“SLO FOOT”

– Emmè… quello non è Andrea Montanini? Fermalo, così gli chiediamo che intenzioni ha il presidente.

Andrea Montanini chi?

– Come, non lo sai? Lo SLO del Cosenza!

– Di che si tratta?

– Lo SLO è il Support Liaison Officer vale a dire il delegato della Società a curare i rapporti con la tifoseria.

– Ah, ecco perché non ne conoscevo l’esistenza!

Questo era uno scambio di battute che, alcuni giorni fa, tenevo con un mio carissimo amico – nonché malato d’u Cusenza come me – che mi introduceva ad una informazione di cui non avevo la benchè minima cognizione. Mi sono andato a documentare e… sì, è proprio vero! Incredibilmente, il Cosenza è effettivamente dotato di questa figura, come recita il sito ufficiale del Club www.ilcosenza.it/club/slo/ ed è una persona in carne ed ossa, nonostante lo conosca solo la mamma ed i suoi amici più stretti. Non certo i tifosi, con cui dovrebbe relazionarsi.

Ma possibile – mi sono chiesto – che il presidente Guarascio, dirigente di solito allergico al rapporto coi supporters rossoblu, sia stato così progressista e visionario, da concepire una figura di raccordo tra la tifoseria e la Società per favorire il dialogo? No, non può essere possibile e, dopo una semplice ricerca sul web l’arcano viene subito svelato: la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha, dapprima recepito il contenuto dell’Articolo 35 all’interno del Manuale delle Licenze UEFA – Versione 2.3, ed in seguito, anche su impulso della Lega Nazionale Professionisti – Serie A, della Lega Nazionale Professionisti – Serie B e della Lega Italiana Calcio Professionistico, esteso l’obbligatorietà della figura del Supporter Liaison Officer a tutte le società professionistiche, inserendo tale previsione all’interno delle norme che disciplinano l’ammissione al campionato tramite il rilascio della Licenza Nazionale. Ergo, Guarascio non è un presidente illuminato che ci tiene ai rapporti con la tifoseria ma, semplicemente, per portare avanti il suo assai lucrativo business nel calcio (per lui il Cosenza questo è, altro che hobby!) ha avuto l’obbligo di dotare l’organigramma societario di questa figura. Un po’ come avvenuto, per il presidente, nel caso delle squadre giovanili, non vissute come un’opportunità (ma che imprenditore è?) ma addirittura un male necessario, una sorta di amarissima – per lui – medicina, costosa ma indispensabile per vivere!

Eppure, a leggere il sito ufficiale del Cosenza, sembrerebbe che – a parole – ci siano buonissime intenzioni sulla figura dello SLO il quale, recita testualmente il sito, “partecipa agli incontri periodici organizzati dalla società sul tema dei rapporti con la tifoseria” ed ancora, incarna colui che lavora allavalorizzazione dei tifosi che devono essere considerati come risorse in un contesto di dialogo e di scambio costruttivo di idee“. Dicevo, a parole, che sia pur scritte, nero su bianco, non solo sono rimaste lettera morta (alzi la mano chi conosceva Andrea Montanini nel suo ruolo ufficiale), ma anzi sono state – e soprattutto ora, col clima di protesta che è montato, sono – disattese in malo modo. Farebbe bene, invece, il presidente ad interrogarsi su cosa anima il tifoso del Cosenza, da dove nasce l’amore viscerale per la squadra del cuore e perché in tanti sono disposti a spendere soldi ed a fare sacrifici per i propri colori. E non solo lui non si pone queste domande, ma addirittura manca di riconoscere il ruolo chiave e la centralità dei supporters. Uno dei motivi principali – questo – che sta allontanando il nostro club dal percorso virtuoso di sostenibilità (come ampiamente dimostrato i conti del Cosenza non sono a posto) nel lungo periodo.

Così siamo abituati purtroppo ad una gestione che manca clamorosamente la valorizzazione della relazione con i tifosi, che dovrebbe passare dalla comprensione delle esigenze su cui si basa la fedeltà dei supporters, da una comunicazione puntuale e presente, dalla natura del legame emotivo tra tifoso e club e dai significati profondi che questa relazione sottenderebbe. Tutto puntualmente disatteso dalla gestione Guarascio: la figura dello SLO, che tanto preziosa sarebbe nel nostro Cosenza, è volutamente vuota, scevra di significato se non quello di assolvere all’obbligo di Lega, formale, istituzionale. Già, perché per Eugenio Guarascio il tifoso è un semplice cliente e lo ha dimostrato ogniqualvolta lui, avaro – anche – di parole, si è invece sentito più e più volte, in questi suoi 10 anni di presidenza, in dovere di fare comunicati esclusivamente per invitare il popolo rossoblu ai botteghini, quando c’era da fare l’incasso. Purtroppo, il “nostro” manca di avvedutezza e lungimiranza imprenditoriale perché, a ben vedere, invece di cercare intesa con i suoi “semplici clienti”, ha sempre fatto il contrario, erigendo muri (hobby; daspo; tifosi da strada; querelle abbonamenti, etc.) nonostante recenti studi rivelino che un supporter coinvolto, invece, spende dal 20% al 40% in più di un cliente normale di qualsiasi altra azienda.

Ora, lui, il presidente, non è comunicativo e non riesce a metterci la faccia in modo costruttivo per evidenti limiti – anche culturali – personali. Eppure le figure per perseguire una strategia del coinvolgimento emotivo dei tifosi le avrebbe, a partire proprio dallo SLO, passando per l’addetto stampa (a cui abbiamo dedicato un articolo), il responsabile marketing e finanche sfruttando un beniamino come Kevin Marulla, estremamente gradito alla piazza. Attraverso questi collaboratori avrebbe potuto dialogare indirettamente coi tifosi per farli sentire non avulsi, ma parte integrante del Club, lasciar loro esprimere la propria identità, fare in modo che si sentissero parte del progetto Cosenza, non smorzarne gli entusiasmi ogni volta che si conseguivano dei successi e capire, una volta per tutte, che una squadra senza seguito (scenario che con ogni probabilità, a sentire gli umori della piazza, si verificherà nella prossima stagione) è un “prodotto” con poco appeal (lasciatemi usare questo termine con appropriatezza di significato e contenuti, stavolta!) poco vendibile!

Se, dunque, non si è voluto vendere il club finora ed il futuro promette un prodotto ancor più difficilmente vendibile, qual è il programma se non quello di accompagnare ad un triste destino – l’ennesimo fallimento – il Cosenza Calcio? Una cosa è certa: il presidente ed il suo Support Liaison Officer prima o poi andranno via, noi tifosi no. Saremo sempre lì a difendere con orgoglio la nostra passione, i colori, le bandiere, il Lupo, i riti, i cori, la storia, perché siamo noi supporter ad essere i legittimi proprietari morali del Cosenza, perché noi costituiamo il vero DNA del Club, ciò che rimane nel tempo e sopravvive a calciatori, allenatori, manager, presidenti e persino al “buon” Andrea Montanini!


Sapiens

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