I RISCONTI SI FANNO ALLA FINE

Gentili lettori.
Sollecitati da più parti – ma anche liberati da ogni sorta di remora dal fatto che il bilancio sia stato variamente illustrato da più testate, anche online e televisive, e quindi ormai tana libera tutti – come ogni anno siamo quindi lieti di offrirvi il solito servizio di illustrazione e analisi del bilancio del Cosenza Calcio (che torniamo a ricordare essere pubblico e accessibile a chiunque ne faccia richiesta), come sempre curato dal nostro Eternauta RossoBlù.
Se abbiamo avuto delle remore a pubblicare la nostra analisi fino a oggi, come già chiarito nelle scorse settimane, è perché a nostro umilissimo giudizio questo bilancio ci suscitava alcune perplessità. Come leggerete nell’articolo che segue, appare qua e là qualche lampo di genio contabile che noi miseri mortali non riusciamo a guardare senza restarne abbacinati, come succede quando si tengono gli occhi fissi nel sole – e talvolta non riusciamo nemmeno a capire, visti (per carità) i nostri evidenti limiti. Avevamo l’irrazionale timore (ma si sa, il tifoso di calcio è irrazionale) che rendere note quelle che a noi sembravano, mettiamola così, stranezze, il Cosenza Calcio potesse avere delle noie con la Federazione. Ma il bilancio è stato diffuso e poi sicuramente in società sanno quello che fanno: alla fin fine, chi siamo noi per giudicare?
E poi, come detto, se lo stesso è stato già chiarito e sviscerato da tanti altri, ci siamo rassicurati sul fatto che evidentemente danni non ne possiamo fare visto che ormai è stato reso pubblico: anzi, evidentemente è redatto benissimo.
Perciò, nel nostro piccolo, eccoci qui: questo servizio, giunto ormai al suo terzo appuntamento, vogliamo regalarvelo lo stesso. Non per altro: è vero che ne hanno già parlato altrove, in più sedi, però noi abbiamo notato qualche cosuccia (del tipo di quelle che ci suscitavano perplessità) che nessun altro a quanto pare ha rilevato, e quindi riteniamo di poter dire la nostra su questo argomento senza ripetere quanto già sostenuto da quegli altri.
Sentitevi liberi nei commenti, qui e sulla nostra pagina Facebook, di condividere anche voi la nostra stessa ammirazione nei confronti di redattori, estensori e revisori di questo bilancio.

La Bandiera RossoBlù



Questa volta l’analisi del bilancio che mostreremo sarà più lunga e complessa. In primis occorre fare alcune premesse che sono necessarie alla comprensione di ciò che stiamo esponendo. Riguardo i bilanci, la contabilità di un’azienda è esplicata “ per competenza”.
Cos’è la competenza?
Il principio di competenza economica è un principio contabile. Si basa sulla correlazione tra costi e ricavi e serve per calcolare un preciso risultato economico che si riferisce a un determinato lasso di tempo, considerando solo costi e ricavi. Un bilancio aziendale deve rispettare il principio di competenza economica sul quale si basa il calcolo annuale delle imposte. La competenza economica è materia di economia aziendale e si basa su tre diverse regole chiamate, nello specifico, corollari.
Sono considerati ricavi di competenza quelli avvenuti e terminati nell’esercizio. Allo stesso modo si considerano di competenza i costi sostenuti nell’esercizio stesso.
Tutto quello che possiede manifestazione economica nel corso dell’anno deve essere riportato in bilancio a prescindere dal reale movimento di denaro. Questo concetto vale sia per i ricavi che per i costi.
La prima regola dice che se non c’è stata una manifestazione economica, totale o parziale, del ricavo/costo, allora questo elemento non può finire nel conto economico. Al contrario, quando un ricavo/costo dell’anno successivo ha invece manifestazione economica – e quindi effetto, – nell’anno in corso, deve allora essere registrato in bilancio. Questa operazione è possibile tramite:

  • Rimanenze
  • Ammortamenti
  • Risconti.

Le rimanenze ci interessano poco: il Cosenza Calcio non svolge attività di produzione o compravendita di merci, quindi questa voce non riguarda la società di calcio.
Gli ammortamenti invece sono scritture di assestamento, vale a dire voci inserite nel conto economico solo al termine dell’esercizio. Queste voci riguardano solo beni durevoli o immateriali dell’azienda.
Infine i risconti: Questi sono voci contabili che rettificano costi e ricavi la cui competenza cade a “cavallo” di due o più annualità.
La seconda regola dice che le rettifiche nell’anno in corso diventeranno costi e ricavi per l’anno successivo o per i successivi. L’ultima delle tre regole afferma che fanno parte del principio economico sia i ricavi sia i costi che non sono ancora stati incassati o pagati, ma hanno già avuto manifestazione economica nel corso dell’esercizio.


Arriviamo perciò al periodo contabile.
Il periodo contabile del bilancio del Cosenza Calcio coincide con l’anno solare. Su 20 squadre, in serie B, ben 17 rappresentano il loro bilancio con il periodo coincidente con l’anno in cui esplicano la loro attività in campionato, e cioè, con un bilancio che inizia il 1° luglio e termina il 30 giugno dell’anno successivo. Il motivo è chiaro: meglio rappresentare l’andamento economico – finanziario proprio nel periodo in cui operano in un determinato campionato (stagione). Utilizzando l’anno solare infatti, potrebbe capitare di partecipare nei primi sei mesi al campionato di B ed il secondo semestre ad un campionato di A o di C. Rappresentare in modo chiaro, ai soci ed ai terzi interessati, ciò che si è speso (o incassato) in un campionato, parrebbe il minimo. Ma a Cosenza la pensano diversamente.
Fatte queste dovute premesse passiamo oltre.
Occupiamoci dello Stato Patrimoniale.
La novità che salta subito all’occhio la troviamo tra pagina 11 e pagina 12 e riporto testualmente quanto dichiarato: “con riferimento alle azioni formalizzatesi nel corso del 2021 gli amministratori evidenziano che il socio unico ha deliberato in data 31/12/2021 un aumento di c.s. di euro 200 mila attraverso la destinazione delle riserve in c/futuro aumento di c.s. costituitesi per mezzo dei versamenti tempo per tempo effettuati dallo stesso socio, e che unitamente a tale operazione lo stesso socio unico ha formalizzato la rinuncia ai propri crediti per finanziamenti infruttiferi con destinazione a riserve per copertura perdite dell’ammontare complessivo di 1,9 milioni”.
Punto importante. Nel bilancio 2020 non c’è alcuna indicazione di “versamenti in c/futuro aumento di c.s.” né in modo esplicito né utilizzando la legenda necessaria per la comprensione prevista dalla normativa civilistica. Vi è solo una generica indicazione per € 148.006 di “varie altre riserve” e non classificate con la lettera A (per aumento di capitale). Nel riquadro delle riclassificazioni del patrimonio netto (pag. 22), nel bilancio 2021, non c’è alcun riferimento – tantomeno a un suo decremento (?) – della voce “versamenti in c/futuro aumento di c.s.”. L’unica voce di decremento è “versamenti a copertura perdite” che, è evidente, non interessano tale operazione.
Mi domando allora: forse c’è qualche rettifica da effettuare in bilancio in nota integrativa?
Perché dichiarare un qualcosa che poi è evidente non corrisponda a ciò che riporti successivamente non va tanto bene. Inoltre ricordo che la deliberazione effettuata dal socio unico del 31/12/2021 è stata effettuata per atto pubblico, comportando modifiche al registro delle imprese, e dichiarare fischi per fiaschi in atto pubblico nemmeno va tanto bene.

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Poi abbiamo i Finanziamenti infruttiferi del socio.
Partiamo da un punto fermo. Al 31/12/2020 il conto non risultava avere alcun saldo. E’ stato correttamente esposto in bilancio il saldo dell’anno precedente (91.074) restituito nel corso del 2020 e quindi rappresentando un saldo zero. In questo bilancio, oltre a quanto riportato sopra troviamo a pagina 26 un generico “ la società ha ricevuto nel corso dell’esercizio finanziamenti da parte del socio unico il quale ha successivamente rinunciato alla restituzione apportando le somme alla riserve per copertura perdite”. Ma non vi è alcun prospetto che illustri il/i versamenti e la/le loro destinazioni. L’articolo 2427 del codice civile, circa la completa e obbligatoria indicazione in nota integrativa, al comma 1 n. 19/bis recita: “[devono essere indicati] i finanziamenti effettuati dai soci alla società, ripartiti per scadenze e con la separata indicazione di quelli con clausola di postergazione rispetto agli altri crediti”. Perciò in questo caso si doveva ben rappresentare la decisione del socio alla rinunzia ed alla destinazione a patrimonio netto, in specifico, a copertura perdite, ma non è stato fatto. Inoltre nelle “raccomandazioni contabili e il piano dei conti FIGC edizione 2021” da pagina 57 a pagina 61 vengono dettagliatamente illustrati tutti i casi ed i modi di registrazione ed indicazione dei finanziamenti dei soci. In particolare, a pagina 61, oltre a riportare integralmente il dettato dell’art. 2427 comma 1 n. 19/bis di cui sopra, si specifica che i finanziamenti infruttiferi concessi da parti correlate, se rilevanti (ed è evidente che lo sono) devono essere sempre indicati in nota integrativa in quanto conclusi a condizioni non di mercato; né tantomeno è stato indicato nella sezione “informazioni sulle operazioni con parti correlate”.
A pagina 35 di nota integrativa troviamo riportato letteralmente: “nel corso dell’esercizio sono state poste in essere operazioni con parti correlate; trattasi di operazioni concluse a condizioni di mercato, pertanto in base alla normativa vigente, non viene fornita alcuna informazione aggiuntiva”. E no! I finanziamenti infruttiferi del socio unico sono SEMPRE operazioni concluse non a condizioni di mercato. E vanno indicate. Lo dice il codice civile. Lo dicono le raccomandazioni contabili della FIGC. Facciamo una modifica? Un’integrazione?
In caso contrario potrebbe anche essere impugnato dal Conservatore del Registro delle imprese. E che figura ci faremmo?
Inoltre, nella tabella a pagina 22 dove si espongono le variazioni intervenute nel patrimonio netto, la voce “versamenti a copertura perdite” risulta incrementata per 2,8 milioni di €. Ma se a pagina 11 è stato, invero, molto genericamente indicata una destinazione del finanziamento infruttifero (?) per 1,9 milioni (?) a patrimonio netto a copertura perdite, la parte eccedente di 0,9 milioni da dove è stata prelevata e vincolata a copertura perdite? Perché non viene indicato? Tutte queste indicazioni in nota integrativa sono obbligatorie. Non è che uno spiega ed integra il prospetto numerario con ciò che ritiene più opportuno! Sarebbe necessario integrare, ed alla svelta, queste operazioni.
Quel che è certo è che i crediti vantati dal Cosenza Calcio verso il socio controllante sono raddoppiati passando da 343 mila a 656 mila €. Ma anche in questo caso non viene indicata la loro natura, Evidentemente sono stati concessi a condizioni di mercato e quindi speriamo che il Cosenza Calcio ne raccolga i frutti, cioè gli interessi.

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Arriviamo ai Risconti Passivi.
Come già scritto all’inizio, i risconti servono, in sede di scritture di assestamento o rettifica, a modificare un ricavo la cui competenza è parzialmente dell’esercizio (o degli esercizi ) futuri. Infatti, e lo ricordo, il risconto passivo è la quota di un ricavo già riscosso nell’anno in corso (in questo caso 2021) che però è di competenza dell’esercizio successivo: parlando in termini prosaici, soldi (crediti) che tecnicamente si dovrebbero incassare nell’anno successivo, ma che per qualche ragione vengono invece incassati nell’anno in corso (in parole poverissime: un tuo debitore ti dovrebbe dieci euro per l’anno prossimo, ma per qualche ragione ottieni di incassarli anticipatamente da subito). Se tale ricavo si manifesta nel corso dell’anno ma la sua valenza riguarda in parte l’anno successivo se ne deve rettificare il valore nelle scritture contabili, ricorrendo al risconto passivo.
In nota integrativa a pag. 23 il Cosenza Calcio ha rettificato i seguenti valori di ricavo, ha cioè portato a risconto passivo i seguenti valori incassati nel corso del 2021 ma di competenza dell’esercizio successivo:
Contributo LNP 56.000
Contributi in conto esercizio 2.432.000
Diritti televisivi 1.452.000
Sponsor istituzionali 85.750
Sponsor commerciali 604.642
Altri ricavi (?) 854.813
per un totale di € 4.710.729. Cioè il Cosenza Calcio ha incassato 4.710.729 anticipatamente rispetto alla competenza e, giustamente, non inseriti in c/economico ma riscontati per attendere la maturanda competenza nel 2022 sì da poterli inserire nel c/economico 2022. Non è esatto quindi dire che il Cosenza Calcio ha fatturato più o meno come lo scorso anno (poco più di 9,3 milioni di €) ma, al contrario, il flusso finanziario positivo ammonta a 14 milioni di €.

Nelle ultime settimane si è poi fatto un gran parlare del volume dei debiti v/erario gravanti su questa gestione. Ne conosciamo gli importi, e in molti si sono addentrati sia nel quantificare un valore ad oggi che una suddivisione per ente debitore (erario per IRPEF da sostituto d’imposta, erario per IVA, INPS e così via), paventando concreti timori di difficoltà della società a poter pagare in un’unica soluzione i debiti pregressi a seguito del D.L. c.d. Cura Italia. Personalmente, al contrario dei miei amici del blog Bandiera Rossoblù, non ho alcun timore, non ho alcun dubbio che la società possa far fronte, e direi anche in maniera agevole, ai propri impegni nel pagare quanto dovuto all’erario ed all’Inps. Perché se lo scorso anno hai incassato i contributi lega, i diritti tv, sponsor istituzionali e non, e quant’altro addirittura anticipatamente, incasserai anche quest’anno per gli stessi capitoli di ricavo quote, ne sono sicuro, anche superiori ai 5 milioni per competenze non già dell’anno corrente, ma addirittura riguardanti il 2023. Non si è avuta infatti notizia che lega e diritti tv abbiano modificato il loro modus operandi elargendo i loro trasferimenti a scadenze ben precise, ma lo fanno addirittura anticipatamente, vero presidente?
Invero, nei bilanci 2018, 2019 e 2020 non si hanno evidenze in tal senso, cioè che il Cosenza abbia incassato ricavi a parziale competenza futura (tranne per quanto attiene i contributi per gli acquisti delle teche Rai: a proposito, ricordo che i risconti passivi devono essere portati a conto economico quando matura la competenza, non è che devono stare sempre in stato patrimoniale a fare la muffa…) ma evidentemente siamo, e sono, stati/o poco attenti/o a modifiche in ordine alla modalità di pagamento del maturato. O queste modifiche non ci sono mai state?
Poi, specialmente quest’anno in cui gli sponsor sono aumentati a dismisura tanto da far sembrare le nostre gloriose maglie una canotta da volley piena di marchi che manco un volantino del discount, vuoi che qualche sponsor, o addirittura la maggior parte, non abbia anticipato il pagamento di quanto dovuto per l’intero campionato, che ne so, ad ottobre? Molto probabilmente sì.
Ciò che corrobora la mia convinzione è anche l’aumento esponenziale delle disponibilità liquide, tra cassa e depositi bancari, passati da 85 mila al 31/12/20 alla bellezza di € 2.943.269 al 31/12/21! Certo, stranamente con questa disponibilità cash non abbiamo preso né Asencio né Casasola, ma neanche abbiamo avuto la “forza economica” per acquisire il cartellino di Sonny D’Angelo dall’Avellino, e bene ha fatto il presidente ad accantonare evidentemente il tesoretto accumulatosi, per poter far fronte agli impegni futuri.
Quindi che paura c’è?
I soldi ora ci sono, no?

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Continuiamo. Esaminando alcune voci specifiche ed interessanti del bilancio non possiamo non notare anche l’aumento esponenziale dell’ammontare dei crediti totali. Nello specifico i crediti sono aumentati:

  • del 2.920% i crediti vari v/terzi (però il Cosenza Calcio, tanto per confermare la tradizione, non specifica né la natura né tantomeno creditore) passando da 164 mila a 4,8 milioni. (Che gioia!);
  • del 91% dei crediti v/ la controllante passando da 343 a 656 mila €

Quindi, in totale, passando da 3 milioni di crediti del 2020 a 7,7 milioni nel 2021.
Che goduria, prima o poi sti clienti ti dovranno pur pagare, no? Dovranno essere incassati questi crediti prima o poi. E quindi perché c’è da aver paura del 22 dicembre? Sicuramente ci saranno in cassa i soldi necessari a soddisfare lo Stato e a fare una bellissima campagna acquisti per rinforzare adeguatamente la squadra.
C’è solo un dato che mi fa pensare. I crediti per fatture da emettere sono circa 2 milioni. Come mai non è stata emessa fattura? Molto probabilmente, essendo servizi ciò che il Cosenza Calcio tratta, il cliente non avrà pagato, e quindi, come avviene in questi casi, non è stata emessa fattura: non mi viene in mente altra spiegazione. Però qui mi sorge un dubbio: come abbiamo visto prima con i risconti, i clienti in quel caso anticipano. Ma insomma, ‘sti cattivoni avarastri di clienti, fatemi capì, ti pagano (addirittura anticipatamente) oppure non ti pagano? O forse ci sono figli e figliastri (poi vai a sapè chi sono i figli e chi i figliastri)?
Non è dato conoscere a fondo la situazione. Teniamoci questo dubbio.

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Dei debiti si è parlato e scritto tante volte in queste settimane. Se mi è permesso faccio un riepilogo, confrontandoli anche con i crediti, per avere un’idea del rapporto tra negativo e positivo.
Il Cosenza al 31/12/2021 ha una massa debitoria totale pari ad € 9.343.770 così suddivisi:

– debiti v/la società di factoring (cessione di crediti) per € 2.922.000
– debiti v/fornitori per € 630.000
– debiti verso terzi (lega c/campionato) € 1.007.000 (?)
– debiti v/personale per le ultime retribuzioni dell’anno per € 666.000
– debiti tributari per € 3.272.000
– debiti v/inps e altri istituti previdenziali per € 844.000
a cui dobbiamo aggiungere € 959.922 di risconti attivi (costi già sostenuti ma di competenza dell’esercizio successivo), che porta ad un totale debitorio di € 10.333.00

Di contro abbiamo una componente attiva per € 10.669.273 così suddivisi:

+ depositi bancari per € 2.931.000
+ denaro e valori in cassa € 11.615
+ crediti v/clienti per € 2.035.000
+ crediti v/impresa controllante (4EL Group) per € 656.000
+ crediti tributari per € 57.726
+ crediti vari v/terzi per € 4.977.000.

Di questi ultimi crediti da € 4.977.000 sappiamo soltanto che a inizio anno il saldo attivo era solo di € 186.000, poi aumentato a dismisura per € 8.893.000 e successivamente diminuito di € 4.080.000, con un saldo positivo quindi di € 4.977.000. Ripeto: non sappiamo nulla di questa posta contabile perché assolutamente non illustrata in nota integrativa, fatto altresì molto strano in quanto il valore dell’aumento raggiunge quasi il fatturato e il valore del saldo poco meno di un terzo dell’incassato. Che siano che so?, crediti per anticipi a consulenti cod. 210 delle raccomandazioni contabili FIGC, in raccordo col CII15quater? Forse. Va beh, rimaniamo col dubbio, magari in futuro qualcuno spiegherà cos’erano queste poste contabili.
A tutto questo dobbiamo aggiungere 4.710.000 di risconti passivi (ricavi già incassati, ma di competenza dell’esercizio prossimo), portando il tutto a € 15.379.000 di componente attiva.
E’ evidente un surplus finanziario di oltre 5 milioni di € (attivo totale di 15.379.000 meno passivo totale di 10.333.000) .
Una domanda sorge spontanea: come mai, nonostante questo surplus finanziario, i debiti tributari pregressi non sono stati pagati? La domanda rimane in sospeso, in attesa di sviluppi, che, ne sono certo, non ci saranno.


Andiamo al Conto economico.
I ricavi (di competenza) restano sostanzialmente uguali allo scorso anno, 9,5 nel 2021 con i 9,3, ma come abbiamo visto dobbiamo aggiungere i ricavi anticipati e riscontati, è superfluo che mi ripeta.
I costi per gli acquisti sono passati da 0,2 nel 2020 a 0,4 milioni nel 2021. I costi per servizi da 1,8 nel 2020 a quasi 2,3 nel 2021. I costi per godimento beni di terzi (fitti, leasing, etc) da 77 mila nel 2020 a 278 mila nel 2021.
I costi per il personale passano da 5,9 milioni nel 2020 a 6,5 nel 2021. Beninteso, questi sono TUTTI i costi per il personale, non solo della prima squadra. Cioè dentro ci stanno tutti i dipendenti, subordinati e parasubordinati, di tutte le squadre e di tutta la struttura societaria. E’ il totale complessivo di tutta la Società, sia ben chiaro una volta per tutte.

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Oneri diversi di gestione. E qui, come l’altra volta, non ci siamo. Neanche un po’.
Nel 2020 veniva indicato nel bilancio, ricordo atto pubblico, una suddivisione assolutamente diversa da come evidenziato poi nel bilancio 2021, riferito ai dati del bilancio 2020. Ripetiamolo: nel bilancio 2020 erano state scritte certe cifre, nel bilancio 2021 quando si parla del bilancio 2020 vengono riportati dati completamente diversi, come se si ammettesse per iscritto che un anno prima si sia scherzato nel redigere il bilancio. E così non si fa. Se hai, tu Cosenza Calcio, sbagliato a rappresentare una determinata tipologia di spesa, non puoi cambiarla a posteriori a tuo piacimento: ci sono i modi formali preposti per farlo, i cosiddetti errori contabili, che nel successivo bilancio si quantificano e si espongono – e si spiega il perché dell’errore.
Inoltre le somme delle voci di sottoconto del conto Oneri diversi di gestione, confrontando quello del 2020 rappresentato nel bilancio 2020, e quello sempre del 2020 ma rappresentato nel bilancio 2021, non corrispondono! Abbiamo capito da più tempo cosa rappresenta per il Cosenza Calcio questa voce di spesa, non c’è bisogno di arrampicarsi sugli specchi, si corre il rischio di commettere strafalcioni che addirittura potrebbero inficiare la validità del documento di bilancio stesso.
Signori, una semplice somma! E non è la prima volta!
Io, insieme agli amici di questo blog, sono perfettamente consapevole che l’argomento oneri diversi di gestione, su cui noi insistiamo testardamente da quando il blog è nato, possa annoiare moltissimo alcuni tifosi (che casualmente poi si scopre essere alfieri social del presidente Guarascio), ma non è colpa mia se oltre a tutto il resto la voce presenta anche questi strafalcioni!


In ultimo, siamo delusi di scoprire adesso che a gennaio 2021 il nostro giocatore più tecnico, Baez, sia stato ceduto alla Cremonese per soli € 350.000, come ben illustrato nel prospetto cessione diritti pluriennali giocatori (valore contabile 0, valore di cessione 350.000, plusvalenza 350.000, plusvalenza di competenza 350.000), al contrario di quanto di dominio pubblico per cui cifra di cessione era stata data, da tutti gli organi di stampa, per 700.000€. Peccato.
Nel contempo siamo felici di vedere che Falcone ha fruttato altri 650 mila €, oltre ai 650 mila indicati nel bilancio 2020, Bouah altri 20 mila € oltre ai 20 mila indicati nel 2020 e Kanoutè altri 56.750 oltre ai 56.750 incassati e indicati nel bilancio 2020. Felicissimi. Almeno chi li ha incassati, questi soldini, non può essere deluso.

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In conclusione, e mi ripeto, ferme restando le numerose perplessità su tutte le sopra evidenziate anomalie contabili e le divergenze rispetto a quanto prescriverebbe la legge (sarebbe in regola con le norme della FIGC e con i controlli della COVISOC un bilancio redatto con tutti i crismi? Meglio non chiederselo…), non ho la benché minima preoccupazione che la società non possa, il 22 p.v., far fronte ai pagamenti stabiliti di IRPEF, IVA e contributi INPS già procrastinati per effetto di legge. Le disponibilità ci sono: disponibilità liquide a iosa, pagamenti anticipati a iosa (se sono stati anticipati lo scorso anno a maggior ragione si deve ritenere per quest’anno, e proprio in questo periodo: ancor di più anticipati ed incassati), oltre che una massa creditoria enorme dove poter attingere, sollecitando il pagamento ai debitori o magari cedendo il credito a qualche banca.
E mi aspetto anche una campagna di rafforzamento invernale scoppiettante, investendo un po’ di quel tesoretto accantonato, per potenziare adeguatamente la squadra in modo tale da restare in sella alla serie B. Nessuna scusa stavolta, presidente.
Altrimenti, mi dica, cosa dovremmo pensare?

L’Eternauta Rossoblù

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