LA SETTIMANA DELLE OFFERTE

Fa male, vero?

In un freddo lunedì di quasi fine gennaio è iniziata la celebre ultima settimana del calciomercato, che negli anni in ambiente Milan, nella sua parte finale, veniva definita i tre giorni del Condor – perché l’allora AD Galliani, oggi come noto al Monza, era solito fiondarsi su parametri zero in occasionissima per ritoccare la squadra con un ultimo prezioso tassello. Parallelamente, da ormai diversi anni a questa parte, l’ultima settimana di calciomercato (e più ancora l’ultimo giorno, e più ancora le ultime ore) – che sia estivo o invernale – a Cosenza la conosciamo come raschiare il fondo del cestello dei prodotti a metà prezzo durante le offerte del discount sotto casa, anche se non so bene quanto renda l’idea.
L’esempio più eclatante l’abbiamo avuto nell’estate del ’19, quando i cronisti locali in collegamento dal calciomercato, davanti ai tifosi che tutti i giorni – io direttamente dalla spiaggia – si collegavano alle loro dirette streaming implorando il Cielo di scoprire che era stato finalmente preso l’attaccante, ripetevano indefessamente che per l’attaccante ci vorrà l’ultimo giorno, quando le pretese [di questi laidi mercenari, sembrava quasi il sottotesto] caleranno, il Cosenza fa sacrifici e non può permettersi spese folli.
Sì, esatto, erano proprio quei cronisti che oggi fanno finta di scagliarsi contro Guarascio (peggio: fanno finta di averlo sempre fatto) e allora, io lo ricordo perfettamente – e spero altri come me – facevano a gara per arrivare primi a giustificare quell’osceno modo di operare. Poi, nei mesi e negli anni successivi, passeranno alle risatine sempre in diretta web, che ci possiamo fare?, tanto lo sappiamo che Guarascio è così, ridiamoci di sopra.
Se oggi siamo in queste condizioni è anche per causa loro.
Per la cronaca, in quell’estate del ’19 l’attaccante non arriverà. Dopo aver invano inseguito e perso nelle settimane precedenti Mbakogu, Cissé, Mokulu e altra mezza Africa (orfani di Okereke e in parte Embalo, si cercavano i loro cloni…), più Acosty per il quale sono state scritte cose ridicole (il Rijeka proprietario del cartellino voleva 700mila euro, si scrisse che Trinchera stava aspettando che lo liberassero a zero..), salteranno poi in quell’ultimo giorno di mercato Nzola (squallido teatrino col Trapani e affare saltato nel momento in cui toccava staccare l’assegno da trecentomila euro da dare ai siciliani), Rosseti (che ci rifiutò. Lui a noi. Rosseti.) e sul filo di lana Tupta, perché era troppo tardi per depositare il contratto e il Verona comunque non avrebbe fatto in tempo a trovare un sostituto.
Il cielo rossoblù sopra il Marulla evocato a mezzo social dal presidente in persona, per salutare l’esordio in casa contro la Salernitana, si riempirà delle contumelie e delle imprecazioni dei tifosi del Cosenza.
Da allora il modus operandi si può dire peggiorato – e ribadisco: per questo, chi se la sente ringrazi anche quei cronisti che ai tempi giustificarono e difesero in diretta web dalla sede milanese del calciomercato questa condotta, consentendo a Guarascio di prosperare in quest’humus ambientale per cui il Cosenza fa bene ad aspettare che i mercenari abbassino le pretese nell’ultimo giorno di calciomercato, il presidente fa già sacrifici di suo. Principio che ormai è passato agli atti e non importa più che questo modo di operare non vada (più) bene a nessuno, ormai questo è e non si torna indietro. La prova la stiamo avendo in questa sessione invernale di calciomercato: mai come stavolta occorreva operare immediatamente, prendere i giocatori necessari fin dai primissimi giorni di mercato – non solo per la classifica in sé e la squadra che annaspa in campo senza gioco né idee, ma anche perché memori dell’esperienza della scorsa stagione – eppure anche stavolta siamo giunti all’ultima settimana, ancora una volta aspettando che scendano i prezzi, che qualcuno venga scartato da qualche squadra, che qualcun altro si convinca ad abbassare le richieste fino alla soglia massima consentita da Guarascio e dal suo budget.


Questa dovrebbe essere la settimana di Casasola.
No, non il bomber che chiaramente il DS sta cercando (non dimentichiamo che fu sondato Asencio, salvo scoprire però oggi che era promesso al Lecce fin da primi di gennaio e quindi tutte le fanfaluche uscite sui media, prima sul fatto che ormai è nostro e poi sul fatto che ci sta ripensando, non va più a Lecce, lo prendiamo noi, si sono rivelate per le gioiose puttanate che erano): ci sono difficoltà per prendere Casasola, l’esterno destro.
E se hai difficoltà per l’esterno destro, immaginiamo un po’ per il centravanti – figura, come detto spesso anche qui, a torto o a ragione più costosa tra tutti i ruoli calcistici. Sempre che tu lo voglia di categoria, ovviamente: se lo prendi in Eccellenza con millequattrocento euro al mese di ingaggio te la cavi.
Quali siano le difficoltà sorte per Casasola, col quale fino alla settimana scorsa c’era un accordo, l’ho già scritto: quello stesso accordo è saltato perché faceva troppa paura alla proprietà, Dio ce ne scampi impegnarsi con un triennale a certe cifre verso un giocatore. No, non conta che si stia parlando di uno dei migliori esterni destri di tutta la serie B (in un ruolo peraltro in cui il Cosenza ha carenze spaventose): se non è lui sarà un altro ma quegli accordi vanno stracciati, o ce lo danno in prestito (possibilmente con valorizzazione) o non se ne fa nulla.
Quindi, torno a dire, questa dovrebbe essere la settimana di Casasola: ma non è affatto detto.
Non è detto che a Lazio e giocatore vada bene il semplice prestito: sia la società biancoceleste, che vuole sgravarsi del cartellino, sia l’esterno argentino, che vuole sposare un progetto a lungo termine, propendono per una cessione a titolo definitivo e naturalmente questo significa che Casasola vuole anche un impegno triennale. Si può ragionare su due anni con opzione per il terzo, si può ragionare su prestito con obbligo di riscatto a luglio, si può ragionare su tante formule, classiche o ibride – quello su cui non si può ragionare è il prestito secco.
Guarascio se ne farà una ragione, o se non è lui sarà un altro?
Non è nemmeno detto che non si inserisca una concorrente su Casasola. Il Vicenza lo ha seguito molto da vicino, ad esempio. Sì, proprio quelli che già dieci giorni fa ci hanno fregato Da Cruz (ieri in gol con loro all’esordio…) allo stesso modo e per lo stesso motivo: noi volevamo un prestito secco dal Parma, addirittura con stipendio pagato in parte dagli emiliani e premio di valorizzazione, loro sono arrivati e hanno messo sul tavolo soldi e diritto di riscatto. Esiste il rischio concreto che si portino a casa pure Casasola con queste modalità, e a Guarascio non fregherebbe nulla – tanto meglio: soldi risparmiati, era una follia dargli quello per cui ci eravamo accordati, meno male che siamo rinsaviti.
Esiste, infine, persino la possibilità che il Frosinone tenti di trattenerlo e ci riesca: è vero, nel ruolo i ciociari sono particolarmente baciati dall’abbondanza (Zampano titolare, Sabelli forse in arrivo), ma l’argentino – schierato venerdì nella gara casalinga perché, nonostante l’abbondanza, unico esterno destro disponibile nella contingenza – ha disputato una gara eccelsa e in molti da quelle parti si stanno chiedendo che motivo avrebbe la società gialloazzurra di privarsi di un elemento così. Se se lo chiedesse davvero anche la stessa società gialloazzurra, dopo Asencio, Da Cruz, D’Angelo, Giovinco junior (!!!), Masini e Varela potremmo salutare pure Casasola.
E che ne dicono i cronisti in diretta web, anche se non più dall’hotel del calciomercato per via della pandemia? Ce la facciamo una bella risata pure adesso?

Tic toc
Tic toc
Tic toc

Il tempo passa. Resta un’ultima settimana di calciomercato, da oggi a lunedì 31 (ma sempre ricordando che per i direttori sportivi del Cosenza, chiunque essi siano, il weekend è sacro e non si lavora – e il weekend comincia dal venerdì mattina e finisce il lunedì mattina post cornetto). Al Cosenza servono assolutamente come il pane, come l’acqua, come l’aria per respirare, quantomeno due centrocampisti (di cui una mezz’ala), un trequartista per volontà di questa specie di allenatore (e scusatemi, ho resistito fino a fine articolo ma dopo le sostituzioni di Cosenza-Ascoli non ce la posso fare) e un centravanti. Deve essere tutta gente, come ha detto persino Goretti ai tifosi al Sanvitino a inizio gennaio (quando già piangeva per aver perso Asencio e quasi perso Da Cruz) di categoria.
Calciatori di categoria significa titolari di squadre di serie B, con esperienza e con carisma, caratteristiche tecnico-tattiche confacenti ai nostri bisogni e abilità calcistiche da salto di qualità. Ti serve una mezz’ala? Vai a prendere quella titolare del Brescia o del Benevento. Non me ne frega niente di quanto costa – anzi, più espressamente: mi sono ampiamente rotto le scatole di fermarmi al quanto costa da quattro anni almeno a questa parte (in serie C, con la qualità e i prezzi della serie C, l’andazzo era più facilmente camuffabile). Ti serve una seconda punta che possa giostrare anche da centravanti? Vai a Parma e ti fai dare Tutino, e gli dai lo stipendio che gli devi dare, problemi tuoi se sono tanti soldi – se i soldi non li vuoi spendere non fai il presidente del Cosenza, cedi la società e ti levi da davanti.
Avete una settimana di tempo per rimediare tutti al vostro ennesimo scempio, e già adesso siete in ritardo.
Tic toc
Tic toc
Tic toc

NubeDT

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