, ora non ricordo bene la cifra, in modo da entrare nella società per poi effettuare in un momento successivo la Due Diligence. Ovviamente questo era impossibile: non si possono versare somme di danaro al buio e comunque non con le modalità richieste dal Presedente Guarascio, senza avere reale contezza della situazione societaria e dell’effettivo valore di mercato.
Due cose balzano immediatamente agli occhi dei più svegli (cosa che evidentemente non è da tutti): la prima è senza ombra di dubbio la conferma che in seno alla società si hanno forti remore, diciamo così, ad accordare la due diligence a potenziali compratori – atteggiamento sinceramente poco rassicurante per ogni vero tifoso del Cosenza e soprattutto particolarmente improponibile, perché si parla di comprare a dodici milioni di euro una scatola chiusa, che spesso abbiamo definito vuota ma che ora temiamo (davanti a questo atteggiamento dell’attuale proprietà) possa contenere amare sorprese per chi subentrando dovesse acollarsene gli oneri.
La seconda cosa che avrebbe dovuto far suonare campanelli d’allarme – invece no, attacchiamo il blog, come si sono permessi? – è la clamorosa richiesta da parte di Guarascio sostanzialmente di versare uno-due milioni solo per sedersi a trattare. Oh, e che c’è, il fee d’ingresso? Ma ce l’abbiamo presente che manco le udienze dal Papa si pagano?
Ma se io volessi vendere la mia macchina, potrei mai pretendere che un potenziale acquirente mi paghi mille euro solo per poter fare il giro di prova?
Che poi, fosse una specie di caparra, ancora ancora: versami due milioni per dimostrarmi che sei serio e solvibile, poi facciamo la due diligence legata a un accordo di riservatezza, se la cosa poi non si conclude ti restituisco i soldi. Eh beh, se fosse così sarebbe pure passabile: ma qui si afferma chiaramente che i due milioni servirebbero per entrare preliminarmente in società, naturalmente acquistando quote di risicata minoranza (a queste cifre parliamo del 17% o giù di lì). E una volta che sei dentro sei dentro, i soldi non li rivedi più: le quote le hai comprate, ormai sono tue e Guarascio perché dovrebbe ricomprarsele? Tanto con l’83% circa comanda lui lo stesso, fa il padrone anche con i due milioni tuoi, a te semmai tocca a ogni bilancio ripianare le perdite con la tua quota, detta grossolanamente pagando il 17% dei debiti societari. Il tutto naturalmente finché il padrone non si stanca di te o non ti ritiene troppo ingombrante – in quel caso gli basta fare un aumento di capitale, che tu ovviamente non copri perché almeno è una via di uscita per te, così il totale della società torna interamente a lui e gratis.
Ma si può procedere in una trattativa avanzando pretese simili?
E sarebbero gli altri quelli poco seri?
Oltretutto siamo perfettamente a conoscenza del fatto che questo modus operandi non è nuovo, poiché Guarascio già nella trattativa di cui vi abbiamo parlato (noi e solo noi: nessun altro ne ha accennato, se ne stanno uscendo tutti oggi a dire sappiamo che ci sono state altre sette offerte in passato – e perché non lo avete detto ai tempi?) aveva avanzato le medesime condizioni: prima ancora di trattare, prima ancora di mostrare le carte (TUTTE: la due diligence, non la semplice visione del bilancio) preliminarmente bisogna comprare quote (per ottocentomila euro, un milione, due… dipende) ed entrare come soci di minoranza nel Cosenza.
Richiesta legittima, magari, ma assolutamente folle.
Come è assolutamente folle che nessuno abbia trovato da ridire davanti a queste affermazioni – ripetiamo: a oggi non smentite dalla società -, e che invece molti abbiano trovato da ridire in quello che ha fatto questo piccolo blog di provincia. Segno che la malafede di questi soggetti, subito corsi in soccorso del loro padrone, ha già raggiunto picchi nauseabondi.
Tornando a noi, dalle circostanze sopra indicate ne traiamo una conclusione: non vuole o non può cedere. Oppure vuole e può ma esclusivamente al buio. In entrambi i casi, se abbiamo ragione significherebbe che saremmo messi male, con buona pace di quelli che cianciano di conti in ordine, argomento su cui peraltro abbiamo già avuto da ridire.
Infine, per tutti coloro che ci chiedevano e ci chiedono quasi imploranti di dare loro notizia della cessione societaria (magari potessimo) e di potenziali offerte in tal senso, ove ce ne fosse bisogno Fernando ce lo conferma espressamente: per il breve periodo l’offerta è ancora valida. Loro ci sono e sono disposti a prendere il Cosenza.
Scusateci se è poco.
Loro“, lo ripeto a scanso di equivoci, sono gli imprenditori legati al fondo Devetia in cui ha investito anche Alisher Usmanov, l’uomo che occupa la posizione numero 83 nella classifica dei più ricchi del mondo, e verrebbero qui per investire massicciamente sul territorio (basta informarsi su quali interessi riguardino le iniziative imprenditoriali di Usmanov per avere un’idea di quali investimenti possa trattarsi). Ribadisco: potete pensare di Devetia, di Fernando Martinez Vela, di Putin, di Lenin e di chiunque altro tutto quello che vi pare, potete opporvi all’idea di vedere il Cosenza in mano a loro, potete preferire Guarascio, ma non veniteci a raccontare che è tutta una boutade e che si tratta di gente poco seria perché non è lecito superare il confine del ridicolo.


Spero fermamente che ora si siano finalmente chiariti i contorni della nostra iniziativa – almeno per quelli in buona fede. Agli altri abbiamo fatto i disegnini, ma ritengo resteranno sulle loro indifendibili posizioni, poiché in conclamata malafede, ma pazienza, affari loro. Non smetteranno di lanciarci accuse patetiche, di continuare a cercarci senza sosta tentando di risalire alle nostre identità (non ci sforziamo di immaginarne i motivi), di spammare in maniera del tutto sconclusionata biografie penali di Fernando Maetinez Vela copiate chissà dove – come se poi fossero rilevanti le questioni che intercorrono, eventualmente, esclusivamente tra lui e la Giustizia, di cui ad esempio a me personalmente non interessa nulla – e che non si capisce poi cosa dovrebbero dimostrare, considerato in primis che in ogni caso Fernando Martinez Vela non è l’offerente e non acquisirebbe lui il Cosenza, che invece (ove la trattativa mai si concretizzasse) passerebbe come detto nelle mani di imprenditori finanziati da un fondo di investimenti internazionale.
Ma la vera morale di questa storia va tratta semmai, a prescindere da trattative, cessioni, accordi, appuntamenti, viaggi a Madrid, nella condotta del proprietario della società Cosenza Calcio – dal rifiuto della due diligence alla richiesta di entrare in società con quote di assoluta minoranza (ma decisamente costose) prima di trattare qualsivoglia cessione dell’intero. Condotta che non può che inquietare chiunque ami il Cosenza, perché dà adito a sospetti vari, che vanno dall’idea che in realtà Guarascio non voglia in alcun modo cedere la società (e allora perché insistere costantemente sui sacrifici, su quanto gli pesa, su quanto gli costa??), nonostante la volontà della tifoseria vada nella direzione esattamente opposta (e questo è innegabile), all’idea che dietro i veri conti e il vero stato patrimoniale e di salute del Cosenza ci possa essere un problema serio, che una due diligence porterebbe alla luce e che metterebbe a rischio il futuro stesso della società. Una prospettiva che non lascia tranquilli.
In finale, vi lascio – anche a nome degli altri della redazione del blog – un regalo. Sì, un altro. Un nuovo video del signor Martinez Vela, in specifica risposta a quanto sostenuto dal presidente Guarascio circa la trattativa e la cosiddetta poca serietà dei millantatori che racconta pubblicamente il proprietario del Cosenza Calcio. E anche stavolta il signor Martinez Vela dice cose molto interessanti, lanciando un invito pubblico a Guarascio: un incontro a Cosenza con uno degli imprenditori russi, data, ora e luogo scelti dal presidente, con in mano al russo la prova della serietà (conto in banca svizzera da 300 milioni), in cambio di tutti i documenti relativi allo stato patrimoniale presente e futuro del Cosenza Calcio. Sarà raccolto questo invito? Noi crediamo di no, ma il messaggio è qui.
E crediamo tutti che i tifosi debbano conoscere anche questo.

NubeDT

3 pensieri su “IL VANGELO DI FERNANDO, l’esegesi.

Lascia un commento