​#79WAITING FOR THE BARBARIANS: BRESCIA – PLAYOUT, RITORNO

GUARASCIO VATTENE!

Cos’altro potremmo richiedere se non che vada via appena conclusa l’ennesima stagione di travaglio e di pena? Cos’ha fatto di male il popolo rossoblu per meritarsi questo incubo che si perpetra ormai ininterrottamente da 12 anni? Ormai è ben chiaro a tutti, almeno quelli che non vogliono rimanere, per interesse o per stoltezza, col prosciutto sugli occhi, che quanto si è verificato nel corso di questa pesantissima stagione è un cliché, uno schema ben rodato, un modus operandi alla base della cui ricetta c’è un grandissimo impegno a massimizzare i ricavi – che poi, misteriosamente (ma neanche tanto, ché ne intuiamo perfettamente la ratio) arrivano non solo ad essere nulli, ma in bilancio si traducono addirittura in debiti – ed un pari sforzo nel tentativo di ridurre i costi, a partire dal progetto (si fa per dire) tecnico che vede ogni anno azzerare o quasi i quadri, con direttore sportivo e allenatore puntualmente sostituiti, con giocatori che, soprattutto i migliori, cambiano casacca, con squadra che viene costruita puntualmente senza renderla completa, quindi zeppa di scommesse e con gravi carenze strutturali, mai con attaccanti adeguati alla B, spesso composta da elementi di categorie inferiori presi senza un’idea, non perché attenzionati da una rete di scout che, di fatto, non non esiste. Puntualmente, poi, queste armate Brancaleone raffazzonate, cui purtroppo si fa indossare una maglia rossoblu col lupo nello stemma, prendono schiaffi a destra e manca nei gironi d’andata, gli allenatori saltano e siamo costretti ad assistere per la loro sostituzione a teatrini con offerte scandalose rivolte a chiunque, senza rispetto di idee di gioco e schemi, sia disperato al punto da accettare le scandalose condizioni del padrone (pochi mesi di contratto, a pochi soldi, senza possibilità di incidere sul mercato di riparazione, men che meno pretendere ingaggi di calciatori di categoria, etc.) e poi elementi che nella finestra di calciomercato invernale cambiano, vanno e vengono come se via Degli Stadi fosse un porto di mare. Così la squadra viene puntualmente riformata, non necessariamente migliorata. Infine nel canovaccio rientra l’abituale chiamata alle armi al popolo rossoblu, che si deve stringere attorno alla squadra (ed al suo portafogli) per sostenere gli 11 in campo perché la B è un patrimonio di tutti (ma soprattutto suo, se consideriamo che in 5 anni si sono fatturate cifre attorno ai 60 milioni di euro, senza che a ciò corrispondesse una minima crescita). Così, anche quest’anno, puntualmente sono arrivate, dopo i sacrosanti scioperi del tifo dei mesi precedenti, i pienoni del Marulla e le trasferte coi settori ospiti soldout (quelli mai venuti meno, neanche durante la protesta, anzi!) con un non indifferente impegno economico, così come puntualmente sono pure arrivate le maglie sudate allo stremo da parte dei giocatori che gettano, nel rush finale, il cuore oltre all’ostacolo, sacrificandosi ed andando ben al di là degli evidenti limiti tecnici per centrare l’obiettivo della salvezza. Come recita lo schema, ormai oliato e funzionante a dovere, si chiede dunque coesione e sacrifici a tutte le componenti le quali, per il sommo bene del Cosenza eseguono… tutte, fuorché una, la più importante, La Società, il padrone, che è quella componente che dovrebbe fare tesoro più di qualunque altra degli errori del passato e guidare il Club per costruire, per investire, per migliorare e che invece tutto fa, meno che aiutare il Lupo a crearsi una sua dignità e non essere costantemente ritenuto la Cenerentola del campionato cadetto, la squadra che da sempre viene regolarmente indicata dagli esperti del settore, ai nastri di partenza, come la maggiore indiziata a retrocedere. E regolarmente sbagliano, questi esperti, perché si limitano a considerare esclusivamente gli aspetti tecnici e non mettono invece in conto l’estrema capacità di resilienza e di tirare fuori le zanne, proprie della nostra piazza. Caratteristica che invece lui, il padrone, ha capito benissimo e su cui specula regolarmente facendovi all-in nel tentativo di portare a casa il massimo risultato contabile, col minimo impegno: se gli va bene, tutto grasso che cola, per un hobby che è finito per diventare un vero e proprio regalo, in quanto business inaspettato (la promozione di cinque anni fa grazie ai playoff vinti a Pescara non mi verrete mica a raccontare che era stata pianificata, vero?); se va male, pazienza, il gioco è bello finché è durato e poi, magari, alla holding non serve una Società che fattura e crea utili (infatti è incredibilmente in perdita, lo dicevamo). O no? Così, anche quest’anno siamo arrivati all’atto finale di una travagliatissima stagione, sempre sul ciglio del burrone, pericolanti fino agli ultimi 90’ che determineranno se dovremo affrontare un nuovo campionato tra i cadetti, il sesto consecutivo, o se dovremo ripartire dalla C, con buona pace dello stato psico-fisico dei supporters rossoblu. L’ostacolo da sormontare, stavolta, è quel Brescia che appena una settimana fa siamo riusciti a battere nel catino infuocato, andato secondo canovaccio, soldout, del San Vito – Marulla. Oggi bisogna “ricambiare la cortesia” ed andare a far visita ai lombardi, nella tana della Leonessa.

La partita giocata a Cosenza non è stata una bella gara, diciamolo: una partita dove la paura di non prendere gol l’ha fatta da padrona per buona parte della prima frazione di gioco. Lupi e Rondinelle infatti hanno approcciato al match con timore e voglia di non scoprirsi. La prima chance del match, così, è giunta solo al 17′ con i rossoblu pericolosi con Zilli, il quale era appena subentrato a Marras, ko per una distorsione alla caviglia occorsagli al 15′. La partita è andata via via accendendosi, la risposta del Brescia è arrivata con Listkowski prima e Ayé poi. Nella ripresa, partenza lanciata per il Cosenza ma il Brescia, da palla inattiva, aveva sfiorato il vantaggio con un colpo di testa di Bisoli finito sulla traversa ed un salvataggio sulla linea da parte di D’Orazio nel batti e ribatti successivo. Scampato il pericolo, gli uomini di Viali sono passati in vantaggio con Nasti che, sempre di testa, aveva risolto una mischia in area. Questo il gol che ha deciso il primo round della doppia sfida playout, mentre stasera avremo il verdetto al termine della partita di ritorno che si svolgerà nell’impianto di Mompiano, nel capoluogo di provincia lombardo. Alla fine, l’ago della bilancia dovrà necessariamente pendere da una parte o dall’altra e sancire quindi chi si salverà e chi invece sarà costretto a ripartire dalla serie C nella prossima stagione. Un ago della bilancia che, dopo la partita del San Vito di giovedì scorso si è solo leggermente spostato a favore dei Lupi (ora abbiamo la possibilità di poter giocare col favore di due risultati su tre a disposizione) perché, invero, in stagione sappiamo che le due squadre hanno chiuso appaiate a 40 punti, che hanno, con leggere differenze tra loro, le peggiori difese ed attacchi della categoria, che nei tre scontri diretti giocati in stagione le due squadre hanno ottenuto ciascuna una vittoria ed un pari. Quindi un sostanziale equilibrio che rende davvero incertissima la partita di stasera. E’ chiaro, il vantaggio acquisito grazie alla partita d’andata dai Lupi non è di poco conto, perché costringerà Gastaldello ad una tattica un po’ più spregiudicata rispetto all’attendismo su cui avrebbe potuto contare nel caso in cui Nasti non avesse realizzato la sua determinante rete giovedì scorso in terra bruzia. Già, perché se i biancazzurri vogliono ottenere la permanenza in B, oggi dovranno cercare di violare la porta difesa da Micai almeno due volte. Operazione non semplice, se si tiene conto del fatto che i biancazzurri hanno sì, ottenuto in stagione, quattro vittorie con uno scarto di almeno due gol (tre in campionato ed una in coppa Italia), ma è altrettanto vero che tali affermazioni si riferiscono tutte a partite sostenute nel 2022 e la più recente tra queste, ottenuta contro la S.P.A.L. (2-0) risale a più di sei mesi fa, esattamente il 27 novembre scorso. Da allora, la squadra che è ora di Gastaldello, ma all’epoca era nelle mani di Clotet, non è più riuscita ad affermarsi con uno scarto di gol maggiore di un gol e, a ben vedere, delle 25 gare disputate fino allo scorso giovedì, le vittorie arrivate per i lombardi sono state appena tre, la più pesante delle quali proprio contro il nostro Cosenza, un mese fa (2-1). Guardando in casa nostra, invece, conforta osservare che sono quasi tre mesi che non perdiamo con uno scarto maggiore di una rete: ero presente anch’io alla disfatta di Marassi, al cospetto di un Genoa troppo superiore tecnicamente e fisicamente rispetto ai nostri, che liquidò la pratica relegando a Micai e compagni 4 reti. Da allora i Lupi hanno disputato undici gare, perdendone appena due (con Cagliari e Brescia) ma entrambe con un solo gol di scarto. Ma attenzione ad avere sicurezze, perché se è vero che la squadra di Viali in questo lasso di tempo ha praticamente tirato giù la saracinesca alla propria porta, ottenendo sei cleen sheet e subendo appena sei reti (0,54 gol di media a partita), è altrettanto vero che la nostra è la seconda retroguardia più perforata della B, che ha subito in stagione ben nove sconfitte con differenza reti al passivo maggiore di due segnature, ricordando tra queste le bruttissime imbarcate con Reggina (3-0), S.P.A.L. (5-0), Pisa (3-1) Ascoli (in casa, 1-3), Como (5-1) e appunto Genoa (4-0). Inoltre, c’è da dire che ci sta analizzare certi numeri perché possono delineare le caratteristiche dell’una o dell’altra squadra, però in una partita secca ed imprevedibile come quella di stasera, giocata sulla tensione nervosa e sugli episodi, le dinamiche tendono a sfuggire ai dati statistici. Quindi, guai a sentirsi in vantaggio in virtù della vittoria dell’andata (ovviamente, se c’è una cosa che il Brescia non potrà permettersi di fare è prendere un gol) e della nostra solidità difensiva, a fronte della fragilità offensiva avversaria, caratteristiche mostrate – come abbiamo visto – dalle rispettive formazioni nell’ultimo scorcio di regular season, anche perché gli ultimi capaci di sovvertire nel match di ritorno e ribaltare un risultato negativo maturato in trasferta, in gara uno, fummo proprio noi, l’anno scorso, nel doppio confronto che ci vide soccombere a Vicenza per 1-0 per poi vincere in casa per 2-0. Quindi attenzione!

Occhi puntati, comunque, sulla preparazione che in settimana hanno portato avanti mister Gastaldello e i suoi giocatori in quel di Torbole Casaglia. Dall’infermeria del ritiro biancazzurro viene fuori che l’ex difensore, ora tecnico del Brescia, in vista del match di stasera si porterà in panchina Galazzi, ma con dubbi sulla sua condizione fisica, mentre non potrà contare, oltre che su Jallow, Bertagnoli e Papetti, anche su Huard, che all’andata invece c’era. Il terzino francese si è fermato al termine della gara giocata all’andata, e la sua assenza dovrebbe essere la principale novità rispetto all’incontro di settimana scorsa, visto che costringerà il tecnico delle Rondinelle a spostare sulla fascia sinistra Mangraviti (che è un po’ un jolly della difesa ed ha nelle sue corde il terzino sinistro) e sostituirlo al centro con Adorni, il quale dunque tornerebbe a fare coppia con Cistana. Attenzione proprio a Mangraviti in quella posizione, perché nel finale di partita al San Vito, il difensore, spostato in fascia dal proprio allenatore, era arrivato nel finale a sfiorare il gol che sarebbe valso il pareggio per i suoi. Detto dei possibili aggiustamenti nella retroguardia, per il resto, lo starting eleven biancazzurro dovrebbe essere quello visto in gara uno, a meno che la necessità di vincere a tutti i costi la sfida, non spinga il tecnico di Camposampiero ad affidarsi a due attaccanti puri in prima linea e, in questo caso, Bianchi potrebbe guadagnare una maglia da titolare affiancando Ayé, a scapito di Listkowski, con Rodriguez (il più pericoloso tra i suoi a Cosenza) che in questo caso interpreterebbe il ruolo di trequartista giusto alle spalle delle due punte. Ad ogni modo il reparto difensivo è quello che ha dato più grattacapi al tecnico biancazzurro non solo in stagione (oltre ad essere in assoluto la difesa più perforata della B, prende gol da venticinque partite – un trend negativo intervallato solo dalle gare giocate contro Ternana (1-0) e Cittadella (0-0) –, di cui le ultime sette di seguito) ma anche nello specifico nella gara playoff d’andata, dove il gioco sulle fasce ha particolarmente fatto soffrire la Leonessa, che ha permesso a Brescianini e D’Urso d’imperversare a destra (out sinistro per la difesa bresciana) ed a D’Orazio di trovare larghi spazi anche sul binario opposto. Col risultato che i difensori che andavano a coprire le falle lasciate in un reparto difensivo non ineccepibile nelle coperture, hanno finito per lasciare liberi gli attaccanti rossoblu, con Zilli e Nasti liberi di colpire: il gol dei Lupi è arrivato proprio sugli sviluppi di un’azione che ha interessato gli esterni, con Nasti che si è ritrovato libero da marcature, pronto a ribattere a rete la respinta corta di Andrenacci sul precedente colpo di testa di D’Orazio. Sicuramente il centrocampo a tre dei lombardi ha subito quello invece pensato da Viali a quattro uomini, visto che tale disposizione tattica ha creato spazi per gli inserimenti delle mezzali rossoblu, soprattutto di Brescianini (molto meno Florenzi, apparso ancora al di sotto di condizione e comunque lontano dai suoi consueti standard) che hanno finito per fare saltare gli schemi difensivi a Gastaldello, la cui retroguardia, in fase di non possesso, ha oltremodo sofferto queste situazioni. Quindi, se il Brescia ha patito le incursioni dei calciatori rossoblu soprattutto sul suo versante di sinistra, dovrà ancora di più fare attenzione (e Viali ovviamente, per contro, insistere su questa strategia) visto che Mangraviti che si posizionerà come su quella fascia in luogo di Huard, è pur sempre un adattato nel ruolo di esterno. Quindi c’è da aspettarsi che Gastaldello corra ai ripari e voglia offrire maggiore copertura da quella parte mediante i ripiegamenti della mezzala sinistra (per questo compito pensiamo sia più indicato Bjorkengren, piuttosto che Ndoj). Vedremo.

Il Brescia di Gastaldello, stasera, così?

Veniamo dunque allo starting eleven che mister Gastaldello sta pensando di opporre ai nostri Lupi stasera. Intanto, il modulo di gioco: sarà un 4-3-2-1 o il rombo (4-3-1-2) come abbiamo visto a Cosenza? Noi riteniamo quest’ultimo. Tenuto conto delle osservazioni fatte in precedenza, i dubbi potrebbero interessare anzitutto la difesa, visto che mancherà come detto Huard e che difficilmente Pace (l’unico terzino in alternativa, in rosa) potrebbe prendere parte alla gara, dopo che a lungo non è stato neanche convocato. Pertanto, iniziando dalla porta dove senz’altro troveremo Andrenacci, la linea difensiva potrebbe essere composta, da destra verso sinistra da Karacic, Cistana che tornerà in tandem, al centro, con Adorni e Mangraviti che, come detto, verrà adattato in fascia come esterno di sinistra. In mediana, al centro verrà confermato senz’altro Labojko (ormai il vertice basso del rombo è affidato a lui, piuttosto che a Tom van de Looi) al fianco del quale giostreranno a destra Björkengren, anche se qui qualche dubbio l’abbiamo perché a seconda dell’impostazione che Gastaldello vorrà dare ai suoi, anche l’ex, Ndoj è più di un’alternativa. Infine imprescindibile, a sinistra, Bisoli, uno dei più combattivi e pericolosi a Cosenza, con Scavone pronto a fare rifiatare uno dei compagni di reparto. In avanti, ammesso che Gastaldello adoperi effettivamente il 4-3-1-2, stavolta il vertice alto del rombo, per il ruolo di trequartista ma con maggiore propensione a spingersi più verso porta, potrebbe esserci Rodriguez, preferito a Listkowski (Adryan potrebbe invece essere tagliato fuori dalle rotazioni), così le due punte titolari dovrebbero essere due attaccanti di ruolo come Ayé e Bianchi.

Siamo in conclusione di rubrica, pertanto andiamo a trattare ora le varie ed eventuali ed il clima che si sta respirando attorno a questo match da dentro/fuori. La partita “della vita” ha sicuramente risvegliato il torpore del popolo bresciano che da lunga data (18 maggio 2017, Brescia – Trapani 2-1) non faceva registrare il tutto esaurito al Mario Rigamonti. Così, nonostante i prezzi non proprio graditi alla tifoseria (davanti alla sede del Club di Cellino, uno striscione di protesta in tal senso è stato esposto la scorsa settimana, a firma degli Utras Brescia 1911) e nonostante la reiterata chiusura della curva sud, in uno spicchio della quale ci accomoderemo – tra l’altro – noi tifosi rossoblu, l’impianto di Mompiano accoglierà quasi sedicimila tifosi, i quali sono stati invitati in un appello della curva Nord a indossare capi d’abbigliamento che richiamino i colori del Brescia. 15.962 per l’esattezza, di cui 1.029 con il Lupo nel cuore. A proposito dei supporters rossoblu, vale la pena ancora una volta sottolineare come, sia pure in una partita così importante, abbiamo ancora una volta risposto alla grande al richiamo del Lupo andando a saturare il settore ospiti a noi dedicato, in sole 22 ore dall’apertura della prevendita dei biglietti. Così, lo scorso venerdì pomeriggio, in diversi sono rimasti senza tagliando e certamente qualcuno avrà fatto la pazzia di acquistarne fuori settore, ergo si accomoderà, rigorosamente in incognito, in tribuna o gradinata, tra i bresciani. Per quanto riguarda i pronostici, i bookmakers pagano il segno 1 (vittoria del Brescia) tra un minimo di appena 2,00 ed un massimo di 2,05; la X, è leggermente meglio apprezzata e quindi pagata da 3,10 fino a 3,30 volte la posta giocata; infine il 2, con l’eventuale successo degli uomini di Viali, è quotato come risultato meno probabile in assoluto, visto che riconosce agli scommettitori che vi puntano, un range di guadagno sulla scommessa tra 3,85 e 4,05. A dirigere la sfida sarà l’internazionale (in stagione 5 gare dirette in Champions, 2 in Europa League ed 1 in Conference) Davide Massa della sezione di Imperia che fischierà il calcio d’inizio stasera alle ore 20,30. Nei precedenti con l’arbitro ligure, vige una situazione di perfetto equilibrio nelle cinque gare dirette al Cosenza: tre pareggi, una sconfitta ed una vittoria. Quest’ultima, però, è un dolce ricordo per noi, visto che è legata al playout di ritorno dell’anno scorso col Vicenza, che ci permise di salvare la categoria. Per quanto riguarda i precedenti col Brescia, invece, i biancazzurri non hanno mai perso nel corso delle direzioni arbitrali di Massa, avendo raccolto con lui due vittorie ed un pareggio. A coadiuvare il direttore di gara stasera ci saranno i guardalinee Meli di Parma e Alassio di Imperia. La Penna di Roma 1 sarà il quarto uomo, mentre al VAR ci sarà Mazzoleni di Bergamo con Ayroldi di Molfetta come aiuto.

Siamo arrivati ai saluti e non vogliamo, per scaramanzia, aggiungere altro a quanto detto: parola dunque al campo e che Alarico ce la mandi buona!

Sapiens

3 pensieri su “​#79WAITING FOR THE BARBARIANS: BRESCIA – PLAYOUT, RITORNO

  1. stefano masserdotti

    ottimo articolo,giusto per precisare,il Riagmonti e’ stato esaurito,curva sud compresa parecchie volte in A e con il Benevento in B

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  2. Brando

    SE NE DEVE ANDARE tutta la tifoseria rossoblù lo pretende!!! Solo i suoi viscidi lecchini a pagamento attaccano chi giustamente lo contesta CONTINUATE COSÌ

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