L’INVERSIONE A O


Dunque, dopo Goretti, secondo le ultime notizie ufficiose trapelate da un paio di giorni anche il rinnovo di Bisoli sarebbe a rischio – il tutto mentre siamo a giovedì 2 giugno, Festa della Repubblica, e tutto quello che proviene dal Cosenza Calcio è il silenzio del presidente che sta riflettendo se accettare o meno le condizioni poste da DS e allenatore per restare ancora alle dipendenze della società. Cominciano a dare conto di questi intoppi anche alcune testate locali e penne come Eliseno Sposato, che ha l’indubbio vantaggio (sarà le physique du rôle) di sembrare sempre chiedere a bassa voce per cortesia anche quando – eufemisticamente parlando – richiama il presidente ai suoi doveri. Ebbene, pare proprio che anche questa settimana scorrerà senza alcun segno di vita da parte della società. Ci sarebbe stato un altro incontro col DS, ma a quanto pare del tutto infruttuoso: Goretti sembra insista, senza cedere sulle sue richieste di aumento di budget, campo di allenamento fisso all’altezza della categoria e organizzazione, incentrata sulla figura di un vero DG.
E il presidente nicchia.
Come mai non sono sorpreso?
Come mai, piuttosto, a sorprendermi semmai è l’accondiscendenza di alcuni – magari pochi, ma rumorosi – a ogni mossa della società, tanto che addirittura appena è uscito fuori che con Bisoli ci sono difficoltà a trovare l’accordo già costoro si sono messi a scrivere che l’allenatore può tranquillamente tornare da dove è venuto, ché la squadra si è salvata da sola, lui non ha fatto nulla?
Subito di corsa a reggere la coda al padrone.
A destare scandalo in ogni uomo ben nato, a dirla tutta, sono i motivi della frizione con Bisoli: perché io paradossalmente accetterei un arrivederci e grazie per qualunque motivo tecnico, non so, voglio qualcuno che proponga un altro tipo di calcio, oppure voglio un allenatore giovane con idee nuove e un gioco d’attacco spettacolare, ok, queste sono scelte e mi potrebbero anche andare bene – ma non mi va bene per niente che con Bisoli il problema sia che gli si offre la miseria di un contratto annuale senza garanzie tecniche mentre lui vuole almeno un biennale e una squadra decente.
Eh no, così no.
In Bisoli o ci credi o non ci credi: se non credi in lui se liberissimo di cercarne un altro potenzialmente più confacente ai tuoi desideri (come ho scritto, magari ne vuoi uno meno pragmatico e più votato allo spettacolo o che so io), ma se gli chiedi di restare non ha assolutamente nessun senso che tu gli offra un contratto di un solo anno. O meglio, un senso – ahinoi – ce l’ha, ovviamente, ma naturalmente non ha nulla a che vedere con aspetti tecnici e tattici o caratteriali o altro: si tratta semplicemente della solita politica economica al ribasso totale, anche perché al contratto dovresti aggiungere l’ingaggio di quei giocatori di categoria che Bisoli stesso ti chiederebbe.
No, molto meglio sperare che rifiuti la tua offerta, se gliela fai irricevibile – e se poi accetta un anno pazienza, anche se lo esoneri non ti dovrai portare il contratto all’anno prossimo, vero?
Un allenatore che ti ha portato alla salvezza, che ti ha valorizzato Zilli e Florenzi, che ti ha dato un tale apporto di carisma da infondere alla squadra quel carattere che sembrava non avere, meriterebbe ben altro trattamento: può piacerti o non piacerti, ma non può piacerti solo per un anno – non puoi condizionare il suo rinnovo alla paura che se poi le cose vanno male e lo esoneri ti resta da pagargli lo stipendio due anni anziché uno solo. Soprattutto, un allenatore con le caratteristiche di cui sopra ti ha dato e ti garantisce abbastanza da poter impostare persino un progetto quantomeno a medio termine con lui: un minimo di continuità tecnica sarebbe gradito.
L’idea, poi, che la sua mancata riconferma sia da legare alla volontà nulla di investire per allestire finalmente un organico da serie B suona francamente offensiva.


Non sto dicendo che Bisoli ce lo siamo sposato.
Ne faccio un discorso di questo tipo (o non gli offri il rinnovo o gli offri un biennale e gli garantisci una squadra che solo un budget decente può farti allestire) ed esclusivamente in questo senso.
Io non sono tifoso di Bisoli. Per me non è scritto da nessuna parte che debba restare a tutti i costi e che senza Bisoli il mondo sarebbe finito. Non sarebbe un’eventuale mancata sua riconferma il problema ma il modo (rifiutargli un biennale perché lo si vuole per un solo anno, onde in buona sostanza risparmiare) e il motivo (considerazioni di solo carattere economico).
Ho già avuto modo di scrivere che per me Bisoli merita tantissima gratitudine – concetto che inculcherei a calci con gli scarponi di ferro a chi si permette di sostenere che la squadra si è salvata da sola – ma che la gratitudine non è moneta spendibile nel calcio: per me, Bisoli deve restare se si crede in lui, si è disposti ad accontentarlo sul mercato (e lo sappiamo tutti che il tecnico emiliano non è Occhiuzzi: a Bisoli i giocatori li devi prendere sul serio o fa venire il finimondo anche in conferenza stampa) e gli si costruisce una squadra adatta a lui; viceversa, se si hanno altre idee, Bisoli lo si ringrazia di tutto doverosamente e poi ci si separa, amici come prima.
Ma ci devono essere progetti dietro, non vediamo come posso risparmiare prendendo qualcuno che si accontenti di due briciole e non alzi la voce se la squadra gliela metto in piedi alla stessa maniera dell’anno scorso. Anche perché ragionando così già si rischia di perdere Goretti, che a rifare di nuovo la squadra da capo con due miserabili spicci di budget quando gli altri sono già pronti a partire in campionato non ci tiene minimamente e lo ha chiarito.
Ci devono essere progetti, esattamente quello che ha chiesto anche Goretti e per cui è stato attaccato in maniera vile e oscena da megafoni societari e giornalisti con la livrea. Il Cosenza è una società di calcio e se intende rinnovare il contratto a un allenatore non può rifiutargli un biennale perché ha paura di impegnarsi per più di un anno, non può fare a meno di un direttore generale che sia addentro al mondo del calcio, non può fare peregrinare per tutti i campetti della provincia i suoi calciatori professionisti quando devono allenarsi durante la settimana, non può trattare i ragazzi delle giovanili come profughi, non può lesinare i centesimi sul calciomercato, non può farsi ridere dietro da tutta l’Italia con l’ultimo budget del mondo calcistico comprese pure certe realtà di serie D che investono più di noi, non può complicare la vita al suo stesso DS quando deve ingaggiare calciatori perché non solo ha a disposizione due spicci ma pure i procuratori non ne vogliono sapere perché la società poi non gli paga le commissioni, non può campare letteralmente alla giornata.
Ci devono essere progetti, che siano con Bisoli e Goretti oppure con Tizio e Caio. E devono essere progetti di serie B, con investimenti di serie B (altro che bruciarli in oneri diversi di gestione, i milioni…), con ingaggi di giocatori di serie B, altro che stanziare tredici euro e cinquanta per portare a Cosenza per l’ennesima volta una squadra da zona palude della classifica.
Basta retrocessioni infami sperando nella riammissione, basta paura di morire ai playout, basta col mettere in piedi una squadra che non vince in trasferta esattamente da un anno e mezzo: basta. Cosenza non ne può più: ci devono essere progetti, altro che l’eterna riflessione del presidente per cercare di risparmiare a costo di perdere allenatore e DS, e devono essere progetti e investimenti adeguati alla categoria, dove a oggi siamo ancora abusivi.


Voi vedete progetti, che siano con Goretti e Bisoli o con Gianni e Pinotto?
A oggi no. Io vedo un presidente che pensa. Pensa, riflette, rimugina. Io vedo un presidente che prende tempo, nell’attesa che il problema si risolva da sé quando Bisoli e Goretti troveranno altri estimatori e saranno loro ad andare via, così magari si potrà millantare di aver provato a trattenerli ma non avevano stimoli per restare qui.
Io vedo lo stesso andazzo di ogni altro anno.
E’ dai tempi di Stefano Fiore che si dice che i tempi di Guarascio, tarati esclusivamente sul risparmio senza minimamente curarsi di come presentare una squadra decente ai nastri di partenza di un torneo importantissimo come la serie B, sono inconciliabili con le tempistiche del calcio – e in dodici anni non è cambiato nulla o quasi, e quel poco che è cambiato lo ha fatto solo perché in serie B, in un campionato professionistico, si è costretti ad agire in un certo modo (quantomeno in prossimità della soglia minima della decenza): invece, laddove lo si è potuto fare, si è rimasti con i metodi e la mentalità dei dilettanti. Dodici anni dopo è tutto uguale.
Intanto, siccome qualcuno dirà che su questo blog scrivono i soliti diffamatori della società (nemmeno sapere cosa significa davvero diffamazione, che poi sarebbe un reato…), che il calciomercato apre a luglio, che c’è tutto il tempo di riflettere e tutte le altre società sono ferme – quindi noi solleveremmo polemiche pretestuose -, mi pregio di informarvi che quel Cittadella additato da molti, specialmente dai tifosi del presidente, come esempio virtuoso che noi staremmo addirittura imitando (noi abbiamo il penultimo budget della B? Loro hanno l’ultimo eppure guarda che campionati fanno, non c’è bisogno di investire soldi allora, fa bene Guarascio), è già ora, primi di giugno, vicinissimo a ingaggiare Carlos Embalo, oggi svincolato: la trattativa è data praticamente ai dettagli.
Ve lo ricordate Embalo, vero?
Giocava per noi nel nostro primo anno dopo il ritorno in B e ha fatto con la nostra maglia un gran campionato, in prestito dal Palermo. Quell’estate il Palermo fu radiato ed Embalo, anche allora svincolato, aspettava solo che Guarascio lo chiamasse, dietro esplicita richiesta di Braglia, che chiedeva questo e altro come garanzia per accettare di restare ad allenare il Cosenza: fu tenuto, come ho già ricordato, un summit apposito con il presidente, l’allenatore e l’allora DS Trinchera per convincere Braglia a restare: gli furono date ampie garanzie, gli fu detto che per Embalo in quel momento non si poteva fare ma i soldi che sarebbero serviti per l’ingaggio dell’attaccante africano li si sarebbero comunque utilizzati per rinforzare la squadra. Braglia si fidò della parola di Guarascio e accettò: cosa successe poi e che fine fecero le garanzie e le promesse di rinforzare la squadra spero lo ricordiamo tutti.
E oggi Embalo, svincolato, torna in Italia – e qualcuno subito si fionda su di lui, senza perdere tempo ad aspettare che DS e allenatore si stanchino e decidano loro di andarsene, in modo magari da poterli pure additare come fuggitivi alla tifoseria. Quel qualcuno è il solito Cittadella, non nuovo a colpi di mercato a poca spesa ma di grande intelligenza. Ecco, signori, il Cittadella che qualcuno dice noi avremmo preso a modello: ed ecco cosa significa avere un progetto. Loro, nel contesto di un’idea tattica chiarissima e sapendo perfettamente quello che fanno, prendono a giugno un giocatore che in B può rivelarsi fondamentale, e lo sappiamo bene per averlo visto coi nostri occhi – noi stiamo aspettando che giugno diventi luglio e poi vediamo.
Ecco come mai il Cittadella, con l’ultimo monte ingaggi del campionato (ma il budget è cosa ben diversa dal monte ingaggi), centra sempre i playoff e comunque non rischia mai nemmeno lontanamente di retrocedere, pur essendo una realtà sociale piccola perché schiacciata dall’ingombrante presenza del Padova. E noi che portiamo allo stadio 23mila spettatori (!!!), di cui 17mila e rotti paganti – e sugli altri per oggi sorvoliamo -, dobbiamo ancora sopportare questa situazione oscena di una società che tira a campare, interessata solo a risparmiare e incassare.
Voi nel Cosenza scorgete progetti?
Voi vedete l’inversione a U che giustamente Goretti ha detto essere necessaria a questa società?
Voi vedete una visione di ampio respiro, un’idea sul medio e una sul lungo termine, un orizzonte che vada oltre il dopodomani e una programmazione che sia qualcosa di meglio del poi vediamo?
Se qualcuno riesce a intravedere questo miraggio me lo faccia sapere nei commenti – e così renda lieto me quanto lo è sicuramente lui nel cogliere questa prospettiva metafisica del futuro del Cosenza che a me meschinamente sfugge.
E siamo al 2 giugno.

NubeDT

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